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- Romanico | ProfCasilli
Il Romanico Page Title L’Europa occidentale nell’XI secolo vive un periodo di rinascita: la fine delle invasioni causa una ripresa dell’agricoltura e dei commerci che porta gli uomini a fuggire dal dominio dei signori feudali nei castelli e a raccogliersi nelle città, che sono luoghi di mercato, per potervi esercitare liberamente i propri mestieri; nelle città si sviluppa, poi, il desiderio di indipendenza e di poter prendere insieme, come uomini liberi, tutte le decisioni politiche ed economiche: nascono così i Comuni, in cui la classe dominante è la borghesia, cioè l’insieme degli abitanti del burg (la città) che si guadagnano la vita lavorando, spesso in conflitto con l’autorità del Papa o dell’Imperatore. Nel processo di rinascita dopo l’anno 1000 ha un’importanza fondamentale l’attività dei monaci che, riuniti nelle abbazie, provvedono a recuperare i terreni abbandonati precedentemente, a mantenere la cultura antica e ad assistere ed aiutare la popolazione anche fornendo assistenza medica; nel complesso l’arte, la cultura e l’insegnamento dipendono dalla Chiesa che li usa come mezzo di controllo della popolazione. Basilica di Sant'Ambrogio, Milano La basilica di Sant'Ambrogio (nome originario paleocristiano Basilica Martyrum ), è una delle più antiche chiese di Milano. È tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città dopo il Duomo di Milano. Venne costruita tra il 379 e il 386 in epoca romana tardoimperiale per volere del vescovo di Milano Ambrogio, nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) fu capitale dell’Impero Romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402). La basilica viene costruita nell’area della necropoli che sorgeva fuori dalle mura della città romana. Nel 386 vengono ritrovati i corpi di due giovani martiri cristiani, Gervasio e Protaso . Ambrogio ordina il loro trasferimento nella nuova basilica che viene a loro dedicata. Lo stesso Ambrogio verrà sepolto qui, accanto ai due martiri (397). Nel 784 l’arcivescovo di Milano Pietro fonda il monastero benedettino intitolato ai santi Protaso, Gervasio e Ambrogio, accanto alla basilica. Tra l’824 e l’859, l’arcivescovo Angilberto II commissiona a Vuolvino la realizzazione dell’altare d’oro dove vengono trasferite le spoglie dei santi. Contemporaneamente si procede alla ricostruzione della chiesa (atrio e campanile dei monaci), dove verranno sepolti alcuni membri della famiglia di Carlo Magno. In epoca altomedievale (476 – 1000), diviene la sede dell’incoronazione a re d’Italia degli imperatori del Sacro Romano Impero (dal 961, incoronazione di Ottone I). L’incoronazione avveniva il giorno dell’Epifania con la corona ferrea . Era anche il luogo in cui avveniva l’investitura dei cavalieri. Della chiesa originale paleocristiana del IV secolo la nuova basilica eredita la pianta a tre navate senza transetto. Tra il 1088 e l’inizio del XII secolo, la basilica viene ricostruita completamente secondo lo stile Romanico. Si tratta del primo esempio di Romanico lombardo e sarà modello per tutte le chiese dell’Italia settentrionale. Al termine di ciascuna navata viene costruita un’abside semicircolare e davanti alla chiesa viene aggiunto il quadriportico . (Sin dal quadriportico vediamo gli elementi caratteristici dello stile romanico archi a tutto sesto , volte a crociera costolonate , pilastri cruciform i che scaricano il peso dell’edificio sulle pareti esterne.) Quadriportico (nartece o atrio) Costruito tra il IX e il XII secolo, originariamente era il luogo in cui si radunavano coloro che si preparavano a ricevere il battesimo. Nel medioevo diventa luogo di ospitalità dei pellegrini, luogo di mercato, di pubbliche assemblee oltre che di sepoltura. È formato da tre bracci che si innestano sulla facciata. Il portico è sostenuto da pilastri a fascio con capitelli romanici, collegati da archi a tutto sesto e coperto da volte a crociera costolonate. Le decorazioni a bassorilievo sul portale (archivolto e architrave) sono caratterizzati da motivi a intreccio vegetale con animali. Al centro è rappresentato l’agnello, simbolo di Cristo (Agnus Dei). Facciata La facciata è a capanna , tipica del romanico lombardo e presenta due logge sovrapposte. La loggia inferiore presenta tre arcate con al centro il portale d’ingresso. La loggia superiore ha invece arcate che seguono il profilo spiovente del bordo superiore della facciata. Dalla loggia superiore della facciata il vescovo di Milano dava la sua benedizione ai cittadini, mentre le cariche pubbliche potevano parlare con la folla. La facciata è fiancheggiata da due campanili, uno dei monaci, a destra (IX – X secolo) e uno dei canonici (XII secolo), a sinistra. La navata centrale è doppia rispetto a quelle laterali ed è divisa in quattro campate quadrate, tre coperte da volte a crociera costolonate, una aperta nel tiburio. Le volte sono sorrette da grandi pilastri a fascio su cui si imposta un vasto matroneo . All’interno sono conservati capolavori che testimoniano la secolare storia della chiesa di Ambrogio come centro dell’identità civile e religiosa di Milano. Costruita nel tipico laterizio rosso, la Basilica di Sant’Ambrogio è considerata il modello dell’architettura romanica lombarda. Sarcofago di Stilicone (generale romano) Il sarcofago è del IV secolo è una delle poche testimonianze della basilica costruita da Ambrogio. Appartiene alla tipologia dei “sarcofagi a porte di città” per la presenza di porte turrite sullo sfondo. Il fronte verso la navata è occupato dalla Traditio legis: Cristo, seduto tra gli apostoli, consegna a Pietro la Legge; sul fronte opposto, un giovane Cristo insegna. Sui lati minori ci sono scene bibliche, tra cui una delle prime Natività di Cristo in Occidente. Nel XII secolo il sarcofago venne inglobato nel pulpito romanico, da cui il lettore proclamava la parola durante le celebrazioni. È decorato con animali simbolici e figure umane che sorreggono le strutture architettoniche (telamoni). Altare d’oro (altare di Sant’ambrogio) Capolavoro dell’arte carolingia. Venne realizzato tra l’824 e l’859 da Vuolvino . È un altare reliquiario in cui si trovano i corpi di Ambrogio, Protasio e Gervaso. L’altare è costituito da una cassa di legno rivestita di pannelli in oro e argento lavorati a sbalzo e impreziositi da smalti, gemme, perle e coralli . Sulla parte frontale, in oro, sono raffigurate scene della vita di Cristo. Sulla parte posteriore, in argento dorato, è raffigurata la vita di Sant’Ambrogio. Sui lati minori sono rappresentati i santi della Chiesa milanese. Sui portelli di accesso al sarcofago, sono rappresentati Volvino e Angilberto I (arcivescovo di Milano e committente) mentre ricevono la corona da Ambrogio. Ciborio Sopra l’altare, quattro colonne tardoantiche in porfido rosso, probabilmente di età carolingia, sostengono una copertura. Alla fine del X secolo, la parte frontale viene decorata a stucco col tema della Traditio Legis in cui Cristo consegna le chiavi dei cieli a san Pietro e il rotolo della legge a san Paolo. Al di sopra dell’altare, in corrispondenza del ciborio, si apre la cupola ottagonale . Dall’esterno è visibile il tiburio , pure ottagonale , decorato con due ordini di loggette cieche in cui si aprono finestre di forme diverse (una per lato) per illuminare l’interno della cupola. Mosaico Absidale Il mosaico absidale è stato più volte modificato nel tempo. La scena centrale col Cristo pantocratore benedicente, i martiri Protaso e Gervaso incoronati dagli arcangeli, è di epoca tardo-bizantina; i medaglioni dei santi Marcellina e Satiro (sorella e fratello di Ambrogio) e di Candida sono dell’XI secolo. Ai lati: Ambrogio, apparentemente assopito durante la messa a Milano (a destra), contemporaneamente celebra a Tours i funerali di san Martino (a sinistra). L'iconografia degli episodi laterali sottolinea il legame tra Ambrogio e Martino, santo patrono dell’impero franco, sviluppato nel IX secolo dall’arcivescovo di Milano Angilberto II per integrare la Chiesa milanese nel progetto politico e religioso carolingio. L’aspetto attuale del mosaico è frutto del rifacimento quasi totale dell’abside a seguito dei rovinosi bombardamenti del 1943. Sacello paleocristiano di San Vittore in Ciel d’Oro Si tratta di uno degli antichi edifici che ricordavano i martiri sepolti nella necropoli prima della costruzione della Basilica Martyrum. Questo ambiente è oggi collegato con la basilica. Sant’Ambrogio vi aveva fatto seppellire il fratello Satiro (†378) accanto alle spoglie del mauritano Vittore. La cupola è costruita con una struttura leggera di tubi in terracotta; l’interno è rivestito con preziosi mosaici databili al V-VI secolo. Sulla cupola dorata è raffigurato il patrono Vittore, con la corona gemmata propria dei martiri; sulle pareti campeggiano le coppie di martiri della Chiesa milanese Nabore e Felice e Protaso e Gervaso, accompagnati rispettivamente dal vescovo Materno e da Ambrogio, i due vescovi che ne ritrovarono i corpi. L’immagine di Ambrogio mostra caratteri di accentuato realismo: è probabile che derivi da un ritratto ufficiale del santo, eseguito in età giovanile mentre era ancora governatore. Si tratta della più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese. Basilica di Sant'ambrogio L'atrio della Basilica di Sant'Ambrogio Duomo di Milano La Basilica di San Marco a Venezia Duomo di Monreale (Palermo)
- Disegno | ProfCasilli
Disegno Il disegno è una tecnica semplice e difficile allo stesso tempo. È vero che basta una matita per disegnare, ma è anche vero che disegnare non è 'fare il contorno delle cose'. Per chi decide di dedicarsi a questa bellissima tecnica, la raccomandazione è quella di disegnare sempre, ogni giorno, così come hanno fatto sempre tutti gli artisti. Una cosa molto speciale del disegno è che non c'è nulla come cercare di disegnare un oggetto reale o copiare un disegno, che metta in moto la nostra capacità di osservazione. Disegnare, quindi, è prima di tutto conoscere Home Posizione del corpo posizione della matita Posizioni scorrette Tratteggio Esercizio 1 Gli strumenti del disegno Il segno è una componente essenziale dell’espressione artistica: non è solo utile per descrivere una realtà che io trasferisco su un foglio, ma è anche il mezzo più diretto all’interno del quale confluiscono le nostre emozioni e il nostro carattere . Perché questo sia possibile, però dobbiamo poterlo governare. Lo so, non siamo stati abituati a dare importanza a come tenere in mano la matita (e del resto ormai molti non sanno nemmeno più scrivere in corsivo), ma anche se nessuno ve l’ha mai detto, c’è un modo corretto che ci permette di ottenere tantissimi effetti diversi. Se non utilizziamo il modo corretto per tenere in mano la matita, invece, il risultato sarà solo l’espressione dei nostri limiti e delle difficoltà che abbiamo nel cercare di far fare alla matita un percorso che è intralciato dalla posizione della mano . Per questo, ci dobbiamo esercitare a tenere la matita (e per esteso ogni strumento che utilizziamo in disegno e in pittura) in modo tale che possa muoversi liberamente e che possa davvero essere il prolungamento del braccio in linea con il nostro sguardo Dunque, per prima cosa, dato che il nostro sguardo è rivolto in avanti, anche la matita deve essere rivolta in avanti e deve trovarsi idealmente lungo una linea retta che va dalla spalla, lungo il braccio, fino alla punta della matita stessa. La matita si appoggia nell’incavo della mano formata da pollice e indice. La mano non deve essere girata in modo innaturale, in modo da poter sempre vedere quello che si sta disegnando. La matita si tiene con tre dita: polpastrello del pollice e dell'indice , che sorreggono lo strumento, mentre la falange superiore del medio mantiene la matita in posizione. Per imparare tenere in mano lo strumento in modo corretto può essere utile utilizzare, almeno per un po' matite a sezione triangolare. Esistono anche strumenti che aiutano a tenere in mano correttamente la matita. •Il senso del tratteggio è quello di utilizzare uno strumento semplice come la matita per fornire comunque tutte le informazioni utili a descrivere la ricchezza della realtà che stiamo ritraendo. •Se socchiudiamo gli occhi, non vediamo i singoli colori, quanto piuttosto l’intensità che caratterizza i singoli oggetti in relazione gli uni con gli altri. Le sfumature di grigio indicheranno quindi non solo il bianco e il nero, ma tutti i colori, oltre che la luce e le ombre. •Il bianco e nero, può rendere interessanti immagini abbastanza banali: ecco qui un esempio fotografico. Non vedo i colori, ma vero i rapporti dei livelli di chiaro/scuro dei diversi elementi Non serve esercitare forza: se tenuta così, la matita non scappa di mano. Anzi, se impariamo a tenere correttamente matita e penna, ci affaticheremo di meno sia nello scrivere che nel disegnare. Tenendo il nostro strumento in questo modo, anche gli occhi saranno meno affaticati e la schiena potrà stare in una posizione più corretta. Nel link qui sotto trovi un articolo che si occupa proprio dei problemi fisici legati al modo scorretto di impugnare la matita o la penna. La classificazione delle impugnature Paesaggio con albero Gli alberi sono soggetti affascinani. Ce ne sono di tanti tipi diversi e ciascuno ha un'impostazione particolare di tronco e rami; i colori della corteccia sono diversi da specie a specie, così come le foglie. Non solo ogni tipo di albero è diverso, ma ogni albero è una creatura unica perché il modo in cui cresce dipende da tantissimi fattori ambientali. Quando si disegna un albero è molto facile cadere negli stereotipi perché il nostro cervello tende a creare delle categorie standardizzate per ogni cosa che noi conosciamo. È normale e ci serve per muoverci con sicurezza nella nostra vita quotidiana. Quando però ci fermiamo ad osservare la realtà di un singolo albero ci accorgiamo della ricchezza che è lo caratterizza. Sapere osservare e cogliere questa ricchezza rappresenta il novanta per cento del lavoro di un artista. Il restante dieci per cento sta nel trovare i segni giusti per raccontare nel modo più degno possibile quel pezzetto di natura. L'esempio qui sotto è abbastanza schematico perché lo scopo del video è quello di far comprendere come debba essere realizzato il tratteggio obliquo necessario per la realizzazione dello sfondo. La raccomandazione è quella di osservare immagini di diverse tipologie di alberi, di cortecce, di ramificazioni e di chiome .e, meglio ancora, di fermarsi a guardare gli alberi che incontriamo intorno a noi. Nel disegnare la forma di un albero, ricorda sempre che i rami diventano man mano sempre più sottili man mano che si sale verso l'alto. Accompagna il disegno con un ragionamento che tenga conto anche di quello che hai imparato in scienze. Il tronco e i rami diventano sempre più grandi di anno in anno; i rami più bassi, collegati col tronco sono più grandi, mentre i rami crescono sempre verso l'esterno e nella parte alta della chioma che si allarga in modo pressoché sferico per il fatto che l'albero cerca di dare la possibilità a ciascuna foglia di ricevere la luce del sole per poter eseguire la fotosintesi clorofiliana. Il video accelerato presenta la creazione di un semplice paesaggio con albero realizzato a tratteggio. Il lavoro è stato realizzato con la tavoletta grafica Repaper con una matita 4H. Il colore digitale simula l'applicazione dei pastelli colorati. Nell'immagine a destra il disegno come effettivamente appare. Le fasi del lavoro: disegno di un albero e sua collocazione nello spazio del foglio . Essendo l'albero l'unico soggetto, è meglio posizionarlo verso il centro del foglio e prevedere sufficiente spazio per lo sviluppo di tutte le sue parti. Meglio se al di sopra della chioma si riserva un po' di spazio al cielo. definizione della texture del tronco . suddivisione dello spazio dedicato al prato in fasce definite da linee tracciate a mano con ampiezza variabile. suddivisione del cielo allo stesso modo . il colore viene applicato con tratteggio obliquo corto (non più di mezzo centimetro di lunghezza) e regolare : i segni sono vicini tra loro, hanno tutti la stessa inclinazione su tutto il disegno dello sfondo. In ogni fascia si usa una tonalità diversa di colore : in base ai colori a nostra disposizione, possiamo utilizzare diversi azzurri e blu per il cielo. In alto useremo il colore più scuro e proseguiremo utilizzando colori sempre più chiari fino ad arrivare al prato. Per avere un risultato migliore, è meglio fare un secondo passaggio incrociato su ciascuna fascia del cielo . Il tratteggio del secondo passaggio è eseguito con lo stesso movimento obliquo, è il foglio che viene ruotato in modo che i nuovi segni si intersechino coi precedenti andando sempre più a coprire gli eventuali spazi vuoti lasciati dal primo passaggio. per il prato si è utilizzato un unico passaggio a tratteggio in modo da privilegiare la direzione dei singoli fili d'erba. Anche in questo caso si sono usate diverse tonalità di colore. per il tronco si possono usare diversi colori, facendo riferimento, possibilmente, a degli esempi di corteccia. La stesura del colore sulla corteccia può seguire l'andamento della texture, ma deve comunque essere leggero e uniforme in modo da creare una base per successivi passaggi coi quali si può evidenziare la tridimensionalità dei rami attraverso un semplice chiaroscuro per la chioma, invece, si è utilizzato uno scarabocchio a più colori che suggerisca la disposizione naturale delle foglie sui rami. I colori utilizzati in questo esempio sono tre: un verde chiaro, come base, un giallo-verde per le zone in luce e un verde più scuro per alcune zone interne della chioma. Per un migliore risultato, si consiglia, dopo avere utilizzato la scarabocchio, di infittire la chioma con un tratteggio leggero dei tre colori Costruzione di una stanza con la prospettiva centrale La prospettiva è certamente una delle novità del Rinascimento. Già in passato l'uomo aveva cercato di rendere la profondità dello spazio perché il nostro occhio ci fa percepire non solo che gli oggetti più lontani ci appaiono più piccoli, ma anche che il nostro punto di vista influenza ciò che vediamo. Già al tempo dei Romani abbiamo esempi di prospettiva empirica (cioè basata sull'esperienza) e anche successivamente ci sono artisti che cercano di tenere conto di questo aspetto nelle loro opere. Tuttavia, è solo nel Rinascimento che gli architetti Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti riescono a comprendere e descrivere le regole matematiche e geometriche che permettono di disegnare con sicurezza lo spazio tridimensionale e gli oggetti tridimensionali inseriti nello spazio. Brunelleschi, in particolare, descrive la prospettiva centrale, mentre Leon Battista Alberti scopre e descrive anche la prospettiva accidentale, basata su due punti di fuga, che ci permette di rappresentare un oggetto anche se non è posto proprio frontalmente di fronte a noi. Disegno di una mano Gli artisti hanno sempre dedicato molto tempo allo studio della mano perché è una parte del corpo molto espressiva. In questa sezione proveremo a disegnare una mano utilizzando un metodo semplice sull'esempio di Vincent Van Gogh. Il volto e le sue espressioni DIDATTICARTE - Quello che dice il volto: le espressioni nell'arte VCOSTANTINI - Le espressioni del volto Disegno di un volto da fotografia 1 Per questa attività partiamo da una fotografia di soggetto umano, visto di fronte che ci permetta di tagliarla perfettamente a metà e di intervenire, quindi, ricostruendo la parte mancante del volto. L'esercizio prevede l'utilizzo delle matite: H per la traccia del disegno e per la stesura del volto , e B per le parti più in ombra. Il lavoro, per poter dare risultati apprezzabili, deve essere eseguito con tratteggio corto, obliquo e leggero , specialmente per la parte della pelle. Disegno di un volto da fotografia 2 Per questa seconda parte del lavoro, utilizzeremo la metà avanzata della foto scelta. Utilizzando come punto di riferimento alcuni materiali proposti, ma anche materiali frutto di una ricerca personale, andremo a realizzare un viso nel quale le parole d'ordine saranno EMOZIONE e DEFORMAZIONE . Il lavoro può essere fatto in modi diversi, ma la mia proposta è realizzare un'immagine forte, legata all'inconscio: lasciamo uscire la rabbia, le paure, ma in modo giocoso. Questa attività propone un approccio 'terapico', in un certo senso: guardare le nostre paure o i lati meno socialmente accettabili della nostra personalità ci permette di conoscerli e prenderne il controllo. LA MASCHERA Il fenomeno punk Per la realizzazione del lavoro ci serviremo della base fotografica per la ricostruzione degli elementi fondamentali del volto, ma poi andremo ad intervenire utilizzando la deformazione. Si potranno utilizzare tutte le tecniche e, volendo intervenire anche sulla fotografia per creare un'immagine unitaria, il consiglio è quello di utilizzare anche pastelli a cera o ad olio, o, volendo, anche le tempere. Consiglio di utilizzare colori forti e contrastanti. Per completare il lavoro, intervenire anche sullo sfondo con texture, doodle e stesure di colore piene in forme geometriche che possano semplificare il riempimento e che possano creare uno sfondo adeguato all'immagine creata
- Barocco | ProfCasilli
Barocco Il Barocco Dal Rinascimento al Manierismo Al periodo rinascimentale segue il Manierismo , una corrente che comprende tutti i fenomeni artistici che vanno dal 1520 all'avvento della Controriforma e del Barocco. Il termine Manierismo ha un'accezione negativa in quanto si vuole sottolineare che gli artisti di questo periodo non si basano più sulla Natura, cioè sulla verità delle cose, ma sugli esempi dei grandi maestri del Rinascimento, e in particolare Leonardo, Raffaello e Michelangelo di cui si copia lo stile e si ripropongono i modelli ormai vuoti, privi di spessore psicologico e ideale, banalizzando le grandi conquiste del Rinascimento. Nel tempo, questa visione negativa è stata in parte rivalutata mettendo in evidenza l'aspetto dell'anticlassicismo , cioè di una ricerca estetica che cerca di allontnarsi sempre più dal rigore razionalistico che deriva dall'arte greca del periodo classico, con annesso concetto di bellezza ideale, proporzione, misura e armonia, oltre che distacco dalla sfera delle emozioni. Certo è che nella storia dell'arte, così come nella vita, i cambiamenti non sono improvvisi, ma sono sempre conseguenza di qualcosa che è venuto prima. Così, l'approccio superficiale del Manierismo è in realtà il tentativo di nascondere i risvolti più cupi ed incerti che le guerre e le pestilenze del periodo rinascimentale avevano prodotto, rappresentando un mondo spensierato che è più desiderato che reale. Alcuni segni negativi permangono, trasformati in figure mostruose decorative che assumono una funzione apotropaica, quella, cioè di allontanare l'influsso maligno delle forze che ancora scuotono l'Europa. Il periodo manierista vanta comunque grandi artisti, tra i quali spicca la personalità focosa di Tintoretto. Le decorazioni dei palazzi si popolano di mostri come ad esorcizzare le paure che pervadono l'Europa in quel periodo Alcuni artisti del periodo manierista Tintoretto Bronzino Parmigianino Giambologna Arcimboldo Pontormo Rosso Fiorentino Sebastiano del Piombo Giulio Romano Benvenuto Cellini Andrea del Sarto Antonio e Vincenzo Campi Giorgio Vasari Il Vignola il Pordenone Paris Bordone
- About | ProfCasilli
About Silvia Casilli Teacher of Art and Image in the First Grade Secondary School. Graduated in 1990 in Foreign Languages and Literatures with historical-social address at the State University of Verona and in Visual Arts (Painting) at the Free Academy of Fine Arts (LABA) of Brescia in 2007. Visual artist, she dedicated herself to research pictorial and photographic in the context of lyrical abstraction. He has exhibited in numerous solo and group exhibitions in Italy and abroad. Co-founder of the Cultural Association Amici della LABA (later renamed Association of Visual Arts), she collaborated with other artists in the realization of public works in the district of Ponte di Legno. She has dedicated herself to the dissemination of art, always within the association, holding free courses in art history. He participated in a project on the enhancement of cultural heritage in the area of Lake Garda, holding workshops on the fresco in schools of different levels and levels in the area. Silvia Casilli - Galleria Ariele The site is not for commercial purposes, but for educational purposes only. It was created to systematize material collected or created specifically for lessons over the course of several years of teaching. SOURCES: Arte Mondo, Rmanuela Pulvirenti, manual for lower secondary school published by Zanichelli MOMA, M.Rinaldi, E. Bocchino Garbero, edited by Lattes L'Arte Racconta, Giulia Rossetti and Chiara Monaco, published by Pearson Giotto, A. Cottino, S. Ferrari, C. Zaffaroni, S. Nobis, ed. De Agostini Visual Emotions, L. Vivarelli, G. Coco, ed. Petrini Didatticarte , by Emanuela Pulvirenti Alcuni dei miei lavori...
