Théodore Géricault
(Rouen, 1791 – Parigi 1824)
Géricault fa parte della corrente realista del Romanticismo. Le sue opere spesso trattano di temi della quotidianità o sono legate, come nel caso de 'La zattera della Medusa', di episodi della cronaca del tempo
LA ZATTERA DELLA MEDUSA
Per entrare nell'atmosfera di quest'opera, partiamo con il video di una lettura teatralizzata di un brano dal romanzo Oceano mare di Alessandro Baricco. Il testo riprende la narrazione del medico di bordo della nave Medusa, Henri Savigny e del geografo Alexandre Corréard nel libro Narrazione di un viaggio in Senegal nel 1816.
La Zattera della Medusa è considerata l'opera simbolo del periodo romantico. È un'opera imponente di fronte alla quale è difficile rimanere indifferenti. Le sue dimensioni sono monumentali: alta quasi 5 m e larga più di 7: lo spettatore di fronte al quadro diventa egli stesso parte di quella umanità alla deriva, in bilico tra la speranza e la rassegnazione.
Il significato dell'opera va ben al di là dell'episodio di cronaca da cui è nata, ma diventa il simbolo del naufragio dell'umanità stessa.
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Autore: Théodore Géricault
Anno di realizzazione: 1818 – 1819
Dimensioni: 491 x 716 cm
Tecnica: olio su tela
Museo del Louvre, Parigi
confronta l'opera di Géricault con la barca di Caronte dal Giudizio Universale di Michelangelo.
Nell’opera di Géricault l’equilibrio è fortemente instabile, largo spazio viene dato alla natura che sottolinea le emozioni dei personaggi. Il quadro è concepito per coinvolgere da vicino lo spettatore in modo da non permettergli di rimanere indifferente al dramma rappresentato.
Il tema scelto appartiene alla cronaca del tempo e i protagonisti non sono personaggi importanti, ma la vicenda messa in scena incarna invece il senso di profonda instabilità che gli uomini di questo periodo vivono sulla loro pelle: l’uomo non più guidato in modo infallibile dalla ragione, può cadere nell’abisso più torbido dell’irrazionale, da cui solo uno scatto di volontà eroica lo può riscattare. Anche la scelta dei colori e la tecnica di stesura sono funzionali a descrivere il caos di emozioni.
Chiaramente Géricault dipinge avendo studiato minuziosamente ogni aspetto compositivo della sua opera, ma la descrizione dei diversi elementi è, potremmo dire, minuziosamente sommaria e imprecisa, nel senso che Géricault vuole dare un effetto di naturalezza al proprio dipinto senza perdersi però in una fredda descrizione. La libertà che percorre la sua mano, mentre dipinge, è visibile soprattutto quando si confronta con gli elementi naturali.
Paradossalmente, il modo di dipingere di Géricault è più aderente alla realtà di quello minuzioso di Ingres: la verità del legno solido o marcescente, delle onde informi e della schiuma, la verità dei corpi terrei che stanno per essere abbandonati dalla vita e dei muscoli ben sviluppati per il duro lavoro dei marinai, che si tendono nello sforzo di richiamare l’attenzione della nave lontana con tutte le energie rimaste.
La composizione de La zattera della Medusa è caratterizzata da due piramidi: la prima, a sinistra, ha il vertice nell’albero con vela; è una piramide inclinata verso sinistra che racchiude alcuni cadaveri oltre che la figura seduta con drappo rosso e quella in secondo piano con le mani sul volto. La seconda piramide fa perno sulla figura del marinaio che sventola la propria camicia in direzione della nave di soccorso. In basso il vertice sinistro della piramide racchiude la figura maschile seduta con drappo azzurro tra i capelli e volto girato a destra; tutti gli altri personaggi ‘attivi’ sono rivolti verso la figura più alta e vigorosa della composizione e la loro disposizione segue in modo dinamico proprio le forme triangolari delle facce della piramide.
Potremmo dire che la piramide di sinistra racchiude la rassegnazione, mentre quella di destra sottolinea la speranza.
La composizione del quadro di Géricault è fortemente dinamica, sia per l’orientamento delle due piramidi, sia per la grande varietà delle posture e dei gesti dei singoli personaggi.
Nel dipinto de La zattera della Medusa, i colori non sono ben definiti; sicuramente non sono brillanti e vivaci, ma c’è una ricchezza ottenuta con sfumature di toni vicini tra loro. Anche il rosso e il blu, che sono presenti in piccole parti, appaiono comunque abbastanza spenti.
L’opera di Géricault ci colpisce per la sua monumentalità e per la forza delle emozioni da cui è attraversata. Possiamo ammirare la libertà della tecnica sciolta che gli deriva dall’aver indagato a fondo ogni elemento inserito e la capacità dell’artista nell’inseguire la perfezione dell’effetto drammatico e coinvolgente che voleva ottenere avendo il coraggio di ritornare più e più volte alla composizione, sacrificando le soluzioni via via concepite fino a trovare quella più efficace.