Search Results
70 items found for ""
- MOSAICO | ProfCasilli
MOSAICO Breve storia del mosaico Il mosaico è tra le prime espressioni artistiche documentate nell’antichità. I primi esempi risalgono ai Sumeri, nel IV millennio a.C. Le ‘tessere’ erano costituite da coni in marmo o terracotta colorata (bianco, nero, rosso) che venivano infissi in una base di gesso su pareti o colonne in modo da creare motivi decorativi geometrici. Testimonianze ci sono giunte dalla città di Uruk, fondata intorno al 3.000 a.C. dai Sumeri e poi conquistata dai Babilonesi. L’antica Uruk si trova in Iraq, a 20 chilometri ad est del fiume Eufrate, in una regione paludosa a circa 230 chilometri a sud-est di Bagdad. Decorazioni a mosaico del tempio di Inanna nella zona di Eanna IV di Uruk; (Pergamonmuseum, Berlino); foto di F. Tronchin Porzione di parete decorata a mosaico dal tempio bianco di Warka (Uruk). Coni di pietra sono inseriti in una base di gesso. Uruk, 3500-2800 a. C. Mesopotamia, Iraq; The Sulaimaniya Museum, Iraq Risale sempre ai Sumeri un altro manufatto conosciuto come lo Stendardo di Ur. Si tratta di un reperto archeologico (cm 20×48) ritrovato in una tomba della necropoli reale di Ur, risalente al 2500 a.C. circa, oggi conservato al British Museum di Londra. È composto da quattro pannelli lignei decorati: due facciate principali rettangolari e due più piccole trapezoidali, poste lateralmente. Probabilmente usato come oggetto di devozione che poteva essere portato in processione collocato all'estremo di un bastone di legno, oppure come oggetto votivo collocato in un tempio - in cui, su uno strato di catrame, sono incastonati lapislazzuli, conchiglie, pietre di calcare rosso e madreperle bianche. Per i temi descritti, i due pannelli principali sono detti "della pace" e "della guerra". Stendardo di Ur. Pannello della pace Successivamente, intorno al II millennio a. C., troviamo a Cnosso delle pavimentazioni realizzate a mosaico con ciottoli e terracotta. Palazzo di Cnosso, mosaico pavimentale; foto di Ivar Struthers Il mosaico nell’arte greca La tecnica a ciottoli raggiunge l'apice a Pella , città natale di Alessandro Magno, in Macedonia, nel V secolo a.C. : nonostante la scarsa gamma di colori, si rappresentano con ottimi risultati animali, scene di caccia o episodi della mitologia. Spesso, nel mosaico veniva inserita una sottile lamina di piombo per evidenziare il contorno dei soggetti o definire piccoli particolari, come si farà, diversi secoli dopo, nelle vetrate policrome del gotico. Caccia al leone, mosaico con ciottoli e lamine di piombo, Pella, Museo Archeologico Caccia al cervo, dettaglio dal mosaico pavimentale della Casa del rapimento di Elena, firmato Gnosis (IV sec. a. C.); Pella, Museo Archeologico A partire dal IV secolo a.C. vengono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che hanno maggiore precisione dei ciottoli, fino ad arrivare, nel III secolo a.C., all'introduzione di tessere tagliate. Il mosaico pavimentale conserva le caratteristiche estetiche dei tappeti: di dimensioni ridotte rispetto alla stanza, è composto da una serie di bordure intorno a un pannello centrale, detto èmblema, che contiene un soggetto figurativo. Le tessere utilizzate sono di forma generalmente quadrata e diventano man mano più piccole, arrivando a misurare 1 mm3 . Le piccole dimensioni consentivano di ‘‘dipingere’ i soggetti con sfumature raffinatissime, in grado di dare il senso di plasticità alle figure, rivaleggiando con la pittura. Questo tipo di mosaico, utilizzato poi anche dai romani, è detto opus tessellatum. Figura 6 Mosaico greco da una villa ritrovata in Turchia nella città di Zeugma Tra i soggetti dei mosaici greci, diventerà molto di moda l’asàratos òicos (= pavimento non spazzato) in cui venivano raffigurati avanzi di cibo lasciati sul pavimento, per evidenziare la ricchezza del proprietario. Il materiale utilizzato era il marmo, che rispetto ad altri tipi di pietra, ha il vantaggio di poter essere spezzato in forme perfettamente cubiche, a causa della struttura del materiale stesso. Le tessere avevano generalmente forma quadrata. I diversi colori erano ottenuti partendo da marmi di diverse tonalità e colori, provenienti da luoghi anche molto lontani e che venivano trasportati su navi speciali, in grado di non sbilanciarsi troppo per il carico pesante. Queste navi avevano il fondo abbastanza piatto e la stiva era parzialmente riempita di pietre in modo da dare stabilità all’imbarcazione. I mosaici di Zeugma (video) Zeugma - ROMANO IMPERO I meravigliosi mosaici greci scoperti nella città di Zeugma (Turchia)
- Disegno | ProfCasilli
Disegno Il disegno è una tecnica semplice e difficile allo stesso tempo. È vero che basta una matita per disegnare, ma è anche vero che disegnare non è 'fare il contorno delle cose'. Per chi decide di dedicarsi a questa bellissima tecnica, la raccomandazione è quella di disegnare sempre, ogni giorno, così come hanno fatto sempre tutti gli artisti. Una cosa molto speciale del disegno è che non c'è nulla come cercare di disegnare un oggetto reale o copiare un disegno, che metta in moto la nostra capacità di osservazione. Disegnare, quindi, è prima di tutto conoscere Home Posizione del corpo posizione della matita Posizioni scorrette Tratteggio Esercizio 1 Gli strumenti del disegno Il segno è una componente essenziale dell’espressione artistica: non è solo utile per descrivere una realtà che io trasferisco su un foglio, ma è anche il mezzo più diretto all’interno del quale confluiscono le nostre emozioni e il nostro carattere . Perché questo sia possibile, però dobbiamo poterlo governare. Lo so, non siamo stati abituati a dare importanza a come tenere in mano la matita (e del resto ormai molti non sanno nemmeno più scrivere in corsivo), ma anche se nessuno ve l’ha mai detto, c’è un modo corretto che ci permette di ottenere tantissimi effetti diversi. Se non utilizziamo il modo corretto per tenere in mano la matita, invece, il risultato sarà solo l’espressione dei nostri limiti e delle difficoltà che abbiamo nel cercare di far fare alla matita un percorso che è intralciato dalla posizione della mano . Per questo, ci dobbiamo esercitare a tenere la matita (e per esteso ogni strumento che utilizziamo in disegno e in pittura) in modo tale che possa muoversi liberamente e che possa davvero essere il prolungamento del braccio in linea con il nostro sguardo Dunque, per prima cosa, dato che il nostro sguardo è rivolto in avanti, anche la matita deve essere rivolta in avanti e deve trovarsi idealmente lungo una linea retta che va dalla spalla, lungo il braccio, fino alla punta della matita stessa. La matita si appoggia nell’incavo della mano formata da pollice e indice. La mano non deve essere girata in modo innaturale, in modo da poter sempre vedere quello che si sta disegnando. La matita si tiene con tre dita: polpastrello del pollice e dell'indice , che sorreggono lo strumento, mentre la falange superiore del medio mantiene la matita in posizione. Per imparare tenere in mano lo strumento in modo corretto può essere utile utilizzare, almeno per un po' matite a sezione triangolare. Esistono anche strumenti che aiutano a tenere in mano correttamente la matita. •Il senso del tratteggio è quello di utilizzare uno strumento semplice come la matita per fornire comunque tutte le informazioni utili a descrivere la ricchezza della realtà che stiamo ritraendo. •Se socchiudiamo gli occhi, non vediamo i singoli colori, quanto piuttosto l’intensità che caratterizza i singoli oggetti in relazione gli uni con gli altri. Le sfumature di grigio indicheranno quindi non solo il bianco e il nero, ma tutti i colori, oltre che la luce e le ombre. •Il bianco e nero, può rendere interessanti immagini abbastanza banali: ecco qui un esempio fotografico. Non vedo i colori, ma vero i rapporti dei livelli di chiaro/scuro dei diversi elementi Non serve esercitare forza: se tenuta così, la matita non scappa di mano. Anzi, se impariamo a tenere correttamente matita e penna, ci affaticheremo di meno sia nello scrivere che nel disegnare. Tenendo il nostro strumento in questo modo, anche gli occhi saranno meno affaticati e la schiena potrà stare in una posizione più corretta. Nel link qui sotto trovi un articolo che si occupa proprio dei problemi fisici legati al modo scorretto di impugnare la matita o la penna. La classificazione delle impugnature Paesaggio con albero Gli alberi sono soggetti affascinani. Ce ne sono di tanti tipi diversi e ciascuno ha un'impostazione particolare di tronco e rami; i colori della corteccia sono diversi da specie a specie, così come le foglie. Non solo ogni tipo di albero è diverso, ma ogni albero è una creatura unica perché il modo in cui cresce dipende da tantissimi fattori ambientali. Quando si disegna un albero è molto facile cadere negli stereotipi perché il nostro cervello tende a creare delle categorie standardizzate per ogni cosa che noi conosciamo. È normale e ci serve per muoverci con sicurezza nella nostra vita quotidiana. Quando però ci fermiamo ad osservare la realtà di un singolo albero ci accorgiamo della ricchezza che è lo caratterizza. Sapere osservare e cogliere questa ricchezza rappresenta il novanta per cento del lavoro di un artista. Il restante dieci per cento sta nel trovare i segni giusti per raccontare nel modo più degno possibile quel pezzetto di natura. L'esempio qui sotto è abbastanza schematico perché lo scopo del video è quello di far comprendere come debba essere realizzato il tratteggio obliquo necessario per la realizzazione dello sfondo. La raccomandazione è quella di osservare immagini di diverse tipologie di alberi, di cortecce, di ramificazioni e di chiome .e, meglio ancora, di fermarsi a guardare gli alberi che incontriamo intorno a noi. Nel disegnare la forma di un albero, ricorda sempre che i rami diventano man mano sempre più sottili man mano che si sale verso l'alto. Accompagna il disegno con un ragionamento che tenga conto anche di quello che hai imparato in scienze. Il tronco e i rami diventano sempre più grandi di anno in anno; i rami più bassi, collegati col tronco sono più grandi, mentre i rami crescono sempre verso l'esterno e nella parte alta della chioma che si allarga in modo pressoché sferico per il fatto che l'albero cerca di dare la possibilità a ciascuna foglia di ricevere la luce del sole per poter eseguire la fotosintesi clorofiliana. Il video accelerato presenta la creazione di un semplice paesaggio con albero realizzato a tratteggio. Il lavoro è stato realizzato con la tavoletta grafica Repaper con una matita 4H. Il colore digitale simula l'applicazione dei pastelli colorati. Nell'immagine a destra il disegno come effettivamente appare. Le fasi del lavoro: disegno di un albero e sua collocazione nello spazio del foglio . Essendo l'albero l'unico soggetto, è meglio posizionarlo verso il centro del foglio e prevedere sufficiente spazio per lo sviluppo di tutte le sue parti. Meglio se al di sopra della chioma si riserva un po' di spazio al cielo. definizione della texture del tronco . suddivisione dello spazio dedicato al prato in fasce definite da linee tracciate a mano con ampiezza variabile. suddivisione del cielo allo stesso modo . il colore viene applicato con tratteggio obliquo corto (non più di mezzo centimetro di lunghezza) e regolare : i segni sono vicini tra loro, hanno tutti la stessa inclinazione su tutto il disegno dello sfondo. In ogni fascia si usa una tonalità diversa di colore : in base ai colori a nostra disposizione, possiamo utilizzare diversi azzurri e blu per il cielo. In alto useremo il colore più scuro e proseguiremo utilizzando colori sempre più chiari fino ad arrivare al prato. Per avere un risultato migliore, è meglio fare un secondo passaggio incrociato su ciascuna fascia del cielo . Il tratteggio del secondo passaggio è eseguito con lo stesso movimento obliquo, è il foglio che viene ruotato in modo che i nuovi segni si intersechino coi precedenti andando sempre più a coprire gli eventuali spazi vuoti lasciati dal primo passaggio. per il prato si è utilizzato un unico passaggio a tratteggio in modo da privilegiare la direzione dei singoli fili d'erba. Anche in questo caso si sono usate diverse tonalità di colore. per il tronco si possono usare diversi colori, facendo riferimento, possibilmente, a degli esempi di corteccia. La stesura del colore sulla corteccia può seguire l'andamento della texture, ma deve comunque essere leggero e uniforme in modo da creare una base per successivi passaggi coi quali si può evidenziare la tridimensionalità dei rami attraverso un semplice chiaroscuro per la chioma, invece, si è utilizzato uno scarabocchio a più colori che suggerisca la disposizione naturale delle foglie sui rami. I colori utilizzati in questo esempio sono tre: un verde chiaro, come base, un giallo-verde per le zone in luce e un verde più scuro per alcune zone interne della chioma. Per un migliore risultato, si consiglia, dopo avere utilizzato la scarabocchio, di infittire la chioma con un tratteggio leggero dei tre colori Costruzione di una stanza con la prospettiva centrale La prospettiva è certamente una delle novità del Rinascimento. Già in passato l'uomo aveva cercato di rendere la profondità dello spazio perché il nostro occhio ci fa percepire non solo che gli oggetti più lontani ci appaiono più piccoli, ma anche che il nostro punto di vista influenza ciò che vediamo. Già al tempo dei Romani abbiamo esempi di prospettiva empirica (cioè basata sull'esperienza) e anche successivamente ci sono artisti che cercano di tenere conto di questo aspetto nelle loro opere. Tuttavia, è solo nel Rinascimento che gli architetti Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti riescono a comprendere e descrivere le regole matematiche e geometriche che permettono di disegnare con sicurezza lo spazio tridimensionale e gli oggetti tridimensionali inseriti nello spazio. Brunelleschi, in particolare, descrive la prospettiva centrale, mentre Leon Battista Alberti scopre e descrive anche la prospettiva accidentale, basata su due punti di fuga, che ci permette di rappresentare un oggetto anche se non è posto proprio frontalmente di fronte a noi. Disegno di una mano Gli artisti hanno sempre dedicato molto tempo allo studio della mano perché è una parte del corpo molto espressiva. In questa sezione proveremo a disegnare una mano utilizzando un metodo semplice sull'esempio di Vincent Van Gogh. Il volto e le sue espressioni DIDATTICARTE - Quello che dice il volto: le espressioni nell'arte VCOSTANTINI - Le espressioni del volto Disegno di un volto da fotografia 1 Per questa attività partiamo da una fotografia di soggetto umano, visto di fronte che ci permetta di tagliarla perfettamente a metà e di intervenire, quindi, ricostruendo la parte mancante del volto. L'esercizio prevede l'utilizzo delle matite: H per la traccia del disegno e per la stesura del volto , e B per le parti più in ombra. Il lavoro, per poter dare risultati apprezzabili, deve essere eseguito con tratteggio corto, obliquo e leggero , specialmente per la parte della pelle. Disegno di un volto da fotografia 2 Per questa seconda parte del lavoro, utilizzeremo la metà avanzata della foto scelta. Utilizzando come punto di riferimento alcuni materiali proposti, ma anche materiali frutto di una ricerca personale, andremo a realizzare un viso nel quale le parole d'ordine saranno EMOZIONE e DEFORMAZIONE . Il lavoro può essere fatto in modi diversi, ma la mia proposta è realizzare un'immagine forte, legata all'inconscio: lasciamo uscire la rabbia, le paure, ma in modo giocoso. Questa attività propone un approccio 'terapico', in un certo senso: guardare le nostre paure o i lati meno socialmente accettabili della nostra personalità ci permette di conoscerli e prenderne il controllo. LA MASCHERA Il fenomeno punk Per la realizzazione del lavoro ci serviremo della base fotografica per la ricostruzione degli elementi fondamentali del volto, ma poi andremo ad intervenire utilizzando la deformazione. Si potranno utilizzare tutte le tecniche e, volendo intervenire anche sulla fotografia per creare un'immagine unitaria, il consiglio è quello di utilizzare anche pastelli a cera o ad olio, o, volendo, anche le tempere. Consiglio di utilizzare colori forti e contrastanti. Per completare il lavoro, intervenire anche sullo sfondo con texture, doodle e stesure di colore piene in forme geometriche che possano semplificare il riempimento e che possano creare uno sfondo adeguato all'immagine creata Slide Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content.