- Diluizione | ProfCasilli
DILUTION OF WATERCOLOR PREPARATION OF THE WORKSPACE the sheet must be smaller than the media it should be glued with paper tape making a frame all around the sheet should not be peeled off until the job it is finished and dry Let's learn how to properly dilute the color In watercolor it is essential to dilute the color well: you must prepare a sufficient amount of colored water to work and you must mix it often before spreading it on the sheet. If you put too much pigment, it is not absorbed by the paper and remains on the surface creating unwanted stains and marks. Marks are created even if you paint with a little colored water because the force of gravity cannot act. EXERCISE TO LEARN HOW TO DILUTE COLOR CORRECTLY Prepare the sheet glued to the support divide it into vertical strips. Draw scribbles with pencil H without pressing too hard with the pencil. prepare the color diluted with water on the palette spread the color by holding the support inclined and moving the brush horizontally with regular movements if the color has been diluted correctly, you will see the scribble perfectly if the color is too thick, add water, mix well and repeat the operation on the second strip if the color is too light, add some pigment and paint another strip Exercise 2 to dilute the color correctly Phase 1: preparation of the drawing • With a pencil H lightly draw scribbles on the paper • Within the spaces that are created, draw lines and small shapes at will which, repeated, will create textures • PURPOSE OF THE EXERCISE : THE LINES AND TEXTURES SHOULD BE WELL READABLE EVEN AFTER THE COLOR HAS BEEN APPLIED Phase 2: color preparation • Choose a color from those you have available (I will use the primary blue , which we also used at school and which allows us to better see the errors) • If you are using tube paint, put a small amount in one of the dimples of the palette and add water to dilute it • If you use pastille colors , wet the surface of the tablet with a brush dipped in clean water and lightly rub the surface of the tablet with the brush to dissolve the surface layer • Take the color from the tablet and place it in one of the dimples of your palette • Add just enough water to get a liquid color (the amount of water you will learn with experience) • Do a drafting test on a piece of paper to see if the color you have obtained in your opinion is suitable: if you think it is too light, add more pigment; if too thick, add more water Phase 3: drawing up the color PREMISES • Remember that in the watercolor technique it is the water that paints, while the brush is used to guide the water onto the paper • The force of gravity (the one that makes objects fall downwards) is also fundamental. This is why when you paint you have to hold the support to which you attached your sheet in your hand and you have to tilt it so that the water can go down. LET'S START : • Load the brush well with the diluted color and paint following ordered horizontal movements: from left to right and, going down slightly, from right to left • Make sure that a puddle forms at the bottom edge of the stroke as you apply the paint. This excess color will be recovered in the return movement • In case this deposit of color runs out, load the brush again and add the color, so that you can always use the force of gravity. • Paint the entire surface of your sheet in this way, trying not to interrupt the work and not to go back to painting where you have already passed, perhaps to fill spaces that you have left empty. • When you are finished, place the sheet on the work surface and let it dry (to speed up this phase you can use a hairdryer) REMEMBER: if you go back to painting where you have already been, stains will be created and if you paint again while the sheet is wet, instead of adding color, you will also remove what you had already spread. Phase 4: correction of the draft Maybe you have been very good and this step is useless, but if by chance you notice that the color was too dense and you cannot see the pencil marks you had drawn on the paper, or if there are more intense or lighter spots or lines , you can easily solve the problem by following these instructions: Dip your brush well in clean water and pass it over the entire surface of the painting. Remember to hold your support in your hand so as to facilitate the downward movement of the water. In the places where the color is more intense, insist more with the brush so that the excess color, which was not fixed on the paper, can dissolve again. As you do this, tilt the media in different directions, so that the colored water can move and distribute the color over the entire surface (use the brush to help move the water and add more if necessary). At this stage, the color that was already fixed on the sheet after drying will not come off and therefore you can work safely. When you're done, place the paper on the work surface. If you notice that puddles of diluted color have formed (usually in the folds of the paper and around the glue edges), wipe the brush on the rag and use it to absorb the excess color, which you will always remove by passing the brush over the rag ( you can also recover the color, putting it on the palette). Let the sheet dry: the water will move around for some time and distribute the color evenly over the entire surface the sheet still wet after working only with clean water to correct imperfections. dry correct sheet Step 5: optional • You can now complete your work with colored pencils and a thin black marker (or ballpoint pen) • Color the shapes of the textures with the colors of your choice • Go over the outline marks of the scribble with the black marker back to Acquarello
- Gradazioni d'intensità | ProfCasilli
PREPARATION OF THE WORKSPACE the sheet must be smaller than the media it should be glued with the paper tape making a frame all around the sheet should not be peeled off until the job it is finished and dry GRADATIONS OF INTENSITY The watercolor is transparent, so to obtain gradations of increasing intensity, successive coats are superimposed using the diluted color always in the same way. PURPOSE OF THE EXERCISE : to obtain a gradually more intense and uniform color, overlapping successive coats of color • On the sheet glued to the back of the album, I add a vertical strip of paper tape • I paint a coat of color all over the strip • I let it dry • I spread the same diluted color on the already painted strip, leaving a part with the color of the first draft (at least a couple of centimeters) • I let it dry • I repeat the same procedure several times starting to paint each time lower • I observe how many coats are necessary for the paper to be completely saturated with color (this means that at a certain point I will no longer see the difference even if I try to lay out other passages of color) NOTE: How to tell when the sheet is dry enough to work on it again Since this technique requires the use of a lot of water, it is normal for the sheet (especially if it is not watercolor paper of good thickness) to swell. It is precisely for this reason that before starting to paint we have to glue it to the support with a frame of paper tape all around. When the sheet dries, it returns to spread out. Also, by touching the sheet with your hand, you should feel it no longer wet and cold. Back to Watercolor Go to Dilution
- Storia dell'arte | ProfCasilli
Art History "L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è." Paul Klee Qui sotto trovate il link alla linea del tempo realizzata dai Musei della Lombardia: un modo interessante per scoprire il patrimonio culturale del nostro territorio dalla preistoria fino al contemporaneo. Di seguito, un video introduttivo al Museo di Santa Giulia di Brescia in cui sono visibili le diverse sezioni, dalla Protostoria in poi. Il video è stato registrato mentre era in corso la mostra dell'artista contemporaneo Mimmo Paladino, un artista che da sempre dialoga con la storia antica. Timeline - Musei della Lombardia 布雷西亚和圣朱利亚博物馆 Up
- Preistoria | ProfCasilli
Introduzione Linea del tempo Paleolitico strumenti Alle origini Amazzonia Arte rupestre caratteristiche pigmenti mortaio falsi miti legante/diluente vuoto strumenti finalità Grotte dipinte Altamira Chauvet Lascaux Prime sculture Mesolitico Novità Mesolitico Val Camonica Neolitico Esempi Neolitico Museo in classe - Protostoria Architettura megalitica Menhir Dolmen cromlech Statue stele Nessun titolo Stonehenge La costruzione di Stonehenge Approfondimento Eneolitico Civiltà Nuragica Rinvio pagina_preistoria PREISTORIA Prehistory = before history, that is, before the invention of writing The prehistoric period goes from the appearance of man on Earth (about 4.5 million years ago), to the discovery of writing (about 3,000 years ago). Il termine PREISTORIA vuol dire prima della storia, cioè prima dell’invenzione della scrittura . Dal punto di vista della storia dell'arte cercheremo di seguire il percorso dell'uomo che, sfruttando le proprie capacità creative, riesce ad inventare strumenti di uso comune che migliorano le sue condizioni di vita; scopriremo anche come ben presto inizi ad abbellire questi strumenti con elementi decorativi per il puro piacere della bellezza. Oltre a ciò, in modo più specifico, ci occuperemo di manifestazioni, come la pittura rupestre, i graffiti rupestri e le sculture che non hanno nessuna finalità pratiche, ma che visti con gli occhi moderni, ci appaiono come manifestazioni artistiche degli uomini preistorici . Queste manifestazioni, pur trovando la propria giustificazione in una funzione magica o cultuale, rivelano attenzione ad aspetti che noi consideriamo fondamentali nel fare artistico: segno , forma , colore , gesto e materia . La conquista della scrittura non avviene contemporaneamente in tutte le civiltà. Anche oggi esistono popolazioni isolate in Papuasia e Amazzonia che vivono in condizioni preistoriche perché non hanno avuto contatti con gruppi più evoluti. Queste popolazioni non hanno sviluppato una forma di scrittura e tramandano la loro cultura oralmente. I primi oggetti lavorati dall’uomo risalgono a circa 2,5 milioni di anni fa. Home Linea del tempo orizzontale Linea del tempo verticale La linea del tempo Linea del tempo verticale Ti propongo anche un altro modo per organizzare le informazioni in senso cronologico: si tratta di una linea del tempo verticale. Cosa cambia? dirai... A me piace molto questo modo di organizzare le informazioni perché mi ricorda il metodo stratigrafico con cui procedono gli archeologi per indagare la storia sempre più lontana: più si scava, più si va indietro nel tempo. Questa linea del tempo, quindi si legge dal basso verso l'alto : dagli eventi più lontani da noi e quelli più recenti. Come vedi anche dal titolo, questa linea del tempo è anche un indice generale degli argomenti che riguardano in particolare la preistoria. Alcune delle scritte sono sottolineate e se ci passi sopra vedrai comparire un puntatore a forma di mano: sono dei link , cioè dei collegamenti con pagine in cui quegli argomenti sono spiegati. STORIA inizia con l'invenzione della scrittura che permette la creazione di documenti scritti (3.000 a. C. circa) E tà dei metalli ENEOLITICO ETA' DEL FERRO (1.800 anni fa - ) ETA' DEL BRONZO (3.000 - 1.800 anni fa) ETA' DEL RAME (4.000 - 3.000 anni fa) PREISTORIA riguarda la presenza dell'uomo sul nostro pianeta, testimoniata da documenti materiali (oggetti, materiali, dipinti, sculture, costruzioni, ...) non caratterizzati dalla lingua scritta. Età della pietra NEOLITICO - età della pietra nuova (6.000 - 4.000 anni fa) MESOLITICO - età della pietra di mezzo (8.000 - 6.000 anni fa) PALEOLITICO - età della pietra antica (periodo che va da 1.800.000 anni fa a 8.000 anni fa) Esistono tanti modi di costruire le linee del tempo: alcune più semplici, altre molto più complesse (ce ne sono addirittura in 3D): si possono inserire informazioni fondamentali, ma anche immagini. Si possono fare in digitale, ma anche scritte e disegnate a mano sul quaderno. L'importante è usarle nello studio perché ci aiutano a fare ordine tra le tante informazioni che incontrerai. Linea del tempo orizzontale Iniziamo a prendere confidenza con uno strumento molto utile quando si affronta la storia (anche la storia dell'arte), perché ci permette di capire l'evoluzione e le relazioni tra eventi e scoperte . Gli eventi sono ordinati in modo cronologico (dai più antichi ai più recenti) da sinistra a destra: a sinistra ci sono gli eventi più lontani nel tempo, mentre muovendoci verso destra, incontriamo quelli successivi. Gli eventi possono essere raggruppati in diversi modi, a seconda del punto di vista utilizzato. Per esempio, in questa linea del tempo orizzontale, trovi delle denominazioni più specifiche (paleolitico , mesolitico , neolitico , età del rame , del bronzo e del ferro ); altre più ampie, si riferiscono al materiale utilizzato per costruire gli strumenti (pietra o metallo); infine, trovi un'altra grande suddivisione basata sulla natura dei ritrovamenti: solo oggetti o materiali di vario genere (ritrovati nelle stratificazioni degli scavi archeologici e databili generalmente in modo scientifico) o ritrovamenti che comprendono testi scritti , attraverso i quali ci arrivano dei messaggi direttamente dal passato. Paleolithic ( 1.8 million years ago - 10,000 years ago ) The term paleolithic it is formed by the union of two Greek words: pàleo , which means 'ancient' and lithòs , which means 'stone'. The word, therefore, means: period of ancient stone men are nomads they live in caves they build stone tools they live by hunting and gathering spontaneous plants Towards the end of this period, rock art was born (painting and engraving on rocks) and small sculptures were made. Strumenti Chopper Amigdala bifacciale Propulsore Strumenti del Paleolitico Chopper Questo è il tipo di strumento più antico creato dall’uomo. Si tratta di un ciottolo scheggiato ad una estremità; è uno strumento semplice, ma versatile, che può essere usato per tagliare, raschiare e schiacciare. Il suo nome viene dal verbo inglese to chop , che vuol dire ‘spaccare’. Questo, in particolare, si trova presso il Museo Civico Archeologico di Bologna . VIDEO - experimental archeology - chopper Amigdala bifacciale Questo strumento è decisamente più lavorato: è stato scheggiato su tutta la superficie e su entrambi i lati (bifacciale ). Il termine 'amigdala', con cui è stato chiamato, viene ancora una volta dal greco e vuol dire ‘mandorla ’: la sua forma ricorda molto quella di questo seme. Anche questo strumento poteva avere diversi utilizzi, a seconda della dimensione. Poteva quindi essere un’ascia, ma anche un coltello, un raschiatoio, una punta di lancia o di freccia. VIDEO - experimental archeology - double-sided amygdala Propulsore Visto che stiamo parlando di strumenti, un’invenzione decisiva nella corsa alla sopravvivenza è sicuramente il propulsore: uno strumento che permetteva di lanciare una lancia con grande forza.In questo modo i cacciatori avevano maggiori probabilità di uccidere la loro preda con un unico colpo perché la potenza, con cui veniva lanciata, la faceva penetrare in profondità. Nella foto, un bellissimo esempio ritrovato in Francia nella grotta di Mas D’Azil e che risale a 13.000 anni fa. Costruito in corno di renna, rappresenta un daino con due uccelli sulla coda che costituiscono il gancio di spinta. Pregevole oggetto dell’arte preistorica, doveva essere un oggetto cerimoniale o rappresentativo del potere di un capo o di uno sciamano. VIDEO - archeologia sperimentale - propulsore Home Mappa Il primo uso del colore - Zambia Spagna Bulgaria Indonesia Australia Brasile Patagonia (Argentina) India Somalia Libia Alle origini dell'arte N el lungo periodo che precede l’invenzione della scrittura, l’uomo trova diversi modi per esprimere le sue emozioni e la sua visione del mondo. Prima della scrittura nascono la musica , la pittura , le incisioni e la scultura . Oltre all’utilizzo della voce, i primi strumenti musicali furono probabilmente degli strumenti a percussione (semplici pietre o bastoni) e sonagli, capaci di accompagnare il ritmo del canto, ma ben presto nacquero strumenti come il rombo (una fune attaccata ad un pezzo di legno sagomato che veniva fatta ruotare velocemente e che produceva un ronzio), il fischietto e il flauto, ricavato da ossa cave di uccello e il corno. VIDEO - Sounds and music of prehistory and antiquity VIDEO - experimental archeology - Paleolithic horn VIDEO - experimental archeology - paleolithic bone flute In arte nulla è perso, per un artista tutto è contemporaneo e ogni opera dell'uomo è fonte di riflessione e d'ispirazione. Qui accanto ti propongo il video di un artista contemporaneo davvero straordinario: le sue opere sono nuove e allo stesso tempo antiche, come puoi capire, forse, dopo aver guardato i video sugli antichi strumenti musicali. Pinuccio Sciola - Sounding Stones We now come to the testimonies that we can associate with the visual arts To help you on this journey, I have pre-arranged a map on Google Earth. You can keep it open in another window while you follow the story. The elements of the map follow the same order as in this exhibition. The places of prehistory on Google Earth I più recenti studi archeologici suggeriscono che esseri umani appartenenti all’Età della pietra abbiano impiegato pigmenti a scopo rituale almeno 400.000 anni fa. Scavi effettuati alla fine degli anni ’90 presso le caverne di Twin Rivers , nello Zambia (Africa centrale) hanno portato alla luce centinaia di frammenti di pigmenti dai vari colori, utilizzati probabilmente per dipingere il corpo (fonte ) Ancient populations used red ocher for funeral or fertility rites. This substance probably represented blood and therefore the beginning and the end of life. The basic component of red ocher, hematite (Fe2O3), owes its name to the Greek word hema which means blood. The use of pigments for body decoration is still alive today, for example among the Aborigines, one of the oldest peoples on earth. 2. A recent study , published in 2021, highlights a testimony of the ritual use of color: we are in Spain in the Cueva de Ardales , where red pigment was used to paint stalactites and stalagmites by Neanderthal man. Focus - Painted stalactites 3. Magura Cave , north west of Bulgaria . The site has been frequented in different eras. The paintings found seem to be dated between 6,000 and 3,000 BC. C. Recent archaeological excavations have unearthed hearths from at least 50,000 years ago. The pigment used is bat guano of which there was great abundance inside the caves. In the cave there are scenes of hunting , dancing and a great variety of animals . There are also many symbolic elements linked to the cult of the sun . If you want to learn more, you can watch this video (Bulgarian language with English subtitles). You will be able to discover other paintings present in the cave. (duration 7 minutes) VIDEO - Magura Cave - Bulgaria 4. The cave paintings found on the walls of some caves on the island of Sulawesi , in Indonesia date back to 40,000 years ago. More or less like the European ones. Europe is therefore not the only cradle of human creativity. Perhaps the first human groups that came out of Africa already had this ability . Scientists have established that the oldest paintings are those of the hands, made with the “stencil” technique 39,900 years ago; the paintings of a babirusa, a pig similar to a boar and a pig they are more recent and date back to 35,400 years. Focus - The oldest cave paintings are 40,000 years old 5. The Kakadu National Park is located in the north of Australia and contains one of the largest concentrations of sites (= places) of Australian Aboriginal art. Around 5,000 rock painting sites have been found in the area. Many of these representations date back to recent times (about 1500 years ago) but there are some that are 20,000 years old . In the Ubirr site it is possible to observe a type of representation that we could define "x-ray" because in the silhouettes of the figures, internal anatomical details have been represented such as the vertebral column or the bones of the legs. 6. Serra da Capivara ; the Serra da Capivara National Park in northeastern Brazil is home to several rock shelters decorated with cave paintings. The paintings depict scenes of rituals and typical animals of the area (such as capivara) but also trees and other animals. Some archaeologists have dated the earliest paintings to around 25,000 years ago although this would question the officially attributed dating of the first human settlements in the Americas . Serra da Capivara - World Heritage List 7. The Cueva de las Manos , literally "the cave of the hands" was discovered in an isolated area of Patagonia , desert region and very cold in southern Argentina . The paintings can be dated between 13,000 and 9,500 years ago . The depicted hands are a beautiful example of modular composition where the module is represented by the hand of the prehistoric man who performed it in numerous sequences. It is thought that they were made as a "stencil" by spraying colored pigment on the hand that once lifted left the imprint . Most likely the color was sprayed with the mouth. Cueva de las Manos - World Heritage List 8. Bhimbetka : located in central India , Bhimbetka is an archaeological area where it is possible to see about 600 rocky sites sheltered from the rains, decorated with prehistoric cave paintings made mainly in Red And White with the occasional use of green and yellow . Simple scenes of everyday life are depicted. The drawings are simple, but you can clearly recognize different types of animals including bison , tigers , lions And crocodiles . The oldest paintings date back to 12,000 years ago . Bhimbetka - World Heritage List 9. Laas Gaal is a complex of caves and rock shelters in Northwestern Somalia which preserve the oldest examples of primitive art of the entire African continent dated between 11,000 and 5,000 years ago. In these paintings we often find cows decorated for religious ceremonies accompanied by human beings , but they are also depicted dogs And giraffes . The cave paintings are well preserved thanks to the warm and dry climate that allowed the conservation of the features as well as of the pigment. 