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MOSAICO

Breve storia del mosaico

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Il mosaico è tra le prime espressioni artistiche documentate nell’antichità. I primi esempi risalgono ai Sumeri, nel IV millennio a.C. Le ‘tessere’ erano costituite da coni in marmo o terracotta colorata (bianco, nero, rosso) che venivano infissi in una base di gesso su pareti o colonne in modo da creare motivi decorativi geometrici. Testimonianze ci sono giunte dalla città di Uruk, fondata intorno al 3.000 a.C. dai Sumeri e poi conquistata dai Babilonesi. L’antica Uruk si trova in Iraq, a 20 chilometri ad est del fiume Eufrate, in una regione paludosa a circa 230 chilometri a sud-est di Bagdad.

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Decorazioni a mosaico del tempio di Inanna nella zona di Eanna IV di Uruk; (Pergamonmuseum, Berlino); foto di F. Tronchin

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Porzione di parete decorata a mosaico dal tempio bianco di Warka (Uruk). Coni di pietra sono inseriti in una base di gesso. Uruk, 3500-2800 a. C. Mesopotamia, Iraq; The Sulaimaniya Museum, Iraq

     Risale sempre ai Sumeri un altro manufatto conosciuto come lo Stendardo di Ur. Si tratta di un reperto archeologico (cm 20×48) ritrovato in una tomba della necropoli reale di Ur, risalente al 2500 a.C. circa, oggi conservato al British Museum di Londra.

È composto da quattro pannelli lignei decorati: due facciate principali rettangolari e due più piccole trapezoidali, poste lateralmente. Probabilmente usato come oggetto di devozione che poteva essere portato in processione collocato all'estremo di un bastone di legno, oppure come oggetto votivo collocato in un tempio - in cui, su uno strato di catrame, sono incastonati lapislazzuli, conchiglie, pietre di calcare rosso e madreperle bianche. Per i temi descritti, i due pannelli principali sono detti "della pace" e "della guerra".

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Stendardo di Ur. Pannello della pace

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Successivamente, intorno al II millennio a. C., troviamo a Cnosso delle pavimentazioni realizzate a mosaico con ciottoli e terracotta.

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Palazzo di Cnosso, mosaico pavimentale; foto di Ivar Struthers

Il mosaico nell’arte greca

    La tecnica a ciottoli raggiunge l'apice a Pella, città natale di Alessandro Magno, in Macedonia, nel V secolo a.C.: nonostante la scarsa gamma di colori, si rappresentano con ottimi risultati animali, scene di caccia o episodi della mitologia. Spesso, nel mosaico veniva inserita una sottile lamina di piombo per evidenziare il contorno dei soggetti o definire piccoli particolari, come si farà, diversi secoli dopo, nelle vetrate policrome del gotico.    

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Caccia al leone, mosaico con ciottoli e lamine di piombo, Pella, Museo Archeologico

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Caccia al cervo, dettaglio dal mosaico pavimentale della Casa del rapimento di Elena, firmato Gnosis (IV sec. a. C.); Pella, Museo Archeologico

A partire dal IV secolo a.C. vengono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che hanno maggiore precisione dei ciottoli, fino ad arrivare, nel III secolo a.C., all'introduzione di tessere tagliate. Il mosaico pavimentale conserva le caratteristiche estetiche dei tappeti: di dimensioni ridotte rispetto alla stanza, è composto da una serie di bordure intorno a un pannello centrale, detto èmblema, che contiene un soggetto figurativo. Le tessere utilizzate sono di forma generalmente quadrata e diventano man mano più piccole, arrivando a misurare 1 mm3 . Le piccole dimensioni consentivano di ‘‘dipingere’ i soggetti con sfumature raffinatissime, in grado di dare il senso di plasticità alle figure, rivaleggiando con la pittura. Questo tipo di mosaico, utilizzato poi anche dai romani, è detto opus tessellatum.

 

Figura 6 Mosaico greco da una villa ritrovata in Turchia nella città di Zeugma

Tra i soggetti dei mosaici greci, diventerà molto di moda l’asàratos òicos (= pavimento non spazzato) in cui venivano raffigurati avanzi di cibo lasciati sul pavimento, per evidenziare la ricchezza del proprietario. Il materiale utilizzato era il marmo, che rispetto ad altri tipi di pietra, ha il vantaggio di poter essere spezzato in forme perfettamente cubiche, a causa della struttura del materiale stesso. Le tessere avevano generalmente forma quadrata. I diversi colori erano ottenuti partendo da marmi di diverse tonalità e colori, provenienti da luoghi anche molto lontani e che venivano trasportati su navi speciali, in grado di non sbilanciarsi troppo per il carico pesante. Queste navi avevano il fondo abbastanza piatto e la stiva era parzialmente riempita di pietre in modo da dare stabilità all’imbarcazione.

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