- Le Civiltà Fluviali e l'Egitto | ProfCasilli
Inizio pagina civiltà fluviali Civiltà fluviali-introduzione Mesopotamia Porta di Ishtar Mesopotamia-scultura Lamassu Invenzione del Mosaico Stendardo di Ur Scrittura cuneiforme Tavolette d'argilla e biblioteche Arnaldo Pomodoro Egitto - introduzione Pittura-Egitto Colore Lettura dell'opera Tomba di Nebamun canone egizio-pittura Figura umana-scultura Micerino_lettura dell'opera Architettura Egitto Pyramidion Luxor Abu Simbel Dendera Fayyum Approfondimenti Geroglifici Rinvio pagina River civilizations River civilizations were born and developed in very fertile areas along the rivers where agriculture and livestock ensured very good living conditions. There are two areas in which civilizations with similar characteristics settle: Mesopotamia (land between rivers), located where the Tigris and Euphrates flow, and Egypt , along the course of the Nile. Thanks to the favorable conditions of the climate and the abundance of crops, these civilizations develop the first forms of trade and the creation of markets in which to exchange goods. These activities in turn favor the birth of the first cities. Society is being defined thanks to the division of labor : people specialize in specific fields such as farmers, traders, artisans, etc. It is in this context that writing is born and, as we all know, history begins with writing . Initially it was used to keep records of warehouses of goods or to draw up contracts between merchants, later it was used to write the laws, but also for literary works such as the story of Gilgamesh, the first epic poem in history. The form of writing adopted in Mesopotamia (about 3350 BC) is called cuneiform, because it is made with triangular signs, impressed in the fresh clay. In Egypt, on the other hand, a more complex form of writing was adopted, which mixes drawings and signs, called hieroglyphic writing. Mesopotamia In this region many civilizations developed with similar characteristics both in social organization and in artistic production. Sumerians (from 4.000 / 3.500 BC to 1.700 BC Babylonians (1,800 - 600 BC) Assyrians (1.100 - 612 BC) Persians (539 - 331 BC) With the conquest of the Persian empire, Alexander the Great, these territories will become part of the Hellenistic world. Ziggurat the Sumerian term 𒅆𒂍𒉪 means 'to be high'; stepped construction (overlapping platforms) of decreasing size (increasingly smaller) with shoe walls (= sloping walls) - religious service - astronomical observatory - residence of the priests - real warehouses The art of Mesopotamia is an expression of power and spirituality The art of the Mesopotamian peoples is mainly manifested in the decorations of the royal palaces and urban walls with human and animal figures represented in profile and in schematic forms . The Sumerians were responsible for the foundation of the first large cities (Susa, Ur, Lagash and Uruk) and the invention of clay brick , an abundant material along the banks of the rivers, with which the ziggurats were built, large stepped structures with predominantly religious. The term means 'to be high'. The ziggurat is formed by several quadrangular platforms placed one on top of the other, of decreasing sizes and with scarp walls , that is, inclined inwards to improve the stability of the building. The ziggurat is basically an artificial mountain, a building that allows you to get closer to the gods, like so many are built in ancient times and in different parts of the world. The temple is located in the upper part and on the last platform you could also observe the celestial vault: therefore it also had the function of an astronomical observatory. In the floors below were the apartments of the priests and in the lower tier the royal warehouses where resources were accumulated that could be distributed to the population in case of need. La Porta di Ishtar I re babilonesi Hammurabi (vissuto circa nel 1800 a. C.) e Nabucodonosor II (634 a.C. ca – 562 a.C. circa) si dedicano invece alla realizzazione di grandi palazzi, mura e porte urbane rivestiti con la tecnica della ceramica invetriata . L’arte e l’architettura diventano uno strumento per mostrare la potenza del re. Il colore blu utilizzato per lo sfondo è il blu egizio , pigmento inventato dagli antichi egiziani come sostituto del più raro e prezioso blu oltremare che si otteneva dal lapislazzuli con un lungo e complicato procedimento. Il blu egizio è sostanzialmente vetro blu macinato molto finemente. Applicato sui mattoni di terracotta, si scioglieva quando questi venivano cotti nuovamente nel forno, formando uno strato sottile di vetro. urbano (agg.) = il termine viene dal sostantivo latino urbs che significa città. L'aggettivo significa quindi 'della città'. ceramica invetriata = si tratta di oggetti realizzati in terracotta sui quali è applicato un sottile strato di vetro. VIDEO - Come si fa il blu egizio Nelle immagini della galleria vediamo la Porta di Ištar e due degli animali con cui è decorata. La porta di Ishtar era l'ottava porta della città interna di Babilonia, città scoperta dall'archeologo tedesco Robert Koldewey nel 1899. La città di Babilonia si trova nell'attuale Iraq. La porta venne costruita intorno al 575 a. C. durante il regno di Nabucodonosor II e consacrata alla dea Ištar. È alta 14 metri e larga 10. La porta conduceva verso i più importanti edifici di culto e amministrativi. Dal 1930 la porta si trova al Pergamonmuseum di Berlino. I re assiri Sargon II e Assurbanipal fondano nuove città, con palazzi ornati da grandi sculture e raffinati bassorilievi, nei quali gli stessi re figurano come protagonisti di gesta eroiche. I Persiani, a loro volta, costruiscono palazzi ornati da bassorilievi in stile assiro-babilonese. Osservando il fregio degli arcieri , possiamo osservare che le figure umane sono sempre rappresentate di profilo ; un piede è posto davanti all'altro per dare l'idea del movimento; nel viso, l'occhio è rappresentato di fronte . Di notevole bellezza è il fregio della Caccia al leone di Assurbanipal . Nella galleria ho inserito l'immagine di un particolare di teste di cavallo. Per apprezzare pienamente il naturalismo del fregio, rimando alla pagina del British Museum , dove l'opera è conservata. Porta di Ishtar, 600-500 a.C. terracotta invetriata e smaltata, altezza 14,73 m, larghezza 15,70 m, Pergamon Museum, Berlino Porta di Ishtar, Toro La facciata è decorata con i Tori sacri ad Adad, dio delle intemperie. Le figure regali sono a rilievo e il loro colore ambrato spicca decisamente sul fondale azzurro lucido della terracotta. Porta di Ishtar, Mushushu Altri animali fantastici si alternano ai Tori, sono i Draghi sacri di Marduk, la massima divinità babilonese. Questi animali sono chiamati i Mushushu, e sono rappresentati con quattro zampe e una testa di serpente. Fregio degli Arcieri, dal palazzo di Dario I a Susa, 510 a. C. ca. Altezza di ciascun arciere 147 cm ca. Mattoni smaltati, Parigi, Museo del Louvre. Caccia al leone di Assurbanipal, particolare 645-635 a. C. British Museum Cavalli del carro da guerra reale, particolare dal fregio della Caccia al leone dal Palazzo Nord di Ninive Mesopotamian peoples also make small statues in the round in alabaster, a fairly soft stone that is easy to carve. They are figures of praying : men in prayer, represented schematically with their hands folded to their chests, large eyes wide open and the typical sheep's wool skirt. The blue pupils, made with the precious lapis lazuli, give the prayers a sense of spirituality Statue of Ebil-il, high priest of the Ištar temple, a place among whose ruins the statue was found, in the city of Mari . Dating back to the 25th century BC, it is now housed in the Louvre Museum in Paris. The priestly state of Ebil-il (the name is engraved on the statue) emerges from the "bald" head, typical of temple priests. Ebil-il, dressed in a sheepskin skirt, sits on a basket of reeds, his hands clasped indicating his "praying" posture. The statue, in alabaster, is 53 cm high. The Lamassu is a beneficial deity: in sculpture it is represented in the form of a winged bull with a human head. It was placed, in pairs, to protect the entrance doors of buildings and cities. It also performed an architectural function, as it supported part of the weight of the overlying structure. The head, the only part sculpted in the round, represents a bearded man with finely chiseled features. The body is rendered with anatomical precision; it has five legs, so as to appear stationary when viewed from the front, moving when viewed from the side. One of the Lamassu from the Khorsabad Palace of the Louvre (c. 713-707 BC) Side view. The invention of the mosaic The mosaic is one of the earliest documented artistic expressions in antiquity. The first examples date back to the Sumerians , in the 4th millennium BC The 'tessere' consisted of cones in marble or colored terracotta (white, black, red) which were placed in a plaster base on walls or columns in order to create geometric decorative motifs . . Testimonies have come to us from the city of Uruk , founded around 3,000 BC by the Sumerians and then conquered by the Babylonians. Ancient Uruk is located in Iraq , 20 kilometers east of the Euphrates River, in a swampy region about 230 kilometers southeast of Baghdad. By clicking on the underlined term you will instead see an example of a mosaic made with stone cones from the White Temple of Warka near Uruk. The fragment is kept in the Sulaimaniya Museum, in Iraq. The function of these mosaics was obviously decorative, but it also served to protect the walls of the buildings which were made of raw clay bricks dried in the sun. Portion of mosaic cladding in terracotta cones from the temple of Eanna (Warka) in the Uruk area. This portion of the wall is now preserved in Berlin at the Pergamonmuseum. The banner of Ur Stendardo di Ur (2500 a. C.), struttura in legno con mosaico (altezza: 21,7 - 22 cm, lunghezza: 50, 4 cm, larghezza della base: 11,60 cm, larghezza base superiore: 5, 60 cm; British Museum, Londra Lo stendardo di Ur venne ritrovato nel Cimitero Reale dell'antica città sumera presso Tell al-Muqayyar, nel sud dell'attuale Iraq. L'oggetto, usato probabilmente come insegna regale , è costituito da una struttura in legno decorata a mosaico e intarsio su quattro lati e sulla parte superiore. Sulla base, un foro permetteva di innalzare lo stendardo su un palo e, dunque, di portarlo in processione. I materiali utilizzati per la decorazione sono: madreperla , calcare rosso e lapislazzuli , fissati con bitume . Un lato presenta una decorazione su tre fasce; la lettura di questa scena va fatta dalla fascia più in basso e da sinistra verso destra. una serie di carri da guerra, guidati da soldati armati e trainati da cavalli, travolgono i nemici nella seconda fascia si ha una processione di soldati a piedi e di prigionieri nella terza fascia, a sinistra, il carro del re è preceduto da guardie (le figure sono rivolte verso destra); sul lato opposto si trova una schiera di prigionieri rivolti verso sinistra; al centro vi è la figura del re, rappresentato in dimensioni maggiori degli altri personaggi per sottolinearne la maggiore importanza. Sul lato opposto, nelle due fascie inferiori si vede una schiera di uomini intervallati ad animali (buoi, capre): probabilmente sono i sudditi che portano al re offerte o tributi; nella fascia superiore il re (figura più grande delle altre) partecipa ad un banchetto con dignitari seduti che sollevano dei bicchieri; a destra un cantante e un suonatore di lira intrattengono gli ospiti. L'oggetto venne ritrovato in pezzi e restaurato. Technique: mosaic and inlay Materials: wooden structure bitumen as an adhesive lapis lazuli (background) from Afghanistan mother of pearl red limestone (possibly from India) Video - Lapis Lazuli (English language) Bitumen is a hydrocarbon, it is part of the oil 'family' . In the image you can see a natural bitumen lake that still exists today in Trinidad. The ancients used this material that emerged from the ground in some areas. The Sumerians used it as 'glue' to attach the mosaic tiles of the Banner of Ur, the Egyptians used it in the mummification process. The cuneiform writing The first form of writing appears in the Mesopotamian area around 4,000 BC. C. and more precisely in Uruk. It is a pictographic type of writing, in which the signs are a stylized representation of real objects. The subsequent evolution leads to a further simplification of the pictographic signs. The processed signs are of two types: logograms and phonograms. Logograms indicate whole words. Phonograms indicate sounds. Cuneiform inscription on the right shoulder of a statue from Adab (Bismaya). The inscription mentions the name of the king of Adab, Lugal-dalu, and states that the statue is dedicated or offered to the god Esar. (2.800 - 2350 BC) Museum of the Ancient East, Istanbul, Turkey. Article with images - Wall Street International Il codice di Hammurabi è una tra le più antiche raccolte di leggi scritte. Appartiene alla civiltà babilonese. Il testo è scritto in lingua accadica cuneiforme. Il bassorilievo raffigura il dio Shamash (dio solare della giustizia) seduto in trono mentre porge il codice delle leggi ad Hammurabi, sesto re della prima dinastia babilonese. Quella del Louvre non è l'unica versione del codice di cui sono stati trovati diversi frammenti di diorite e trascrizioni su tavolette d'argilla. Il testo è composto da circa 8000 parole scritte in 51 colonne, ciascuna con circa 80 righe. Il contenuto può essere approssimativamente diviso in tre sezioni: un prologo di circa 300 righe, che spiega la legittimazione divina del re; una parte principale, con 282 clausole legali; e un epilogo di circa 400 righe, che loda la rettitudine del re e invita i successivi governanti a obbedire alle leggi qui riportate. Codice di Hammurabi (1792-1795 ca a. C.); stele in basalto nero decorata con un bassorilievo e con iscrizioni in caratteri cuneiformi (altezza 225 cm, larghezza: 79 cm, spessore: 47 cm); Louvre , Parigi Tavolette d'argilla e biblioteche Since the nineteenth century excavation campaigns have been carried out in the Middle East which have brought to light entire libraries made up of dried raw clay tablets . What can be found in an Assyrian - Babylonian library? warehouse documentation official documents laws chronicles of history recipes poems literary texts In 1964 Paolo Matthiae, archaeologist of the La Sapienza University of Rome, discovered the city of Ebla , near the current Tell Mardick, in Syria. The excavation campaigns continue every year and in 1975 the state archive of the city is discovered: a veritable library containing thousands of documents, all written in cuneiform characters on sun-dried clay tablets. I have no recent news on the continuation of the excavations, but I fear that, as in the case of other archaeological sites, also in the case of Ebla, the excavations have been interrupted due to the long and bloody war that has hit Syria in recent years. One of the consequences of Daesh's seizure of power was the destruction of artifacts of great historical and artistic value and the sale of 'salable' artifacts on the black market to finance the war. Very famous is the epic poem The Epic of Gilgameš (2600 - 2500 BC) which contains the oldest tale of the universal flood. The text, of which six versions are known, was found in the royal library of Ur. By following the link you will be able to see the version of the text which is kept at the British Museum in London. Very particular are the letters , which have sometimes been found still inserted in their 'envelopes' Tablet with envelope Clay envelope with tablet enclosed inside. The envelope contains a memorandum relating to a quantity of refined copper, certified by several individuals, for which the patronymic is also provided. Kanesh Paleo-Assyrian origin (19th century BC) Clay 5.1 x 6 x 2.9 cm .® Ligabue Collection The name of the archaeologist Khaled el Assad is now known all over the world due, unfortunately, to his heroic death during the Syrian war. In 2015, Khaled el Assad was captured by Isis (Daesh) militiamen and tortured to reveal where the precious treasures found in the archaeological excavations of the city of Palmyra were. The archaeologist will be beheaded, without having revealed the location of the treasures. The city of Palmyra , a UNESCO site since 1980, which was in an extraordinary state of conservation, was almost completely destroyed by Isis. EBLA - Official site of the Italian mission To ensure that the contents of the letter were not violated by prying eyes, the envelope was sealed using an engraved cylinder that matched the writer's 'signature'. Mesopotamian cylinder seal in limestone and relative impression; Shamash adoration scene, (Louvre) Cylindrical seal and modern impression: hunting scene. 2200-2100 BC Mesopotamia. The MET (Metropolitan Museum of Art, New York THE CUNEIFORME AND ARNALDO TOMODORO WRITING It often happens that contemporary artists are fascinated by ancient art and culture and this is precisely the case of the sculptor Arnaldo Pomodoro whose sculptures are found all over the world. Here beside you see The arrow (1993-1995) which is located in Paris at the UNESCO headquarters, but its spheres are very famous: perfect geometric shapes that reveal mysterious mechanisms within them. Arnaldo Pomodoro, La freccia, 1993-1995; bronzo, 198 × 468 × 167 cm Parigi, UNESCO Arnaldo Pomodoro, Sfera Grande , 1971, Piazza della Libertà, Pesaro (PU) After having studied in depth the Mesopotamian civilizations, Pomodoro creates works in which the cuneiform writing, imprinted in the clay, inspires him a very personal way of sculpting the material. We see it very well in the Labyrinth , a sculpture you can enter ... Right here, in the first room, we find a huge cylinder of engraved stone - a seal with inscriptions that look just like cuneiform characters; on the floor and on the wall, a writing in relief seems to be produced by the movement of the seal. Of course it is not really the language of the ancient Babylonians, but a contemporary work of art in front of which we cannot help but think of the ancient texts, mysterious and incomprehensible to us, but full of charm. By following the last link you can play games, see the Labyrinth with virtual reality and book a visit, when you can ... Alla scoperta del Labirinto di Arnaldo Pomodoro per approfondire - scrivere in cuneiforme L'Egitto Fin dai tempi antichi, la civiltà egizia ha suscitato curiosità e meraviglia, soprattutto a causa degli imponenti monumenti disseminati lungo il corso del Nilo. La ricerca delle testimonianze dell’Antico Egitto non fa parte soltanto della storia più recente dell’archeologia. ma ha caratterizzato anche l’antichità, fin dal tempo dei Greci e dei Romani. L’ammirazione spesso aveva come conseguenza l’asportazione di opere, come statue e obelischi, che venivano ricollocate altrove - Roma è disseminata di obelischi egizi , per esempio. Talvolta, il mistero che circondava quest’antica civiltà si avvicinava alla magia - probabilmente a causa del grande impegno profuso dagli antichi egizi nell’assicurare la resurrezione ai propri faraoni e importanti dignitari. Fin dal XII secolo si diffuse in Europa l’uso farmacologico della polvere di mummia , considerata potentissimo rimedio contro le malattie più difficili da curare, come per esempio l’epilessia. Museo Egizio di Torino - virtual tour Museo Egizio Torino - tour virtuale ragazzi Museo Egizio del Cairo - collezione Nell’affrontare lo studio della produzione artistica degli egizi, l’indicazione è quella di leggere il capitolo del libro, facendo particolare attenzione alle immagini e alle didascalie che le accompagnano. In questa sezione, invece, troverete gli argomenti principali di interesse più propriamente artistico che è necessario conoscere bene: questi argomenti ritorneranno anche in futuro e ci permetteranno di osservare i cambiamenti. Emanuela Pulvirenti - L'arte Egizia PITTURA Dove veniva utilizzata la pittura? - su pareti e colonne di edifici - sulle strutture in legno di mobili e sarcofagi - sui papiri - sui manufatti in terracotta La gomma arabica è la resina ottenuta dagli alberi di acacia. Ancor oggi è alla base della composizione degli acquerelli ed è utilizzata anche in campo alimentare come addensante per preparare le caramelle gommose. TECNICA: tempera Pigmenti + gomma arabica + albume d’uovo I colori erano preparati miscelando i pigmenti ottenuti dalla macinazione di terre colorate, cui veniva aggiunta una sostanza collosa formata da acqua, lattice di gomma e albume d’uovo. I pennelli erano ricavati dalle fibre di palma. Gli egizi stendevano i colori utilizzando la campitura : una stesura uniforme dentro una forma delimitata da un contorno. Nei dipinti egizi non ci sono sfumature e non esistono ombre perché tutto è immerso nella luce di Ra. Nell’ombra si potrebbe annidare il male, legato a Seth. Testa maschile dalla tomba TT52 (tomba di Nakht) nella necropoli di Tebe (1.400 -1.300 BC. foto: licenza creative commons Home Verde Rosso Bianco Nero Giallo Blu Osiride, dipinto murale dalla Tomba di Sennedjem foto: licenza creative commons IL COLORE I significati, generalmente associati ai colori, derivano per lo più dall'osservazione della natura e da esperienze dirette, anche se, in alcuni casi, si osservano delle differenze nell'attribuzione