10. Tadrart Acacus is a mountainous area of the Sahara, in southwestern Libya . The rock paintings are datable from 12,000 BC, up to 100 AD The paintings document the flora and fauna of the time. The territory was very different from the present one: instead of the desert there were lakes, forests, elephants and ostriches . The Guardian - Amateur archaeologist uncovers ice age ‘writing’ system L'arte rupestre Noi oggi parliamo di arte rupestre, ma è bene sottolineare come la nostra conoscenza a riguardo sia relativamente recente. È infatti soltanto verso la fine dell'Ottocento che in Spagna viene scoperta la grotta di Altamira (1879), che ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere le abilità dell'uomo preistorico: fino a quel momento, infatti non si conoscevano pitture rupestri e dunque tutti i documenti che abbiamo visto nella presentazione precedente (Alle origini dell'arte ) sono posteriori rispetto a questa prima scoperta. A partire dal paleolitico superiore (35.000 - 30.000 a. V.) i gruppi umani appartenenti alle famiglie di Homo Sapiens Sapiens svilupparono delle forme di linguaggio visivo che definire 'primitive' è decisamente riduttivo. Si tratta di popolazioni nomadi di cacciatori e raccoglitori che nei loro spostamenti utilizzavano le caverne come ripari naturali e temporanei. È proprio all'interno di alcune caverne che vennero ritrovate le prime forme di espressione artistica, costituite da pitture e incisioni rupestri . Iniziamo subito a fare alcune precisazioni importanti: pitture rupestri e incisioni rupestri non sono la stessa cosa . Il termine rupestre , come è facile immaginare, si riferisce alla superficie sulla quale vengono realizzate pitture o incisioni, cioè la nuda roccia. Ti ricordo che nelle prime lezioni introduttive sull'arte abbiamo imparato a distinguere le diverse tecniche con le quali vengono realizzate le opere (cfr. Linguaggio visivo e in particolare la primissima presentazione sulle Opere d'arte ). Pitture rupestri Dipinti realizzati su pareti di roccia (prevalentemente all'interno delle caverne) Incisioni rupestri Segni o disegni scavati nella roccia . Non sono colorate . Alcune incisioni si trovano nelle grotte, ma per la maggior parte si trovano su rocce esposte all'aperto (come le incisioni rupestri della Valle Camonica) rupestre (agg.) [deriv. di rupe (roccia scoscesa)] = realizzato su una parete rocciosa Etimologia: dal latino rupes . derivato dal verbo rumpere , che vuol dire 'rompere o spaccare' pittura s. f = tecnica nella quale la sostanza colorante (pigmento ) viene diluita con un liquido. Al pigmento viene generalmente aggiunto un legante , cioè una sostanza che permette al pigmento di aderire alla superficie sulla quale il colore viene applicato. incisione s. f. = traccia o disegno ottenuto asportando parte del materiale di supporto con uno strumento resistente ed appuntito. Con questo termine si indicano le incisioni rupestri , che quindi sono segni e disegni scavati nella roccia, ma anche forme più complesse e moderne di opere ottenute stampando su carta disegni precedentemente incisi su lastre di legno o di metallo. Caratteristiche e datazione I dipinti rupestri in cui viene rappresentato l'uomo (di cui abbiamo visto alcuni esempi nella presentazione All'origine dell'arte) sono del periodo Neolitico, mentre i dipinti ritrovati nelle grotte di Altamira, Chauvet e Lascaux vennero realizzati nel paleolitico superiore (40.000 - 10.000 a.C) Le rappresentazioni di animali ritrovate nelle grotte mostrano una profonda conoscenza dell'anatomia degli animali e sono per lo più naturalistiche (= molto simili alla realtà). Attraverso l'uso del chiaroscuro, e sfruttando le conformazioni naturali delle rocce, questi artisti del passato riescono a dare il senso della tridimensionalità. Materiali e strumenti della pittura rupestre pigmenti + legante + diluente Pigmenti Gli uomini primitivi avevano a disposizione solo pochissimi pigmenti naturali costituiti prevalentemente da pietre colorate triturate finemente, con qualche eccezione di pigmenti di origine vegetale. Vediamo quali sono: pigménto s. m. [dal lat. pigmentum, der. del tema di pingĕre «tingere, dipingere»]. = sostanza colorata non solubile che, dispersa in un liquido, è in grado di ricoprire gli oggetti di uno strato colorato permanente. OCRA GIALLA pigmento inorganico minerale a base di ossido di ferro; molto stabile e coprente; si trova in natura in depositi di terre compresse OCRA ROSSA BIANCO (di calcio) pigmento inorganico minerale; pigmento a base di carbonato di calcio; si trova in natura in rocce calcarre, ma può essere ricavato anche da conchiglie e ossa NERO (di carbone) pigmento inorganico vegetale; pigmento derivato dalla parziale combustione di pezzi di legno, meglio se proveniente da alberi resinoso e/o da nerofumo (patina raccolta sulle pietre del focolare) OSSIODO DI MANGANESE pigmento inorganico minerale di colore variabile tra il bruno rossiccio e il nero Questa immagine ci mostra gli strumenti coi quali gli uomini preistorici preparavano i pigmenti per la pittura. Si tratta sostanzialmente di due pietre con le quali ridurre in polvere i materiali di partenza. Cliccando sull'immagine sarai indirizzato alla pagina del Museo di Archeologia Ligure dove vengono presentati e e spiegati questi reperti. FALSI MITI Gli uomini primitivi NON USAVANO SANGUE per dipingere sulla pareti delle caverne Legante Il legante utilizzato dagli uomini primitivi per far aderire i pigmenti alle pareti di roccia è il grasso animale. Diluente Il diluente utilizzato dagli uomini primitivi era acqua e, molto probabilmente anche saliva. Gli strumenti Osservando i dipinti che sono stati ritrovati, possiamo ipotizzare quali strumenti venissero utilizzati dagli antichi artisti per dipingere. Ovviamente si doveva trattare di strumenti costruiti con materiali facili da reperire. mani : il colore veniva applicato e sfumato con le mani sulle superfici più ampie tamponi , realizzati con muschio, per creare piccole macchie di colore bocca : il colore veniva messo direttamente in bocca, diluito con la saliva e spruzzato sulla roccia ossa cave di uccello : potevano essere usate per spruzzare il colore pennelli primitivi creati a partire da un rametto che veniva masticato ad una estremità, liberando le fibre verticali, oppure creati legando ciuffetti di piume, peli di animali o foglie con fibre vegetali. I temi dei dipinti e le loro finalità TEMI rappresentazione di animali scene di caccia segni simboli FINALITÀ MAGICO-RELIGIOSE propiziatorie di restituzione Le pitture rupestri contengono soprattutto rappresentazioni di animali e scene di caccia , tanto che all'inizio si riteneva che si trattasse sostanzialmente di rappresentazioni di vita quotidiana, ma, l'approfondimento dello studio di questi ritrovamenti portò a cambiare radicalmente idea. Un primo elemento che guidò gli studiosi è la collocazione di questi dipinti: si trovano in profondità, in cunicoli difficilmente accessibili e completamente bui e non all'imbocco delle caverne, dove venivano stabiliti gli accampamenti temporanei. Questi recessi dovevano essere dei luoghi sacri nei quali compiere riti e pregare le divinità. La loro collocazione nelle viscere della terra è stata interpretata come collegamento con il culto primordiale della Madre Terra Altro elemento interessante è che in questi dipinti non sono mai presenti rappresentazioni di uomini, di insediamenti, di ambienti naturali o di attività umane, cosa molto strana se si trattasse di rappresentazioni della vita quotidiana. I dipinti, invece, hanno carattere propiziatorio : sono rappresentazioni del desiderio di compiere una buona caccia e non di battute di caccia realmente avvenute. Allo stesso tempo hanno carattere di restituzione , nel senso che gli uomini primitivi avevano coscienza che gli animali che loro uccidevano per sopravvivere appartenevano alla Madre Terra. L'uccisione era una necessità, ma era allo stesso tempo un sacrilegio . Era dunque necessario risarcire la divinità per la perdita subita attraverso la rappresentazione di animali vivi e liberi. Agostino Lotti, Paleolitico e spititualità ATTENZIONE! Nelle pitture rupestri non ci sono scene di guerra o di battaglia tra umani recesso s. m. [dal lat. recessus -us, der. di recedĕre; v. recedere] = Luogo dove ci si ritira per trovare riposo e solitudine, e, più genericam., luogo solitario, nascosto, recondito, per lo più angusto primordiale agg. [dal lat. tardo primordialis]. – 1. Dei primordî, delle origini più lontane: primitivo, originario 2. Primigenio, relativo alle origini della terra e della specie umana 3. In senso estens. e fig.: a. Di ciò che non è ancora definito, sviluppato, formato; o arretrato b. Selvaggio, primitivo primitivo: uomi primordiali. Raffaele C. De Marinis, L'arte paleolitica Grotte dipinte Riserviamo ora uno sguardo più approfondito a tre siti europei particolarmente importanti e famosi che contengono dipinti di eccellente qualità. Altamira La scoperta UNESCO Chiusura I dipinti Lettura dell'opera Confronto La Grotta di Altamira La grotta di Altamira venne scoperta nel 1879 da Marcelino Sanz de Sautuola. Si tratta del sito più antico di pittura rupestre, risalente al paleolitico superiore (35.000 - 11.000 a. C). Da allora si sono succedute centinaia di scoperte in tutto il mondo, ma la qualità delle opere e l'abilità di questi antichi artisti rimane ancora insuperata. VIDEO - La cueva animada Visita virtuale della grotta di Altamira durata 00:07:48 VIDEO - Come è stata realizzata 'La cueva animada' L'iscrizione nella World Heritage List La Grrotta di Altamira viene inclusa nella World Heritage List nel 1985 insieme ad altre 17 grotte paleolitiche scoperte sempre nel nord della Spagna. Denominazione del sito UNESCO: Grotta di Altamira e Arte Rupestre Paleolitica del Nord della Spagna Altamira - World Heritage List La chiusura al pubblico L’apertura al pubblico della grotta e il grande flusso di turisti hanno rischiato di compromettere pesantemente il sito, quindi nel 2001 venne realizzato un museo poco distante dal sito principale con una replica della grotta . Nel 2002 la grotta è stata definitivamente chiusa al pubblico. Esistono altre sue copie nel Museo Archeologico Nazionale di Madrid, nel Deutches Museum a Monaco di Baviera e in Giappone, Parque España-Shima Spain Village, Museo Nacional y Centro de Investigación de Altamira Google Arts & Culture - Pietra e ossa Le Scienze - Lo spettro di Lascaux sulle grotte di Altamira La scoperta La storia di Altamira risale ai ritrovamenti archeologici di scienziati francesi, presentati all’Esposizione Universale di Parigi, tenutasi nel 1878. Per caso, la mostra venne visitata da un archeologo dilettante spagnolo, Marcelino Sanz de Soutuole che, tornato in patria, decise di indagare a fondo una grotta che aveva scoperto casualmente sul territorio dei propri possedimenti. Fu la figlia Maria di 9 anni ad individuare sulla volta della sala principale l’immagine di un mammouth. Uno sguardo più accurato permise di individuare molti altri animali. I dipinti I dipinti presenti nella grotta appartengono ad un ampio periodo di tempo che va dai 35.000 agli 11.000 anni fa . Gli studi condotti sui dipinti, rivelarono che la rappresentazione degli animali, che in un primo tempo si credeva legata a un fatto accaduto, come una battuta di caccia, aveva, invece, un significato propiziatorio : era cioè espressione di un desiderio e non descrizione di un avvenimento. La raffigurazione doveva avere quindi un significato magico-religioso , cioè non doveva descrivere, ma favorire il buon esito della caccia . Questi dipinti, inoltre, si trovavano in luoghi scomodi e quasi inaccessibili (= non accessibili, difficili da raggiungere). Da questo si comprese che gli uomini preistorici cercavano in questo modo il contatto con le divinità: in particolare con la madre terra, da cui dipendeva la loro sopravvivenza. Qui l’arte paleolitica ci stupisce per la capacità di osservazione di questi artisti del passato soprattutto dell’anatomia degli animali rappresentati . Ci colpiscono anche la profonda conoscenza dei materiali necessari e delle tecniche di stesura che si fanno sempre più raffinati . La grotta si allunga in profondità nella montagna mentre il soffitto si abbassa fino a solo a un metro da terra. Nella grotta sono stati ritrovati resti di lanterne in terracotta e torce usati per illuminare, anche se parzialmente, questi ambienti. Altamira, immagine della volta con bisonti accovacciati da Google Arts and Culture (foto di Pedro Alberto Saura Ramos ) profilo (s. m.) = 1. In senso generico, la linea estrema di contorno di un oggetto, e il disegno che la riproduce; 2. b. Dipinto, disegno, fotografia che rappresenta il volto di una persona vista di fianco. pigmento (s. m.) = polvere colorante non solubile che mescolata con sostanze acquose o oleose è in grado di ricoprire una superficie. Lettura dell'opera Il dipinto rappresenta un bisonte visto di profilo . il bisonte è fermo sulle quattro zampe e rivolto con la testa verso destra. L’artista ha tracciato il contorno dell’animale con pigmento nero e ha dipinto l’interno con pigmento rosso, sfruttando il colore naturale della pietra per evidenziare le parti del corpo. L’artista ha sfruttato i rilievi naturali della roccia per rendere meglio la forma tridimensionale della muscolatura dell’animale . Per dipingere sono stati usati bastoncini, primitivi pennelli, batuffoli di pelo e le dita . Il pigmento è stato mescolato con grasso animale per permettere al colore di aderire alla superficie di roccia. Il dipinto appare molto realistico , specialmente nella resa dei diversi particolari delle zampe. Confronto Pablo Picasso è uno dei più grandi artisti del Novecento. Nella sua ricerca artistica si è spesso ispirato all’arte primitiva, sia quella preistorica, sia quella delle tribù africane a noi contemporanee . In quest'opera puoi chiaramente notare come Picasso abbia attentamente analizzato e studiato le pitture rupestri di Altamira, riprendendo da esse l’idea di un corpo molto semplificato, le linee di contorno accentuate ed evidenziando la coda, le corna e le narici, che sono gli elementi caratteristici dell’animale . Dopo una visita alla grotta di Altamira sembra che abbia detto: “Dopo Altamira tutto è decadenza”. Pablo Picasso, Toro, 1945, litografia,32,6 x 44,3 cm. Parigi, Musée Picasso. Chauvet Scoperta Datazione UNESCO Opere Lettura dell'opera Chiusura del sito Video La grotta di Chauvet DOCUMENTARIO - Cave of Forgotten Dreams Francia, Canada, USA, Gran Bretagna, Germania 2010 Regia di Werner Herzog Durata: 01:25:23 Werner Herzog, incuriosito da un articolo del New Yorker, ottiene dal Ministero francese della Cultura il permesso di filmare per alcune ore al giorno, pochi giorni in tutto, all'interno della grotta, normalmente chiusa ai visitatori per proteggerne il clima eccezionale. La grotta di Chauvet ospita un'eccezionale collezione di opere d'arte. La loro antichità, le dimensioni e la qualità ne fanno un luogo unico e impareggiabile. Il sito contiene le prime testimonianze figurative e meglio preservate al mondo risalenti al periodo Aurignaciano (32.000 - 30.000 a. C.). Una frana siglillò l'ingresso nel 20.000 a. C. circa fino alla sua scoperta avvenuta nel 1994. Fin'ora sono state censite più di 1.000 figure presenti sulle pareti della roccia con una grande varietà di figure antropomorfe e animali. L'altissima qualità estetica è dimostrazione della padronanza raggiunta da questi antichi artisti nell'uso di svariate tecniche tra cui l'utilizzo dell'ombreggiatura, la combinazione di pittura e incisione, la precisione anatomica, la tridimensionalità e il movimento . Le raffigurazioni comprendono numerosi animali pericolosi come mammut, orsi, leoni delle caverne, rinoceronti, bisonti e uri. Oltre a ciò sono presenti segni e simboli, impronte di mani. Nella grotta sono stati ritrovati numerosi resti di animali preistorici. La scoperta La storica scoperta La scoperta della grotta di Chauvet avvenne il 18 dicembre del 1994 nel sud della Francia, a Vallon Pont d'Arc, nella regione dell'Ardèche. Un gruppo di tre speleologi si accorsero che da uno stretto passaggio usciva una leggera corrente d’aria. Aperto un varco, scopersero una immensa grotta sulle cui pareti si affollavano tantissimi animali dipinti. La grotta prese il nome da uno dei tre speleologi: Jean-Marie Chauvet, Éliette Brunel e Christian Hillaire. Lo stato di conservazione della grotta è apparso subito eccezionale, dato che l'ingresso era crollato in antichità e che nessuno vi aveva messo più piede da 21.500 anni La datazione Le pitture scoperte sono probabilmente le più antiche al mondo. La datazione, effettuata con la tecnica del Carbonio 14, attribuisce alle pitture un’età di circa 31.000 anni a.C . La datazione è stata effettuata su campioni di pigmento nero di origine vegetale (carbone di legna) utilizzato per tracciare e colorare alcune figure. La datazione dei dipinti che non contengono composti organici si basa invece sullo stile. VIDEO - La datazione al carbonio 14 Le Scienze - Diecimila anni in più per le pitture rupestri di Chauvet Le opere Le pitture di Chauvet sono sorprendenti per la varietà degli animali rappresentati: quattrocentoquarantasette dipinti di animali di quattordici specie diverse , tra cui rinoceronti, leoni delle caverne, orsi, stambecchi, mammut, cavalli e persino un gufo. L’aspetto però più stupefacente è quello della rappresentazione poiché questi antichi artisti utilizzarono la prospettiva e dell’ombreggiatura . VISITA VIRTUALE - CHAUVET Qui sotto una galleria di immagini tratte dal sito della grotta di Chauvet . Vi vediamo un bisonte, un bue muschiato, un branco di cavalli, un cervo, una farfalla, dei punti rossi che sembrano i puntini di un domino, i graffi lasciati dalle unghiate di un orso, un graffito in cui compaiono un cavallo e un mammouth, il graffito di un gufo, teste di leonesse in corsa, impronte di mani in positivo, punti rossi disposti nello spazio, un orso, due pantere, una testa di leonessa e un mammouth reso con del pigmento rosso applicato su una stalattite. Le fotografie riportare sono state realizzate da diversi fotografi. Dato che non mi è possibile attribuire singolarmente gli autori agli scatti, li cito qui: Arnaud Frich , Jean Clottes , Carole Fritz e Gilles Tosello . Chauvet, mammut, pigmento rosso su stalattiti Chauvet, bisonte foto di Arnaud Frich Chauvet, particolare con testa di leonessa tracciata con pigmento nero foto di Yanik de Guillou Chauvet, mammut, pigmento rosso su stalattiti 1/17 Google Arts & Culture - Chauvet Il sito UNESCO World Heritage List - Grotta Chauvet La grotta di Chauvet viene iscritto nella World Heritage List nel 2014 con la denominazione 'Grotta decorata di Pont'd'Arc, nota come Grotta Chauvet - Pont d'Arc, Ardèche ' Nella pagina relativa al sito UNESCO vengono riportate le motivazioni per le quali il sito è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Tra le motivazioni riporto il terzo criterio: ' La grotta dipinta di Pont d'Arc, nota come Grotta Chauvet - Pont d'Arc contiene un'unica ed eccezionalmente ben conservata testimonianza della tradizione culturale e artistica della popolazione Aurignaciana e del precoce sviluppo dell'attività umana artistica in generale. L'isolamento della grotta per più di ventimila anni ha tramandato una testimonianza impareggiabile dell'arte Aurignaciana, priva di interferenze o di interventi umani posteriori al periodo Aurignaciano. Le evidenze archeologiche e paleontologiche illustrano la frequentazione delle caverne per pratiche culturali e rituali, come in nessun'altra grotta del Paleolitico Superiore precoce'. Lettura dell'opera Soffermiamoci ora su questa immagine delle leonesse. Questo è il particolare di una scena più ampia in cui viene descritto un inseguimento, da parte di un gruppo di leonesse, di un branco di rinoceronti. La scena si trova nella grande sala detta Sala di Fondo Osserviamo come siano rappresentate l'una davanti all’altra e sovrapposte, come se l’artista avesse voluto darci l’idea di un branco di animali in corsa . Sono rivolte tutte nella stessa direzione, ma le teste hanno inclinazioni diverse. La sovrapposizione delle figure è il primo modo con cui gli esseri umani hanno cercato di rendere il senso della prospettiva (la collocazione di diversi elementi nello spazio). L’uso delle ombreggiature per rendere i volumi del muso degli animali è molto evidente. Allo stesso modo si può osservare come la linea di contorno abbia intensità e spessore variabile , anche in questo caso per accentuare la tridimensionalità del soggetto . Le figure in primo piano appaiono più marcate, mentre quelle in secondo piano sono meno marcate e meno definite: in questo modo l'artista riece a darci il senso della consistenza del branco in movimento, restituendoci una scena molto dinamica . La chiusura del sito e la realizzazione di Chauvet 2 Nel 2015 è stata aperta al pubblico la replica della Grotta Chauvet : realizzata a 7 km dal sito originale. La replica si è resa necessaria per preservare l’originale. Ci si era infatti resi conto che i dipinti erano in pericolo, sia perché il sito non era più isolato dall’ambiente esterno, sia perché il passaggio di tanti visitatori stava compromettendo il microclima interno: l’illuminazione continua e soprattutto l’aumento di temperatura causata dalle persone e l’umidità prodotta dal respiro, stavano provocando la caduta dei pigmenti e lo sviluppo di muffe sui dipinti. Lascaux La scoperta Datazione UNESCO Dipinti Conservazione Risorse La grotta di Lascaux La grotta di Lascaux è costituita da un complesso di caverne tra loro collegate ed è situata nella Francia sud-occidentale nei pressi del villaggio di Montignac , nel dipartimento della Dordogna. Le pitture rupestri sono caratterizzate dalla rappresentazione di grandi animali resi con grande ricchezza di particolari . Uno dei più rappresentati è l'uro, un grosso bovino, oggi estinto, che costituiva una delle basi alimentari più importanti per le comunità paleolitiche del territorio. La datazione Localizzazione dei campioni di osso utilizzati per la datazione al C14 (fonte ) L'abbreviazione BP (Before Present) indica la datazione prima dell'epoca attuale. Le prime ipotesi di datazione si sono basate sul confronto dello stile dei dipinti del sito di Lascaux con quello di altre grotte dipinte presenti nella valle del fiume Véziere. Tali ipotesi collocano sicuramente le opere nel Paleolitico superiore , ma, per l'affinità di stile, rendono difficoltoso stabilire con maggiore precisione quale gruppo umano le abbia realizzate, se l'Aurignaziano o il Gravettiano. Sono state condotte anche diverse datazioni col sistema del radiocarbonio C14 con risultati diversi a partire da campioni di carbone ritrovate in diverse sezioni della grotta. Un recente progetto (The LAsCO project, 2018 - 2021) ha cercato di risolvere il problema della datazione incrociando i dati precedenti con nuove analisi condotte su numerosi frammenti ossei di renna provenienti dai principali settori della cavità. Le analisi sembrano confermare anche le ipotesi formulate sulla base dello studio degli strumenti litici e costituiti da corno. I resti materiali abbandonati nella grotta sarebbero quindi il risultato di una (o più) occupazioni collocate in un periodo compreso tra il 23.500 e 22.000 a. C. Datazione delle figure di Lascaux Twenty years on, a new date with Lascaux. Reassessing the chronology of the cave’s Paleolithic occupations through new 14C AMS dating Lascaux Timeline La scoperta La grotta di Lascaux venne scoperta il 12 settembre 1940 da alcuni ragazzi (Marcel Ravidat, Jacques Marsal, Georges Agnel e Simon Coenca) nella campagna collinare del comune di Montignac , una tranquilla cittadina nel centro-sud della Francia, in un bosco di pini e castagni e sottobosco a ginepri. Durante un'escursione, nella proprietà della famiglia La Rochefoucauld-Montbel, il cane di Marcel finì per caso in un buco che risultò poi essere uno degli accessi al complesso sotterraneo delle grotte. I ragazzi raccontarono della loro scoperta a Léon Laval, un loro insegnante, che, dopo un sopralluogo, comprendendo l'importanza straordinaria del ritrovamento, si mise in contatto con Henri Breuil, eminente studioso di preistoria. Il 12 ottobre, Breuil mostrò la grotta a Henri Bégouën, titolare della cattedra di studi preistorici presso l'università di Tolouse. Venne subito promossa una campagna fotografica per la rilevazione dei dipinti, affidata a Fernand Windels e nel dicembre del 1940 la grotta venne classificata come monumento d'interesse storico, con l'approvazione del proprietario del terreno in cui la grotta era stata ritrovata. Il sito UNESCO World Heritage List - Lascaux Il video, pubblicato sulla pagina relativa al 'Sites préhistoriques et grottes ornées de la vallée de la Vézère' è disponibile anche in lingua araba , inglese , spagnolo e russo. La grotta di Lascaux è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 1979 come parte di un sito diffuso denominato Siti Preistorici e Grotte Decorate della Valle di Vézère . La grotta ha permesso di stabilire un quadro cronologico relativo alle civiltà preistoriche del periodo quaternario in Europa. Il territorio interessato si estende per circa 30-40 kmq nei quali si concentrano più di 150 siti risalenti al Paleolitico e circa 30 grotte dipinte. Questo ne fa un territorio di considerevole interesse dal punto di vista etnologico, antropologico ed estetico. Del sito diffuso fanno parte 15 località che testimoniano una forte occupazione territoriale nel periodo del Paleolitico caratterizzata da grotte dipinte, siti funerari, siti di lavorazione di manufatti, luoghi di sfruttamento di materie prime, habitat e scene di caccia. Traduco qui sotto alcuni dei criteri in base ai quali questi luoghi sono stati iscritti nella World Heritage List: Criterio 1 : alcuni degli insiemi figurativi ritrovati nelle caverne della Valle Vézère sono universalmente riconosciuti come capolavori dell'arte preistorica: La Venere di Laussel (Marquay), il fregio ad altorilievo dei cavalli di Cap-Blanc e specialmente le pitture rupestri della grotta di Lascaux (Montignac), la cui scoperta nel 1940 segna un'importante data nella storia dell'arte preistorica: le scene di caccia realizzate con grande maestria, presentano circa un centinaio di figure di animali sorprendenti per la precisione dell'osservazione del reale, per la ricchezza dei colori e la vivacità delle pose. Criterio 3 : Gli oggetti e le opere d'arte ritrovate nella Valle Vézère sono rare testimonianze di civiltà estinte da lungo tempo, che sono molto difficili da comprendere. Questo materiale, che risale al periodo Paleolitico, è di valore inestimabile per la comprensione dei più lontani periodi della storia dell'umanità ed è di eccezionale interesse dal punto di vista storico, etnologico, antropologico ed estetico. Molti studi sono stati condotti sulle grotte di Lascaux, che si distinguono per la magnificenza delle decorazioni e che ci restituiscono l'idea di come l'arte sia un linguaggio universale e di come il senso artistico artistico sia radicato nell'esperienza umana fin dalla notte dei tempi. Tali studi, condotti sui dipinti fin dall'epoca della loro scoperta, hanno sollecitato l'evoluzione di un'interpretazione sempre più approfondita e puntuale. La maestria con la quale vengono rappresentati i diversi animali porta a pensare come questi antichi artisti avessero un notevole senso di osservazione anatomica e avessero sviluppato una tecnica artistica che permetteva loro di creare scene vivaci e non semplici rappresentazioni statiche e stilizzate della realtà. Non si tratta di semplici decorazioni, ma fin da subito è apparso chiaro che i dipinti dovessero avere delle finalità magiche e religiose nelle quali questi antichi artisti hanno lasciato traccia della loro visione del mondo, del loro rapporto con la natura e della loro devozione ad una o più divinità responsabili della creazione e dell mantenimento di un ordine naturale che l'uomo doveva rispettare per poter sopravvivere. Nella grotta sono presenti raffigurazioni di bisonti i cui fianchi sono segnati dalla presenza di frecce: si tratta chiaramente di scene di caccia che però non ritraggono scene di vita quotidiana, quanto piuttosto sono rappresentazioni rituali per favorire una buona caccia . Tra il 1988 e il 1989 Norbert Aujoulat , parte del comitato scientifico di Lascaux (e autote di un testo, pubblicato nel 2004, che racchiude la sua immensa conoscenza di questo sito, Lascaux, le geste, l'espace et le temps) , osservò che le figure di animali si susseguono secondo un ritmo preciso: prima i cavalli , poi gli uri (grandi bovini ormai estinti) e infine i cervi . La sequenza si ripete nelle diverse sale portando gli studiosi a pensare che la rappresentazione di questi animali potesse avere un significato simbolico , oltrché magico e spirituale . Nascono da qui nuove interpretazioni dei cicli pittorici di Lascaux legate al concetto di tempo . La sequenza delle figure corrisponderebbe al ciclo primavera-estate-autunno. Ci sarebbe quindi una relazione tra la rappresentazione di questi animali e il ciclo della natura e della sua annuale rigenerazione. Il tema centrale dell’arte di Lascaux è quindi quello della rigenerazione annuale della vita . (fonti: L'arte paleolitica, dispensa di Raffaele C. Demarinis , ADO, Analisi dell'opera ) Ricerca archeologica - Interpretazioni La superficie della roccia ha durezze diverse che portano gli antichi artisti a incidere i contorni delle figure, nelle zone caratterizzate da strati molto duri e bianchi di calcite, o a delinearne il contorno con pigmento nero a seconda della situazione. Il pigmento viene steso col pennello e, per le campiture interne dei manti , molto più ampie, viene steso direttamente con le mani o a spruzzo . Talvolta, le irregolarità della roccia vengono utilizzate per sottolineare il volume di alcune parti del corpo. I pigmenti utilizzati sono solo di origine minerale e tutti gli studi condotti fin'ora non hanno mai riscontrato la presenza di pigmenti di origine organica. I pigmenti sono ossidi metallici, ferro e manganese , ma anche carbone. L'analisi dei pigmenti mostra che i rossi sono ematiti, i gialli goethiti. Nella grotta sono presenti solo tre temi fondamentali: animali , rappresentazioni umane e segni . Non si trovano rappresentazioni del paesaggio esterno e nemmeno delle specie vegetali. Gli animali rappresentati non rappresentano le loro abitudini alimentari . Il bestiario di Lascaux è in gran parte dominato dal cavallo , seguito da cervi , uri , stambecchi e bisonti . Gli animali carnivori, orsi e felini , sono incisi o dipinti nelle zone più remote della grotta e talvolta appaiono in disegni già esistenti, come l'orso nascosto nel ventre di un grande uro. L'immagine dell'uomo compare solo una volta nella grotta di Lascaux, confermando una tendenza diffusa nei santuari paleolitici. Molto più frequente, invece la presenza di impronte di mani in positivo e in negativo . I segni sono per lo più semplici: punteggiatura, tratti, linee, striature e la loro interpretazione è ancora oggetto di studio. Anche nella grotta di Lascaux gli uomini preistorici si confrontano con la rappresentazione dei soggetti nello spazio (prospettiva ) ottenendo il senso di profondità grazie a sovrapposizioni di diversi animali che però non si fondono grazie all'accortezza di lasciare uno spazio non colorato tra la parte di animale che sta dietro e quello su un piano più avanzato. Si osserva inoltre che le zampe degli animali in primo piano sono più dettagliate rispetto a quelle degli animali in secondo piano. Anche il colore utilizzato per gli animali in secondo piano è generalmente meno intenso. Le figure delle diverse decorazioni non vengono realizzate tutte allo stesso tempo. Rimando per questo ad una risosrsa multimediale presente sul sito ufficiale di Lascaux che descrive la successione della realizzazione delle figure nel Pannello dell'Unicorno . (fonti: Il supporto , Materie prime , I temi , La prospettiva , La costruzione delle figure , La costruzione dei pannelli ) Di seguito alcune immagini e i link a due risorse che permettono di esplorare in alta definizione le opere presenti nella Grotta di Lascaux Lascaux Uro Lascaux Lascaux Cavallo Lascaux Uro 1/4 Google Arts & Culture - Lascaux Biblioteca multimediale della Grotta di Lascaux Lo stato di Conservazione Les "taches" noires Campionamento per lo studio microbiologico delle colonizzazioni scure di funghi produttori di melanina. La caverna venne aperta al pubblico dopo la Seconda Guerra mondiale. Nelle grotte si era stabilito un microclima stabile e chiuso, ma quando l'ambiente è stato dissigillato, la frequentazione umana e l'inserimento di impianti di illuminazione hanno determinato il degrado dei dipinti. Già nel 1955 si verificarono i primi danni causati dall'anidride carbonica emessa col respiro dei tanti visitatori. Successivamente si verificarono, a più riprese, infestazioni fungine (muffe) e di di microrganismi fototrofi suoi dipinti, legate all'utilizzo della luce artificiale. Dopo vari interventi per debellare le infestazioni e restauri, la fragilità di questo luogo straordinario convinse i custodi del sito a chiuderlo definitivamente al pubblico per evitare un ulteriore deterioramento. La Grotta di Lascaux venne chiusa al pubblico nel 1963 . Nel 1983 si iniziò un primo progetto per la riproduzione delle pitture della grotta che venne però interrotto per mancanza di fondi. Tra il 2012 2 il 2016 , grazie a nuove tecnologie e nuovi materiali si portò a termine una replica di ben 900 mq realizzata in modo fedele (Lascaux IV ). Risorse di approfondimento Ministero della Cultura Francese - Archéologie.culture.fr - Grands Sites Archéologiques Home Venere di Willendorf Signora di Brassempouy Bisonti PRIME SCULTURE DEL PALEOLITICO Venere di Willendorf Questa statuetta venne ritrovata nel 1908 nei pressi di Willendorf (Austria) . Il suo scopritore la chiamò Venere, prendendo a prestito il nome della dea romana della bellezza, dell’amore e della fertilità. Rappresenta una donna con attributi femminili molto evidenziati. Le gambe, prive di piedi, sono corte e grasse; le piccole braccia poggiano su seni enormi e la testa ricciuta è senza volto. La statuina è sicuramente legata alla fecondità femminile ed era probabilmente utilizzata nel corso di riti propiziatori. La mancanza dei piedi – in questa come in altre statuine dello stesso tipo – indica che probabilmente veniva conficcata nel terreno per poter trasmettere la fertilità. Si ipotizza che sia una rappresentazione della Grande Madre, la divinità primordiale che dà la vita. Venere di Willendorf , 23.000-19.000 a.C., pietra calcarea, altezza 11 cm. Vienna, Naturhistorisches Museum (foto di Don Hitchcock) Questa statuina è ben lontana dai canoni di bellezza odierni ma, in un tempo in cui la sopravvivenza era molto difficile, le forme abbondanti stavano ad indicare quelle di una donna ben nutrita e perciò in grado di portare a termine una gravidanza e allattare il proprio bambino, garantendogli così, maggiori possibilità di sopravvivenza. La Signora di Brassempouy Female head called " the Lady of Brassempouy " or "Lady with the hood", ivory, about 21,000 BC . Musée d'Archéologie Nationale, Saint-Germain-en-Laye. This head is much better defined than the previous one: the face features the nose and superciliary arches and a graceful oval shape while the hair is styled with numerous braids. Bisonti Bisonti , sculture in argilla , paleolitico superiore (13.000 anni fa). Grotta di Le Tuc d’Audoubert, Francia (foto © Bradshaw Foundation ) . Le forme dei massi sporgenti dalla parete, hanno suggerito all’artista come completare con l’argilla l’immagine, estremamente verosimile, di due bisonti Sculture di bisonti antichi... (articolo) World Heritage List Bassorilievo Abri de Cape Blanc, Francia bassorilievo scolpito MESOLITHIC The Mesolithic, or Middle Stone Age, is generally located between 8,000 and 6,000 BC. C., but if this is true for the Mesopotamian area, in Europe it begins as early as 10,000 BC. C. and continues, even here, up to 6,000 a. C. The novelties of the Mesolithic subsistence (sf) = existence, survival ceramic (sf) = (from ancient Greek κέραμος | kéramos | which means «clay», «potter's earth») is an inorganic and plastic material (easily workable) which becomes rigid after firing. ceramography (sf) [comp. of the gr. κέραμος «clay» and -graphy] = technique of painting and decoration of vases. In Europa le condizioni climatiche e ambientali sono simili a quelle attuali: gli uomini passano gradualmente da una sussistenza basata sulla caccia e sulla raccolta all'allevamento . Imparano anche a coltivare la terra e iniziano ad insediarsi presso i corsi d'acqua. Nascono i villaggi . Gli utensili in pietra sono più rifiniti e se ne creano di nuovi con schegge di pietra: nascono le frecce e l'arco . Fondamentale è, inoltre, l’invenzione della ceramica , con cui si realizzano vasi e recipienti resistenti, adatti anche alla conservazione dei cibi. Le ceramiche vengono spesso decorate con dipinti o incisioni . Nasce la ceramografia , cioè l'arte di decorare i vasi. Frammenti di ceramica con decorazioni graffite dal sito mesolitico di Kabbashi Haitah (Sud Sudan) (citazione dal documento collegato all'immagine) Home Introduzione Lettura dell'opera Il primo sito UNESCO in Italia Finalità del Parco Temi delle incisioni Riferimenti astronomici Video UNESCO WORLD HERITAGE LIST PATRIMONIO DELL'UMANITÀ I graffiti della Valcamonica sito UNESCO n.94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Horse-drawn cart , rock 23 in the Naquane Park, Val Camonica (BS) about 5,000 years ago The representation is schematic, the cart is seen from above, the wheels are overturned along the sides while the animals pulling the cart are seen in profile. The unrealistic way of depicting reality is due on the one hand, the difficulty of drawing a complex object such as a chariot with imprecise techniques such as stone engraving, on the other hand, the need to create images that are immediately understandable to the community and therefore simplified as much as possible. In the last period, around 3000 years ago , figures of armed men and symbolic images of difficult interpretation appear, like small circular labyrinths. The Camuni continued to produce engravings until, after millennia of independent life, in the 1st century BC their territories were conquered by the Romans. Nell’ultimo periodo, intorno a 3000 anni fa, compaiono figure di uomini armati e immagini simboliche di difficile interpretazione, come piccoli labirinti circolari. I Camuni continuano a produrre incisioni fino a quando, dopo millenni di vita indipendente, nel I secolo a.C. i loro territori sono conquistati dai Romani. Il primo sito UNESCO in Italia sito UNESCO n.94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” VIDEO - Artemondo: Graffiti Valcamonica VIDEO - Valcamonica 1957 - Emmanuel Anati La storia del primo sito UNESCO italiano si intreccia con quella dell'archeologo Emmanuel Anati. Nel 1955 era nato il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri , primo parco archeologico italiano, per la tutela e la valorizzazione di uno dei più importanti complessi di rocce con incisioni preistoriche e protostoriche della Valle Camonica. Qui Anati, allora giovane studente di archeologia alla Sorbona di Parigi, si reca nel 1956 per studiare gli antichi ritrovamenti. Il casuale incontro diventa il lavoro di una vita: Anati si stabilisce in Valle Camonica e si dedica allo studio del territorio. Nel 1964 fonda il Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP) che è punto di riferimento a livello internazionale. Conscio del valore del territorio e delle sue incisioni, Anati avvia il processo per il riconoscimento del sito nella World Heritage List . protection (sf) = defense, protection valorisation (sf) = giving value or exalting the value of something WORLD HERITAGE LIST Sulla pagina della World Heritage List dedicata al sito UNESCO, sono riportati i dati essenziali e le motivazioni per le quali il sito UNESCO è stato istituito. Riporto una sintesi traducendo in Italiano: La Valcamonica è situata in Lombardia e possiede una delle più grandi collezioni al mondo di petròglifi ( = incisioni figurative su pietra) preistorici: più di 140.000 simboli e figure sono stati incisi nella roccia in un periodo di 8.000 anni. Dislocati su entrambe i versanti della valle, i petròglifi descrivono temi connessi con l'agricoltura , la caccia dei cervi , la navigazione , la guerra , i duelli , e la magia . Sono presenti anche numerose figure geometrico-simboliche e scritte in alfabeto etrusco . Criterio VI : Le incisioni rupestri della Valcamonica costituiscono una documentazione figurativa straordinaria dei costumi e della mentalità preistorici. L'interpretazione sistematica, la classificazione tipologica e lo studio cronologico di queste rappresentazioni incise sulla roccia rappresentano un contributo considerevole nei campi della preistoria, della sociologie e dell'etnologia. La presentazione continua sottolineando le buone condizioni di conservazione, ma anche la fragilità