dei significati, dovute alla cultura (come, per esempio, l'utilizzo del nero come colore del lutto, presso gli occidentali, e del bianco presso i giapponesi, col medesimo significato). Nell'antico Egitto, il colore (Iwen ) era parte integrante di ogni aspetto della vita quotidiana. Era, infatti, un indizio della sostanza di cui erano fatte le cose o del significato associato ad un aspetto del soggetto rappresentato. Per esempio, quando Amon veniva ritratto con la pelle blu, era in riferimento al suo aspetto cosmico. La pelle verde di Osiride, invece, era un riferimento al suo potere sulla vegetazione e alla sua resurrezione. Rosso (deshr): è un colore particolare, nel contesto dell'antica cultura egizia. Ha infatti due significati opposti : essendo il colore del sangue , può indicare la vita (e la vittoria), ma se questo sangue viene sparso attraverso un gesto di violenza, può diventare simbolo di morte e, più in generale, del male. A questo proposito, si può ricordare il mito di Iside e Osiride . Durante le celebrazioni, gli antichi egizi si dipingevano il corpo con ocra rossa, indossando amuleti in corniola , una pietra rosso scuro. Come simbolo di collera e di fuoco, dava origine ad espressioni come: agire "con cuore rosso", che voleva dire 'essere pieni di rabbia; mentre "arrossire" significava "morire". Il rosso era comunemente usato per simboleggiare la natura ardente del sole raggiante e gli amuleti col serpente che rappresenta l'"Occhio del Re" (fuoco, protezione e l'aspetto forse malevolo del sole) venivano fatti con mattoni rossi. Questo colore è stato collegato con la rigenerazione e con le forze pericolose che minacciavano l'ordine cosmico (Maat). Ad esempio, il deserto, minaccia per la vita, era chiamato "Terre rosse". Pericolo, distruzione e morte erano le idee connesse con il rosso: gli Scribi usavano l'inchiostro rosso quando volevano scrivere la parola "male". Il fatto che la pelle degli uomini egiziani venisse raffigurata con il rosso, non ha alcuna connotazione negativa. La vernice rossa veniva creata dagli artigiani egiziani utilizzando ferro ossidato naturalmente e ocra rossa. Una defunta presenta un'offerta a Horus, rappresentato con testa di falco e disco solare avvolto tra le spire di un serpente foto: licenza creative commons Il bianco (hedj e shesep) suggeriva l'onnipotenza e la purezza. Considerato come privo di colore, era usato per le cose semplici e sacre. Il nome della città santa di Menfi significava "Bianche mura". Sandali bianchi venivano indossati durante le cerimonie sacre. Gli oggetti rituali più comunemente utilizzati nei cerimoniali, come piccole ciotole e vasi canopi, erano privi di colore. Anche il tavolo per l'imbalsamazione del Bue Api di Menfi era di alabastro bianco. Bianco era anche il colore araldico dell'Alto Egitto: il "Nefer", la corona dell'Alto Egitto era bianca, anche se in origine probabilmente veniva fatta con canne verdi. Il colore bianco puro utilizzato in questo tipo di arte egizia era quello naturale del gesso. Vasi canopi provenienti dalla tomba di Neskhons, moglie di Pinedjem II, morta nel 981 a.C. (British Museum ) foto: licenza creative commons Rappresentazione della pesatura del cuore sul Papiro di Ani (British Museum ) foto: licenza creative commons Nell'antico Egitto, il nero (kem) era simbolo di morte e della notte. Osiride , il re dell'aldilà era anche chiamato "il nero". Una delle poche persone della vita reale ad essere divinizzate, la regina Ahmose Nefertari fu la patrona della necropoli. Era solitamente raffigurata con la pelle nera. Anubi , il dio dell'imbalsamazione era raffigurato come uno sciacallo o un cane nero. Così come il nero simboleggiava la morte era anche un simbolo naturale del mondo sotterraneo e quindi della resurrezione . Probabilmente era anche simbolo di fecondità e persino della vita . Questa associazione era dovuta all'abbondanza generata dal limo nero delle annuali inondazioni del Nilo. Il colore del limo divenne emblematico dello stesso Egitto: il paese, infatti, era chiamato "Kemet" (Terra nera). Pigmenti neri erano ricavati da composti del carbonio come fuliggine , carbone di legna o di terra oppure ossa di animali bruciate . Che Osiride fosse una divinità connessa con la fertilità della terra, legata alle piene del Nilo, è confermato anche dall'uso di realizzare dei piccoli sarcofagi con un incavo interno sagomato come il corpo della divinità che veniva riempito di terra e semi (corn mummies ). Questi sarcofagi venivano lasciati germogliare e poi interrati nei campi, in un rituale che doveva favorire l'agricoltura. Ahmose Nefertari, dalla tomba di Nebamon e Ipuky TT181 (Tebe), Neues Museum (Berlino) foto: licenza creative commons Articolo (Storica - National Geographic) - Osiride, il dio egizio dell'aldilà Il verde (wadhj) era il colore della vegetazione e della nuova vita. Nel linguaggio quotidiano fare "cose verdi" indicava un comportamento positivo. Come già accennato, Osiride era raffigurato spesso con la pelle verde ed era anche denominato Grande Verde. La malachite verde era un simbolo di gioia e la terra dei morti era descritta come il "campo di malachite". Nel libro dei morti si legge che il defunto diventerà un falco "le cui ali sono di pietra verde". L'occhio di Horus era un amuleto di pietra verde. Questo colore era anche associato alle divinità Hathor, Wadjet e Osiride. Il pigmento verde probabilmente veniva preparato come una pasta ricavata da ossidi di rame e di ferro mescolati con silice e calcio. Poteva anche essere estratto dalla malachite, un minerale naturale di rame. Ra e Imentet, dea delle necropoli occidentali dell'Egitto. Tomba di Nefertari, Tebe foto: licenza creative commons Il giallo (khenet, kenit) era ottenuto con ocre naturali oppure ossidi. Durante l'ultima parte del nuovo Regno, venne sviluppato un nuovo metodo, che derivava il colore dall'orpimento (trisolfuro di arsenico). Sia il sole che l'oro giallo condividevano le qualità di immortalità, eternità e indistruttibilità . Quindi l'uso del giallo, nell'arte egizia, generalmente indicava queste qualità. Si credeva che la pelle e le ossa degli dèi fossero d'oro . Così statue di divinità e maschere di mummie di Faraoni erano spesso costruite o placcate in oro. Quando il faraone moriva diventava il nuovo Osiride e quindi un Dio. Nell'immagine della Cerimonia di Apertura della bocca (a destra), notate i toni della pelle della mummia e di Anubi. Entrambi sono esseri divini ed entrambi hanno la pelle dorata, mentre il sacerdote e le donne in lutto hanno il classico rosso-marrone e giallo, tonalità della pelle usate solitamente per gli esseri umani. L'oro bianco , una lega di oro e argento, era considerato come l'equivalente dell'oro e qualche volta veniva utilizzato in contesti dove solitamente veniva usato il giallo. Libro dei morti di Hunefer : cerimonia di apertura della bocca. British Museum, Londra. Foto: licenza creative commons Blu (irtiu, sbedj): era preparato con ferro, ossidi di rame, silice e calcio. Questo prodotto aveva un colore ricco, che però era instabile e, a volte, si è scurito o si è modificato nel corso degli anni. Simboleggiava il cielo e l'acqua. In un certo senso cosmico estendeva il suo simbolismo ai cieli e alle inondazioni primordiali. In entrambi i casi il blu ha assunto il significato della vita e della rinascita . Era anche un simbolo del Nilo , delle sue colture e della fertilità . La fenice , che era un simbolo del diluvio primordiale, è stata modellata sull'airone che ha un piumaggio grigio-blu. Tuttavia, di solito era raffigurata con brillanti penne blu per sottolineare la sua associazione con le acque della creazione. Amon fu spesso raffigurato con il viso blu per simboleggiare il suo ruolo nella creazione del mondo. Per estensione i Faraoni erano talvolta indicati con facce blu, proprio per identificarli con Amon. I babbuini , che in natura non sono certo blu, sono stati dipinti con questo colore, ma non se ne conosce il motivo. L'ibis, un uccello blu era un simbolo di Thoth, proprio come il babbuino. Può essere quindi che i babbuini fossero raffigurati in blu per sottolineare la loro connessione a Thoth. Gli dei spesso erano raffigurati con capelli fatti di lapislazzuli, una pietra azzurra. Amuleto : Thoth raffigurato come un Ibis accompagnato dalla dea Maat. Faïence blu-azzurra, 3,1 x 4 x 1,5 cm, datazione: 722–332 a.C., Collezione del Museo Egizio di Torino Foto: creative commons Trascrivo, solo per ragioni di leggibilità, le descrizioni dei colori, utilizzati dagli egizi, reperibili sul sito Cultor College . Eventuali modifiche sono dovute a studi e approfondimenti personali. Seguendo il link, potete trovare altre utili informazioni LETTURA DELL'OPERA Dato che ci occupiamo di arte visiva, è abbastanza logico che sia importantissimo osservare bene le immagini e cercare quali siano gli elementi che le rendono uniche e speciali. Non basta quindi guardare superficialmente un'opera, ma dobbiamo soffermarci un po' di più sui suoi diversi aspetti. Può essere utile porsi alcune domande che ci guidino nell'osservazione: Di che tipo di opera si tratta? (è una scultura, un bassorilievo, un dipinto? conosci la differenza tra questi e altri tipi di arte?) conosci l'autore (o comunque la civiltà o il periodo cui appartiene )? che cosa rappresenta? qual è secondo te il significato? Queste sono le domande principali, ma più domande riesci a porti, più scoprirai caratteristiche che ad un primo sguardo, probabilmente, ti erano sfuggite. Scena di caccia sul Nilo lettura dell'opera Frammento di dipinto parietale dalla tomba di Nebamun raffigurante una scena di caccia; 1350 a. C. ca; British Museum , Londra Immagine di pubblico dominio Partiamo dalla prima domanda: di che tipo di opera si tratta? Si tratta chiaramente di un dipinto e in particolare di un dipinto parietale , cioè fatto su una parete. Questo frammento di dipinto stava nella tomba di un funzionario reale vissuto sotto il regno di Thutmose IV e Amenofi III. Questo funzionario venne sepolto a Sheikh Abd El Qurna , in una necropoli dedicata ai funzionari reali e si trova lungo il Nilo, nella zona di Tebe, dove si trovano la famosa Valle delle Regine, il tempio di Luxor e quello di Karnak. Dalla tomba, sono stati asportati diversi frammenti dipinti: tre di questi si trovano custoditi al British Museum di Londra, uno si trova al museo di Avignone, in Francia, mentre degli altri si sono perse le tracce (probabilmente sono finiti nelle mani di qualche collezionista privato). Potrà sembrarti strano, ma non sappiamo dove si trovi esattamente la tomba da cui provengono questi dipinti: i primi archeologi erano più dei cacciatori di tesori, che degli scienziati. Si appropriavano di ciò che secondo loro poteva avere un valore e non si preoccupavano di documentare la scoperta. La tomba era rivestita di stucco che nell'antichità era fatto con un impasto di calce e pozzolana (materiale poroso e leggero di origine vulcanica), misto a polvere di marmo o gesso e che risultava così molto liscio. Successivamente lo stucco veniva decorato con pittura a tempera , dalle tinte vivide e chiare, e con pennellata svelta e sicura motivata dal rapido essiccamento dei colori. 2. Conosci l'autore (o la civiltà) cui appartiene? Si tratta sicuramente di un dipinto dell'antica civiltà egizia. 3. Che cosa rappresenta? Si tratta di una scena di caccia ambientata in una palude. Gli elementi naturali sono descritti in modo realistico , anche se talvolta stilizzato (vedi per esempio le piante di papiro. La figura umana è sempre stilizzata e, come si può vedere, la dimensione dipende dall’importanza del personaggio rappresentato. Il faraone, che dopo la morte viene divinizzato, e le divinità vengono rappresentati grandi, mentre le mogli, i figli e tutti gli altri membri della società sono di dimensioni inferiori. 4. Qual è secondo te il significato? Qui ognuno può dare la sua interpretazione, ma per capire il vero significato dobbiamo ricordarci che si tratta della decorazione di una tomba. Possiamo dire che questa scena bellissima rappresenta la visione che gli egizi avevano della vita oltre la morte : pensavano che avrebbero continuato a fare le cose che amavano fare in vita, come per esempio, andare a caccia. La loro vita sarebbe stata agiata, circondati da ogni tipo di comodità e ricchezza in una natura lussureggiante, cioè rigogliosa. Quali caratteristiche mi permettono di dire che questo dipinto appartiene all'antica civiltà egizia? Rappresentazione della figura umana Nefertari che presenta delle offerte , dipinto dalla tomba di Nefertari, Luxor Foto: licenza creative commons IN PITTURA Nella pittura, la figura umana è stilizzata , cioè è rappresentata secondo un modello stilistico messo a punto dagli antichi artisti egizi. Vediamo gli elementi fondamentali: la testa è rappresentata di profilo l'occhio è rappresentato come se lo vedessimo di fronte la parte superiore del corpo è vista di fronte dalla vita in giù (fianchi, gambe e piedi) la rappresentazione torna ad essere vista di profilo le proporzioni delle diverse parti del corpo vengono stabilite da un canone di proporzione , basato sull'unità di misura del cubito , cioè la misura del pugno chiuso. Canone egizio per la rappresentazione della figura umana. L'immagine è ripresa dalle risorse didattiche scaricabili del UM (The University of Menphis ). Video - interno della Tomba QV66 di Nefertari Visita virtuale nella tomba QV66 di Nefertari (Virtual Reality) IN SCULTURA Le sculture egizie sono realizzate riproducendo un reticolo sui quattro lati del blocco di pietra. Su ciascun lato si disegna la visione frontale, laterale (destra e sinistra) e posteriore e si scolpisce su tutti e quattro i lati, Alla fine si arrotondano gli spigoli. Si utilizza sempre il canone di proporzione. Le statue, pur continuando a seguire lo stile tipico del gusto egizio, spesso introducono elementi di somiglianza con i personaggi rappresentati. Statuette incompiute di Micerino , custodite nel Museum of Fine Arts di Boston. Immagine riprodotta dal sito La civiltà egizia , in cui puoi trovare molte informazioni relative a questi reperti Busto di Nefertiti . Ägyptisches Museum und Papyrussammlung, Neues Museum , Berlino. Foto: licenza creative commons Scriba rosso, 2620-2350 a.C. circa, calcare e cristallo di rocca, altezza 53,7 cm, da Saqquara, Museo del Louvre, Parigi Colosso di Akhenaton , Museo Egizio del Cairo, Egitto Immagine: licenza creative commons LETTURA DELL'OPERA Micerino e la moglie hanno lo sguardo rivolto in avanti. Il faraone indossa il nemes , il tipico copricapo egizio che simboleggia la natura divina del faraone, figlio del dio sole Ra, venuto in Terra a proteggere il suo popolo e la sua terra: l'Egitto; la moglie, invece indossa una parrucca con fitte trecce. Il corpo è descritto in modo da farci capire che gli egizi conoscevano molto bene l’anatomia, ma la rappresentazione è idealizzata secondo lo stile del tempo. La posa del corpo è statica (immobile) e rigida: le braccia della figura maschile sono vicine al corpo, le mani chiuse attorno ad un oggetto. La postura delle gambe suggerisce il movimento: la gamba destra tesa all’indietro e la sinistra avanzata, come per compiere un passo; tuttavia, i piedi poggiano completamente a terra e il ginocchio non è piegato. La figura femminile è ritratta mentre compie un gesto di tenerezza, abbracciando il marito (osserva la mano destra attorno al busto del faraone, mentre la sinistra si appoggia al braccio sinistro). Il braccio visibile è rigido, così come la mano, la muscolatura non è descritta in modo verosimile. Le figure sono scolpite in un unico blocco. La pietra tra braccia e gambe non viene asportata . Statua di Micerino e della regina Khamerernebti II , in pietra grigia, rinvenuta nel tempio mortuario del faraone a Giza. Conservata al Museum of Fine Arts di Boston Immagine: licenza creative commons ARCHITETTURA Le strutture architettoniche che ci sono arrivate hanno carattere monumentale e sono legate all culto dei morti o delle innumerevoli divinità . Famosissime sono le tre piramidi di Giza, ma molte sono anche le sepolture nelle valli dei re e delle regine. La forma perfetta della piramide è il risultato di un lungo percorso di tentativi e fallimenti . Ne è prova la piramide di Snefru, la cosiddetta ‘piramide romboidale’. Piramide di Snefru, ( 2560 a. C. ca.) altezza 105 m, l'inclinazione iniziale era di circa 54° (la piramide avrebbe dovuto raggiungere l'altezza di 133 m) poi modificata in 44°, per impedire il crollo dell'edificio. Governatorato di Giza, Egitto Foto: licenza Creative Commons La pendenza delle tre piramidi più famose (quelle di Cheope, Kefren e Micerino) va dai 51 ai 53°. Esistono piramidi con pendenze diverse (le piramidi nubiane , per esempio, hanno pendenza tra i 40 e i 50°). La pendenza doveva essere calcolata in modo preciso in base al tipo di terreno su cui sarebbe stata costruita . Il terreno su cui venne costruita la piramide di Snefru non era abbastanza solido per permettere la costruzione di una piramide alta 133 m, visti i cedimenti, gli architetti cambiarono l'inclinazione per poter portare a termine la costruzione. Il Pyramidion Il mito della creazione di Eliopoli In cima alla piramide e agli obelischi, era posto il pyramidion. Sulle piramidi, il pyramidion era costituito da una grande pietra piramidale realizzata in marmi di diverso colore e che poteva recare delle incisioni in caratteri geroglifici e rappresentazioni di Ra. Obelisco di Luxor con pyramidion dorato , Place de la Concorde, Parigi Foto di Dennis Jarvis, licenza Creative Commons Pyramidion della piramide di Amenemhat III a Dahshur presso il Museo Egizio del Cairo Foto di Jon Bodsworth, licenza Creative Commons Sugli obelischi, invece, il pyramidion era generalmente liscio e poteva essere ricoperto con lamine di oro o elettro (una particolare lega di oro e argento) o rame dorato. È detto anche pietra di Benben. Benben, nella mitologia egizia, era la collina primigenia che emerse dall’oceano del Nun e sulla quale il dio creatore Atum generò se stesso e la prima coppia divina. Qui puoi trovare degli articoli che parlano di alcuni miti cosmogonici egizi: wikipedia -benben Glencairn Museum News - Ancient Egyptian Creation Myth... Storica - Ptah e la creazione del mondo Il Tempio di Luxor Ingresso al Tempio di Luxor col viale fiancheggiato da sfingi, il primo pilone con uno dei due obelischi; l'obelisco mancante si trova ora a Parigi Foto di Jose Antonio, Licenza Creative Commons I templi sono edifici complessi con stanze e cortili collegati tra loro . Sono basati sul sistema trilitico , che abbiamo già incontrato nel periodo preistorico (piedritti + architrave). Le colonne hanno fusti che si ispirano a fasci di steli di papiro e sono sormontate da capitelli che si ispirano a infiorescenze di papiro chiuse o aperte. L’elemento orizzontale, l’architrave , è costituito da travi di pietra che si uniscono al centro del capitello. Colonne e pareti portano spesso numerose iscrizioni e in origine erano completamente dipinte a colori vivaci. Il Tempio di Abu Simbel Il complesso archeologico del sito di Abu Simbel, in egizio Meha, è composto principalmente da due enormi templi in roccia, detti templi rupestri ricavati dal fianco della montagna. Vennero fatti costruire dal faraone Ramses II nel XIII secolo a.C. per intimidire i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria nella Battaglia di Qadesh. La scoperta di Abu Simbel fa parte delle pagine più avventurose dell’archeologia. Scoperto nel 1813 dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt , fu Giovanni Battista Belzoni ad entrarvi per la prima volta nel 1817. Belzoni era un personaggio molto particolare: ingegnere idraulico, in gioventù si era mantenuto a Londra facendo l’uomo forzuto’ nei circhi e successivamente si era imbarcato per l’Egitto insieme alla moglie come rappresentante di sistemi idraulici.Qui decise poi di dedicarsi alla ricerca archeologica. Il personaggio di Indiana Jones si ispira proprio alle sue rocambolesche avventure. Nel 1979 è stato riconosciuto come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Abu Simbel è simbolo dell’ingegno umano: gli egizi lo costruirono in modo che il 20 febbraio e il 20 ottobre il primo raggio di sole andasse a colpire la statua di Ramses II sul fondo del santuario. Dopo la costruzione della diga di Assuan , che produsse l’allagamento di vasti territori, una missione italiana realizzò un’impresa senza precedenti: lo spostamento dell’intero tempio su un livello più alto della collina nella quale era stato scavato . Per spostare il tempio, dopo lunghe e laboriose progettazioni, si decise di tagliarlo in blocchi numerati e poi ricomposti. Dopo lo spostamento, il fenomeno del raggio di sole si manifesta regolarmente due volte l’anno il 22 febbraio e il 22 ottobre. Articolo - Il trasferimento del Tempio di Abu Simbel - Storica - National Geographic VIDEO - Trasloco del tempio di Abu Simbel (tomba di Ramesse II) VIDEO - Moving the Egyptian Temples of Abu Simbel (1968) Il tempio di Hator a Dendera Situato a circa 2,5 km a sud-est della località di Dendera, è uno dei templi meglio conservati di tutto l'Egitto. L'intero complesso copre un'area di circa 40.000 m² ed è interamente circondato da un muro di mattoni a secco . Il complesso ospita cappelle , santuari ed un lago sacro oltre a una chiesa cristiana ed a due mammisi ovvero i luoghi della rinascita, destinati a celebrare la nascita annuale del figlio del re, il dio-figlio Il tempio è ricco di dipinti bellissimi. Qui troviamo anche una rappresentazione dello zodiaco egizio, derivato, secondo gli studi, da quello mesopotamico. Al centro, viene rappresentata la volta celeste, con le costellazioni, il sole e la luna nella posizione dell'eclissi solare del 25 settembre del 52 a. C. I ritratti del Fayyum Si tratta di straordinari dipinti ritrovati nella valle del Fayyum. I dipinti, realizzati con la tecnica dell’encausto (pigmento mescolato a cera calda e applicato su tavole di legno) appartengono al periodo copto (diffusione della chiesa cristiana greca). Le tavole di legno erano inserite nei bendaggi delle mummie. Sono testimonianza straordinaria della sopravvivenza delle antiche tradizioni funerarie e allo stesso tempo della straordinaria abilità tecnica ed espressiva raggiunta dagli artisti greci, di cui ci restano rarissime testimonianze pittoriche foto: public domain Wikimedia-Commons: raccolta Storica - National Geographic - I ritratti del Fayyum, sguardi dall'aldilà Materiali per ulteriore approfondimento MU - The University of Menphis - link a siti sulla civiltà e l'arte egizia Expedition Magazine - ANCIENT EGYPTIAN STONE-DRILLING Guardian - Egypt ...'Book of the Dead' Papyrus National Geographic - Meeting Hinat Ansa.it: La Via Lattea raffigurata nella dea dell'antico Egitto Nut The ancient Egyptian personification of the milky way as the sky-goddess Nut:.. La scrittura egizia VIDEO -Come funziona il geroglifico VIDEO - Pillole di geroglifico 1 VIDEO - Pillole di geroglifico 2 VIDEO - Pillole di geroglifico 3 VIDEO - Pillole di geroglifico 4 VIDEO - Pillole di geroglifico 5 VIDEO - Pillole di geroglifico 6 VIDEO - Pillole di geroglifico 8 TORNA A STORIA DELL'ARTE Up