dei ritrovamenti sottoposti a possibili danni causati da agenti atmosferici, d'inquinamento, climatici e dall'uomo. Vengono menzionati gli enti responsabili della conservazione e della valorizzazione dei siti e le azioni di restauro e monitoraggio costante dello stato di salute dei ritrovamenti. Per comprendere bene cosa sia l'UNESCO e quali siano le sue funzioni, rimando alla pagina dedicata. UNESCO Le finalità del Parco Nazionale delle Incisioni rupestri La Valle Camonica, nell’area alpina dell’Italia settentrionale, possiede una delle più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo. In un sito non ancora completamente esplorato che si estende su di un’area di 70 chilometri quadrati , ci sono oltre140.000 figure tracciate su 2.000 rocce distribuite in 180 località della provincia di Brescia . Rappresenta il primo sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nel 1979 . Le immagini più antiche risalgono a 10.000 anni fa e ritraggono grandi animali . Intorno ad 8.000 anni fa, l'attenzione si sposta sulla figura umana e sui villaggi . Circa 5.000 anni fa, oltre a scene di allevamento e agricoltura , appaiono le prime immagini di carri con le ruote . Clickando sull'immagine verrai reindirizzato sulla mappa generale dei percorsi di Valcamonica Rock App . L'app è un progetto della Società Storica e Antropologica di Valle Camonica; è accessibile da telefono e gratuita. Anche da pc è possibile visualizzare le mappe dei percorsi, esplorare i punti d'interesse, vedere immagini e leggere o ascoltare descrizioni dei graffiti. The themes of the engravings I simboli e le figure intagliati nella roccia lungo un periodo di circa 8000 anni descrivono temi collegati all’ agricoltura , alla navigazione , alla guerra , alla caccia , alla magia , ma rappresentano anche figure geometriche simboliche . Le prime tracce dell’uomo in Valle Camonica risalgono almeno a 13.000 anni fa, quando l’area fu interessata da una prima frequentazione umana a seguito dello scioglimento dei ghiacciai, ma solo con l’avvento del Neolitico (V - IV millennio a.C.) nella valle si insediarono stabilmente i primi abitanti. A questa fase si fanno risalire tradizionalmente alcune figure antropomorfe (i cosiddetti “ oranti ”, esseri umani schematici con le braccia rivolte verso l’alto) e certe “ raffigurazioni topografiche ”. Oranti, Capo di Ponte su questa porzione di roccia si vedono figure umane con braccia alzate in preghiera (oranti) e figure di labirinti Mappa di Bedolina Capo di Ponte (foto di Luca Giarelli) l'antichissima mappa è stata realizzata su una roccia che si affaccia sulla valle. Vi si vedono campi, strade, case Rosa camuna, Foppe di Nadro (foto di Luca Giarelli) La cosiddetta rosa camuna appare come un fiore quadrilobato accompagnato da punti interni ed esterni (in questa versione sono 5 + 4) e uno stelo a forma di freccia Santuario megalitico di Cemmo (Età del Rame) rilievo della statua menhir dal sito di Bagnolo, Malegno soggetto: rituale propiziatorio legato all'agricoltura e culto solare con riferimento al ciclo delle stagioni Scene di battaglia, incisioni rupestri dal Parco di Nadro Foppe di Nadro, Roccia 2 Sulla roccia vediamo una rappresentazione della rosa camuna e un personaggio la cui testa è circondata da un segno continuo e dei raggi (sciamano) ''zaziau'', dal sito di Ceto, Cimbergo e Paspardo, scritta in caratteri etrusco-camuni (fine VI -V sec. a. C.) I camuni non avevano una lingua scritta, ma in questo caso usano l'alfabeto etrusco per scrivere questa parola, che forse è il nome di una divinità Santuari Durante l'età dei metalli (III millennio a.C.), con lo sviluppo della prima metallurgia, la scoperta dell’aratura e del trasporto su ruota, in Valle Camonica si diffusero alcuni santuari composti da massi-menhir incisi . L’apice dell’arte incisoria nella valle fu raggiunto con l’Età del Ferro (I millennio a.C.), periodo al quale risale circa il 75% delle incisioni. Con l'assoggettamento del territorio all'impero romano (16 a. C.), la realizzazione di incisioni rupestri in Valle Camonica diventa meno frequente, anche se prosegue fino al Medioevo. Per la valorizzazione del complesso di archeologia rupestre sono stati costituiti 8 parchi archeologici e un museo nazionale della preistoria. PARCO NAZIONALE DELLE INCISIONI RUPESTRI Preistoria alpina vol. 51 - 2021 The ancients were certainly careful observers of the celestial vault and some rock carvings perhaps testify to ancient rituals that had to take place at certain times of the year, when the sky was dominated by some constellations. I'm talking about the ' cupels ', particular concavities carved into the rock which, according to some scholars, could be representations of stars. During the rituals, the cupels would be filled with oil or fat and set on fire, in order to replicate the constellations that appeared in the sky on earth. cupels from the Ceto site: comet or perhaps the Orion Belt, from the Ceto site What is certain is that the choice of these places since ancient times as a sacred area is not accidental: in some periods of the year, in fact, particular phenomena occur which, in the eyes of prehistoric men, must have appeared as magical. During the equinoxes, in the morning Pizzo Badile casts its shadow in the sky, while at sunset a ray of light is projected into the concarena rift . Coppelle from the site of Ceto, perhaps interpretable as the constellation of the Pleiades Riferimenti astronomici DOCUMENTARIO: Italia Viaggio nella Bellezza Per accedere ai contenuti dell'UNESCO clicca sul tasto UNESCO sulla pagina Home della presentazione Il tasto World Heritage List ti porta alla pagina dell'UNESCO dedicata al Sito Unesco n.94 Arte Rupestre della Valle Camonica Neolithic 6,000 - 4,000 a. C. sedentary (adj. sm) = who resides permanently in a place The men are now sedentary and live in villages where the activities and social situation of the inhabitants begins to be organized. Agriculture and livestock ensure better living conditions than in previous periods. Stone tools are more refined and clay is used not only to make everyday objects for processing and storing food, but also for making ritual objects, that is, objects to which magical powers are often attributed. polished stone tools from the Neolithic period Neolithic pottery Neolithic architecture The megaliths Verso la fine del Neolitico, sorgono i primi esempi di costruzioni megalitiche: edifici costruiti con massi colossali, distribuiti in un’area molto vasta, dalle isole britanniche alla Francia, fino alle coste del Nordafrica e a tutto il bacino del Mediterraneo. Sembra che i megaliti fossero destinati al culto , alla sepoltura e all'osservazione astronomica . La costruzione di queste architetture dipende da un’evoluzione sociale , cioè dalla creazione di tribù o di gruppi in grado di dividersi il lavoro; la suddivisione del lavoro ha come conseguenza una certa specializzazione, che a sua volta porta a miglioramenti tecnici nella lavorazione, nel trasporto e nella sistemazione dei massi; si tratta di un’evoluzione che ancora adesso crea grande ammirazione specie se consideriamo che, fino all’età del bronzo, non esistevano utensili in metallo di cui servirsi. megalith (sm) comes from the union of two Greek words: μέγας, | mégas |, that is "great" and λίθος, | líthos |, which means "stone" The megaliths are divided into: menhir (from Breton; means "long stone"). They are the simplest constructions and consist of large boulders planted vertically in the ground whose function is still unknown, although probably connected to funeral rites. They are found in France, in Great Britain, but also in Sardinia, Puglia and Sicily. Villa Sant'Antonio (Oristano) menhir di Monte Corru Tundu Alignments of menhirs, Carnac, France dolmen (from Breton; means "stone table"); these are triliths , that is structures formed by three stones of which the two vertical ones ( piers ) support the third ( architrave ), horizontal. It could have been a collective tomb , a sacred place or a site for making sacrifices . Most of the dolmens are located in Northern Europe, there are examples also in Southern Italy. dolmen of Chianca di Bisceglie (Puglia) Il sistema trilitico può essere considerato lo schema architettonico più semplice ed è ancor oggi alla base dell'architettura. cromlech (from Breton; it means “curved stone.” It is a complex of menhirs (in some cases also dolmens ) arranged in a circle . It was probably a sacred place linked to the cult of the sun , the star that regulates the cycles of day and night and that of the seasons. The best preserved cromlechs are found on the Iberian Peninsula and in Great Britain. Stonehenge The stele statues anthropomorphic [from gr. ἀνϑρωπόμορϕος, comp. of ἄνϑρωπος «man» and -μορϕος «-morph»]. - adj. Which has the appearance of a man, or is depicted in human form The statues-steles (or statue-menhirs) are anthropomorphic stone monuments, which fall within the phenomenon of megalithism, common to the pre-protohistoric populations of Europe starting from the third millennium BC. C. The stele-statues are present in many European cultures, from central-eastern Europe to Spain, in the Alps (from Aosta to Trentino), in Corsica and in Sardinia. In Italy, the oldest stele-statues are located in an area on the border between Liguria and Tuscany (the Lunigiana) as well as in northern Puglia. Stele Statue Museum, AC Ambrosi di Pontremoli Dolmen di Soto (Trigueros, Andalusia, Spagna) Vediamo una struttura megalitica complessa ritrovata in Spagna. Classificata come dolmen, è una struttura sotterranea di forma circolare, risalente al periodo Neolitico e databile tra il 5000 e il 4000 a.C. Il sito fu scoperto da Armando de Soto Morillas nel 1922. È un tumulo circolare con un diametro di 75 metri. Ha un passaggio a forma di V lungo 21 metri ed è largo 0,8 metri, alto 1,55 metri. All'estremità orientale del passaggio c'è una camera. Durante l'equinozio, il sole illumina per alcuni minuti l'interno del corridoio e la camera. Molte delle pietre erette hanno incisioni ed è considerato uno dei dolmen più grandi della Spagna. Il passaggio ha 31 menhir nella parte settentrionale e 33 nella parte meridionale. Le pietre erette sono di quarzite, arenaria e calcare e portano 20 pietre di copertura che costituiscono il tetto del passaggio. Al suo interno sono stati scoperti otto corpi sepolti in posizione fetale con accanto oggetti di corredo, tra cui pugnali, coppe e fossili marini. Sono state trovate anche incisioni su 43 pietre erette che descrivono esseri umani, tazze, coltelli e forme geometriche come semplici linee o cerchi. VIDEO - Dolmen di Soto Bradshaw Foundation Bollettino della Società Spagnola di Esplorazione Stonehenge WORLD HERITAGE LIST Il più famoso complesso megalitico dell’antichità è quello di Stonehenge (= “pietra sospesa” , in bretone), nell’Inghilterra meridionale. Si tratta di un cromlech , cioè un insieme di dolmen e menhir disposti a formare circonferenze concentriche . La costruzione di Stonehenge , come hanno dimostrato studi scientifici e ritrovamenti archeologici, ha coperto un arco di tempo di quasi millecinquecento anni, dal 3000 al 1500 a.C. circa, durante i quali il sito fu un un’area sacra dedicata al sole , un osservatorio astronomico e un calendario delle stagioni legato alla fertilità della terra . Ogni anno, in occasione dei solstizi d’estate e d’inverno, migliaia di persone si radunano attorno al cromlech di Stonehenge, nel sud dell’Inghilterra, per assistere a uno spettacolo unico al mondo: l’allineamento del primo raggio di sole con alcune pietre speciali . La struttura originaria era composta da un cerchio di 30 monoliti collegati da architravi, che rappresentavano forse i giorni del mese. Ciascun monolite è alto circa 4 metri e pesa 30 tonnellate, quanto 6 elefanti. Il materiale impiegato è arenaria grigio-azzurra proveniente da una cava a circa 30 chilometri dal luogo e lavorata in enormi blocchi di pietra a forma di parallelepipedo. Le pietre sono disposte in una doppia formazione concentrica , all’interno della quale si trova un semicerchio di pietre intorno a una lastra singola orizzontale chiamata “pietra dell’altare” How did they do it? The construction of Stonehenge is still a mystery. There is no certain evidence, but several hypotheses have been made about how the site was built. Of course, at Stonenge there are 44 bluestone , blue sandstone stones, which come from quarries at least 240 kilometers away . It has been calculated that it would take 14 years to travel this distance by sliding boulders onto tree trunks. To straighten each block and place the horizontal stones on it, the strength of 600 men is required. This makes us understand the great technical skills achieved by this people and asks us questions about why so much effort has been put into the creation of this site . Burial remains of individuals who were reportedly transported here from South Wales have been found in the area (the area of origin of the bluestones) which would prove that Stonenge would have been conceived as a center of worship for several groups of different origins ( ancestor worship ). The graphics, taken from Didatticarte , are a plausible hypothesis of how the large vertical stones ( piers ) were erected. The architrave was probably slid into position by building inclined embankments and filling the space between the piers with materials. Another hypothesis is that of gradual lifting with the construction of layers of logs until the desired level is reached. In this figure, the coupling system between architrave and piers: two tenons are visible on the piers (elements obtained by sculpting the top of the vertical stone). On the architraves there are grooves (mortises) which correspond perfectly to the tenons. Note also the sliding joints between the two architraves. To know more ARTICLE- National Geographic Eneolithic (Age of Metals) Towards the end of the Neolithic, around 4,000 BC. C. , man learns to melt metal to build ever more effective tools and weapons. In this first period, lithic tools (= stone) continue to be used alongside those in metal. This period of transition and new technical achievements is called ENEOLITHIC. The term is a compound of the Latin adjective aenĕus 'of bronze' and the -litic suffix 'of stone' and is therefore used to identify the period in which, alongside the stone, man introduces the production of metal tools, first in copper and later in bronze . L’età dei metalli si suddivide in tre periodi, legati al progresso tecnologico della fusione : man mano che si costruiscono forni capaci di raggiungere temperature sempre più alte, si passa dall’utilizzo di metalli con punto di fusione basso a metalli con punto di fusione sempre più alto. età del rame : (4.000 – 3.000 a.C.). Il rame (Cu) ha una temperatura di fusione di 1.085 °C. armi da taglio in rame; in Mesopotamia appaiono le prime forme di scrittura età del bronzo : (3.000 – 1.200 a.C.) Il bronzo è una lega di rame (Cu) e stagno (Sn), due metalli a bassa temperatura di fusione. La fusione del bronzo avviene tra 880 e 1020 °C. Il metallo che si ottiene è più duro del rame e più resistente alla corrosione. età del ferro : (1.200 – 500 a.C.). Il ferro (Fe) è un metallo ancor più resistente del bronzo. Il suo punto di fusione è di 1.538 °C, si devono quindi inventare dei forni capaci di raggiungere queste elevate temperature. Il vantaggio del ferro rispetto al bronzo è dato soprattutto dal minor peso che lo rende adatto alla realizzazione di armi e utensili più maneggevoli. The nuragic civilization La civiltà nuragica nasce in Sardegna, nel neolitico ma si sviluppa nell’età del bronzo, è un caso particolare nel panorama del Mediterraneo. I nuraghi (da nurra , cumulo di pietre) sono torri a tronco di cono a più piani, costruiti con una muratura a secco, cioè senza malta fra un masso e l’altro; una scala interna collegava i diversi piani. I nuraghi erano spesso collocati all’interno di un villaggio e occupavano una posizione elevata e aveva scopo difensivo. Il nuraghe forse più famoso della Sardegna, noto come Su Nuraxi , che in sardo significa Il Nuraghe, è a Barumini. Alto tre piani, è collocato in posizione elevata ed è circondato da una cinta muraria dotata di quattro torri di fortificazione. Il fatto che ai piedi del nuraghe si trovino i resti di capanne disposte in modo irregolare, dentro e fuori la cinta muraria, ha fatto pensare che questo edificio fosse la residenza di un capo che da qui governava i suoi sudditi e garantiva la difesa in caso di attacco nemico. Su Nuraxi, Barumini ( foto di Francesco Ghiani; licenza Creative Commons) Meraviglie - I Nuraghe di Barumini Meraviglie - I giganti di Mont'e Prama Back to Art History -First Class Up
- Paesaggio con montagne | ProfCasilli
LANDSCAPE WITH MOUNTAINS WITH INCREASING GRADATION OF INTENSITY Observing the landscape, Leonardo da Vinci realizes that the more distant mountains are, the clearer and less defined they appear. This phenomenon is called aerial perspective and you too can easily observe it. The cause of this phenomenon, as Leonardo already explains, is the presence of air between the eye of the observer and the object that is far away. In fact, so many corpuscles are suspended in the air which, when hit by the light of the sun, reflect the light. The farther the object is, the more this diffuse light interferes with our eye . The aerial perspective of the landscape in the painting Annunciation of the Virgin by Leonardo da Vinci PREPARATION OF THE WORKSPACE the sheet must be smaller than the media it should be glued with the paper tape making a frame all around the sheet should not be peeled off until the job it is finished and dry Execution To begin we prepare a sheet (a quarter of your rough drawing sheet is more than enough) glued to the support with paper-tape. Prepare the diluted blue color (prepare a good amount so you don't have to do it again in the course of work) Spread evenly across the paper and leave some white space for clouds only at the top of your sky. Let it dry Paint a mountain just below the clouds and work your way to the bottom of the paper. Let it dry again. Paint the second mountain (move the top a little so that it does not coincide with the previous one) After letting it dry, proceed with the subsequent drafts. As you can see, each draft appears a little more intense than the previous one: it is because the watercolor is transparent and each draft is added to the previous one. ATTENTION! When painting the different mountains, make sure that the top is always within the space already painted in the previous draft, otherwise your mountain will be 'cut' - one part will be lighter and another darker, ruining the final effect. NOTE: How to tell when the sheet is dry enough to work on it again Since this technique requires the use of a lot of water, it is normal for the sheet (especially if it is not watercolor paper of good thickness) to swell. It is precisely for this reason that before starting to paint we have to glue it to the support with a frame of paper tape all around. When the sheet dries, it returns to spread out. Also, by touching the sheet with your hand, you should feel it no longer wet and cold. Back to Watercolor Go to Dilution
- Post Impressionismo | ProfCasilli
POST IMPRESSIONISM Impressionism had paved the way for an art increasingly freed from the rules, both from a technical and a content point of view. Artists increasingly try to stand out for a personal approach and their works are beginning to be more and more determined in the choice of subjects and technique, from their emotions and from a subjective vision of the world. The material, both pictorial and sculptural, becomes the protagonist and the constituent elements of the work of art - sign, shape, color - become more and more visible, so much so that the subject of the work becomes more and more a pretext for making art. 5cde-3194-bb3b-136bad5cf58d_ In this context, experiences of experimentation are born, such as that, short but intense, of pointillisme (pointillism) or those of the Fauves and expressionism. Artists often adhere to these new trends for a certain period, but then continue their own personal path in search of a personal distinctive trait and there are many artists who, although aware of the novelties of the art world, do not adhere to any movement and they dedicate themselves to personal research: for example Cèzanne, Van Gogh and Gauguin. Trend ANALYTICS Pointillisme Divisionism George Seurat Giovanni Segantini Gaetano Previati Paul Signac Pellizza da Volpedo POST IMPRESSIONISM Trend SYMBOLIC Nabis Simbolisti Trend EXPRESSIVE Paul Sérusier Paul Gauguin Odilon Redon Maurice Denis Fauves Edvard Munch Preraffaelliti Paul Cézanne Cubismo Henri Matisse André Derain Espressionismo tedesco Art Noveau Liberty Modern Style Secessione Viennese Modernismo Titolo 6 Index of artists and movements POINTILLISME Morocco Van Gogh Scotland SYMBOLISM Scotland DIVISIONISM Scotland Gauguin Scotland Munch Scotland Cézanne Brazil Toulouse - Lautrec Scotland Section Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Slide Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content.
- L'arte greca | ProfCasilli
The Greek Civilization In this section, we will deal with the Greek civilizations that develop on the Aegean Sea Area starting from 3,000 BC. C. Obviously we will deal with it from an artistic point of view, but, as we have now begun to understand, art is always an expression of the life, culture and history of a people and technological advances are important in this history, as well as encounters with other civilizations. Evolution is always generated by meetings, exchanges and the broadening of one's perspectives. When you stop confronting, for fear of losing your identity, evolution stops, tries to counter the story that continues to advance and, generally, dies . L’arte greca è la base della nostra cultura artistica perché ha dettato regole e modelli che hanno continuato ad essere utilizzati per secoli . Quando si parla di arte greca s'intende non soltanto quella prodotta nella penisola greca, ma anche quella creata nelle colonie. L’arte greca è un insieme di tentativi, durati secoli, di ottenere la perfezione in tutti i campi : rappresentare un individuo umano di straordinaria bellezza, creare un edificio armonioso e costruito secondo rapporti matematici, come il tempio, o una struttura inserita perfettamente nell’ambiente naturale come il teatro. Linea del tempo La storia greca comincia con l’invasione dell'isola di Creta da parte dei Dori, una popolazione che, nel XII secolo a.C., sconfisse i Micenei e si impose su tutta la penisola greca creando, in un lungo periodo, tanti centri che condividevano religione, lingua e un’economia legata all’agricoltura e al commercio per mare . Questi centri, chiamati poleis , cercarono spazi di espansione prima a Oriente e poi a Occidente. I Greci, infatti, fondarono colonie in Asia Minore , l’attuale Turchia, (Efeso, Smirne, Alicarnasso), nella zona chiamata Magna Grecia (l’attuale Italia meridionale) e in Sicilia , e anche in Spagna e Africa. Queste colonie mantenevano usi e tradizioni della madrepatria. Diversamente da altre civiltà antiche, caratterizzate da un rigido potere centrale e una casta sacerdotale potente, nelle poleis greche i cittadini si sentivano liberi e partecipavano intensamente alla vita della propria città e non obbedivano ciecamente alle imposizioni della religione. L’abitudine a porsi domande sul perché delle cose senza accettare passivamente la volontà degli dèi portò alla nascita della democrazia (= la partecipazione dei cittadini al governo della città) e della filosofia (= la scienza che studia il perché delle cose). CRETA Overview Le Città palazzo Il Palazzo di Cnosso Elementi architettonici Dipinti Vasi minoici CRETA La civiltà che si sviluppa sull'isola di Creta, a partire dal 2.600 a. C. circa, è detta MINOICA e prende il nome dal mitico re Minosse. I Cretesi sono abili navigatori e danno vita ad una civiltà pacifica (le loro città non sono circondate da mura di difesa) e raffinata . Intorno al 1.200 a. C. l'isola viene conquistata dai Micenei, ponendo fine a questa civiltà. Heraklion Archaeological Museum Heraklion Archaeologic Museum-materiali in 3D Catalogo -The Archaeological Museum of Herakleion Alcuni manufatti interessanti che puoi vedere nel catalogo del Museo Archeologico di Heraklion pag. 77 - il palazzo pag. 83 - modelli in creta del palazzo pag. 100 - modelli colonne pag. 104 - altalena pag. 108 - la dea dei serpenti pag. 212 - esempio di scrittura lineare A pag. 220 - vasi pagg. 274-75; 281; 287-288; 290- vasi di soggetto marino (piovra) pagg. 308- 327 - gioielli pagg. 330-331 - tessere del mosaico della città pagg. 338-345 - sigilli in pietre dure incise pag. 402 - moneta con labirinto (III a. C.) Città palazzo : città la cui estensione coincide con quella del palazzo del re, articolato in tanti ambienti e su più livelli. Il cuore delle città cretesi erano i vasti ed eleganti palazzi reali in cui si concentravano il potere politico, quello religioso e le attività artigianali. L'assenza di mura difensive testimonia il carattere pacifico del popolo cretese. Si parla di città-palazzo , composte da molti edifici. L'arte cretese è gioiosa e prende spunto dalla natura (in particolare dal mare) e dalla società del tempo, come testimoniano i dipinti che decorano le sale dei palazzi, ma anche l'arte vascolare. Quello di Cnosso è il più importante palazzo di Creta ed è il simbolo della civiltà cretese. Gli scavi dell'area in cui sorgeva il palazzo vennero condotti dall'archeologo Arthur Evans nei primi decenni del Novecento. A lui si devono il consolidamento delle fragili strutture con inserti di cemento e la ricomposizione con colori vivaci delle pitture. La ricostruzione di Evans ha sollevato numerose critiche: si tratta infatti di interventi non reversibili, con materiali moderni, che è molto lontana dalla sensibilità di oggi che mira, invece, a conservare le strutture antiche senza cercare di cancellare il passaggio del tempo e che cerca di utilizzare gli stessi materiali utilizzati anticamente. Il palazzo, costruito intorno al 1.600 a. C., si sviluppava lungo una collina di fronte al mare. Era composto da circa 1.300 ambienti che si diramavano a partire da un grande cortile centrale nel quale si svolgevano riti religiosi, cerimonie e spettacoli. Oltre alla residenza del re , vi erano abitazioni , uffici per l'amministrazione, luoghi di culto , aree per gli spettacoli , botteghe e numerosi magazzini . Gli ambienti si articolavano su più livelli ed erano collegati tra loro da scale , corridoi e terrazze che creavano un vero e proprio labirinto ; logge e cortili consentivano l'illuminazione dei diversi ambienti. architrave abaco echino capitello fusto della colonna base della colonna Elementi architettonici Nel palazzo di Cnosso, troviamo delle colonne molto particolari in cui il fusto è più largo in alto e più stretto in basso. Accanto all'immagine trovi i nomi delle diverse parti fondamentali di una costruzione architettonica che abbiamo già cominciato a conoscere. Sul tuo quaderno di arte ricopia la colonna con la base, il capitello e l'architrave, trascrivi i nomi delle diverse parti e prova a darne una definizione. In the image we see a glimpse of the throne room. The walls are decorated with paintings representing pairs of griffins facing each other. Griffins are mythical animals with a lion's body and an eagle's head. They are symbols of determination and wisdom, qualities necessary for a king. Le pareti del palazzo sono decorate con colori vivaci . La tecnica utilizzata è la tempera stesa su pareti preparate con stucco, come già facevano gli egizi. I soggetti rappresentati sono persone, animali e piante. Splendido è il dipinto con la rappresentazione di delfini e pesci immersi nell'acqua cristallina del mare. I segni sullo sfondo rappresentano i riflessi dell'acqua in movimento. In questo dipinto, le alghe diventano elementi decorativi della cornice Knossos, Atrium of the dolphins . ! .700 - 1.400 ca. to. C. Il salto del toro (Taurocatapsia), affresco dal palazzo di Cnosso; Museo Archeologico Heraklion Anche questo dipinto proviene dal Palazzo di Cnosso. Osserva come la scena sia incorniciata da una cornice ornata con forme ricurve riempite con varie texture e alternate. Questo motivo e compreso tra cornici lineari più semplici, anche qui con colori alternati e trattini verticali. La scena è dipinta su uno sfondo azzurro uniforme. Al centro un toro in corsa e tre figure umane che rappresentano tre momenti di questo gioco di abilità: a sinistra un atleta afferra il toro per le corna e con un balzo volteggia sulla schiena dell'animale e poi atterra dietro l'animale. video-il salto del toro Vasi minoici Un aspetto interessante dell'arte cretese è quello che riguarda i vasi dipinti. Si tratta di oggetti con forme particolari e decorazioni molto raffinate. I temi sono influenzati dall'ambiente che caratterizza l'isola di Creta: piante, fiori e il mare. Ci sono anche vasi con decorazioni geometriche in cui prevalgono linee curve e spirali, probabilmente legate alla stilizzazione delle onde del mare. Lo stile di Kamares prende il nome da una località nella quale un buon numero di questi vasi sono stati ritrovati. I colori utilizzati sono: rosso, bianco, giallo su sfondo scuro. Nel XII secolo prevale il tema marino con conchiglie, polipi, pesci e alghe. Qui lo stile è più naturalistico e gli sfondi sono generalmente chiari. Vasi del XVIII secolo a.C. dipinti in stile di Kamares al Museo archeologico Heraklyon, Creta. Foto di Bernard Gagnon, Licenza Creative Commons Cratere con piede cilindrico in stile Kamares, terracotta dipinta, altezza 45 cm; 1750 - 1700 a. C., Museo Archeologico Heraklion ; autore dell'immagine I. N. Rython in stile marino, terracotta dipinta, altezza 20 cm, diametro dell'imboccatura 7, 1 cm, 1500 - 1450 a. C.; provenienza: Festo, Museo Archeologico Heraklyon ; autore dell'immagine:I. N. Vaso con polipo e fondale marino; terracotta dipinta, 1500 - 1450 a. C., altezza 27 cm. Provenienza dal sito di Palaikastro, zona est di Creta; Museo Archeologico Heraklion . Foto di E. S. Rython in stile marino, terracotta dipinta, altezza 32 cm; 1500 - 1450 a. C.; provenienza: sito di Zakros, Museo Archeologico Heraklion ; autore dell'immagine I. N. Micene Porta dei Leoni Tesoro di Atreo Oggetti in metallo Micene La civiltà micenea si sviluppa a partire dal 700 a.C. nella penisola del Peloponneso occupata dagli Achei, un popolo di guerrieri , pastori e agricoltori che abitava città-stato indipendenti, dominate da diversi re, fra le quali la più importante era Micene, da cui questa civiltà prende il nome. Le città rispecchiano il carattere del popolo: non presentano la raffinatezza delle città-palazzo cretesi; sono collocate in posizione elevata e sono protette da mura di difesa imponenti , realizzate con enormi blocchi di pietra, tanto da far nascere la leggenda che fossero state costruite da giganti. I micenei attaccarono e conquistarono Creta, ma, in un certo senso, furono a loro volta conquistati dall'arte e dalla cultura minoiche, tanto da riportare nei loro palazzi decorazioni e oggetti ispirati all’arte cretese. I micenei vennero a loro volta sconfitti da un altro popolo greco, i Dori, intorno al 1100 a.C. Nel 1879, l'archeologo Heinrich Schliemann, guidato dalle pagine di antichi storici greci, oltre che dai poemi omerici, compì diversi scavi a Micene scoprendovi le cosiddette tombe degli Atridi e i loro grandi tesori. La Porta dei Leoni La Porta dei Leoni era l'accesso principale alla città di Micene. Prende il nome dalla decorazione a bassorilievo sul triangolo di scarico, sopra l'architrave. Vediamo due leoni rampanti, cioè con le zampe sollevate, disposti in modo simmetrico ai lati di una colonna. Per la costruzione della porta, viene applicato il sistema trilitico . Risale al 1300 a.C. circa, e fa parte del sistema di fortificazioni delle mura ciclopiche. Non venne mai sepolta, anzi indicava il luogo dei resti di Micene quando l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann scavò con successo la rocca e la necropoli. Porta dei Leoni a Micene, 1300 a. C. ; foto: licenza Creative Commons Il Tesoro di Atreo Il Tesoro di Atreo , anche noto come Tomba di Agamennone , è una tomba monumentale interamente sotterranea, scoperta da Heinrich Schliemann all'esterno delle mura di Micene. Si tratta di una tomba a tholos , costruita cioè, con circoli di pietre inclinate di circonferenza sempre più stretta in modo da formare un cono. La falsa cupola è alta tredici metri e ha un diametro di 14,50 metri: per trovare una costruzione in muratura con una copertura voltata altrettanto ampia si deve aspettare fino al periodo romano quando viene costruito il Pantheon, 1400 anni dopo. Grande attenzione fu posta nel posizionamento delle enormi pietre, sia per garantire la stabilità alla volta, gravata dalla forza di compressione generata dal grande peso, sia per ottenere una superficie interna perfettamente levigata, dove un tempo dovevano risaltare le decorazioni in oro, argento e bronzo. Il dròmos è un corridoio scoperto e inclinato che conduce alla tholos; è lungo 36 metri e ha pareti rivestite di pietre. La sala circolare della tholos era un luogo di culto, mentre attraverso un accesso laterale si accedeva alla camera funeraria vera e propria, scavata con una forma pressoché cubica. Il portale di ingresso del tumulo presentava una ricca decorazione: semicolonne in calcare verde con motivi a zig-zag sul fusto, un fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali per la lastra in marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave . I capitelli sono a cavetto, simili a quelli lotiformi egizi. Altre decorazioni erano intarsiate con porfido rosso e alabastro verde, un lusso sorprendente per l'età del bronzo . Gli elementi decorativi ritrovati durante gli scavi si trovano al British Museum di Londra. Frammento di una delle due colonne in marmo verde scolpito, proveniente dal Tesoro di Atreo, Micene (1350-1250 a. C.); British Museum Frammento di decorazione in gesso a bassorilievo, proveniente dal Tesoro di Atreo (Micene). Il frammento presenta le zampe anteriori di un toro che procede verso sinistra. Molto probabilmente si tratta di una decorazione di origine cretese (1350 - 1250 a. C.); British Museum Frammento di basso rilievo con testa di toro rivolta verso destra; dal Tesoro di Atreo (Micene); British Museum, Londra Cornice in marmo rosso con coppie di rosette opposte separate da triglifi (130 - 1250 a. C.); dal portale d'ingresso del Tesoro di Atreo (Micene); British Museum Frammento di decorazione in marmo verde con girali e dischi; la lastra triangolare andava a chiudere un triangolo di scarico al di sopra di un portale; dal Tesoro di Atreo (Micene), 1350 - 1250 a. C.; British Museum Frammento in marmo rosso con decorazione a spirali dal portale d'ingresso del Tesoro di Atreo (Micene), 1350 - 1250 a. C.; British Museum Oggetti in metallo Nel corso degli scavi archeologici condotti da Schliemann, vennero alla luce diversi oggetti che testimoniano la grande abilità dei Micenei nella lavorazione dei metalli Museo Archeologico Nazionale di Atene VIRTUAL TOUR- Museo Archeologico Nazionale di Atene VIDEO - Le civiltà egee Arte Greca L’arte greca si suddivide in quattro periodi principali: Periodo Geometrico : IX - VII sec. a. C Periodo Arcaico : VII - metà del V sec. a.C.: si pongono le basi dell’architettura (in particolare del tempio) e si realizzano le prime sculture nella forma di kouroi e korai (giovinetti e giovinette). Periodo Classico : metà del V sec. - metà del IV sec. a.C.: periodo di massimo splendore dell’arte greca. Periodo Ellenistico : dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) al I sec. a.C: periodo di diffusione dell’arte greca in tutto il mondo conosciuto con sviluppo di caratteri nuovi (espressione del sentimento, attenzione per gli aspetti sgradevoli dell’esistenza, architettura monumentale). Periodo geometrico (XI - VIII sec. a. C.) È il periodo in cui i Dori conquistano i territori dei Micenei. Di questo periodo ci sono arrivati prevalentemente vasi dipinti decorati con motivi geometrici (da cui deriva il nome dato a questo periodo). Molti vasi sono stati ritrovati soprattutto in Attica, nella necropoli di Atene presso il Dìpylon (antica porta di Atene). Sono vasi molto alti e venivano utilizzati per segnalare una sepoltura. Presentano una tipica decorazione con vernice nera su sfondo chiaro , costituita da figure astratte : meandri , greche , svastiche , triangoli e linee orizzontali di separazione . Anche eventuali figure di uomini e animali sono estremamente stilizzati . Anfora, periodo geometrico medio. Da Kerameikos (850-800 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Oinochoe con imboccatura trilobata; da Atene; periodo geometrico (750 - 725 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Pisside attica con quattro cavalli sul coperchio, tardo periodo geometrico; da Kerameikos. (750-735 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Cratere attico, tardo periodo geometrico. Kerameikos (Dipylon) (750-735 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Grande anfora (Anfora del lamento funebre); ALTEZZA: 155 CM; tardo periodo geometrico (760-750 a. C.); da Atene; Museo Archeologico Nazionale di Atene MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ATENE Didatticarte - Arte greca - periodo geometrico Denominazione delle parti di un vaso. Principali forme ceramiche e loro funzioni (da Arte. Una storia naturale e civile. Vol 1, Einaudi scuola), ripreso dal Diariodell'arte.it Lettura dell'opera Anfora della lamentazione funebre (760 - 750 a. C.) Questo grande vaso è stato ritrovato presso il Dypylon (porta monumentale di Atene, costruita nel IV sec. a. C., con due ingressi e che conduceva al quartiere dei vasai), in una necropoli con sepolture datate tra il IX e il VII sec. a. C. Alto 1,55 m, è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. Si tratta di un'anfora funeraria , in stile tardo-geometrico. L'anfora era destinata ad essere usata come "segnale" per la sepoltura di una nobile donna ateniese, appartenente ad una famiglia importante che poté permettersi di commissionare il vaso funerario dotato di simili dimensioni monumentali, il più antico a noi giunto. Il vaso, che poteva ricevere le libagioni versate dalle persone in lutto, aveva funzione essenzialmente commemorativa e funeraria: era ad un tempo il segno della tomba della nobildonna e un monumento alla sua memoria. Il tipo di vaso era determinato dalla tradizione: nel secolo precedente, quando gli ateniesi usavano cremare i loro morti, per le ceneri delle donne si usavano le anfore, per quelle degli uomini i crateri. L'anfora presenta 65 fascie sovrapposte che girano tutt'intorno al vaso e hanno ampiezza variabile, a seconda della posizione. Le fasce presentano motivi con greche, meandri, rombi, triangoli. Al centro, in corrispondenza dei manici, vi è una scena di lamentazione funebre in onore di una donna. Vi compaiono 39 figure stilizzate necropoli = dal greco, vuol dire 'città dei morti' ed è un luogo, generalmente fuori dalla città, dove venivano sepolti i defunti anfora = vaso di terracotta con due manici. Il corpo può avere diverse forme, a seconda di ciò che era destinato a contenere cratere = grande vaso utilizzato per mescolare vino e acqua. Ha una imboccatura molto ampia e due manici nella parte bassa del corpo libagione = offerta sacrificale di bevande particolarmente diffusa nei riti dell'antichità in modo geometrico. Al centro vi è il corpo della defunta sdraiato su un letto, davanti, alcune figure femminili accovacciate per terra, sono riconoscibili dai lunghi abiti che coprono le gambe. Si osservi il canone di proporzione che è stato utilizzato: la testa è un piccolo cerchio con una protuberanza all'altezza del mento, l'altezza di testa e collo è metà dell'altezza del tronco, il busto (mostrato frontalmente) è un triangolo con bastoncini al posto delle braccia. Il corpo è quasi tagliato in vita e alle ginocchia: le distanze tra vita e ginocchio e tra ginocchia e piedi sono praticamente identiche. La silhouette del Dipylon con le sue articolazioni è la somma di parti distinte e matematicamente correlate. Nella rappresentazione della scena viene evitata la sovrapposizione delle figure . La coperta a scacchi che dovrebbe ricoprire il cadavere della nobildonna è mostrata come una tenda tesa al di sopra del suo corpo con il bordo inferiore che ne segue la linea in modo da non confondersi con esso. Tutte le figure sono poste sullo stesso piano ; i dolenti che si trovano a fianco del letto funebre in realtà lo circondavano in un pianto rituale. Allo stesso modo, le figure sotto il feretro si trovavano di fronte ad esso. Attraverso l'appiattimento dello spazio quasi niente risulta nascosto. Il vaso a causa delle dimensioni è stato costruito in sezioni riunite in un secondo momento; l'angolo acuto, formato dall'incontro tra la forma ovoidale del corpo e la forma cilindrica del collo, è stato lasciato in evidenza. Il ceramista infine ha aggiunto due maniglie doppie. La struttura sembra rispondere ad un preciso schema proporzionale: l'altezza è doppia della larghezza, il collo è la metà dell'altezza del corpo. La parte pittorica è stata eseguita con una soluzione di argilla e acqua, che sarebbe diventata scura dopo la cottura del vaso. Periodo arcaico (VIII - VI sec. a. C.) Epoca in cui sorgono le colonie della Magna Grecia; vengono edificati i primi templi e realizzate le prime sculture con soggetto umano, i koùroi e le kòrai . Le figure, anche se rigide, sono già idealizzate, esprimono cioè una bellezza idealizzata e una perfezione inarrivabile per gli uomini comuni. I vasi di quest’epoca sono decorati con figure umane dipinte di nero. Statua in marmo rappresentante un kouros, ritrovato ad Anavyssos, Attica ca. 530 a. C.; altezza 195 cm Le due opere sono conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene statua in marmo di una kore, trovata a Merenda, in Attica (550-540 a. C.); altezza 235 cm, compreso il piedistallo La ricerca del corpo perfetto La bellezza del corpo umano era per i Greci una vera ossessione. Sin dall'epoca arcaica cominciarono a creare statue a grandezza naturale cercando di realizzare una figura umana perfetta. Queste prime sculture raffigurano generalmente giovani maschi nudi, i cosiddetti Kouroi (singolare Kouros). Non si tratta di ritratti di personaggi reali, ma di rappresentazioni dell'uomo ideale: atletico, giovane, sicuro e con un leggero sorriso sulle labbra, ad indicare la superiorità di chi sa di essere superiore. Tra le sculture arcaiche, si trova anche la Kore , una figura femminile vestita (al plurale korai). Come il kouros, ha una posizione rigida, forme massicce e lo stesso sorriso, appena accennato. La kore porta sempre il peplo, il tipico abito delle donne greche, che scende liscio lungo il corpo e ha il braccio sinistro sollevato per tenere un'offerta. Kuroi e korai, infatti, venivano realizzati per i santuari, come doni alle divinità. Le statue, inoltre, erano colorate con tinte molto vivaci , esattamente come i templi. Ma questo non toglieva nulla a quel senso di immobile perfezione che queste statue volevano raggiungere. Particolare della Kore Phrasikleia ritrovata a Merenda Ricostruzione cromatica della Kore Phrasikleia Confronto Le statue greche del periodo arcaico presentano dei caratteri simili a quelle della civiltà egizia. STATUA MASCHILE EGIZIA KOUROS (statua greca arcaica postura rigida sguardo rivolto in avanti forma trapezoidale del copricapo (nemes) assenza di espressione del volto braccia lungo i fianchi mani chiuse a pugno gamba sinistra spostata in avanti ginocchio ben definito, ma non piegato entrambe le piante dei piedi poggiano completamente sulla base la statua non viene liberata dalla pietra del blocco da cui è ricavata postura rigida sguardo rivolto in avanti forma trapezoidale della capigliatura sorriso enigmatico braccia lungo i fianchi mani chiuse a pugno gamba sinistra spostata in avanti ginocchio leggermente piegato piede posteriore completamente appoggiato, piede anteriore appoggiato parzialmente statua a tutto tondo: la figura viene completamente liberata dalla pietra non necessaria (osserva: tra le gambe e tra le braccia e il busto Statua di Micerino (2490 - 2472 a. C.) e della regina Khamerernebti II, rinvenuta nel tempio mortuario del faraone a Giza. Museum of Fine Arts, Boston Kouros di Anavyssos visto da dietro Periodo classico (480 - 323 a. C.) È il periodo compreso tra la sconfitta dei Persiani e la morte di Alessandro Magno. Ad Atene vengono realizzati gli edifici sacri dell'Acropoli : l'arte greca vive il suo momento di maggiore splendore. È l'epoca dei grandi scultori Mirone , Policleto , Fidia e Prassitele . Le statue hanno pose più naturali ed equilibrate. La pittura vascolare è caratterizzata da figure rosse su sfondo nero. Dedichiamo particolare attenzione a questo periodo perché gli elementi più originali della cultura e dell'arte greca classica continueranno ad influenzare il pensiero nelle sue diverse forme e l'arte fino ai nostri giorni. Cerchiamo di vedere, di seguito, gli elementi più importanti e caratteristici del periodo. Il primo e più importante aspetto della cultura greca, che influenza profondamente anche