- Caspar David Friedrich | ProfCasilli
Caspar David Friedrich (Greifswald, September 5, 1774 - Dresden, May 7, 1840) Friedrich is a German artist. From the point of view of technique, his painting is very close to that of neoclassical painters, but the themes of his paintings are deeply romantic: endless expanses of sea, tragic events such as shipwrecks, landscapes with Gothic ruins. Georg Friedrich Kersting, Caspar David Friedrich in his study (ca.1819) Georg Friedrich Kersting's painting is a portrait in which we see Friedrich at work in his studio in Dresden, a beautiful German city located along the Elbe River. Friedrich is stationary in front of his easel and holds a palette and a long rod in his hand, a fundamental tool for the painters of the time that allowed him to rest the wrist of the hand and maintain a subtle and perfectly controlled sign. The studio is very bright and overlooks the large navigable river, populated by small and large boats. Next, the map of Germany's largest island, Rügen, overlooking the Baltic Sea. Many of Friedrich's paintings are set here: by clicking on the image you can access the Google map where you can see many images of the coast with very high white cliffs overlooking the infinite expanse of the sea. Caspar David Friedrich, The white cliffs of R ü gen (1818), Oskar Reinhart Am Römerholz Collection, Winterthur, Switzerland Google Arts & Culture - Friedrich Caspar David Friedrich, Sea in the moonlight, 1835-1836, oil on canvas, 134 x 169.2 cm - Hamburg, Hamburger Kunsthalle The Abbey in the Oakwood, 1810 Entrance to the cemetery, 1825 The Great Reserve, 1832 Caspar_David_Friedrich_011.jpg Cross in the mountains, 1807 - 1808, Dresden, Gemäldegalerie Rocky ravine in the Elbe Sandstone Mountains, oil on canvas painted between 1822 and 1823 Monk by the sea (1808 - 10) Caspar David Friedrich, Monk by the Sea (1808-10) oil on canvas (110 x 171.5 cm), Alte Nationalgalerie, Berlin The painting immediately strikes us for the empty space and the very small size of the only character present. It is clearly a representation of the sublime : the painting has a horizontal development; most of the painting is occupied by the sky of dawn with a thick dark fog that still thickens above the very dark sea moved by some ripples. The monk is on a promontory from which he contemplates the immensity that surrounds him. The size of the character highlights the mood: in front of the spectacle of nature, the monk feels small. The painting is large (171.5 cm) and being in front of it, the observer is captured by this immense space. The dark colors underline, once again, the quite dramatic mood of the monk: nature is strong and dominant and man knows he has no power over it. Caspar, David Friedrich, The Sea of Ice ( The Shipwreck of Hope ), 1822 oil on canvas (98 x 128 cm) Kunsthalle, Hamburg (Germany) Let's look at the picture In the background we see a wasteland, cold and icy, accompanied by a livid sky that seems almost an impenetrable wall, while the first floor is dominated by shattered ice sheets, which for the colors used could seem like the rubble of a building. The light is clear, the painting clear, so much so that the first impression could be that of being in front of a photograph. In the structure of the work, we see that a group of plates in the background has a prevalent diagonal direction from right to left. The set of slabs forms a sort of pyramid, which however is a far cry from the straight pyramid which was the preferred structure of Renaissance artists. This pyramid has an inclined height, which rather reminds us of the diagonal compositions of the Mannerist period and which is taken up by another ice pyramid, with the same inclination, which is in the background. In front of the slabs oriented to the left, we see a series of smaller plates oriented in the opposite direction, creating the impression of a rotating movement around the central axis of the painting. The title of the work speaks of a shipwreck, but where is the ship? To identify it we must carefully scrutinize the work and, only with difficulty, we can recognize more or less large fragments of a darker material that are what remains of a sailing ship crashed by impact with the pack ice. Nature, powerful and destructive, even when represented by an inert form such as an ice sheet might appear, has inexorably claimed its victims. The work is inspired by the artist from one of the numerous shipwrecks of ships that had long been engaged in expeditions in search of the mythical 'north-west passage', a route that was supposed to connect the Atlantic Ocean to the Pacific Ocean in the Northern hemisphere passing through the Arctic archipelago of Canada, within the Arctic Ocean. There had been so many failures, yet these explorers continued for years to heroically pursue their goal. The subject of the painting, therefore, is not a simple pictorial restitution of reality, but is the representation of a 'stepmother' Nature , fundamentally hostile, against which man, even in his finitude, exercises his heroic qualities of resistance and perseverance. , even when everything seems doomed to failure. Alongside this, the sense of the sublime also emerges, of that sensation of total absorption and dismay in the face of the strength and power of nature. Caspar David Friedrich, Wanderer on the Sea of Fog (1818), oil on canvas (95 x 75 cm), Hamburger Kunsthalle in Hamburg Wanderer on the Sea of Fog (1818) Always dear to me was this hermitage hill, and this hedge, which goes so far of the last horizon the gaze excludes. But sitting and looking, take it forever spaces beyond that, and superhuman silence, and very deep stillness in my thoughts I pretend, where for a little while the heart is not afraid. And like the wind I hear rustling among these plants, I that one infinite silence to this voice I am comparing: and I remember the eternal, and the dead seasons, and the present and alive, and the sound of her. So between this immensity drowns my thought: and shipwreck is sweet for me in this sea. Selected poems: GIACOMO LEOPARDI, The infinite, May 28, 1819 (Canti, XII). video- Alessandro Baricco explains Leopardi's Infinity Look at the picture : the format is vertical, to leave more space for the landscape that unfolds before the eyes of the protagonist. We see him from behind and we don't know who he is. We sense that he is a young man in good physical health who has climbed a mountain path until he reaches a spur of rock on which he has climbed to be able to look at the valley below him. You don't see much: the top of some mountain with some trees that give us the measure of things; everything is immersed in the fog, a fog that moves like the waves of a sea and in this sea the mountain tops look like islands. In the distance other mountains, less steep, and behind them, still others, more and more tenuous in colors ... they seem made of air. The protagonist of the painting is not a historical figure and does not even represent a person of an important social class. Yet, he is in all respects a heroic character: the bearing is proud, the pose is that of someone who is the master of his own life. Alone, like all romantic heroes, he contemplates in front of him a wide, luminous, even if mysterious landscape. Thus it is the hero who dedicates his life to achieving a goal and leaves behind everything that could distract him from this goal. This work has always been associated with Leopardi's poem Infinity, written only a year after the painting was made. These two works are inspired by the same romantic spirit, by the irresistible attraction for the limit that separates the ordinary finiteness of human life from being part of something greater, even at the cost of getting lost. Torna a Romanticismo
- Paesaggio con montagne | ProfCasilli
LANDSCAPE WITH MOUNTAINS WITH INCREASING GRADATION OF INTENSITY Observing the landscape, Leonardo da Vinci realizes that the more distant mountains are, the clearer and less defined they appear. This phenomenon is called aerial perspective and you too can easily observe it. The cause of this phenomenon, as Leonardo already explains, is the presence of air between the eye of the observer and the object that is far away. In fact, so many corpuscles are suspended in the air which, when hit by the light of the sun, reflect the light. The farther the object is, the more this diffuse light interferes with our eye . The aerial perspective of the landscape in the painting Annunciation of the Virgin by Leonardo da Vinci PREPARATION OF THE WORKSPACE the sheet must be smaller than the media it should be glued with the paper tape making a frame all around the sheet should not be peeled off until the job it is finished and dry Execution To begin we prepare a sheet (a quarter of your rough drawing sheet is more than enough) glued to the support with paper-tape. Prepare the diluted blue color (prepare a good amount so you don't have to do it again in the course of work) Spread evenly across the paper and leave some white space for clouds only at the top of your sky. Let it dry Paint a mountain just below the clouds and work your way to the bottom of the paper. Let it dry again. Paint the second mountain (move the top a little so that it does not coincide with the previous one) After letting it dry, proceed with the subsequent drafts. As you can see, each draft appears a little more intense than the previous one: it is because the watercolor is transparent and each draft is added to the previous one. ATTENTION! When painting the different mountains, make sure that the top is always within the space already painted in the previous draft, otherwise your mountain will be 'cut' - one part will be lighter and another darker, ruining the final effect. NOTE: How to tell when the sheet is dry enough to work on it again Since this technique requires the use of a lot of water, it is normal for the sheet (especially if it is not watercolor paper of good thickness) to swell. It is precisely for this reason that before starting to paint we have to glue it to the support with a frame of paper tape all around. When the sheet dries, it returns to spread out. Also, by touching the sheet with your hand, you should feel it no longer wet and cold. Back to Watercolor Go to Dilution
- Site Rules | ProfCasilli
Site Rules Please be nice :) No offensive content No spreading of any copyrighted material Admin decisions are final No spamming or advertising FAQ Can I insert an image, video, or gif in my FAQ? (Demo) Yes. To add media follow these steps: 1. Enter the app's Settings 2. Click on the “Manage FAQs” button 3. Select the question you would like to add media to 4. When editing your answer click on the camera, video, or GIF icon 5. Add media from your library. How do I add a new question & answer? (Demo) To add a new FAQ follow these steps: 1. Click “Manage FAQs” button 2. From your site's dashboard you can add, edit and manage all your questions and answers 3. Each question and answer should be added to a category 4. Save and publish. How do I edit or remove the “FAQ” title? (Demo) You can edit the title from the Settings tab in the app. If you don't want to display the title, simply disable the Title under "Info to Display". What is an FAQ section? (Demo) An FAQ section can be used to quickly answer common questions about you or your business, such as "Where do you ship to?", "What are your opening hours?" or “How can I book a service?” It's a great way to help people navigate your site and can even boost your site's SEO.
- Preistoria | ProfCasilli
Introduzione Linea del tempo Paleolitico strumenti Alle origini Amazzonia Arte rupestre caratteristiche pigmenti mortaio falsi miti legante/diluente vuoto strumenti finalità Grotte dipinte Altamira Chauvet Lascaux Prime sculture Mesolitico Novità Mesolitico Val Camonica Neolitico Esempi Neolitico Museo in classe - Protostoria Architettura megalitica Menhir Dolmen cromlech Statue stele Nessun titolo Stonehenge La costruzione di Stonehenge Approfondimento Eneolitico Civiltà Nuragica Rinvio pagina_preistoria PREISTORIA Prehistory = before history, that is, before the invention of writing The prehistoric period goes from the appearance of man on Earth (about 4.5 million years ago), to the discovery of writing (about 3,000 years ago). Il termine PREISTORIA vuol dire prima della storia, cioè prima dell’invenzione della scrittura . Dal punto di vista della storia dell'arte cercheremo di seguire il percorso dell'uomo che, sfruttando le proprie capacità creative, riesce ad inventare strumenti di uso comune che migliorano le sue condizioni di vita; scopriremo anche come ben presto inizi ad abbellire questi strumenti con elementi decorativi per il puro piacere della bellezza. Oltre a ciò, in modo più specifico, ci occuperemo di manifestazioni, come la pittura rupestre, i graffiti rupestri e le sculture che non hanno nessuna finalità pratiche, ma che visti con gli occhi moderni, ci appaiono come manifestazioni artistiche degli uomini preistorici . Queste manifestazioni, pur trovando la propria giustificazione in una funzione magica o cultuale, rivelano attenzione ad aspetti che noi consideriamo fondamentali nel fare artistico: segno , forma , colore , gesto e materia . La conquista della scrittura non avviene contemporaneamente in tutte le civiltà. Anche oggi esistono popolazioni isolate in Papuasia e Amazzonia che vivono in condizioni preistoriche perché non hanno avuto contatti con gruppi più evoluti. Queste popolazioni non hanno sviluppato una forma di scrittura e tramandano la loro cultura oralmente. I primi oggetti lavorati dall’uomo risalgono a circa 2,5 milioni di anni fa. Home Linea del tempo orizzontale Linea del tempo verticale La linea del tempo Linea del tempo verticale Ti propongo anche un altro modo per organizzare le informazioni in senso cronologico: si tratta di una linea del tempo verticale. Cosa cambia? dirai... A me piace molto questo modo di organizzare le informazioni perché mi ricorda il metodo stratigrafico con cui procedono gli archeologi per indagare la storia sempre più lontana: più si scava, più si va indietro nel tempo. Questa linea del tempo, quindi si legge dal basso verso l'alto : dagli eventi più lontani da noi e quelli più recenti. Come vedi anche dal titolo, questa linea del tempo è anche un indice generale degli argomenti che riguardano in particolare la preistoria. Alcune delle scritte sono sottolineate e se ci passi sopra vedrai comparire un puntatore a forma di mano: sono dei link , cioè dei collegamenti con pagine in cui quegli argomenti sono spiegati. STORIA inizia con l'invenzione della scrittura che permette la creazione di documenti scritti (3.000 a. C. circa) E tà dei metalli ENEOLITICO ETA' DEL FERRO (1.800 anni fa - ) ETA' DEL BRONZO (3.000 - 1.800 anni fa) ETA' DEL RAME (4.000 - 3.000 anni fa) PREISTORIA riguarda la presenza dell'uomo sul nostro pianeta, testimoniata da documenti materiali (oggetti, materiali, dipinti, sculture, costruzioni, ...) non caratterizzati dalla lingua scritta. Età della pietra NEOLITICO - età della pietra nuova (6.000 - 4.000 anni fa) MESOLITICO - età della pietra di mezzo (8.000 - 6.000 anni fa) PALEOLITICO - età della pietra antica (periodo che va da 1.800.000 anni fa a 8.000 anni fa) Esistono tanti modi di costruire le linee del tempo: alcune più semplici, altre molto più complesse (ce ne sono addirittura in 3D): si possono inserire informazioni fondamentali, ma anche immagini. Si possono fare in digitale, ma anche scritte e disegnate a mano sul quaderno. L'importante è usarle nello studio perché ci aiutano a fare ordine tra le tante informazioni che incontrerai. Linea del tempo orizzontale Iniziamo a prendere confidenza con uno strumento molto utile quando si affronta la storia (anche la storia dell'arte), perché ci permette di capire l'evoluzione e le relazioni tra eventi e scoperte . Gli eventi sono ordinati in modo cronologico (dai più antichi ai più recenti) da sinistra a destra: a sinistra ci sono gli eventi più lontani nel tempo, mentre muovendoci verso destra, incontriamo quelli successivi. Gli eventi possono essere raggruppati in diversi modi, a seconda del punto di vista utilizzato. Per esempio, in questa linea del tempo orizzontale, trovi delle denominazioni più specifiche (paleolitico , mesolitico , neolitico , età del rame , del bronzo e del ferro ); altre più ampie, si riferiscono al materiale utilizzato per costruire gli strumenti (pietra o metallo); infine, trovi un'altra grande suddivisione basata sulla natura dei ritrovamenti: solo oggetti o materiali di vario genere (ritrovati nelle stratificazioni degli scavi archeologici e databili generalmente in modo scientifico) o ritrovamenti che comprendono testi scritti , attraverso i quali ci arrivano dei messaggi direttamente dal passato. Paleolithic ( 1.8 million years ago - 10,000 years ago ) The term paleolithic it is formed by the union of two Greek words: pàleo , which means 'ancient' and lithòs , which means 'stone'. The word, therefore, means: period of ancient stone men are nomads they live in caves they build stone tools they live by hunting and gathering spontaneous plants Towards the end of this period, rock art was born (painting and engraving on rocks) and small sculptures were made. Strumenti Chopper Amigdala bifacciale Propulsore Strumenti del Paleolitico Chopper Questo è il tipo di strumento più antico creato dall’uomo. Si tratta di un ciottolo scheggiato ad una estremità; è uno strumento semplice, ma versatile, che può essere usato per tagliare, raschiare e schiacciare. Il suo nome viene dal verbo inglese to chop , che vuol dire ‘spaccare’. Questo, in particolare, si trova presso il Museo Civico Archeologico di Bologna . VIDEO - experimental archeology - chopper Amigdala bifacciale Questo strumento è decisamente più lavorato: è stato scheggiato su tutta la superficie e su entrambi i lati (bifacciale ). Il termine 'amigdala', con cui è stato chiamato, viene ancora una volta dal greco e vuol dire ‘mandorla ’: la sua forma ricorda molto quella di questo seme. Anche questo strumento poteva avere diversi utilizzi, a seconda della dimensione. Poteva quindi essere un’ascia, ma anche un coltello, un raschiatoio, una punta di lancia o di freccia. VIDEO - experimental archeology - double-sided amygdala Propulsore Visto che stiamo parlando di strumenti, un’invenzione decisiva nella corsa alla sopravvivenza è sicuramente il propulsore: uno strumento che permetteva di lanciare una lancia con grande forza.In questo modo i cacciatori avevano maggiori probabilità di uccidere la loro preda con un unico colpo perché la potenza, con cui veniva lanciata, la faceva penetrare in profondità. Nella foto, un bellissimo esempio ritrovato in Francia nella grotta di Mas D’Azil e che risale a 13.000 anni fa. Costruito in corno di renna, rappresenta un daino con due uccelli sulla coda che costituiscono il gancio di spinta. Pregevole oggetto dell’arte preistorica, doveva essere un oggetto cerimoniale o rappresentativo del potere di un capo o di uno sciamano. VIDEO - archeologia sperimentale - propulsore Home Mappa Il primo uso del colore - Zambia Spagna Bulgaria Indonesia Australia Brasile Patagonia (Argentina) India Somalia Libia Alle origini dell'arte N el lungo periodo che precede l’invenzione della scrittura, l’uomo trova diversi modi per esprimere le sue emozioni e la sua visione del mondo. Prima della scrittura nascono la musica , la pittura , le incisioni e la scultura . Oltre all’utilizzo della voce, i primi strumenti musicali furono probabilmente degli strumenti a percussione (semplici pietre o bastoni) e sonagli, capaci di accompagnare il ritmo del canto, ma ben presto nacquero strumenti come il rombo (una fune attaccata ad un pezzo di legno sagomato che veniva fatta ruotare velocemente e che produceva un ronzio), il fischietto e il flauto, ricavato da ossa cave di uccello e il corno. VIDEO - Sounds and music of prehistory and antiquity VIDEO - experimental archeology - Paleolithic horn VIDEO - experimental archeology - paleolithic bone flute In arte nulla è perso, per un artista tutto è contemporaneo e ogni opera dell'uomo è fonte di riflessione e d'ispirazione. Qui accanto ti propongo il video di un artista contemporaneo davvero straordinario: le sue opere sono nuove e allo stesso tempo antiche, come puoi capire, forse, dopo aver guardato i video sugli antichi strumenti musicali. Pinuccio Sciola - Sounding Stones We now come to the testimonies that we can associate with the visual arts To help you on this journey, I have pre-arranged a map on Google Earth. You can keep it open in another window while you follow the story. The elements of the map follow the same order as in this exhibition. The places of prehistory on Google Earth I più recenti studi archeologici suggeriscono che esseri umani appartenenti all’Età della pietra abbiano impiegato pigmenti a scopo rituale almeno 400.000 anni fa. Scavi effettuati alla fine degli anni ’90 presso le caverne di Twin Rivers , nello Zambia (Africa centrale) hanno portato alla luce centinaia di frammenti di pigmenti dai vari colori, utilizzati probabilmente per dipingere il corpo (fonte ) Ancient populations used red ocher for funeral or fertility rites. This substance probably represented blood and therefore the beginning and the end of life. The basic component of red ocher, hematite (Fe2O3), owes its name to the Greek word hema which means blood. The use of pigments for body decoration is still alive today, for example among the Aborigines, one of the oldest peoples on earth. 