l'arte è la razionalità : i Greci, inventori della filosofia , cercano di utilizzare la ragione per comprendere il mondo che li circonda e attraverso la ragione cercano di misurare tutte le cose, definendo una regola di proporzione che utilizzeranno nella scultura e nell'architettura (canone di Policleto ). I filosofi più famosi sono Platone e Aristotele che insegnano nella scuola peripatetica di Atene: una scuola non fatta di aule e banchi, ma un giardino nel quale i filosofi passeggiavano conversando coi loro studenti. I filosofi si ponevano tante domande sui fenomeni della natura, su quale fosse il migliore sistema politico, su ogni aspetto della vita umana. Stupefacente è per noi moderni sapere che l'idea di atomo è stata concepita da un filosofo greco, Democrito, vissuto tra il 460 e il 370 a.C.: l'atomo viene definito come la particella più piccola e indivisibile della materia ed è accompagnato dall'idea di vuoto. Partendo da questa visione, nei secoli successivi filosofi e scienziati studieranno la materia di cui sono fatte tutte le cose, gettando le basi della scienza. Tra gli argomenti trattati dai grandi pensatori greci c'è anche quello della bellezza. È così che si viene a definire il concetto di bellezza ideale : una bellezza perfetta che non esiste nella realtà, ma che deriva dall'insieme di elementi presi da diversi individui. Tali elementi consistono, per esempio nella forma e nella lunghezza del naso, la dimensione, la forma e la distanza degli occhi dal naso e così via per tutte le parti del corpo. La storia Siamo all'epoca della Seconda guerra persiana (480 - 479 a. C.), quando i Persiani, guidati da Serse I di Persia, tentano nuovamente di invadere e conquistare la Grecia dopo il primo e fallimentare tentativo della Prima Guerra Persiana (492 - 390 a. C.), condotta per ordine di Dario I di Persia e conclusasi con la ritirata degli aggressori in seguito alla sconfitta a Maratona . Dopo la morte di Dario, suo figlio Serse impiegò vari anni per pianificare la seconda spedizione, dovendo infatti raccogliere una flotta e un'armata di dimensioni colossali. Gli Ateniesi e gli Spartani guidarono la resistenza ellenica, costituita da un'alleanza militare di circa trentuno poleis (Lega Panellenica). Bisogna anche dire che la maggior parte delle città greche rimase neutrale o si sottomise spontaneamente al nemico. L'invasione cominciò nella primavera del 480 a.C.: l'armata persiana attraversò l'Ellesponto e marciò in direzione della Tessaglia, attraverso la Tracia e la Macedonia. L'avanzata terrestre delle forze persiane venne però bloccata presso il passo delle Termopili , dove un piccolo esercito guidato dal re spartano Leonida I ingaggiò la storica battaglia. Il valore e la determinazione dell'esercito greco permise di ritardare di due giorni l'avanzata dei Persiani. La sconfitta dei greci, tutti uccisi in battaglia, fu dovuta al tradimento di un greco che indicò ai Persiani un passaggio tra le montagne poco sorvegliato che consentì loro di prendere i Greci alle spalle, accerchiandoli completamente. Nello stesso momento, la flotta persiana veniva bloccata da quella Ateniese e dei suoi alleati presso Capo Artemisio . Alla notizia dell'esito della battaglia delle Termopili, la flotta ellenica si trasferì più a sud, in direzione di Salamina. Intanto le forze persiane avevano sottomesso la Beozia e l'Attica, giungendo fino ad Atene, che, abbandonata dai suoi abitanti, venne conquistata e incendiata. I Greci avevano previsto una seconda linea di difesa presso l'iatmo di Corinto, che venne fortificato a protezione del Peloponneso. Temistocle convinse tutti gli alleati ad ingaggiare una battaglia navale nello stretto braccio di mare che separava l'isola di Salamina dalla costa attica sfruttando la grande manovrabilità delle navi greche, più piccole rispetto alle grandi e pesanti navi da guerra persiane, lente e difficili da manovrare nello stretto braccio di mare scelto dai greci come teatro della battaglia. I persiani sconfitti, si ritirarono tornando in Asia, lasciando in Grecia un esercito di 300 000 soldati. Anche questo contingente persiano venne sconfitto dagli Ateniesi e dai loro alleati, la primavera seguente nella battaglia di Platea, per terra e nella battaglia navale di Micale. I Persiani furono costretti a ritirarsi e persero la loro influenza economica e commerciale sul Mar Egeo . Nel 479 a.C. i greci attaccano i Persiani scacciandoli definitivamente dall'Europa, dalle isole dell'Egeo e dalle colonie greche della Ionia. Per i Greci la bellezza esteriore corrispondeva a qualità positive della persona : un po' come dire che una persona bella era per loro anche buona. I Greci inventano anche il teatro : commedie e tragedie che vengono rappresentate da attori professionisti (solo uomini) all'interno di luoghi creati apposta, i teatri, appunto. Molti aspetti del teatro moderno derivano da quello greco, sia nel modo di organizzare lo spettacolo che nella forma dell'edificio stesso. I Greci inventano anche la democrazia , cioè un sistema politico basato su una rappresentanza della popolazione. Certo, rispetto ad oggi ci sono delle differenze, ma il principio di base è ancora quello: non c'è un'unica persona che decide per gli altri, ma un insieme di persone, scelte dai cittadini, che discutono insieme e prendono quindi le decisioni migliori per tutta la popolazione. Arte Greca del Periodo Classico Vediamo ora alcune delle opere più importanti e significative realizzate in questo periodo. PITT URA I Greci si cimentano nell'utilizzo di diverse tecniche artistiche, tuttavia, sebbene ci siano testi che descrivono la bravura di grandi artisti, abbiamo pochissimi esempi di dipinti, che sicuramente i Greci realizzavano sia come decorazioni sulle pareti degli edifici, sia come quadri veri e propri appesi alle pareti. Alcune testimonianze riguardano il territorio greco, altre provengono dai territori della Magna Grecia, quindi dall'Italia Meridionale, dove i Greci avevano fondato diverse colonie. La sapienza dei Greci, però non va perduta e sarà la base sulla quale si formerà la pittura Romana. Tomba del tuffatore , visione complessiva; tempera su intonaco (480 - 470 a.C. ca.); dimensioni: 78 x 194 x 98 cm; Museo Archeologico Nazionale di Paestum Unico esempio di pittura di età greca della Magna Grecia, la Tomba del tuffatore è una sepoltura a lastroni, chiusa da una copertura piana, con affreschi sulle pareti interne. Sulla lastra di copertura è dipinto un uomo che si tuffa in acqua: il tuffo simboleggia il passaggio dalla vita alla morte. Sulle quattro lastre, che costituiscono le parti della cassa, sono rappresentate scene tradizionali di banchetto (lati lunghi nord e sud) e personaggi in cammino (lati brevi est ed ovest). I personaggi dei banchetti, a gruppi di due, sono presentati con grande vivacità in diverse posizioni: mentre giocano, suonano o conversano animatamente. Il pittore ha utilizzato la tecnica a tempera con il procedimento della sinopia, su di un intonaco di calce e sabbia, applicato in due strati dei quali il più sottile, in superficie, ben levigato e liscio, contiene anche una polvere di marmo che gli conferisce brillantezza e consistenza. inte del IV secolo a.C. Il dipinto che rappresenta il ratto di Persefone è stato ritrovato nel 1977 in una località vicino a Salonicco, in una tomba vicino a quella di Filippo II il Macedone e probabilmente conteneva le spoglie di un membro della famiglia reale. L'affresco, sebbene rovinato dal tempo, è di alta qualità. La quadriga viene mostrata di tre quarti, le vesti e i capelli sono scompigliati a causa dell’impeto della corsa. La scena è pervasa di grande drammaticità, come si può notare dalla gestualità del dio Ade, che sta ancora salendo sul carro, e soprattutto di Persefone, colta in un’espressione di sorpresa e disperazione. Il dipinto, realizzato verso la fine del periodo classico, presenta grande dinamismo e drammaticità, aspetti che diventeranno di lì a poco caratteristici del periodo Ellenistico Rapimento di Persefone, affresco, 100x350 cm circa (350 a.C. circa), tomba di Persefone, Vergina, Grecia. SCULTURA La scultura nel periodo classico abbandona la rigidità e la staticità arcaiche per assumere maggiore naturalezza . I corpi sono più simili alla realtà e vengono rappresentati in movimento. Discobolo Lancellotti, copia romana del Discobolo di Mirone (450 a.C. ca), realizzata probabilmente nel II secolo d.C.; altezza 156 cm; Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma La statua del Discobolo Lancellotti raffigura un atleta colto nell’attimo che precede il lancio del disco. Unico esemplare quasi interamente conservato del tipo, la statua è una replica fedele di una delle opere più ammirate dell’antichità: il Discobolo in bronzo dello scultore greco Mirone (ca. 450 a.C.). Scoperto nel 1781 a Roma, sull’Esquilino presso villa Palombara, il Discobolo Lancellotti fece parte per lungo tempo della collezione privata della famiglia Lancellotti (da cui deriva il nome) nel Palazzo Massimo Lancellotti a Roma. Acquistato nel 1938 da Adolf Hitler, è rimasto nella Gipsoteca di Monaco di Baviera fino al 1948. Dal 1953 si trova nel Museo Nazionale Romano. Del Discobolo Lancellotti sono di restauro il polpaccio destro, le dita della mano sinistra, la base ovale che comprende il plinto antico e forse un’estremità inferiore del disco; risultano integrati (riattaccati) il braccio destro e il piede sinistro. Nell'opera coesistono l'idea di equilibrio (piede destro appoggiato sulla base e sinistro di cui appoggia solo la punta) e di movimento espressa dalla posizione del disco colto un attimo prima che venga lanciato. La statua non rappresenta una persona particolare, ma in generale un atleta che lancia il disco. Del discobolo esistono numerosi esemplari, ma soltanto il Discobolo Lancellotti è completo. Nella seconda foto è riprodotto l'esemplare esposto nel British Museum, puoi notare come l'angolo della testa sia diverso. La versione del British Museum era stata trovata priva di testa e restaurata, come si faceva in passato, utilizzando pezzi anche senza avere la certezza che appartenessero proprio a quell'opera. Questa immagine, tuttavia, ci permette di apprezzare il dinamismo della composizione. Discobolo di Mirone , vista frontale; copia romana in marmo dell'originale greco in bronzo (The Townley Diskobolos), II sec. s.C.; proveniente dalla villa di Adriano a Tivoli. Altezza 170 cm; la testa di questa scultura è stata incollata con un angolo scorretto; collocazione: British Museum (Londra) LETTURA DELL'OPERA Doriforo di Policleto Policleto è lo scultore che nel periodo classico definì le regole di proporzione utilizzate da allora in poi per realizzare tutte le parti del corpo in modo perfetto. Queste regole sono raccolte in un libro destinato agli scultori (Canone ). L'insieme delle regole stabilite da Policleto si chiama CANONE DI POLICLETO . Il canone di Policleto stabilisce come unità di 'proporzione' la testa e dice che per realizzare una figura proporzionata l'altezza dev'essere pari a 8 teste. Doriforo di Policleto . Copia romana in marmo dell'originale greco in bronzo(450 a.C.); altezza 212 cm; ritrovato a Pompei e conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) Perché non si parla di misure precise, ma di proporzioni? Vediamo ora le caratteristiche principali: la statua è realizzata in marmo , è alta 212 cm e poggia su un piedestallo è una copia romana ritrovata a Pompei di una scultura greca del periodo classico realizzata da Policleto la statua originale di Policleto era in bronzo nella versione in marmo viene aggiunto un contrappeso a forma di tronco per assicurare stabilità alla scultura la testa è caratterizzata da capelli corti, riprodotti con ciocche ondulate in modo molto minuzioso. il viso è leggermente girato verso destra il viso è armonioso (dimensione della testa e delle sue parti) e corrisponde all'ideale di bellezza la scultura non rappresenta una persona reale, ma una figura idealmente perfetta , colta nel momento più perfetto della vita - la giovinezza il corpo è ben proporzionato (canone di Policleto ) anatomia del corpo molto naturalistica (lo scultore osserva la realtà e riproduce non solo le forme, ma anche la tensione o la rilassatezza dei muscoli per dare naturalezza alla postura del personaggio, Policleto utilizza il CHIASMO A causa della posizione assunta dal personaggio, Policleto conferisce alla scultura del Doriforo un andamento ad S : si tratta di una compensazione della colonna vertebrale che assume il nostro corpo per mantenere al centro il baricentro CANONE DI POLICLETO : l'unità di proporzione è la testa; la figura intera è alta 8 teste CHIASMO : il termine deriva dalla lettera greca detta 'chi' (X) e indica una opposizione tra gli arti superiori e inferiori: braccio destro rilassato lungo il corpo, gamba sinistra piegata braccio sinistro piegato, gamba destra tesa Andamento ad S : dal momento che una gamba è tesa e una è piegata, il bacino risulta inclinato e la spina dorsale assume una curvatura ad S per mantenere al centro il baricentro del corpo Questa statua viene tradizionalmente interpretata come un 'doriforo', cioè un portatore di lancia (un lanciatore di giavellotto, diremmo oggi), anche se gli storici dell'arte stanno ultimamente avanzando altre ipotesi interpretative (cfr. video). Nella mano sinistra chiusa a pugno era sicuramente inserita una lancia in bronzo, che però non è arrivata fino a noi. Osservando bene la statua, si possono vedere ancora delle tracce di colore sulla testa. Fregio del Partenone - British Museum Periodo ellenistico (323 - 31 a.C.) Epoca compresa tra la morte di Alessandro Magno e la battaglia di Azio che, con la conquista dell'Egitto da parte dei Romani, segna il declino della civiltà greca. L'Oriente è ora sotto il controllo dei romani e non più dei greci. L'arte di questo periodo esprime la crisi della civiltà greca : le opere presentano una maggiore accentuazione del movimento , le figure non sono più caratterizzate dalla bellezza ideale, da eleganza e compostezza, compaiono espressioni di emozioni forti sui volti. Laocoonte e i suoi due figli lottano coi serpenti , scultura greca della scuola di Rodi (I secolo), Museo Pio-Clementino, MuseiVaticani Il gruppo del Laocoonte è stato ritrovato nel 1506 sul colle Oppio. Sembra che allo scavo abbiano assistito all’epoca anche Michelangelo e Giuliano da Sangallo, inviato dal papa affinché giudicasse il valore del ritrovamento. È stato proprio Sangallo a identificare la scultura come quella descritta da Plinio. Dopo la scoperta, papa Giulio II, appassionato collezionista dell’arte classica greca e romana, acquistò la statua e la fece posizionare nel cortile delle statue progettato dal Bramante all’interno del Giardino del Belvedere dei Musei Vaticani, il cui scopo era proprio quello di ospitare la collezione artistica del papa. La realizzazione del Giardino ha rappresentato, quindi, una sorta di atto di fondazione dei Musei di cui il gruppo del Laocoonte è ancora una delle opere più importanti. La scultura rappresenta la morte del sacerdote e dei suoi due figli mentre vengono stretti tra le spire dei serpenti marini: qui, Laocoonte è stato raffigurato in un movimento instabile mentre cerca di liberarsi dalla stretta dei serpenti. È evidente lo sforzo così come la tensione anche emotiva del personaggio: è un dolore sia fisico che spirituale quello raffigurato nel gruppo scultoreo tramite la torsione del busto per cui il personaggio assume una posa innaturale , mentre il volto corrucciato testimonia il dolore che prova per sé e per i suoi figli. Questa sua impetuosità e agitazione si contrappongono alla fragilità e alla debolezza delle figure dei figli che pregano per il suo aiuto: lo spettatore non può far a meno di provare empatia con il dolore del padre e dei figli. Nike di Samotracia , scultura in marmo pario (h. 245 cm) di scuola rodia, dalla discussa attribuzione a Pitocrito, databile al 200-180 a.C. circa e oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi. La Nike di Samotracia ci è arrivata acefala, cioè priva della testa, questo però non diminuisce il valore dell'opera in cui lo scultore riesce a darci il senso di un grande dinamismo. La figura femminile è posta sulla prua di una nave, ha la gamba destra avanzata, come se stesse per spiccare il volo. L'abito in tessuto leggero aderisce al corpo, lasciandone intravedere le forme, secondo la tecnica del tessuto bagnato che era stata introdotta già nel periodo classico. L'abito svolazza verso il retro della figura, rendendo visibile la forza del vento contrario alla direzione in cui si sta muovendo la nave. La scultura della Vecchia ubriaca ci presenta una figura femminile accosciata che tiene fra le braccia una damigiana di vino decorata con un serto di vite con foglie e grappoli d'uva. La testa girata verso l'alto è quella di una donna anziana il cui viso è segnato da profonde rughe, con le guance cadenti e caratterizzato da un'espressione vacua. Il corpo è smagrito e l'abito è indossato con noncuranza (un braccio completamente scoperto e il pallio che le scende dalla spalla sinistra. Qui la bellezza ideale lascia il posto ad una rappresentazione molto spinta della realtà. La figura incarna il senso di smarrimento di una donna ai margini della società. Mirone di Tebe, La vecchia ubriaca , copia romana da un originale ellenistico del 300-280 a.C. circa; marmo, h 94 cm; Musei Capitolini, Roma Architettura Nel mondo greco le sculture erano spesso il completamento naturale dell'architettura, e in particolare dei templi. Le poleis erano generalmente caratterizzate da una zona più elevata, l'acropoli , sulla quale si concentravano gli edifici destinati al culto (templi). Nella parte bassa della città, invece, c'era una zona dedicata alle attività civili, come attività commerciali, tribunali e luoghi di riunione, nelle quali veniva esercitato il potere politico dell'aristocrazia, espressione della democrazia greca (l'agorà ). Anche il tempio era espressione della cultura razionale greca e della ricerca dell'armonia, ottenuta attraverso una ricerca delle proporzioni geometriche delle sue diverse parti. L'armonia riguardava anche la collocazione del tempio in relazione agli edifici circostanti. Oltre al tempio, un altro edificio di grande importanza era il teatro, luogo della cultura, aperto a tutti, i cittadini. Il tempio Il tempio greco deriva dal mègaron, la sala principale del palazzo miceneo, cui però veniva assegnata una funzione di culto. La statua della divinità era collocata nella sala più lontana dall'ingresso ed aveva, generalmente, dimensioni mastodontiche, in modo da poter essere vista dai cittadini che, non potendo accedere al tempio, sostavano sulla piazza antistante, sulla quale si trovava anche l'altare per i sacrifici. Inizialmente il tempio era costruito con mattoni, legno e terracotta e si ispirava ai modelli egizi e cretesi. La forma rettangolare deriva dal mègaron, la sala principale del palazzo miceneo. A partire dall'epoca arcaica, si scelsero materiali più duraturi, come il marmo, arricchiti da colori vivaci e si cominciarono a stabilire sia le dimensioni che le proporzioni delle singole parti e il tipo di decorazioni delle colonne e della trabeazione, la parte costituita da architrave, fregio e cornici, sulla quale, sui lati brevi, poggiava il timpano (spazio triangolre che andava a chiudere l'incrocio delle falde del tetto. All'interno del timpano era collocato il frontone che era talvolta arricchito da sculture di grandi dimensioni che si adattavano perfettamente allo spazio triangolare assecondando la forma attraverso le pose dei personaggi rappresentati. Marmi del Partenone - British Museum Arte Svelata - Il Partenone Ordini architettonici Il Teatro
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RENAISSANCE video - Renaissance Artistic and cultural period that developed in Florence and from here spread throughout Europe from the mid-fourteenth century to the end of the sixteenth century. The term was invented by a group of intellectuals who frequented the court of Lorenzo de 'Medici to indicate the renewal of the arts through the rediscovery of the ancients . It is the rebirth of classical civilization that leads to the creation of something new. Fundamental concepts The rediscovery of the ancient leads to a new civilization In Italy in the fifteenth century, a new interest in classical culture was born in all its aspects: intellectuals and men of letters studied Latin and Greek, ancient literature, philosophy, history. Painters, sculptors and architects go to Rome to observe and draw the monuments and statues of Greek and Roman art that are accidentally unearthed during the construction of new buildings. However, they do not just copy them: they assimilate the most important elements to re-propose them in original and new works. The first collections of Greek and Roman works were formed at the court of the lords who affirmed themselves politically in this period, as for example at the Florentine court of Lorenzo the Magnificent. Man is the measure and center of reality Linear perspective : method based on mathematics which serves to represent the depth of space and the volume of figures on a two-dimensional surface. The rules of perspective were described for the first time by the Florentine architect Filippo Brunelleschi (1377 - 1446) and better specified by Leon Battista Alberti, a Genoese architect (1404 - 1472). Man, as capable of thinking and feeling, is at the center of the interests of intellectuals and artists. With his abilities, man is able to know his surroundings through reason and through the discovery of scientific and mathematical rules . A profound interest also revives in Arab philosophers and mathematicians whose works had been saved from the care of medieval scribes in the scriptoria of the monasteries. As in classical culture, man is considered 'measure of all things' , reference of everything in the universe. To represent the reality in which man lives, the linear perspective is invented, a method that allows to reproduce space on a flat surface by means of mathematical rules. Symmetry and proportion in architecture on a human scale : in the Renaissance the human body became the unit of measurement on the basis of which the proportions of buildings were calculated. module : elementary unit with which a complex structure is measured or given shape. In Renaissance architecture, it is a box containing one or more geometric figures which is repeated several times in order to giving balanced proportions to a building. The monuments and ancient ruins that were still preserved in Rome are the source of inspiration for Renaissance architects: from these, they take up the concepts of symmetry and proportion of forms, the decorative elements and the use of the architectural orders they apply to redesigning the new buildings with rigorous harmony. Renaissance architects try to create the right proportion that allows to harmonize the building and to design it on a human scale . To achieve their goal, they rely on geometric rules and the use of the form . Nature as a model The correct term, in this period of art history, to describe the tendency of artists to represent man and his world more faithfully, is naturalism . Realism, in fact, is an artistic movement that belongs to the nineteenth century, so we avoid using this term to avoid confusion. l'artista rinascimentale Leonardo - drawing of the Vitruvian man Painters and sculptors study the anatomy of the human body to better render gestures and movements, as well as shapes and proportions, but also to be able to better represent feelings. Nature becomes the model to be imitated : slowly the use of the gold background in paintings is abandoned; landscapes and space are represented in a more realistic way. Man is represented inserted in his environment, both natural and urban. Il concetto stesso di artista cambia nel Rinascimento. Per tutto il Medioevo l'artista era considerato come un decoratore dotato di capacità tecniche, ma privo di capacità intellettuali. Nel Rinascimento, invece, l'artista viene riconosciuto sia come esperto nelle discipline tecniche, ma anche come un intellettuale . Le opere diventano dei testi visivi complessi