2. A recent study , published in 2021, highlights a testimony of the ritual use of color: we are in Spain in the Cueva de Ardales , where red pigment was used to paint stalactites and stalagmites by Neanderthal man. Focus - Painted stalactites 3. Magura Cave , north west of Bulgaria . The site has been frequented in different eras. The paintings found seem to be dated between 6,000 and 3,000 BC. C. Recent archaeological excavations have unearthed hearths from at least 50,000 years ago. The pigment used is bat guano of which there was great abundance inside the caves. In the cave there are scenes of hunting , dancing and a great variety of animals . There are also many symbolic elements linked to the cult of the sun . If you want to learn more, you can watch this video (Bulgarian language with English subtitles). You will be able to discover other paintings present in the cave. (duration 7 minutes) VIDEO - Magura Cave - Bulgaria 4. The cave paintings found on the walls of some caves on the island of Sulawesi , in Indonesia date back to 40,000 years ago. More or less like the European ones. Europe is therefore not the only cradle of human creativity. Perhaps the first human groups that came out of Africa already had this ability . Scientists have established that the oldest paintings are those of the hands, made with the “stencil” technique 39,900 years ago; the paintings of a babirusa, a pig similar to a boar and a pig they are more recent and date back to 35,400 years. Focus - The oldest cave paintings are 40,000 years old 5. The Kakadu National Park is located in the north of Australia and contains one of the largest concentrations of sites (= places) of Australian Aboriginal art. Around 5,000 rock painting sites have been found in the area. Many of these representations date back to recent times (about 1500 years ago) but there are some that are 20,000 years old . In the Ubirr site it is possible to observe a type of representation that we could define "x-ray" because in the silhouettes of the figures, internal anatomical details have been represented such as the vertebral column or the bones of the legs. 6. Serra da Capivara ; the Serra da Capivara National Park in northeastern Brazil is home to several rock shelters decorated with cave paintings. The paintings depict scenes of rituals and typical animals of the area (such as capivara) but also trees and other animals. Some archaeologists have dated the earliest paintings to around 25,000 years ago although this would question the officially attributed dating of the first human settlements in the Americas . Serra da Capivara - World Heritage List 7. The Cueva de las Manos , literally "the cave of the hands" was discovered in an isolated area of Patagonia , desert region and very cold in southern Argentina . The paintings can be dated between 13,000 and 9,500 years ago . The depicted hands are a beautiful example of modular composition where the module is represented by the hand of the prehistoric man who performed it in numerous sequences. It is thought that they were made as a "stencil" by spraying colored pigment on the hand that once lifted left the imprint . Most likely the color was sprayed with the mouth. Cueva de las Manos - World Heritage List 8. Bhimbetka : located in central India , Bhimbetka is an archaeological area where it is possible to see about 600 rocky sites sheltered from the rains, decorated with prehistoric cave paintings made mainly in Red And White with the occasional use of green and yellow . Simple scenes of everyday life are depicted. The drawings are simple, but you can clearly recognize different types of animals including bison , tigers , lions And crocodiles . The oldest paintings date back to 12,000 years ago . Bhimbetka - World Heritage List 9. Laas Gaal is a complex of caves and rock shelters in Northwestern Somalia which preserve the oldest examples of primitive art of the entire African continent dated between 11,000 and 5,000 years ago. In these paintings we often find cows decorated for religious ceremonies accompanied by human beings , but they are also depicted dogs And giraffes . The cave paintings are well preserved thanks to the warm and dry climate that allowed the conservation of the features as well as of the pigment. 10. Tadrart Acacus is a mountainous area of the Sahara, in southwestern Libya . The rock paintings are datable from 12,000 BC, up to 100 AD The paintings document the flora and fauna of the time. The territory was very different from the present one: instead of the desert there were lakes, forests, elephants and ostriches . The Guardian - Amateur archaeologist uncovers ice age ‘writing’ system L'arte rupestre Noi oggi parliamo di arte rupestre, ma è bene sottolineare come la nostra conoscenza a riguardo sia relativamente recente. È infatti soltanto verso la fine dell'Ottocento che in Spagna viene scoperta la grotta di Altamira (1879), che ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere le abilità dell'uomo preistorico: fino a quel momento, infatti non si conoscevano pitture rupestri e dunque tutti i documenti che abbiamo visto nella presentazione precedente (Alle origini dell'arte ) sono posteriori rispetto a questa prima scoperta. A partire dal paleolitico superiore (35.000 - 30.000 a. V.) i gruppi umani appartenenti alle famiglie di Homo Sapiens Sapiens svilupparono delle forme di linguaggio visivo che definire 'primitive' è decisamente riduttivo. Si tratta di popolazioni nomadi di cacciatori e raccoglitori che nei loro spostamenti utilizzavano le caverne come ripari naturali e temporanei. È proprio all'interno di alcune caverne che vennero ritrovate le prime forme di espressione artistica, costituite da pitture e incisioni rupestri . Iniziamo subito a fare alcune precisazioni importanti: pitture rupestri e incisioni rupestri non sono la stessa cosa . Il termine rupestre , come è facile immaginare, si riferisce alla superficie sulla quale vengono realizzate pitture o incisioni, cioè la nuda roccia. Ti ricordo che nelle prime lezioni introduttive sull'arte abbiamo imparato a distinguere le diverse tecniche con le quali vengono realizzate le opere (cfr. Linguaggio visivo e in particolare la primissima presentazione sulle Opere d'arte ). Pitture rupestri Dipinti realizzati su pareti di roccia (prevalentemente all'interno delle caverne) Incisioni rupestri Segni o disegni scavati nella roccia . Non sono colorate . Alcune incisioni si trovano nelle grotte, ma per la maggior parte si trovano su rocce esposte all'aperto (come le incisioni rupestri della Valle Camonica) rupestre (agg.) [deriv. di rupe (roccia scoscesa)] = realizzato su una parete rocciosa Etimologia: dal latino rupes . derivato dal verbo rumpere , che vuol dire 'rompere o spaccare' pittura s. f = tecnica nella quale la sostanza colorante (pigmento ) viene diluita con un liquido. Al pigmento viene generalmente aggiunto un legante , cioè una sostanza che permette al pigmento di aderire alla superficie sulla quale il colore viene applicato. incisione s. f. = traccia o disegno ottenuto asportando parte del materiale di supporto con uno strumento resistente ed appuntito. Con questo termine si indicano le incisioni rupestri , che quindi sono segni e disegni scavati nella roccia, ma anche forme più complesse e moderne di opere ottenute stampando su carta disegni precedentemente incisi su lastre di legno o di metallo. Caratteristiche e datazione I dipinti rupestri in cui viene rappresentato l'uomo (di cui abbiamo visto alcuni esempi nella presentazione All'origine dell'arte) sono del periodo Neolitico, mentre i dipinti ritrovati nelle grotte di Altamira, Chauvet e Lascaux vennero realizzati nel paleolitico superiore (40.000 - 10.000 a.C) Le rappresentazioni di animali ritrovate nelle grotte mostrano una profonda conoscenza dell'anatomia degli animali e sono per lo più naturalistiche (= molto simili alla realtà). Attraverso l'uso del chiaroscuro, e sfruttando le conformazioni naturali delle rocce, questi artisti del passato riescono a dare il senso della tridimensionalità. Materiali e strumenti della pittura rupestre pigmenti + legante + diluente Pigmenti Gli uomini primitivi avevano a disposizione solo pochissimi pigmenti naturali costituiti prevalentemente da pietre colorate triturate finemente, con qualche eccezione di pigmenti di origine vegetale. Vediamo quali sono: pigménto s. m. [dal lat. pigmentum, der. del tema di pingĕre «tingere, dipingere»]. = sostanza colorata non solubile che, dispersa in un liquido, è in grado di ricoprire gli oggetti di uno strato colorato permanente. OCRA GIALLA pigmento inorganico minerale a base di ossido di ferro; molto stabile e coprente; si trova in natura in depositi di terre compresse OCRA ROSSA BIANCO (di calcio) pigmento inorganico minerale; pigmento a base di carbonato di calcio; si trova in natura in rocce calcarre, ma può essere ricavato anche da conchiglie e ossa NERO (di carbone) pigmento inorganico vegetale; pigmento derivato dalla parziale combustione di pezzi di legno, meglio se proveniente da alberi resinoso e/o da nerofumo (patina raccolta sulle pietre del focolare) OSSIODO DI MANGANESE pigmento inorganico minerale di colore variabile tra il bruno rossiccio e il nero Questa immagine ci mostra gli strumenti coi quali gli uomini preistorici preparavano i pigmenti per la pittura. Si tratta sostanzialmente di due pietre con le quali ridurre in polvere i materiali di partenza. Cliccando sull'immagine sarai indirizzato alla pagina del Museo di Archeologia Ligure dove vengono presentati e e spiegati questi reperti. FALSI MITI Gli uomini primitivi NON USAVANO SANGUE per dipingere sulla pareti delle caverne Legante Il legante utilizzato dagli uomini primitivi per far aderire i pigmenti alle pareti di roccia è il grasso animale. Diluente Il diluente utilizzato dagli uomini primitivi era acqua e, molto probabilmente anche saliva. Gli strumenti Osservando i dipinti che sono stati ritrovati, possiamo ipotizzare quali strumenti venissero utilizzati dagli antichi artisti per dipingere. Ovviamente si doveva trattare di strumenti costruiti con materiali facili da reperire. mani : il colore veniva applicato e sfumato con le mani sulle superfici più ampie tamponi , realizzati con muschio, per creare piccole macchie di colore bocca : il colore veniva messo direttamente in bocca, diluito con la saliva e spruzzato sulla roccia ossa cave di uccello : potevano essere usate per spruzzare il colore pennelli primitivi creati a partire da un rametto che veniva masticato ad una estremità, liberando le fibre verticali, oppure creati legando ciuffetti di piume, peli di animali o foglie con fibre vegetali. I temi dei dipinti e le loro finalità TEMI rappresentazione di animali scene di caccia segni simboli FINALITÀ MAGICO-RELIGIOSE propiziatorie di restituzione Le pitture rupestri contengono soprattutto rappresentazioni di animali e scene di caccia , tanto che all'inizio si riteneva che si trattasse sostanzialmente di rappresentazioni di vita quotidiana, ma, l'approfondimento dello studio di questi ritrovamenti portò a cambiare radicalmente idea. Un primo elemento che guidò gli studiosi è la collocazione di questi dipinti: si trovano in profondità, in cunicoli difficilmente accessibili e completamente bui e non all'imbocco delle caverne, dove venivano stabiliti gli accampamenti temporanei. Questi recessi dovevano essere dei luoghi sacri nei quali compiere riti e pregare le divinità. La loro collocazione nelle viscere della terra è stata interpretata come collegamento con il culto primordiale della Madre Terra Altro elemento interessante è che in questi dipinti non sono mai presenti rappresentazioni di uomini, di insediamenti, di ambienti naturali o di attività umane, cosa molto strana se si trattasse di rappresentazioni della vita quotidiana. I dipinti, invece, hanno carattere propiziatorio : sono rappresentazioni del desiderio di compiere una buona caccia e non di battute di caccia realmente avvenute. Allo stesso tempo hanno carattere di restituzione , nel senso che gli uomini primitivi avevano coscienza che gli animali che loro uccidevano per sopravvivere appartenevano alla Madre Terra. L'uccisione era una necessità, ma era allo stesso tempo un sacrilegio . Era dunque necessario risarcire la divinità per la perdita subita attraverso la rappresentazione di animali vivi e liberi. Agostino Lotti, Paleolitico e spititualità ATTENZIONE! Nelle pitture rupestri non ci sono scene di guerra o di battaglia tra umani recesso s. m. [dal lat. recessus -us, der. di recedĕre; v. recedere] = Luogo dove ci si ritira per trovare riposo e solitudine, e, più genericam., luogo solitario, nascosto, recondito, per lo più angusto primordiale agg. [dal lat. tardo primordialis]. – 1. Dei primordî, delle origini più lontane: primitivo, originario 2. Primigenio, relativo alle origini della terra e della specie umana 3. In senso estens. e fig.: a. Di ciò che non è ancora definito, sviluppato, formato; o arretrato b. Selvaggio, primitivo primitivo: uomi primordiali. Raffaele C. De Marinis, L'arte paleolitica Grotte dipinte Riserviamo ora uno sguardo più approfondito a tre siti europei particolarmente importanti e famosi che contengono dipinti di eccellente qualità. Altamira La scoperta UNESCO Chiusura I dipinti Lettura dell'opera Confronto La Grotta di Altamira La grotta di Altamira venne scoperta nel 1879 da Marcelino Sanz de Sautuola. Si tratta del sito più antico di pittura rupestre, risalente al paleolitico superiore (35.000 - 11.000 a. C). Da allora si sono succedute centinaia di scoperte in tutto il mondo, ma la qualità delle opere e l'abilità di questi antichi artisti rimane ancora insuperata. VIDEO - La cueva animada Visita virtuale della grotta di Altamira durata 00:07:48 VIDEO - Come è stata realizzata 'La cueva animada' L'iscrizione nella World Heritage List La Grrotta di Altamira viene inclusa nella World Heritage List nel 1985 insieme ad altre 17 grotte paleolitiche scoperte sempre nel nord della Spagna. Denominazione del sito UNESCO: Grotta di Altamira e Arte Rupestre Paleolitica del Nord della Spagna Altamira - World Heritage List La chiusura al pubblico L’apertura al pubblico della grotta e il grande flusso di turisti hanno rischiato di compromettere pesantemente il sito, quindi nel 2001 venne realizzato un museo poco distante dal sito principale con una replica della grotta . Nel 2002 la grotta è stata definitivamente chiusa al pubblico. Esistono altre sue copie nel Museo Archeologico Nazionale di Madrid, nel Deutches Museum a Monaco di Baviera e in Giappone, Parque España-Shima Spain Village, Museo Nacional y Centro de Investigación de Altamira Google Arts & Culture - Pietra e ossa Le Scienze - Lo spettro di Lascaux sulle grotte di Altamira La scoperta La storia di Altamira risale ai ritrovamenti archeologici di scienziati francesi, presentati all’Esposizione Universale di Parigi, tenutasi nel 1878. Per caso, la mostra venne visitata da un archeologo dilettante spagnolo, Marcelino Sanz de Soutuole che, tornato in patria, decise di indagare a fondo una grotta che aveva scoperto casualmente sul territorio dei propri possedimenti. Fu la figlia Maria di 9 anni ad individuare sulla volta della sala principale l’immagine di un mammouth. Uno sguardo più accurato permise di individuare molti altri animali. I dipinti I dipinti presenti nella grotta appartengono ad un ampio periodo di tempo che va dai 35.000 agli 11.000 anni fa . Gli studi condotti sui dipinti, rivelarono che la rappresentazione degli animali, che in un primo tempo si credeva legata a un fatto accaduto, come una battuta di caccia, aveva, invece, un significato propiziatorio : era cioè espressione di un desiderio e non descrizione di un avvenimento. La raffigurazione doveva avere quindi un significato magico-religioso , cioè non doveva descrivere, ma favorire il buon esito della caccia . Questi dipinti, inoltre, si trovavano in luoghi scomodi e quasi inaccessibili (= non accessibili, difficili da raggiungere). Da questo si comprese che gli uomini preistorici cercavano in questo modo il contatto con le divinità: in particolare con la madre terra, da cui dipendeva la loro sopravvivenza. Qui l’arte paleolitica ci stupisce per la capacità di osservazione di questi artisti del passato soprattutto dell’anatomia degli animali rappresentati . Ci colpiscono anche la profonda conoscenza dei materiali necessari e delle tecniche di stesura che si fanno sempre più raffinati . La grotta si allunga in profondità nella montagna mentre il soffitto si abbassa fino a solo a un metro da terra. Nella grotta sono stati ritrovati resti di lanterne in terracotta e torce usati per illuminare, anche se parzialmente, questi ambienti. Altamira, immagine della volta con bisonti accovacciati da Google Arts and Culture (foto di Pedro Alberto Saura Ramos ) profilo (s. m.) = 1. In senso generico, la linea estrema di contorno di un oggetto, e il disegno che la riproduce; 2. b. Dipinto, disegno, fotografia che rappresenta il volto di una persona vista di fianco. pigmento (s. m.) = polvere colorante non solubile che mescolata con sostanze acquose o oleose è in grado di ricoprire una superficie. Lettura dell'opera Il dipinto rappresenta un bisonte visto di profilo . il bisonte è fermo sulle quattro zampe e rivolto con la testa verso destra. L’artista ha tracciato il contorno dell’animale con pigmento nero e ha dipinto l’interno con pigmento rosso, sfruttando il colore naturale della pietra per evidenziare le parti del corpo. L’artista ha sfruttato i rilievi naturali della roccia per rendere meglio la forma tridimensionale della muscolatura dell’animale . Per dipingere sono stati usati bastoncini, primitivi pennelli, batuffoli di pelo e le dita . Il pigmento è stato mescolato con grasso animale per permettere al colore di aderire alla superficie di roccia. Il dipinto appare molto realistico , specialmente nella resa dei diversi particolari delle zampe. Confronto Pablo Picasso è uno dei più grandi artisti del Novecento. Nella sua ricerca artistica si è spesso ispirato all’arte primitiva, sia quella preistorica, sia quella delle tribù africane a noi contemporanee . In quest'opera puoi chiaramente notare come Picasso abbia attentamente analizzato e studiato le pitture rupestri di Altamira, riprendendo da esse l’idea di un corpo molto semplificato, le linee di contorno accentuate ed evidenziando la coda, le corna e le narici, che sono gli elementi caratteristici dell’animale . Dopo una visita alla grotta di Altamira sembra che abbia detto: “Dopo Altamira tutto è decadenza”. Pablo Picasso, Toro, 1945, litografia,32,6 x 44,3 cm. Parigi, Musée Picasso. Chauvet Scoperta Datazione UNESCO Opere Lettura dell'opera Chiusura del sito Video La grotta di Chauvet DOCUMENTARIO - Cave of Forgotten Dreams Francia, Canada, USA, Gran Bretagna, Germania 2010 Regia di Werner Herzog Durata: 01:25:23 Werner Herzog, incuriosito da un articolo del New Yorker, ottiene dal Ministero francese della Cultura il permesso di filmare per alcune ore al giorno, pochi giorni in tutto, all'interno della grotta, normalmente chiusa ai visitatori per proteggerne il clima eccezionale. La grotta di Chauvet ospita un'eccezionale collezione di opere d'arte. La loro antichità, le dimensioni e la qualità ne fanno un luogo unico e impareggiabile. Il sito contiene le prime testimonianze figurative e meglio preservate al mondo risalenti al periodo Aurignaciano (32.000 - 30.000 a. C.). Una frana siglillò l'ingresso nel 20.000 a. C. circa fino alla sua scoperta avvenuta nel 1994. Fin'ora sono state censite più di 1.000 figure presenti sulle pareti della roccia con una grande varietà di figure antropomorfe e animali. L'altissima qualità estetica è dimostrazione della padronanza raggiunta da questi antichi artisti nell'uso di svariate tecniche tra cui l'utilizzo dell'ombreggiatura, la combinazione di pittura e incisione, la precisione anatomica, la tridimensionalità e il movimento . Le raffigurazioni comprendono numerosi animali pericolosi come mammut, orsi, leoni delle caverne, rinoceronti, bisonti e uri. Oltre a ciò sono presenti segni e simboli, impronte di mani. Nella grotta sono stati ritrovati numerosi resti di animali preistorici. La scoperta La storica scoperta La scoperta della grotta di Chauvet avvenne il 18 dicembre del 1994 nel sud della Francia, a Vallon Pont d'Arc, nella regione dell'Ardèche. Un gruppo di tre speleologi si accorsero che da uno stretto passaggio usciva una leggera corrente d’aria. Aperto un varco, scopersero una immensa grotta sulle cui pareti si affollavano tantissimi animali dipinti. La grotta prese il nome da uno dei tre speleologi: Jean-Marie Chauvet, Éliette Brunel e Christian Hillaire. Lo stato di conservazione della grotta è apparso subito eccezionale, dato che l'ingresso era crollato in antichità e che nessuno vi aveva messo più piede da 21.500 anni La datazione Le pitture scoperte sono probabilmente le più antiche al mondo. La datazione, effettuata con la tecnica del Carbonio 14, attribuisce alle pitture un’età di circa 31.000 anni a.C . La datazione è stata effettuata su campioni di pigmento nero di origine vegetale (carbone di legna) utilizzato per tracciare e colorare alcune figure. La datazione dei dipinti che non contengono composti organici si basa invece sullo stile. VIDEO - La datazione al carbonio 14 Le Scienze - Diecimila anni in più per le pitture rupestri di Chauvet Le opere Le pitture di Chauvet sono sorprendenti per la varietà degli animali rappresentati: quattrocentoquarantasette dipinti di animali di quattordici specie diverse , tra cui rinoceronti, leoni delle caverne, orsi, stambecchi, mammut, cavalli e persino un gufo. L’aspetto però più stupefacente è quello della rappresentazione poiché questi antichi artisti utilizzarono la prospettiva e dell’ombreggiatura . VISITA VIRTUALE - CHAUVET Qui sotto una galleria di immagini tratte dal sito della grotta di Chauvet . Vi vediamo un bisonte, un bue muschiato, un branco di cavalli, un cervo, una farfalla, dei punti rossi che sembrano i puntini di un domino, i graffi lasciati dalle unghiate di un orso, un graffito in cui compaiono un cavallo e un mammouth, il graffito di un gufo, teste di leonesse in corsa, impronte di mani in positivo, punti rossi disposti nello spazio, un orso, due pantere, una testa di leonessa e un mammouth reso con del pigmento rosso applicato su una stalattite. Le fotografie riportare sono state realizzate da diversi fotografi. Dato che non mi è possibile attribuire singolarmente gli autori agli scatti, li cito qui: Arnaud Frich , Jean Clottes , Carole Fritz e Gilles Tosello . Chauvet, mammut, pigmento rosso su stalattiti Chauvet, bisonte foto di Arnaud Frich Chauvet, particolare con testa di leonessa tracciata con pigmento nero foto di Yanik de Guillou Chauvet, mammut, pigmento rosso su stalattiti 1/17 Google Arts & Culture - Chauvet Il sito UNESCO World Heritage List - Grotta Chauvet La grotta di Chauvet viene iscritto nella World Heritage List nel 2014 con la denominazione 'Grotta decorata di Pont'd'Arc, nota come Grotta Chauvet - Pont d'Arc, Ardèche ' Nella pagina relativa al sito UNESCO vengono riportate le motivazioni per le quali il sito è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Tra le motivazioni riporto il terzo criterio: ' La grotta dipinta di Pont d'Arc, nota come Grotta Chauvet - Pont d'Arc contiene un'unica ed eccezionalmente ben conservata testimonianza della tradizione culturale e artistica della popolazione Aurignaciana e del precoce sviluppo dell'attività umana artistica in generale. L'isolamento della grotta per più di ventimila anni ha tramandato una testimonianza impareggiabile dell'arte Aurignaciana, priva di interferenze o di interventi umani posteriori al periodo Aurignaciano. Le evidenze archeologiche e paleontologiche illustrano la frequentazione delle caverne per pratiche culturali e rituali, come in nessun'altra grotta del Paleolitico Superiore precoce'. Lettura dell'opera Soffermiamoci ora su questa immagine delle leonesse. Questo è il particolare di una scena più ampia in cui viene descritto un inseguimento, da parte di un gruppo di leonesse, di un branco di rinoceronti. La scena si trova nella grande sala detta Sala di Fondo Osserviamo come siano rappresentate l'una davanti all’altra e sovrapposte, come se l’artista avesse voluto darci l’idea di un branco di animali in corsa . Sono rivolte tutte nella stessa direzione, ma le teste hanno inclinazioni diverse. La sovrapposizione delle figure è il primo modo con cui gli esseri umani hanno cercato di rendere il senso della prospettiva (la collocazione di diversi elementi nello spazio). L’uso delle ombreggiature per rendere i volumi del muso degli animali è molto evidente. Allo stesso modo si può osservare come la linea di contorno abbia intensità e spessore variabile , anche in questo caso per accentuare la tridimensionalità del soggetto . Le figure in primo piano appaiono più marcate, mentre quelle in secondo piano sono meno marcate e meno definite: in questo modo l'artista riece a darci il senso della consistenza del branco in movimento, restituendoci una scena molto dinamica . La chiusura del sito e la realizzazione di Chauvet 2 Nel 2015 è stata aperta al pubblico la replica della Grotta Chauvet : realizzata a 7 km dal sito originale. La replica si è resa necessaria per preservare l’originale. Ci si era infatti resi conto che i dipinti erano in pericolo, sia perché il sito non era più isolato dall’ambiente esterno, sia perché il passaggio di tanti visitatori stava compromettendo il microclima interno: l’illuminazione continua e soprattutto l’aumento di temperatura causata dalle persone e l’umidità prodotta dal respiro, stavano provocando la caduta dei pigmenti e lo sviluppo di muffe sui dipinti. Lascaux La scoperta Datazione UNESCO Dipinti Conservazione Risorse La grotta di Lascaux La grotta di Lascaux è costituita da un complesso di caverne tra loro collegate ed è situata nella Francia sud-occidentale nei pressi del villaggio di Montignac , nel dipartimento della Dordogna. Le pitture rupestri sono caratterizzate dalla rappresentazione di grandi animali resi con grande ricchezza di particolari . Uno dei più rappresentati è l'uro, un grosso bovino, oggi estinto, che costituiva una delle basi alimentari più importanti per le comunità paleolitiche del territorio. La datazione Localizzazione dei campioni di osso utilizzati per la datazione al C14 (fonte ) L'abbreviazione BP (Before Present) indica la datazione prima dell'epoca attuale. Le prime ipotesi di datazione si sono basate sul confronto dello stile dei dipinti del sito di Lascaux con quello di altre grotte dipinte presenti nella valle del fiume Véziere. Tali ipotesi collocano sicuramente le opere nel Paleolitico superiore , ma, per l'affinità di stile, rendono difficoltoso stabilire con maggiore precisione quale gruppo umano le abbia realizzate, se l'Aurignaziano o il Gravettiano. Sono state condotte anche diverse datazioni col sistema del radiocarbonio C14 con risultati diversi a partire da campioni di carbone ritrovate in diverse sezioni della grotta. Un recente progetto (The LAsCO project, 2018 - 2021) ha cercato di risolvere il problema della datazione incrociando i dati precedenti con nuove analisi condotte su numerosi frammenti ossei di renna provenienti dai principali settori della cavità. Le analisi sembrano confermare anche le ipotesi formulate sulla base dello studio degli strumenti litici e costituiti da corno. I resti materiali abbandonati nella grotta sarebbero quindi il risultato di una (o più) occupazioni collocate in un periodo compreso tra il 23.500 e 22.000 a. C. Datazione delle figure di Lascaux Twenty years on, a new date with Lascaux. Reassessing the chronology of the cave’s Paleolithic occupations through new 14C AMS dating Lascaux Timeline La scoperta La grotta di Lascaux venne scoperta il 12 settembre 1940 da alcuni ragazzi (Marcel Ravidat, Jacques Marsal, Georges Agnel e Simon Coenca) nella campagna collinare del comune di Montignac , una tranquilla cittadina nel centro-sud della Francia, in un bosco di pini e castagni e sottobosco a ginepri. Durante un'escursione, nella proprietà della famiglia La Rochefoucauld-Montbel, il cane di Marcel finì per caso in un buco che risultò poi essere uno degli accessi al complesso sotterraneo delle grotte. I ragazzi raccontarono della loro scoperta a Léon Laval, un loro insegnante, che, dopo un sopralluogo, comprendendo l'importanza straordinaria del ritrovamento, si mise in contatto con Henri Breuil, eminente studioso di preistoria. Il 12 ottobre, Breuil mostrò la grotta a Henri Bégouën, titolare della cattedra di studi preistorici presso l'università di Tolouse. Venne subito promossa una campagna fotografica per la rilevazione dei dipinti, affidata a Fernand Windels e nel dicembre del 1940 la grotta venne classificata come monumento d'interesse storico, con l'approvazione del proprietario del terreno in cui la grotta era stata ritrovata. Il sito UNESCO World Heritage List - Lascaux Il video, pubblicato sulla pagina relativa al 'Sites préhistoriques et grottes ornées de la vallée de la Vézère' è disponibile anche in lingua araba , inglese , spagnolo e russo. La grotta di Lascaux è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 1979 come parte di un sito diffuso denominato Siti Preistorici e Grotte Decorate della Valle di Vézère . La grotta ha permesso di stabilire un quadro cronologico relativo alle civiltà preistoriche del periodo quaternario in Europa. Il territorio interessato si estende per circa 30-40 kmq nei quali si concentrano più di 150 siti risalenti al Paleolitico e circa 30 grotte dipinte. Questo ne fa un territorio di considerevole interesse dal punto di vista etnologico, antropologico ed estetico. Del sito diffuso fanno parte 15 località che testimoniano una forte occupazione territoriale nel periodo del Paleolitico caratterizzata da grotte dipinte, siti funerari, siti di lavorazione di manufatti, luoghi di sfruttamento di materie prime, habitat e scene di caccia. Traduco qui sotto alcuni dei criteri in base ai quali questi luoghi sono stati iscritti nella World Heritage List: Criterio 1 : alcuni degli insiemi figurativi ritrovati nelle caverne della Valle Vézère sono universalmente riconosciuti come capolavori dell'arte preistorica: La Venere di Laussel (Marquay), il fregio ad altorilievo dei cavalli di Cap-Blanc e specialmente le pitture rupestri della grotta di Lascaux (Montignac), la cui scoperta nel 1940 segna un'importante data nella storia dell'arte preistorica: le scene di caccia realizzate con grande maestria, presentano circa un centinaio di figure di animali sorprendenti per la precisione dell'osservazione del reale, per la ricchezza dei colori e la vivacità delle pose. Criterio 3 : Gli oggetti e le opere d'arte ritrovate nella Valle Vézère sono rare testimonianze di civiltà estinte da lungo tempo, che sono molto difficili da comprendere. Questo materiale, che risale al periodo Paleolitico, è di valore inestimabile per la comprensione dei più lontani periodi della storia dell'umanità ed è di eccezionale interesse dal punto di vista storico, etnologico, antropologico ed estetico. Molti studi sono stati condotti sulle grotte di Lascaux, che si distinguono per la magnificenza delle decorazioni e che ci restituiscono l'idea di come l'arte sia un linguaggio universale e di come il senso artistico artistico sia radicato nell'esperienza umana fin dalla notte dei tempi. Tali studi, condotti sui dipinti fin dall'epoca della loro scoperta, hanno sollecitato l'evoluzione di un'interpretazione sempre più approfondita e puntuale. La maestria con la quale vengono rappresentati i diversi animali porta a pensare come questi antichi artisti avessero un notevole senso di osservazione anatomica e avessero sviluppato una tecnica artistica che permetteva loro di creare scene vivaci e non semplici rappresentazioni statiche e stilizzate della realtà. Non si tratta di semplici decorazioni, ma fin da subito è apparso chiaro che i dipinti dovessero avere delle finalità magiche e religiose nelle quali questi antichi artisti hanno lasciato traccia della loro visione del mondo, del loro rapporto con la natura e della loro devozione ad una o più divinità responsabili della creazione e dell mantenimento di un ordine naturale che l'uomo doveva rispettare per poter sopravvivere. Nella grotta sono presenti raffigurazioni di bisonti i cui fianchi sono segnati dalla presenza di frecce: si tratta chiaramente di scene di caccia che però non ritraggono scene di vita quotidiana, quanto piuttosto sono rappresentazioni rituali per favorire una buona caccia . Tra il 1988 e il 1989 Norbert Aujoulat , parte del comitato scientifico di Lascaux (e autote di un testo, pubblicato nel 2004, che racchiude la sua immensa conoscenza di questo sito, Lascaux, le geste, l'espace et le temps) , osservò che le figure di animali si susseguono secondo un ritmo preciso: prima i cavalli , poi gli uri (grandi bovini ormai estinti) e infine i cervi . La sequenza si ripete nelle diverse sale portando gli studiosi a pensare che la rappresentazione di questi animali potesse avere un significato simbolico , oltrché magico e spirituale . Nascono da qui nuove interpretazioni dei cicli pittorici di Lascaux legate al concetto di tempo . La sequenza delle figure corrisponderebbe al ciclo primavera-estate-autunno. Ci sarebbe quindi una relazione tra la rappresentazione di questi animali e il ciclo della natura e della sua annuale rigenerazione. Il tema centrale dell’arte di Lascaux è quindi quello della rigenerazione annuale della vita . (fonti: L'arte paleolitica, dispensa di Raffaele C. Demarinis , ADO, Analisi dell'opera ) Ricerca archeologica - Interpretazioni La superficie della roccia ha durezze diverse che portano gli antichi artisti a incidere i contorni delle figure, nelle zone caratterizzate da strati molto duri e bianchi di calcite, o a delinearne il contorno con pigmento nero a seconda della situazione. Il pigmento viene steso col pennello e, per le campiture interne dei manti , molto più ampie, viene steso direttamente con le mani o a spruzzo . Talvolta, le irregolarità della roccia vengono utilizzate per sottolineare il volume di alcune parti del corpo. I pigmenti utilizzati sono solo di origine minerale e tutti gli studi condotti fin'ora non hanno mai riscontrato la presenza di pigmenti di origine organica. I pigmenti sono ossidi metallici, ferro e manganese , ma anche carbone. L'analisi dei pigmenti mostra che i rossi sono ematiti, i gialli goethiti. Nella grotta sono presenti solo tre temi fondamentali: animali , rappresentazioni umane e segni . Non si trovano rappresentazioni del paesaggio esterno e nemmeno delle specie vegetali. Gli animali rappresentati non rappresentano le loro abitudini alimentari . Il bestiario di Lascaux è in gran parte dominato dal cavallo , seguito da cervi , uri , stambecchi e bisonti . Gli animali carnivori, orsi e felini , sono incisi o dipinti nelle zone più remote della grotta e talvolta appaiono in disegni già esistenti, come l'orso nascosto nel ventre di un grande uro. L'immagine dell'uomo compare solo una volta nella grotta di Lascaux, confermando una tendenza diffusa nei santuari paleolitici. Molto più frequente, invece la presenza di impronte di mani in positivo e in negativo . I segni sono per lo più semplici: punteggiatura, tratti, linee, striature e la loro interpretazione è ancora oggetto di studio. Anche nella grotta di Lascaux gli uomini preistorici si confrontano con la rappresentazione dei soggetti nello spazio (prospettiva ) ottenendo il senso di profondità grazie a sovrapposizioni di diversi animali che però non si fondono grazie all'accortezza di lasciare uno spazio non colorato tra la parte di animale che sta dietro e quello su un piano più avanzato. Si osserva inoltre che le zampe degli animali in primo piano sono più dettagliate rispetto a quelle degli animali in secondo piano. Anche il colore utilizzato per gli animali in secondo piano è generalmente meno intenso. Le figure delle diverse decorazioni non vengono realizzate tutte allo stesso tempo. Rimando per questo ad una risosrsa multimediale presente sul sito ufficiale di Lascaux che descrive la successione della realizzazione delle figure nel Pannello dell'Unicorno . (fonti: Il supporto , Materie prime , I temi , La prospettiva , La costruzione delle figure , La costruzione dei pannelli ) Di seguito alcune immagini e i link a due risorse che permettono di esplorare in alta definizione le opere presenti nella Grotta di Lascaux Lascaux Uro Lascaux Lascaux Cavallo Lascaux Uro 1/4 Google Arts & Culture - Lascaux Biblioteca multimediale della Grotta di Lascaux Lo stato di Conservazione Les "taches" noires Campionamento per lo studio microbiologico delle colonizzazioni scure di funghi produttori di melanina. La caverna venne aperta al pubblico dopo la Seconda Guerra mondiale. Nelle grotte si era stabilito un microclima stabile e chiuso, ma quando l'ambiente è stato dissigillato, la frequentazione umana e l'inserimento di impianti di illuminazione hanno determinato il degrado dei dipinti. Già nel 1955 si verificarono i primi danni causati dall'anidride carbonica emessa col respiro dei tanti visitatori. Successivamente si verificarono, a più riprese, infestazioni fungine (muffe) e di di microrganismi fototrofi suoi dipinti, legate all'utilizzo della luce artificiale. Dopo vari interventi per debellare le infestazioni e restauri, la fragilità di questo luogo straordinario convinse i custodi del sito a chiuderlo definitivamente al pubblico per evitare un ulteriore deterioramento. La Grotta di Lascaux venne chiusa al pubblico nel 1963 . Nel 1983 si iniziò un primo progetto per la riproduzione delle pitture della grotta che venne però interrotto per mancanza di fondi. Tra il 2012 2 il 2016 , grazie a nuove tecnologie e nuovi materiali si portò a termine una replica di ben 900 mq realizzata in modo fedele (Lascaux IV ). Risorse di approfondimento Ministero della Cultura Francese - Archéologie.culture.fr - Grands Sites Archéologiques Home Venere di Willendorf Signora di Brassempouy Bisonti PRIME SCULTURE DEL PALEOLITICO Venere di Willendorf Questa statuetta venne ritrovata nel 1908 nei pressi di Willendorf (Austria) . Il suo scopritore la chiamò Venere, prendendo a prestito il nome della dea romana della bellezza, dell’amore e della fertilità. Rappresenta una donna con attributi femminili molto evidenziati. Le gambe, prive di piedi, sono corte e grasse; le piccole braccia poggiano su seni enormi e la testa ricciuta è senza volto. La statuina è sicuramente legata alla fecondità femminile ed era probabilmente utilizzata nel corso di riti propiziatori. La mancanza dei piedi – in questa come in altre statuine dello stesso tipo – indica che probabilmente veniva conficcata nel terreno per poter trasmettere la fertilità. Si ipotizza che sia una rappresentazione della Grande Madre, la divinità primordiale che dà la vita. Venere di Willendorf , 23.000-19.000 a.C., pietra calcarea, altezza 11 cm. Vienna, Naturhistorisches Museum (foto di Don Hitchcock) Questa statuina è ben lontana dai canoni di bellezza odierni ma, in un tempo in cui la sopravvivenza era molto difficile, le forme abbondanti stavano ad indicare quelle di una donna ben nutrita e perciò in grado di portare a termine una gravidanza e allattare il proprio bambino, garantendogli così, maggiori possibilità di sopravvivenza. La Signora di Brassempouy Female head called " the Lady of Brassempouy " or "Lady with the hood", ivory, about 21,000 BC . Musée d'Archéologie Nationale, Saint-Germain-en-Laye. This head is much better defined than the previous one: the face features the nose and superciliary arches and a graceful oval shape while the hair is styled with numerous braids. Bisonti Bisonti , sculture in argilla , paleolitico superiore (13.000 anni fa). Grotta di Le Tuc d’Audoubert, Francia (foto © Bradshaw Foundation ) . Le forme dei massi sporgenti dalla parete, hanno suggerito all’artista come completare con l’argilla l’immagine, estremamente verosimile, di due bisonti Sculture di bisonti antichi... (articolo) World Heritage List Bassorilievo Abri de Cape Blanc, Francia bassorilievo scolpito MESOLITHIC The Mesolithic, or Middle Stone Age, is generally located between 8,000 and 6,000 BC. C., but if this is true for the Mesopotamian area, in Europe it begins as early as 10,000 BC. C. and continues, even here, up to 6,000 a. C. The novelties of the Mesolithic subsistence (sf) = existence, survival ceramic (sf) = (from ancient Greek κέραμος | kéramos | which means «clay», «potter's earth») is an inorganic and plastic material (easily workable) which becomes rigid after firing. ceramography (sf) [comp. of the gr. κέραμος «clay» and -graphy] = technique of painting and decoration of vases. In Europa le condizioni climatiche e ambientali sono simili a quelle attuali: gli uomini passano gradualmente da una