che esprimono in tutto e per tutto il clima culturale del tempo di cui l'artista si fa interprete originale e che nascondono messaggi che solo persone altrettanto colte possono comprendere pienamente. Non mancano i casi di artisti che ci lasciano anche testi poetici e letterari, come Michelangelo Buonarroti, o studi scientifici, come Leonardo da Vinci. Lo Spedale degli Innocenti di Firenze LETTURA DELL'OPERA Il Tondo Doni UFFIZI - Il Tondo Doni Michelangelo Buonarroti, dipinse il Tondo Doni tra il 1505 e il 1506. L'opera, che ritrae la Sacra famiglia, gli venne commissionata dal mercante fiorentino Agnolo Doni, in occasione della nascita della figlia primogenita. Questo è l'unico dipinto su tavola sicuramente attribuito a Michelangelo. L'opera, conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze , ha una forma circolare , diffusa fin dal primo Rinascimento (1400) per opere di devozione privata [cioè opere di soggetto sacro realizzate per essere poste in una casa privata e non in un luogo di culto]. Il formato circolare , utilizzato fin dall'epoca romana per racchiudere ritratti di personaggi illustri, viene utilizzato nel Rinascimento anche per soggetti diversi. come per esempio le decorazioni, con figure di bambini in fasce, realizzate da Andrea della Robbia nella seconda metà del Quattrocento per la facciata dello Spedale degli Innocenti . Suggestivo, è il riferimento alle cosiddette 'tavole da parto ': si tratta di vassoi circolari, dipinti su entrambe i lati, che venivano generalmente donati alle donne di famiglie dell'alta società in occasione del matrimonio o del parto. Questo oggetto, utilizzato per nutrire la puerpera [la donna che aveva da poco partorito] nel corso dei quaranta giorni che seguivano la nascita, durante i quali la donna doveva tradizionalmente riposare a letto per riprendersi dalle fatiche del parto, era spesso dipinto da importanti artisti del tempo e, poteva essere appeso alla parete come un quadro. La tavola da parto (o 'desco da parto') poteva essere decorata con scene legate alla nascita, in chiave religiosa o profana, oppure con figure allegoriche o riferimenti a soggetti letterari. Sul retro della tavola di legno, venivano raffigurati i simboli araldici della famiglia di appartenenza o scene familiari. Due esempi che ci sono arrivati, sono il Desco da parto di Masaccio , con la Natività di Gesù (1423) e Il Desco da parto del Pontormo (1526) con la Natività di Giovanni Battista. Michelangelo aveva già rappresentato il tema della Natività in due opere scultoree ad altorilievo nel cosiddetto Tondo Pitti , con la Madonna con bambino e San Giovannino (1503 ca.) e nel Tondo Taddei , sullo stesso soggetto (1504-1505 ca.). Prima di addentrarci nell'analisi particolareggiata dell'opera, come sempre, dedichiamo qualche momento ad uno sguardo generale. Il Tondo Doni ci è giunto completo di cornice scolpita che, come si legge nella scheda dell'opera presente sul sito della galleria degli Uffizi, sembra fosse stata disegnata dallo stesso Michelangelo (rimando alla suddetta scheda per una descrizione più precisa). Il dipinto è stato realizzato con la tecnica della tempera grassa che testimonia l'evoluzione rinascimentale della tecnica pittorica, grazie all'innovazione di Jan Van Eyck che, nei Paesi Bassi, inventa la pittura ad olio. La diffusione nel resto d'Europa è immediata, anche se attraverso un percorso graduale che vede un'aggiunta di olio di lino al classico impasto della tempera all'uovo tradizionale - la tempera grassa, appunto. Ricordo che in Italia fu Antonello da Messina l'artista che introdusse questa tecnica innovativa, insieme ad altri elementi derivati dall'osservazione delle opere di Van Eyck, quali il fondo scuro e una rappresentazione dettagliata della realtà. Questa tecnica permette di ottenere colori decisamente più brillanti e consente agli artisti di lavorare sulle loro opere per un tempo maggiore. Il dipinto presenta una scena ambientata all'aperto. L'opera è dominata dal gruppo di figure in primo piano che occupa la maggior parte dello spazio della tavola (specialmente in altezza) e che, a causa della distribuzione dei colori, si staglia sui piani sottostanti, caratterizzati da colori più tenui e sostanzialmente monocromi. Il dipinto appare distinto in zone ben definite , quali lo sfondo, una fascia orizzontale intermedia, un muretto di separazione, ed infine, il gruppo in primo piano costruito all'interno di una piramide, che è costruzione tipica del Rinascimento. Specialmente nel gruppo di figure in primo piano si può notare un grande dinamismo e una costruzione molto plastica dei corpi che ci ricorda come Michelangelo fosse scultore prima che pittore. L'opera è profondamente rinascimentale e ci permette di illustrare i principali temi alla base del Rinascimento. Cominciamo ad esaminare il dipinto partendo dallo sfondo e venendo progressivamente in avanti fino a raggiungere il primo piano. Quando individuiamo un aspetto particolare relativo al Rinascimento, spieghiamo di cosa si tratta. È importante non lasciare nulla di sottinteso. sfondo : lo sfondo, visibile ai lati delle figure poste in primo piano, è occupato da un cielo terso , dipinto con un azzurro leggero. Non sono presenti nuvole e possiamo osservare che il cielo è più chiaro e luminoso in basso e man mano più intenso salendo verso l'alto . Oltre al cielo, nella parte più bassa si vedono delle montagne dipinte con lo stesso colore del cielo , ma un po' più intenso. Possiamo individuare delle montagne più lontane e una catena di montagne più vicine , caratterizzate da una sfumatura leggermente più intensa rispetto a quella della catena di montagne più lontane. Specialmente a destra, possiamo osservare che le montagne sono illuminate dalla luce che proviene da sinistra . In questo modo, il pittore dà tridimensionalità alle rocce . Scendendo, la tonalità grigio-azzurra comincia a mescolarsi con un verde e possiamo individuare a sinistra una distesa molto leggera che potrebbe descrivere dell'acqua (fiume o lago), mentre a destra il verde più intenso potrebbe descrivere un prato. Anche in questo caso, sono presenti delle zone più o meno luminose, dovute alla posizione del sole scelta dall'artista. Lo sfondo appena descritto è ottenuto applicando la prospettiva aerea, una delle grandi invenzioni del Rinascimento, descritta da Leonardo da Vinci. Leonardo, uomo rinascimentale per eccellenza, osserva la natura intorno a sé e cerca di comprenderne i meccanismi con uno sguardo razionale (oggi diremmo scientifico). Leonardo osserva che gli oggetti più sono lontani dall'occhio dell'osservatore, meno sono definiti : Leonardo comprende che questo fenomeno ottico è dovuto agli strati d'aria che sono posti tra l'occhio dell'osservatore e l'oggetto lontano. Pur essendo trasparente, l'aria contiene del pulviscolo in sospensione che riflette e irradia la luce del sole. Questa luminosità diffusa causa un cambiamento nella percezione di ciò che è lontano, non solo rendendolo meno definito, ma anche modificando il colore che si avvicina a quello del cielo. Da Leonardo in poi, tutti gli artisti rinascimentali utilizzano questo principio, insieme a quello della prospettiva geometrica , attraverso la quale si rende la profondità dello spazio. In questo dipinto, Michelangelo usa la prospettiva geometrica su tutti gli elementi presenti nel quadro, stabilendo che le dimensioni degli elementi vanno via via ingrandendosi, da quelli più lontani, come le montagne presenti sullo sfondo, fino ai personaggi posti in primo piano. Ricordiamo quindi che la prospettiva aerea riguarda la qualità del colore e la precisione con cui vengono delineati gli elementi, mentre la prospettiva geometrica riguarda essenzialmente le dimensioni degli elementi e la loro posizione nello spazio . Possiamo azzardare un'interpretazione del motivo per il quale MIchelangelo scelga di realizzare uno sfondo come questo per il Tondo Doni. Lo sfondo così descritto immerge la scena rappresentata nel quadro in un'atmosfera serena e colma di speranza. piano con figure nude : procedendo in avanti, incontriamo un piano che si sviluppa in orizzontale con una serie di figure maschili nude. Due figure sono collocate a sinistra mentre tre si trovano sul lato destro. Queste figure sono sedute o appoggiate ad una sorta di muretto che ha uno sviluppo in profondità, verso un punto di fuga che è nascosto dietro alle figure principali del primo piano. I personaggi, con capelli talvolta lunghi e raccolti, hanno degli atteggiamenti dinamici che ci permettono di immaginare che stiano conversando tra loro. I tratti sono regolari, ma non realistici; i corpi, ben delineati con l'utilizzo del chiaroscuro, rivelano dei giovani uomini dai corpi ben sviluppati. In tutta questa sezione i colori sono tutti nelle tonalità di un marrone chiaro. Alcuni mantelli, in varie posizioni, aggiungono delle tonalità un po' più intense. Questa scena si riferisce al contesto dell'antica Grecia e in particolare al periodo classico, nel corso del quale erano diffuse delle scuole di filosofia in cui gli allievi imparavano ad interrogarsi sui grandi temi della conoscenza umana proprio attraverso conversazioni che si tenevano generalmente all'aperto. Il modo in cui sono delineate le figure fa riferimento all'arte greca del periodo classico e ai conceeti fondamentali che lo caratterizzano: le proporzioni dei corpi tengono conto del canone di Policleto , una regola che permette di costruire figure sempre proporzionate prendendo come unità di proporzione la testa e prescrivendo che l'altezza totale della figura debba essere in totale 8 teste. La gestualità dei personaggi vuole dare movimento e naturalezza. Osservando i visi dei personaggi, ci rendiamo conto che non si tratta di visi realistici, ma costruiti basandosi sul concetto di bellezza ideale , un concetto che Il Rinascimento a Brescia Nel 1426 Brescia entra a far parte del territorio della Repubblica Veneta, alla quale rimane legata fino al 1797. Episodio che turba i quattro secoli di stabilità della sudditanza a Venezia è il terribile assedio delle truppe viscontee comandate da Niccolò Piccinino [1] che dura dal 1438 fino al 1440. Anche il breve intervallo di dominazione francese (1509-16) segnò un momento tragico della storia bresciana con uno dei più feroci saccheggi che si ricordi. Brixia fidelis scrivono i Veneti dal XVI secolo accanto allo stemma della città che, riconquistata nel 1516, viene fortificata: il Castello è circondato da una seconda cerchia di mura, viene eseguita la "spianata", cioè la distruzione, per ragioni militari, di ogni edificio esterno alle mura cittadine per un miglio; viene scavata una trincea per separare il Castello dai Ronchi ed è terminata nel 1610 la ricostruzione della cinta muraria esterna rinforzata dai moderni baluardi di Canton Mombello e della Posterla. Nei primi due secoli della dominazione veneta Brescia si trasforma da città medioevale in città che, pur al confine dei possedimenti, del potere della Serenissima è espressione di decoro e magnificenza. Vengono redistribuiti gli spazi urbani (con l’apertura, soprattutto, delle piazze della Loggia e del Mercato ), si creano nuove vie (viene coperto il torrente Garza) lungo le quali si allineano ordinatamente le case con facciate affrescate; un grande ospedale unifica i numerosi ospizi e, nell’attuale zona di piazza della Vittoria, viene organizzato un complesso sistema di spazi commerciali. All’inizio del XVI secolo Brescia conta circa 40.000 abitanti e, dopo l’interruzione dell’occupazione francese, riprende il fervore costruttivo, reso possibile anche dalle nuove aree edificabili disponibili dopo l’abbattimento della Cittadella viscontea, sbarramento che ostacolava i traffici urbani, sempre più intensi. Vengono redistribuiti gli spazi urbani (con l’apertura, soprattutto, delle piazze della Loggia e del Mercato ), si creano nuove vie (viene coperto il torrente Garza) lungo le quali si allineano ordinatamente le case con facciate affrescate; un grande ospedale unifica i numerosi ospizi e, nell’attuale zona di piazza della Vittoria, viene organizzato un complesso sistema di spazi commerciali. All’inizio del XVI secolo Brescia conta circa 40.000 abitanti e, dopo l’interruzione dell’occupazione francese, riprende il fervore costruttivo, reso possibile anche dalle nuove Il lungo periodo di pace porta ad un notevole sviluppo economico (con la produzione e lavorazione della lana, della seta e delle armi, immesse poi nelle vie commerciali che Venezia aveva aperto da tempo), ed a una buona fioritura delle scienze, delle lettere, dell'architettura, della scultura e, soprattutto, della pittura. Il lungo periodo di pace porta ad un notevole sviluppo economico (con la produzione e lavorazione della lana, della seta e delle armi, immesse poi nelle vie commerciali che Venezia aveva aperto da tempo), ed a una buona fioritura delle scienze, delle lettere, dell'architettura, della scultura e, soprattutto, della pittura. [1] Nel 1437 ripresero le ostilità tra Venezia e Milano e Brescia si ritrovò coinvolta nel conflitto. L'esercito della Repubblica, incalzato da quello visconteo (agli ordini del Piccinino), trovò una via di fuga in Valle Sabbia e lasciò la nostra città completamente sguarnita di fronte al nemico. Nel 1438 incominciò l'assedio e la cittadinanza intera si mobilitò per difendere i confini cittadini. Uomini e donne bresciani opposero strenua resistenza e riuscirono così a respingere gli assalti degli uomini di Piccinino. Vinto dal loro coraggio quest'ultimo decise di affamare la città bloccandole ogni via d'accesso. Brescia si trovò in ginocchio e Pietro Avogadro venne inviato a Venezia per chiedere aiuti. Il 14 giugno del 1440 Francesco Sforza, a capo delle milizie della Repubblica, riuscì a sconfiggere - presso Soncino - il nemico. Venezia diede l'appellativo di Brixia Fidelis alla città. Dopo la pace di Lodi (1454) Brescia conobbe un periodo di serenità e di espansione economica, che perdurò per tutta la seconda metà del XV secolo. Il mondo dell'arte e dell'architettura ebbero a beneficiare di questa situazione, fu infatti in questo periodo che vennero eseguite diverse opere importanti: la Loggia, la Torre dell'Orologio, il Monte Vecchio di Pietà, la chiesa dei Miracoli, l'ospedale e molti altri palazzi, chiese e conventi. Vissero in questo periodo Vincenzo Foppa (1427 - 1515), il più illustre esponente della pittura lombarda, e Antonio Zurlengo, famoso architetto. Tra il 1478 e il 1479 Brescia fu colpita dalla peste, si calcola che i morti furono all'incirca trentamila. L'esercito veneto (cui erano aggregati 7.000 bresciani) venne sconfitto da quello della lega di Cambrai - ideata da Papa Giulio II e di cui faceva parte Luigi XII - nella battaglia della Ghiara d'Adda (1509). Brescia si spaccò in due: chi per Venezia, chi per i francesi. Alla fine, prevalsero questi ultimi e a Luigi XII vennero consegnate le chiavi della città. Il popolo, come pure la borghesia e parte dei nobili, non gradì l'arroganza dei francesi e così il malcontento iniziò a dilagare. Nel 1512 Luigi Avogadro organizzò una ribellione per reintegrare Brescia a Venezia. La rivolta venne sedata e molti Bresciani vennero barbaramente uccisi dai soldati Francesi capeggiati da Gastone di Foix (sacco di Brescia). Intanto nel 1510 Papa Giulio II sciolse la lega dei Cambrai e nel 1511 costituì una nuova alleanza con Venezia e Spagna (Lega Santa) contro l'alleato di un tempo: il re di Francia. Brescia era sotto il controllo dei Francesi (1512) quando l'esercito veneto cercò di assediarla, ma gli oppressori trovarono un accordo con gli spagnoli i quali si impossessarono della città. Venezia, considerando Brescia molto importante, si alleò con i Francesi nella speranza di riconquistare la città. Nel 1515 iniziò l'assedio e il conseguente bombardamento franco - veneto, gli spagnoli resistendo tenacemente. Fu solo l'anno seguente (26 maggio 1516) che vide gli Spagnoli finalmente arresi e Brescia nuovamente veneta, giorno di grandissimo gaudio per tutta la cittadinanza. Essa fu avviata dal caposcuola della pittura lombarda del Quattrocento, Vincenzo Foppa (1427 circa 1515) ed il suo insegnamento fu accolto da tre maestri del Cinquecento bresciano: Romanino (1485-1566), Moretto (1498 – 1554) e Savoldo (1480 - 1540) non esenti dagli influssi esercitati da grandi pittori dell’area veneta, primo fra tutti Tiziano che dipinge per il nobile bresciano Altobello Averoldi uno dei suoi capolavori giovanili, il polittico Averoldi (1522), per la chiesa dei SS. Nazaro e Celso (dove a tutt’oggi è conservato). La città aveva subito importanti trasformazioni, che non solo servivano a renderla una città più sicura, ma avevano lo scopo di dichiarare più marcatamente il lusso, l’importanza e il fasto del potere dominante, la Serenissima Repubblica di Venezia. Gli artisti locali si adeguano al nuovo gusto che proviene dalla Laguna e le grandi famiglie aristocratiche fanno a gara per rendere le proprie abitazioni sempre più lussuose e moderne, arricchendole di immagini sia all’esterno che all’interno. Il Rinascimento bresciano è una delle declinazioni principali dell'arte rinascimentale in Italia. L'importanza della città sulla scena artistica si espanse solo a partire dal Cinquecento, quando artisti forestieri e locali diedero origine a un'originale sintesi dei modi lombardi e veneziani , grazie anche alla particolare posizione geografiche della città: territorio conteso tra Milano (e i suoi dominatori) e Venezia . I maestri bresciani furono all'origine di una "terza via" del Rinascimento maturo, dopo quella romano-fiorentina e quella veneziana . Gli albori I primissimi, vaghi accenni a un nuovo gusto decorativo e compositivo che sorpassasse il gotico internazionale si ebbero, in campo pittorico, in alcune opere "calate dall'alto" nella Brescia medievale quattrocentesca, in primis il Polittico di Sant'Orsola di Antonio Vivarini per la chiesa di San Pietro in Oliveto . L'opera ebbe influenze notevoli sull'arte locale, riscontrabili ad esempio nell'evoluzione dell'arte di Paolo da Caylina il Vecchio . Altra opera proto-rinascimentale prepotentemente "calata dall'alto" nella Brescia quattrocentesca fu l'Annunciazione di Jacopo Bellini eseguita per la chiesa di Sant'Alessandro , fedele al linguaggio del gotico internazionale , ma con relative novità nella concezione spaziale e nell'atteggiamento delle figure. Altri movimenti in questo senso sono rilevabili in opere sporadiche prodotte dalla cultura locale nella seconda metà del secolo, quali la grande tavola del San Giorgio e la principessa dove gli aristocratici stilemi gotici importati a Brescia da Gentile da Fabriano nella cappella di San Giorgio al Broletto , perduta, evolvono verso nuovi dosaggi spaziali e luministici, propriamente rinascimentali. I maestri del pieno Rinascimento Il disastroso sacco di Brescia del 1512 mise in ginocchio la città. La Serenissima intervenne ancor più drasticamente, operando la cosiddetta "spianata", cioè la distruzione di qualsiasi edificio entro un chilometro e mezzo dalla cinta muraria, onde eliminare qualsiasi riparo o nascondiglio per gli aggressori. I beni immobili perduti furono innumerevoli e diversi cenobi, distrutta l'originaria sede, si videro costretti a riparare in città, edificando entro la cinta nuove chiese e monasteri. Al generale danno economico, sovrapposto alle già onerose ricostruzioni da operarsi dopo il sacco, la Repubblica di Venezia rispose offrendo riduzioni e talvolta esenzioni da tasse, in modo da poter restaurare e ricostruire le chiese, i conventi e i monasteri saccheggiati o del tutto distrutti con la spianata. In quel periodo nacque così una vivace committenza artistica, che favorì l'emergenza di personalità locali. Dal 1520 circa (la spianata fu operata tra il 1516 e il 1517) si ha quindi l'affermazione di un gruppo di pittori quasi coetanei che, fondendo le radici culturali lombarde e veneziane, svilupparono risultati di grande originalità nel panorama artistico della penisola: il Romanino , il Moretto e il Savoldo . In provvidenziale coincidenza si ha, nel 1522, l'arrivo a Brescia del Polittico Averoldi di Tiziano per il presbiterio della collegiata dei Santi Nazaro e Celso , che conoscerà una larghissima, immediata fortuna tra gli esponenti artistici locali e costituirà un basilare punto di riferimento nell'esecuzione di un'intera serie di nuove opere d'arte. Alessandro Bonvicino, detto il Moretto La cena in Emmaus Google Arts & Culture Lombardia Beni Culturali - La cena in Emmaus (Moretto) Catalogo Generale dei Beni Culturali - La cena in Emmaus (Moretto) Wikipedia - La cena in Emmaus (Moretto) Cena in Emmaus – La scelta del thriller nel quadro di Moretto, regista del Cinquecento lAlessandro Bonvicino detto il moretto, La cena in Emmaus. Disegno a inchiostro conservato presso lo Statens Museum for Kunst di Copenhagen, ID 1273355 Appunti analisi del quadro: Osservazione dell’opera: formato del quadro tecnica indicazioni sullo stile artistico del quadro e di Moretto (Rinascimento - di cui dovresti saper indicare gli elementi fondamentali). L’opera è uno dei pochi dipinti di artisti bresciani acquistati da Paolo Tosio, che ha costruito la propria collezione in epoca Neoclassica e che sceglie questo artista perché nel suo stile gli aspetti classici sono più accentuati (eleganza delle figure, espressioni un po’ distaccate dei personaggi). descrizione partendo dallo sfondo (architettura classica - collegamento con le scelte stilistiche del Rinascimento, sfondo scuro che permette a Moretto di utilizzare delle luci teatrali che evidenziano i soggetti) i committenti rappresentati ai lati: La loro identità non è nota; è stata avanzata l’ipotesi che il quadro sia stato commissionato a Moretto dal nobile bresciano Jacopo de Cucchis , consigliere speciale dell’amministrazione dell’Ospedale tra il 1526 e il 1527 e che i due ritratti raffigurino il suo amato nipote Giovanni Battista e la figlia di quest’ultimo, Stratonica. osservazione delle due figure laterali: i due personaggi sono rappresentati in abiti eleganti e rinascimentali. I due personaggi interpretano un ruolo nel quadro: l’uomo interpreta il ruolo dell’oste, mentre la ragazza interpreta quello di una cameriera che porta in tavola un pollo lesso su un vassoio di metallo. L’abito è molto elegante, di colore rosso (colore che all’epoca era riservato solo ai nobili); al collo ha una collana di coralli e sulla testa indossa una ‘capigliara ’. Qui Moretto usa una modalità comune nelle opere del Rinascimento: nelle opere di argomento sacro, commissionate, vengono inseriti i ritratti dei committenti, ma questi si distinguono dai personaggi sacri per l’abbigliamento moderno, rispetto ai soggetti sacri che sono vestiti all’antica. I committenti sono sempre in posizione defilata, ai lati della scena principale. Non impersonano mai personaggi sacri, ma eventualmente figure di contorno, personaggi umili, come nel caso di Stratonica. tavolo al centro con stoviglie (bicchieri di vetro delineati con sottili linee bianche). Attorno al tavolo sono sedute tre figure: sono a piedi nudi e sono vestite con delle tuniche all’antica. La figura al centro è descritta in modo non esplicito: il Moretto ci mette nella stessa condizione dei discepoli che non riconoscono Gesù quando lo incontrano sulla strada, ma che lo riconoscono solo quando spezza il pane. Gesù è vestito come un pellegrino: indossa un mantello su cui è ben visibile una conchiglia (la conchiglia era segno dei pellegrini che avevano raggiunto il santuario di Compostela e che veniva utilizzata per bere alle fonti); sul capo porta un cappello a larghe tese su cui sono distinguibili alcuni elementi simbolici che fanno riferimento al martirio di Gesù, come i chiodi, i dadi, la spada, i denari. Una leggera illuminazione dietro al cappello aiuta l’osservatore a capire che il personaggio non è un semplice essere umano, ma che è dotato di una luce spirituale che il travestimento non riesce a nascondere completamente. La scena è illuminata da destra verso sinistra La composizione è piramidale gli sguardi dei personaggi sono rivolti verso il centro del quadro; solo Gesù guarda fuori dal quadro, per entrare in contatto con l’osservatore e fargli comprendere come il messaggio del quadro sia rivolto a lui.