sussistenza basata sulla caccia e sulla raccolta all'allevamento . Imparano anche a coltivare la terra e iniziano ad insediarsi presso i corsi d'acqua. Nascono i villaggi . Gli utensili in pietra sono più rifiniti e se ne creano di nuovi con schegge di pietra: nascono le frecce e l'arco . Fondamentale è, inoltre, l’invenzione della ceramica , con cui si realizzano vasi e recipienti resistenti, adatti anche alla conservazione dei cibi. Le ceramiche vengono spesso decorate con dipinti o incisioni . Nasce la ceramografia , cioè l'arte di decorare i vasi. Frammenti di ceramica con decorazioni graffite dal sito mesolitico di Kabbashi Haitah (Sud Sudan) (citazione dal documento collegato all'immagine) Home Introduzione Lettura dell'opera Il primo sito UNESCO in Italia Finalità del Parco Temi delle incisioni Riferimenti astronomici Video UNESCO WORLD HERITAGE LIST PATRIMONIO DELL'UMANITÀ I graffiti della Valcamonica sito UNESCO n.94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” Horse-drawn cart , rock 23 in the Naquane Park, Val Camonica (BS) about 5,000 years ago The representation is schematic, the cart is seen from above, the wheels are overturned along the sides while the animals pulling the cart are seen in profile. The unrealistic way of depicting reality is due on the one hand, the difficulty of drawing a complex object such as a chariot with imprecise techniques such as stone engraving, on the other hand, the need to create images that are immediately understandable to the community and therefore simplified as much as possible. In the last period, around 3000 years ago , figures of armed men and symbolic images of difficult interpretation appear, like small circular labyrinths. The Camuni continued to produce engravings until, after millennia of independent life, in the 1st century BC their territories were conquered by the Romans. Nell’ultimo periodo, intorno a 3000 anni fa, compaiono figure di uomini armati e immagini simboliche di difficile interpretazione, come piccoli labirinti circolari. I Camuni continuano a produrre incisioni fino a quando, dopo millenni di vita indipendente, nel I secolo a.C. i loro territori sono conquistati dai Romani. Il primo sito UNESCO in Italia sito UNESCO n.94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” VIDEO - Artemondo: Graffiti Valcamonica VIDEO - Valcamonica 1957 - Emmanuel Anati La storia del primo sito UNESCO italiano si intreccia con quella dell'archeologo Emmanuel Anati. Nel 1955 era nato il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri , primo parco archeologico italiano, per la tutela e la valorizzazione di uno dei più importanti complessi di rocce con incisioni preistoriche e protostoriche della Valle Camonica. Qui Anati, allora giovane studente di archeologia alla Sorbona di Parigi, si reca nel 1956 per studiare gli antichi ritrovamenti. Il casuale incontro diventa il lavoro di una vita: Anati si stabilisce in Valle Camonica e si dedica allo studio del territorio. Nel 1964 fonda il Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP) che è punto di riferimento a livello internazionale. Conscio del valore del territorio e delle sue incisioni, Anati avvia il processo per il riconoscimento del sito nella World Heritage List . protection (sf) = defense, protection valorisation (sf) = giving value or exalting the value of something WORLD HERITAGE LIST Sulla pagina della World Heritage List dedicata al sito UNESCO, sono riportati i dati essenziali e le motivazioni per le quali il sito UNESCO è stato istituito. Riporto una sintesi traducendo in Italiano: La Valcamonica è situata in Lombardia e possiede una delle più grandi collezioni al mondo di petròglifi ( = incisioni figurative su pietra) preistorici: più di 140.000 simboli e figure sono stati incisi nella roccia in un periodo di 8.000 anni. Dislocati su entrambe i versanti della valle, i petròglifi descrivono temi connessi con l'agricoltura , la caccia dei cervi , la navigazione , la guerra , i duelli , e la magia . Sono presenti anche numerose figure geometrico-simboliche e scritte in alfabeto etrusco . Criterio VI : Le incisioni rupestri della Valcamonica costituiscono una documentazione figurativa straordinaria dei costumi e della mentalità preistorici. L'interpretazione sistematica, la classificazione tipologica e lo studio cronologico di queste rappresentazioni incise sulla roccia rappresentano un contributo considerevole nei campi della preistoria, della sociologie e dell'etnologia. La presentazione continua sottolineando le buone condizioni di conservazione, ma anche la fragilità dei ritrovamenti sottoposti a possibili danni causati da agenti atmosferici, d'inquinamento, climatici e dall'uomo. Vengono menzionati gli enti responsabili della conservazione e della valorizzazione dei siti e le azioni di restauro e monitoraggio costante dello stato di salute dei ritrovamenti. Per comprendere bene cosa sia l'UNESCO e quali siano le sue funzioni, rimando alla pagina dedicata. UNESCO Le finalità del Parco Nazionale delle Incisioni rupestri La Valle Camonica, nell’area alpina dell’Italia settentrionale, possiede una delle più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo. In un sito non ancora completamente esplorato che si estende su di un’area di 70 chilometri quadrati , ci sono oltre140.000 figure tracciate su 2.000 rocce distribuite in 180 località della provincia di Brescia . Rappresenta il primo sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nel 1979 . Le immagini più antiche risalgono a 10.000 anni fa e ritraggono grandi animali . Intorno ad 8.000 anni fa, l'attenzione si sposta sulla figura umana e sui villaggi . Circa 5.000 anni fa, oltre a scene di allevamento e agricoltura , appaiono le prime immagini di carri con le ruote . Clickando sull'immagine verrai reindirizzato sulla mappa generale dei percorsi di Valcamonica Rock App . L'app è un progetto della Società Storica e Antropologica di Valle Camonica; è accessibile da telefono e gratuita. Anche da pc è possibile visualizzare le mappe dei percorsi, esplorare i punti d'interesse, vedere immagini e leggere o ascoltare descrizioni dei graffiti. The themes of the engravings I simboli e le figure intagliati nella roccia lungo un periodo di circa 8000 anni descrivono temi collegati all’ agricoltura , alla navigazione , alla guerra , alla caccia , alla magia , ma rappresentano anche figure geometriche simboliche . Le prime tracce dell’uomo in Valle Camonica risalgono almeno a 13.000 anni fa, quando l’area fu interessata da una prima frequentazione umana a seguito dello scioglimento dei ghiacciai, ma solo con l’avvento del Neolitico (V - IV millennio a.C.) nella valle si insediarono stabilmente i primi abitanti. A questa fase si fanno risalire tradizionalmente alcune figure antropomorfe (i cosiddetti “ oranti ”, esseri umani schematici con le braccia rivolte verso l’alto) e certe “ raffigurazioni topografiche ”. Oranti, Capo di Ponte su questa porzione di roccia si vedono figure umane con braccia alzate in preghiera (oranti) e figure di labirinti Mappa di Bedolina Capo di Ponte (foto di Luca Giarelli) l'antichissima mappa è stata realizzata su una roccia che si affaccia sulla valle. Vi si vedono campi, strade, case Rosa camuna, Foppe di Nadro (foto di Luca Giarelli) La cosiddetta rosa camuna appare come un fiore quadrilobato accompagnato da punti interni ed esterni (in questa versione sono 5 + 4) e uno stelo a forma di freccia Santuario megalitico di Cemmo (Età del Rame) rilievo della statua menhir dal sito di Bagnolo, Malegno soggetto: rituale propiziatorio legato all'agricoltura e culto solare con riferimento al ciclo delle stagioni Scene di battaglia, incisioni rupestri dal Parco di Nadro Foppe di Nadro, Roccia 2 Sulla roccia vediamo una rappresentazione della rosa camuna e un personaggio la cui testa è circondata da un segno continuo e dei raggi (sciamano) ''zaziau'', dal sito di Ceto, Cimbergo e Paspardo, scritta in caratteri etrusco-camuni (fine VI -V sec. a. C.) I camuni non avevano una lingua scritta, ma in questo caso usano l'alfabeto etrusco per scrivere questa parola, che forse è il nome di una divinità Santuari Durante l'età dei metalli (III millennio a.C.), con lo sviluppo della prima metallurgia, la scoperta dell’aratura e del trasporto su ruota, in Valle Camonica si diffusero alcuni santuari composti da massi-menhir incisi . L’apice dell’arte incisoria nella valle fu raggiunto con l’Età del Ferro (I millennio a.C.), periodo al quale risale circa il 75% delle incisioni. Con l'assoggettamento del territorio all'impero romano (16 a. C.), la realizzazione di incisioni rupestri in Valle Camonica diventa meno frequente, anche se prosegue fino al Medioevo. Per la valorizzazione del complesso di archeologia rupestre sono stati costituiti 8 parchi archeologici e un museo nazionale della preistoria. PARCO NAZIONALE DELLE INCISIONI RUPESTRI Preistoria alpina vol. 51 - 2021 The ancients were certainly careful observers of the celestial vault and some rock carvings perhaps testify to ancient rituals that had to take place at certain times of the year, when the sky was dominated by some constellations. I'm talking about the ' cupels ', particular concavities carved into the rock which, according to some scholars, could be representations of stars. During the rituals, the cupels would be filled with oil or fat and set on fire, in order to replicate the constellations that appeared in the sky on earth. cupels from the Ceto site: comet or perhaps the Orion Belt, from the Ceto site What is certain is that the choice of these places since ancient times as a sacred area is not accidental: in some periods of the year, in fact, particular phenomena occur which, in the eyes of prehistoric men, must have appeared as magical. During the equinoxes, in the morning Pizzo Badile casts its shadow in the sky, while at sunset a ray of light is projected into the concarena rift . Coppelle from the site of Ceto, perhaps interpretable as the constellation of the Pleiades Riferimenti astronomici DOCUMENTARIO: Italia Viaggio nella Bellezza Per accedere ai contenuti dell'UNESCO clicca sul tasto UNESCO sulla pagina Home della presentazione Il tasto World Heritage List ti porta alla pagina dell'UNESCO dedicata al Sito Unesco n.94 Arte Rupestre della Valle Camonica Neolithic 6,000 - 4,000 a. C. sedentary (adj. sm) = who resides permanently in a place The men are now sedentary and live in villages where the activities and social situation of the inhabitants begins to be organized. Agriculture and livestock ensure better living conditions than in previous periods. Stone tools are more refined and clay is used not only to make everyday objects for processing and storing food, but also for making ritual objects, that is, objects to which magical powers are often attributed. polished stone tools from the Neolithic period Neolithic pottery Neolithic architecture The megaliths Verso la fine del Neolitico, sorgono i primi esempi di costruzioni megalitiche: edifici costruiti con massi colossali, distribuiti in un’area molto vasta, dalle isole britanniche alla Francia, fino alle coste del Nordafrica e a tutto il bacino del Mediterraneo. Sembra che i megaliti fossero destinati al culto , alla sepoltura e all'osservazione astronomica . La costruzione di queste architetture dipende da un’evoluzione sociale , cioè dalla creazione di tribù o di gruppi in grado di dividersi il lavoro; la suddivisione del lavoro ha come conseguenza una certa specializzazione, che a sua volta porta a miglioramenti tecnici nella lavorazione, nel trasporto e nella sistemazione dei massi; si tratta di un’evoluzione che ancora adesso crea grande ammirazione specie se consideriamo che, fino all’età del bronzo, non esistevano utensili in metallo di cui servirsi. megalith (sm) comes from the union of two Greek words: μέγας, | mégas |, that is "great" and λίθος, | líthos |, which means "stone" The megaliths are divided into: menhir (from Breton; means "long stone"). They are the simplest constructions and consist of large boulders planted vertically in the ground whose function is still unknown, although probably connected to funeral rites. They are found in France, in Great Britain, but also in Sardinia, Puglia and Sicily. Villa Sant'Antonio (Oristano) menhir di Monte Corru Tundu Alignments of menhirs, Carnac, France dolmen (from Breton; means "stone table"); these are triliths , that is structures formed by three stones of which the two vertical ones ( piers ) support the third ( architrave ), horizontal. It could have been a collective tomb , a sacred place or a site for making sacrifices . Most of the dolmens are located in Northern Europe, there are examples also in Southern Italy. dolmen of Chianca di Bisceglie (Puglia) Il sistema trilitico può essere considerato lo schema architettonico più semplice ed è ancor oggi alla base dell'architettura. cromlech (from Breton; it means “curved stone.” It is a complex of menhirs (in some cases also dolmens ) arranged in a circle . It was probably a sacred place linked to the cult of the sun , the star that regulates the cycles of day and night and that of the seasons. The best preserved cromlechs are found on the Iberian Peninsula and in Great Britain. Stonehenge The stele statues anthropomorphic [from gr. ἀνϑρωπόμορϕος, comp. of ἄνϑρωπος «man» and -μορϕος «-morph»]. - adj. Which has the appearance of a man, or is depicted in human form The statues-steles (or statue-menhirs) are anthropomorphic stone monuments, which fall within the phenomenon of megalithism, common to the pre-protohistoric populations of Europe starting from the third millennium BC. C. The stele-statues are present in many European cultures, from central-eastern Europe to Spain, in the Alps (from Aosta to Trentino), in Corsica and in Sardinia. In Italy, the oldest stele-statues are located in an area on the border between Liguria and Tuscany (the Lunigiana) as well as in northern Puglia. Stele Statue Museum, AC Ambrosi di Pontremoli Dolmen di Soto (Trigueros, Andalusia, Spagna) Vediamo una struttura megalitica complessa ritrovata in Spagna. Classificata come dolmen, è una struttura sotterranea di forma circolare, risalente al periodo Neolitico e databile tra il 5000 e il 4000 a.C. Il sito fu scoperto da Armando de Soto Morillas nel 1922. È un tumulo circolare con un diametro di 75 metri. Ha un passaggio a forma di V lungo 21 metri ed è largo 0,8 metri, alto 1,55 metri. All'estremità orientale del passaggio c'è una camera. Durante l'equinozio, il sole illumina per alcuni minuti l'interno del corridoio e la camera. Molte delle pietre erette hanno incisioni ed è considerato uno dei dolmen più grandi della Spagna. Il passaggio ha 31 menhir nella parte settentrionale e 33 nella parte meridionale. Le pietre erette sono di quarzite, arenaria e calcare e portano 20 pietre di copertura che costituiscono il tetto del passaggio. Al suo interno sono stati scoperti otto corpi sepolti in posizione fetale con accanto oggetti di corredo, tra cui pugnali, coppe e fossili marini. Sono state trovate anche incisioni su 43 pietre erette che descrivono esseri umani, tazze, coltelli e forme geometriche come semplici linee o cerchi. VIDEO - Dolmen di Soto Bradshaw Foundation Bollettino della Società Spagnola di Esplorazione Stonehenge WORLD HERITAGE LIST Il più famoso complesso megalitico dell’antichità è quello di Stonehenge (= “pietra sospesa” , in bretone), nell’Inghilterra meridionale. Si tratta di un cromlech , cioè un insieme di dolmen e menhir disposti a formare circonferenze concentriche . La costruzione di Stonehenge , come hanno dimostrato studi scientifici e ritrovamenti archeologici, ha coperto un arco di tempo di quasi millecinquecento anni, dal 3000 al 1500 a.C. circa, durante i quali il sito fu un un’area sacra dedicata al sole , un osservatorio astronomico e un calendario delle stagioni legato alla fertilità della terra . Ogni anno, in occasione dei solstizi d’estate e d’inverno, migliaia di persone si radunano attorno al cromlech di Stonehenge, nel sud dell’Inghilterra, per assistere a uno spettacolo unico al mondo: l’allineamento del primo raggio di sole con alcune pietre speciali . La struttura originaria era composta da un cerchio di 30 monoliti collegati da architravi, che rappresentavano forse i giorni del mese. Ciascun monolite è alto circa 4 metri e pesa 30 tonnellate, quanto 6 elefanti. Il materiale impiegato è arenaria grigio-azzurra proveniente da una cava a circa 30 chilometri dal luogo e lavorata in enormi blocchi di pietra a forma di parallelepipedo. Le pietre sono disposte in una doppia formazione concentrica , all’interno della quale si trova un semicerchio di pietre intorno a una lastra singola orizzontale chiamata “pietra dell’altare” How did they do it? The construction of Stonehenge is still a mystery. There is no certain evidence, but several hypotheses have been made about how the site was built. Of course, at Stonenge there are 44 bluestone , blue sandstone stones, which come from quarries at least 240 kilometers away . It has been calculated that it would take 14 years to travel this distance by sliding boulders onto tree trunks. To straighten each block and place the horizontal stones on it, the strength of 600 men is required. This makes us understand the great technical skills achieved by this people and asks us questions about why so much effort has been put into the creation of this site . Burial remains of individuals who were reportedly transported here from South Wales have been found in the area (the area of origin of the bluestones) which would prove that Stonenge would have been conceived as a center of worship for several groups of different origins ( ancestor worship ). The graphics, taken from Didatticarte , are a plausible hypothesis of how the large vertical stones ( piers ) were erected. The architrave was probably slid into position by building inclined embankments and filling the space between the piers with materials. Another hypothesis is that of gradual lifting with the construction of layers of logs until the desired level is reached. In this figure, the coupling system between architrave and piers: two tenons are visible on the piers (elements obtained by sculpting the top of the vertical stone). On the architraves there are grooves (mortises) which correspond perfectly to the tenons. Note also the sliding joints between the two architraves. To know more ARTICLE- National Geographic Eneolithic (Age of Metals) Towards the end of the Neolithic, around 4,000 BC. C. , man learns to melt metal to build ever more effective tools and weapons. In this first period, lithic tools (= stone) continue to be used alongside those in metal. This period of transition and new technical achievements is called ENEOLITHIC. The term is a compound of the Latin adjective aenĕus 'of bronze' and the -litic suffix 'of stone' and is therefore used to identify the period in which, alongside the stone, man introduces the production of metal tools, first in copper and later in bronze . L’età dei metalli si suddivide in tre periodi, legati al progresso tecnologico della fusione : man mano che si costruiscono forni capaci di raggiungere temperature sempre più alte, si passa dall’utilizzo di metalli con punto di fusione basso a metalli con punto di fusione sempre più alto. età del rame : (4.000 – 3.000 a.C.). Il rame (Cu) ha una temperatura di fusione di 1.085 °C. armi da taglio in rame; in Mesopotamia appaiono le prime forme di scrittura età del bronzo : (3.000 – 1.200 a.C.) Il bronzo è una lega di rame (Cu) e stagno (Sn), due metalli a bassa temperatura di fusione. La fusione del bronzo avviene tra 880 e 1020 °C. Il metallo che si ottiene è più duro del rame e più resistente alla corrosione. età del ferro : (1.200 – 500 a.C.). Il ferro (Fe) è un metallo ancor più resistente del bronzo. Il suo punto di fusione è di 1.538 °C, si devono quindi inventare dei forni capaci di raggiungere queste elevate temperature. Il vantaggio del ferro rispetto al bronzo è dato soprattutto dal minor peso che lo rende adatto alla realizzazione di armi e utensili più maneggevoli. The nuragic civilization La civiltà nuragica nasce in Sardegna, nel neolitico ma si sviluppa nell’età del bronzo, è un caso particolare nel panorama del Mediterraneo. I nuraghi (da nurra , cumulo di pietre) sono torri a tronco di cono a più piani, costruiti con una muratura a secco, cioè senza malta fra un masso e l’altro; una scala interna collegava i diversi piani. I nuraghi erano spesso collocati all’interno di un villaggio e occupavano una posizione elevata e aveva scopo difensivo. Il nuraghe forse più famoso della Sardegna, noto come Su Nuraxi , che in sardo significa Il Nuraghe, è a Barumini. Alto tre piani, è collocato in posizione elevata ed è circondato da una cinta muraria dotata di quattro torri di fortificazione. Il fatto che ai piedi del nuraghe si trovino i resti di capanne disposte in modo irregolare, dentro e fuori la cinta muraria, ha fatto pensare che questo edificio fosse la residenza di un capo che da qui governava i suoi sudditi e garantiva la difesa in caso di attacco nemico. Su Nuraxi, Barumini ( foto di Francesco Ghiani; licenza Creative Commons) Meraviglie - I Nuraghe di Barumini Meraviglie - I giganti di Mont'e Prama Back to Art History -First Class Up
- Storia dell'arte | ProfCasilli
Art history "L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è." Paul Klee Qui sotto trovate il link alla linea del tempo realizzata dai Musei della Lombardia: un modo interessante per scoprire il patrimonio culturale del nostro territorio dalla preistoria fino al contemporaneo. Di seguito, un video introduttivo al Museo di Santa Giulia di Brescia in cui sono visibili le diverse sezioni, dalla Protostoria in poi. Il video è stato registrato mentre era in corso la mostra dell'artista contemporaneo Mimmo Paladino, un artista che da sempre dialoga con la storia antica. Timeline - Musei della Lombardia Up Preistoria La civiltà etrusca e romana Romanico Neoclassicismo Post-impressionismo Le civiltà fluviali Periodo Tardo Antico e Paleocristiano Gotico Romanticismo Avanguardie La civiltà greca Arte Bizantina Rinascimento Impressionismo Arte contemporanea
- Embossing | ProfCasilli
The embossing technique The embossing is a very ancient technique that allows to model metal plates obtaining concave objects, such as cups, vases, etc., or bas-reliefs. Famous is the so-called mask of Agamemnon , a Mycenaean work dating back to around 1,500 BC, which was discovered by Heinrich Schliemann in 1876. The technique was used by several ancient civilizations and continued to be used afterwards. The Lombards, and after them the Carolingians, were particularly skilled in the use of this technique. In Milan, in the church of Sant'Ambrogio, it is possible to see the work of the master Carolingio Vuolvino : an altar completely decorated with embossed gold and silver plates. This technique is still used for the creation of precious and unique objects, which have a certainly greater value than those obtained industrially with modern molding techniques. Embossing with the traditional technique Tutorial EXAMPLES OF THE MAIN STEPS Draw on the plate, straightening and embossing of two simple shapes Drawing with wooden skewer on the back of the plate (silver side). On the left the indented mark, on the right the raised mark. Remember to use a notebook as a base. External straightening dal lato dritto (rame) con spiedino di legno si esegue un segno incavato accanto a quello a rilievo (distanza di circa 1 mm) Beginning of the overhang Lo sbalzo produce un volume. Si lavora dal retro (lato argento) utilizzando una punta più grossa (bastoncino da sushi) e con movimento leggero e regolare all'interno della forma. Ricordati di mettere sotto alla lastra il canovaccio ripiegato o una falda di cotone. Beginning of the overhang how does the overhang on the obverse of the slab appear Continue with the overhang per ottenere maggior volume, si continua a lavorare dal retro della lastra. Ricordati di lavorare pian piano, senza premere troppo per evitare che la lastra si buchi: questa operazione rende la lastra sempre più sottile. We continue with the overhang più aumenta lo sbalzo, più è necessario aumentare la morbidezza della superficie sulla quale si lavora Quando completi una fase di lavoro, ricordati di utilizzare un batuffolo di cotone per ripianare la lastra intorno alla forma Let's increase the overhang again External straightening Ora che abbiamo completato la fase dello sbalzo, giriamo la lastra dal dritto e ripassiamo il profilo alla base delle forme per raddrizzare la superficie della lastra. Utilizziamo anche il batuffolo di cotone per togliere eventuali imperfezioni Result qui puoi vedere il risultato dello sbalzo di queste due semplici forme, seguito dal raddrizzamento della lastra The moon: example of a shape in which only the outline sign is embossed, while the interior and exterior are on the same level I draw a wedge of the moon on the back of the plate utilizzo lo spiedino e appoggio la lastra sul quaderno the relief drawing seen from the obverse (the moon appears upside down) External straightening Sul lato dritto della lastra, utilizzando lo spiedino di legno, faccio un segno incavato all'esterno del profilo a rilievo della luna Internal straightening Sempre lavorando sul dritto della lastra, disegno un segno di raddrizzamento anche all'interno della forma della luna. Come puoi osservare nell'immagine precedente, dopo aver eseguito il raddrizzamento interno, la lastra al centro della luna si solleva ed è quindi necessario riportarla in piano. Per questa operazione, appoggia la lastra su una superficie dura (il piano del tavolo, per esempio); puoi utilizzare una punta più grossa, ma anche lo stesso spiedino per i punti più stretti. Non calcare, ma esegui dei movimenti regolari e leggeri. Se premi troppo potresti ottenere dei segni profondi che sarà poi difficile cancellare o uno sbalzo incavato, che in questo caso non vogliamo ottenere Result Una volta ripianato l'interno della forma, si è proceduto a sbalzare l'interno del segno. Appoggia la tua lastra su una superficie morbida col lato argento rivolto verso di te. Ripassa l'interno del segno incavato con uno strumento adatto: all'inizio puoi usare lo spiedino, quando il segno si allarga puoi usare l'estremità opposta dello spiedino e così via, a seconda della dimensione del segno che vuoi ottenere. Ricordati di procedere con calma e senza premere troppo: è la ripetizione del gesto e non la pressione che produce un buono sbalzo. Al termine, dovrai girare la lastra, effettuare il raddrizzamento intorno alla forma e lungo il profilo interno del tuo segno, andando ancora una volta a ripianare tutto ciò che non è sbalzato in modo che risulti sullo stesso livello di base. Examples of stippling for background decoration To complete the embossing work, you can insert textures with marks obtained with different tools or with a simple dotting. To decide what the best effect is, you can experiment with a piece of plate. Stippling done with a wooden skewer Dotted with a not too sharp pencil La puntinatura può essere eseguita sul dritto della lastra o sul retro. L'effetto è un po' diverso. La puntinatura può essere più o meno fitta, ma deve, in ogni caso, essere regolare. Procedi con calma, senza troppa fretta, altrimenti i segni saranno troppo leggeri e ti toccherà ripetere più volte l'operazione per ottenere un effetto apprezzabile. A sinistra come appare dal dritto e a destra come appare sul retro della lastra. La matita è più facile da impugnare rispetto allo spiedino e permette di applicare una maggiore pressione Stippling performed with chisel Qui puoi vedere un esempio di puntinatura eseguita con un cesello metallico. Ce ne sono di diversi tipi, alcuni con punta semplice, come questo, altri con punta sferica di diverse dimensioni. Sbalzo- esempi principali passaggi Examples The Mask Next A mask with the embossing technique Next A fish with the embossing technique Next examples in culture and art back to 'Activities'
- Hayez | ProfCasilli
Page Title Button This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Section Title Section Subtitle Every website has a story, and your visitors want to hear yours. This space is a great opportunity to give a full background on who you are, what your team does and what your site has to offer. Double click on the text box to start editing your content and make sure to add all the relevant details you want site visitors to know. If you're a business, talk about how you started and share your professional journey. Explain your core values, your commitment to customers and how you stand out from the crowd. Add a photo, gallery or video for even more engagement. Torna a Romanticismo
- Dantedì | ProfCasilli
Dantedì Da qualche anno il 25 marzo si celebra la giornata nazionale dedicata a Dante. Anche nella nostra scuola si celebra questa giornata con una attività che prende le mosse da una serie di opere d'arte che illustrano alcuni passi dell'opera sicuramente più conosciuta di Dante: la Divina Commedia . Homepage 1 Ritratto di Dante 1 Analisi 2 Dante col libro della Commedia 3 La voragine infernale 4 La barca di Dante 5 Paolo e Francesca 6 Pia de' Tolomei 7 Dante guidato da Virgilio... 8 Vergine Madre Galleria Dantesca Analisi dell'opera Sandro Botticelli , Ritratto di Dante Alighieri (1495 ca.); tempera su tela, 54,7×47,5 cm; collocazione: collezione privata (Ginevra ) L'opera è un dipinto a tempera su tela . Ha formato verticale , che ben si adatta al soggetto del ritratto. La tecnica prevede l'utilizzo di campiture uniformi sulle quali l'artista interviene col chiaroscuro grazie a pennellate morbide che conferiscono tridimensionalità agli elementi rappresentati, senza lasciare tracce evidenti degli strumenti utilizzati. In questo dipinto, Dante è ritratto di profilo , come in molti ritratti di uomini illustri del tempo. Lo sfondo chiaro e uniforme permette di dare rilievo alla figura. Il viso caratteristico del poeta è descritto in modo plastico per mezzo del chiaroscuro che ne evidenzia i volumi. Dante indossa una toga rossa con colletto da cui spunta il colletto bianco di una camicia. Sul capo vediamo una cuffia bianca con paraorecchie sulla quale il poeta indossa un cappuccio dello stesso colore della toga. Questo è il tipico abbigliamento maschile del 1300. La corona di alloro identifica il soggetto come poeta. Presso gli antichi greci, l'alloro era la panta sacra ad Apollo e veniva utilizzata per incoronare gli atleti vittoriosi e gli eroi che si erano distinti in battaglia. L'uso si diffuse anche presso i romani, con lo stesso significato di sapienza e di gloria. Durante il periodo Repubblicano, la corona d'oro a forma di corona di alloro divenne una delle massime onorificenze. Il motivo per cui venne scelto l'alloro per questa funzione è legato al fatto che questa è una pianta sempreverde cresce tutto l'anno e in questo modo è associato all'eternità e all'immortalità . Per questi motivi, la corona di alloro posta sulla testa di Dante, è segno di un letterato che, grazie ai suoi versi, ha ottenuto una fama universalmente riconosciuta di poeta che va oltre il tempo in cui ha vissuto. Dante col libro della Commedia di Domenico di Michelino Domenico di Michelino su disegno di Alesso Baldovinetti, Dante col libro della Commedia, tre regni e la città di Firenze (1465); tempera su tela (232 x 292 cm; Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze L'opera conservata nel Duomo di Firenze, nonostante sia stata dipinta nel '400, presenta degli elementi stilistici legati al periodo gotico. La cornice neogotica in cui è contenuto il dipinto è stata aggiunta dopo un restauro ottocentesco dell'opera. Il dipinto su tela è realizzato con la tecnica della tempera e ha formato rettangolare con andamento orizzontale : il formato generalmente riservato al paesaggio. Il dipinto venne commissionato a Domenico di Michelino dall'Opera di Santa Maria del Fiore per celebrare i duecento anni dalla nascita di Dante Alighieri nel 1465. Il dipinto allegorico ha lo scopo di esaltare la memoria del poeta nella principale chiesa fiorentina. La figura di Dante è collocata appena a destra del centro del quadro e ci colpisce per la dimensione, chiaramente non proporzionata a quella degli altri elementi presenti nella scena. Un po' come avveniva nei periodi precedenti, bizantino e gotico, la dimensione del soggetto principale rispecchia la sua importanza . Il quadro è organizzato in modo da contenere i tre regni descritti della Divina commedia oltre alla città di Firenze. Nella fascia più alta dell'opera si vedono le sfere del Paradiso rappresentate come un arcobaleno dipinto con sfumature crescenti di azzurro e disseminate dagli astri. A destra del poeta vediamo la città di Firenze, in secondo piano, a sinistra del poeta, vi è la montagna del Purgatorio, mentre sul lato sinistro del quadro vi è una sorta di fortezza in cui si apre la porta che conduce all'Inferno. Con la mano destra Dante indica la scena laterale dove, attraverso una porta medievale, si entra nell'Inferno, l'oscuro regno dei dannati, accolti da orribili figure demoniache. Sul portale campeggia il IX verso del III canto dell'Inferno: 'Lasciate ogni speranza voi ch'entrate'. Il corteo dei dannati scende nelle viscere dell'Inferno in cui li attendono fiamme eterne e tormenti. Nella fascia più bassa del dipinto, una didascalia riporta il seguente testo in latino, scritto in lettere capitali: 'QUI COELUM CECINIT MEDIUMQUE TRIBUNAL LUSTRAVIT QUE ANIMO CUNCTA POETA SUO DOCTUS ADEST DANTES SUA QUEM FLORENTIA SAEPE/ SENSIIT CONSILIUS AC PIETATE PATREM NIL POTUIT TANTO MORS SAEVA NOCERE POETAE QUEM VIVUM VIRTUS CARMEN IMAGO FACIT' Tento una traduzione con le mie reminiscenze scolastiche: 'Colui che cantò del cielo e delle altre due regioni, quella di mezzo (Purgatorio) e quella in cui le anime sono giudicate (Inferno), esaminando tutto nello spirito, lui è qui, Dante, il nostro sommo poeta, nella cui devozione spesso Firenze ha ritrovato un padre, saggio e forte. La morte non poteva recare danno a un tale bardo che seppe dipingere con le parole un poema vivo e carico di virtù .' Dante, dunque, indossa una toga rossa su un abito nero e ha il capo cinto di alloro. Nella mano sinistra regge il libro della Divina Commedia aperto sulla pagina dell'esordio in cui possiamo leggere i primi versi con cui si apre il primo canto dell'Inferno. L'ingrandimento ci permette di vedere come il testo sia scritto di seguito e senza spazi tra una parola e l'altra, con un'ortografia antica ('mezo' invece che mezzo; 'chamino' invece che cammino). Possiamo osservare come dal libro si dipartano dei raggi che vanno ad illuminare la città di Firenze che è rappresentata a destra del poeta. L'opera di Dante, dunque, dà fama alla città. La Firenze qui rappresentata è quella quattrocentesca con la Cattedrale e la Cupola del Brunelleschi , già coronata dalla palla di bronzo ricoperta d’oro e dalla croce, che al tempo del dipinto non erano state ancora eseguite, ma che l’artista aveva visto nel modello progettato dal Brunelleschi nel 1419. Si vedono anche le mura della seconda cerchia, iniziata nel 1172, le torri del Bargello , della chiesa della Badia fiorentina , del Palazzo Vecchio e il Campanile di Giotto . In secondo piano si eleva il monte del Purgatorio . Davanti al portale dorato che permette di accedere al Paradiso c'è l'Arcangelo Michele con ali colorate, simili a quelle degli angeli del periodo bizantino; Michele impugna la spada con la quale allontana le anime di coloro che, morti in uno stato di grazia imperfetta, non sono ancora pronti ad accedere al Paradiso e dovranno fare penitenza prima di entrarvi. Sulla cima del monte del Purgatorio ci sono Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. La voragine infernale Tra il 1480 e il 1495, Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico, commissionò a Sandro Botticelli 100 disegni su pergamena per illustrare un manoscritto della Divina Commedia. I disegni per la Divina Commedia conosciuti sono 92, ma solo questo che rappresenta la voragine infernale è stato completato. I fogli, di pergamena di pecora, misurano circa 32,5 cm di altezza e 47,5 cm di larghezza. Sandro Botticelli , La voragine infernale (1480 - 1495); punta d'argento e inchiostro su pergamena; 32,5×47,5 cm; collocazione: Biblioteca Apostolica Vaticana Per la realizzazione di questo disegno, Botticelli si è servito di diversi strumenti: per le linee basilari della composizione ha utilizzato lo stilo d'argento con piombo; i contorni li ha poi ripassati a penna e inchiostro ocra, o oro, o nero. I colori sono aggiunti con la tempera. La Voragine Infernale è una suggestiva rappresentazione globale dell'Inferno dantesco: un grande imbuto, con qualche elemento architettonico e con figure miniaturizzate, una sorta di riassunto delle successive scene dell'Inferno. L'intera opera rappresenta un continuum narrativo, una sequenza del viaggio letterario, didattico, morale, filosofico in cui Dante e Virgilio vengono rappresentati più volte mentre esplorano i vari gironi. Sandro Botticelli è uno dei maggiori artisti fiorentini del Primo Rinascimento ('400). Non è un caso che Botticelli abbia realizzato il ritratto di Dante Alighieri: il pittore, infatti, realizzò diverse raffinate illustrazioni della Divina Commedia. Attualmente sono note 94 incisioni, conservate nel Gabinetto delle Incisioni al Rame di Berlino e nella Biblioteca Vaticana. Sono inoltre attribuiti a Botticelli anche 19 schizzi da cui l'incisore Baccio Baldini ricavò le illustrazioni per la prima stampa del testo della Divina Commedia (1481). Sandro Botticelli , Ritratto di Dante Alighieri (1495 ca.); tempera su tela, 54,7×47,5 cm; collocazione: collezione privata (Ginevra) Dante (1265 -1321) era morto da più di un secolo, quindi Botticelli, per dipingere questo ritratto, si è ispirato a precedenti raffigurazioni. Il primo ritratto di Dante è stato identificato in un affresco di Giotto dipinto nel Palazzo del Bargello di Firenze, l'antica sede del podestà della città. Un'altra opera, che sicuramente Botticelli conosceva, era il dipinto a tempera di Domenico di Michelino che si trova nel Duomo di Firenze (1465) in cui Dante è rappresentato col volume della Divina Commedia in mano, di cui parleremo in seguito. Ritratto di Dante di Sandro Botticelli La barca di Dante (VIII canto dell'Inferno) Eugène Delacroix è un artista romantico francese che ama rappresentare temi storici e letterari, prendendo spunto da Shakespeare, Goethe, Tasso, Byron, Walter Scott e Dante. La Barca di Dante è il suo primo dipinto ad olio presentato al pubblico. Il dipinto ad olio ha formato rettangolare con orientamento orizzontale . La composizione dell'opera è piramidale e dinamica a causa delle linee di forza che attraversano le figure e interagiscono in modo da restituire il senso di una scena concitata. Eugène Delacroix, La barca di Dante (1822); olio su tela, 189×246 cm; Musée du Louvre , Parigi Delacroix apprezzava molto l'opera di Gericault La zattera della Medusa e molti elementi ce lo ricordano: la figura di Flegias, dall'anatomia michelangiolesca, le acque tumultuose e i corpi sospesi nell'acqua. Lo sfondo del dipinto è un cielo tenebroso e temporalesco caratterizzato da toni freddi cui sulla sinistra si mescolano i toni caldi di una città in fiamme, la città di Dite, verso la quale la barca si sta dirigendo. In secondo piano il pittore colloca la barca di Flegias , il custode del V girone dell'inferno, popolato da iracondi e ignavi; Flegias, qui in veste di barcaiolo è ritratto di spalle, nudo e parzialmente coperto da un mantello blu mentre manovra con forza un remo, con una voga che ricorda quella dei gondolieri veneziani, nelle acque fangose dello Stige, la palude puzzolente che circonda la città e in cui sono immersi i dannati del V. Sulla barca, accanto a lui, ci sono il poeta latino Virgilio , riconoscibile dalla corona di alloro, e avvolto in un mantello marrone, e Dante , che indossa una toga verde e un cappuccio rosso. Le acque della palude Stige sono agitate per la presenza dei dannati che si affollano intorno alla barca: gli iracondi azzannano ferocemente il legno dell'imbarcazione e si mordono l'un l'altro: tra loro Dante riconosce il fiorentino Filippo Argenti, che cerca di rovesciare la barca aggrappandovisi con tutto il proprio peso. Gli ignavi , invece, si reggono alla barca e si lasciano trascinare sulle onde. Dante solleva le braccia, spaventato dalla foga dei dannati. Virgilio, invece ha un atteggiamento calmo, afferra la mano sinistra di Dante, cercando di rassicurarlo. Come è proprio dello stile romantico, le forze ostili della natura e i personaggi dei dannati contribuiscono a creare un clima minaccioso e angosciante. Flegias è una figura eroica che si oppone con determinazione alle forze negative nonostante l'immane pericolo. I dannati rappresentano due aspetti della natura umana vista in negativo: quella più bestiale di chi si lascia dominare dalla furia ceca dell'ira (iracondi) e quella 'mollezza' di coloro che si lasciano trascinare dalle vicende della vita: senza mai prendere una decisione, sprecando il proprio tempo e i propri talenti (ignavi). Francesca da Rimini e Paolo Malatesta appaiono a Dante e Virgilio di Ary Scheffer (V canto dell'Inferno) Ary Scheffer , Francesca da Rimini e Paolo Malatesta appaiono a Dante e Virgilio (1835); olio su tela, 166.5 x 234 cm; collocazione: Wallace Collection , Londra Ary Scheffer è un pittore olandese, che ben presto si stabilisce a Parigi. Nonostante in Francia si vada affermando il movimento romantico, Scheffer mantiene uno stile neoclassico, basato su un impianto disegnativo minuzioso e caratterizzato da una pittura estremamente accurato e razionale. La prima versione di questo dipinto venne esposta nel 1835 nella stessa sala in cui era appesa la Barca di Dante di Delacroix. Il dipinto di forma rettangolare e andamento orizzontale è dominato dai toni scuri dello sfondo in cui si distinguono Dante e Virgilio che osservano con sguardo quasi scientifico due figure che si lasciano trascinare dal vortice che caratterizza il secondo girone dell'Inferno: quello dei lussuriosi . Paolo Malatesta e Francesca da Rimini non oppongono resistenza, non strepitano e non urlano, come gli altri dannati di questo girone. La struttura del quadro è dinamica , dovuta alla disposizione diagonale e ricurva dei corpi dei due soggetti principali del dipinto. Dante descrive una violenta bufera con venti contrari che si incrociano trascinando le anime davanti a un precipizio, e ogni volta urlano, gridano, piangono, bestemmiano. Costretti a farsi trascinare violentemente dai venti come nella loro vita si sono fatti trascinare dall’istinto invece che dalla ragione, i lussuriosi sono tutti morti di morte violenta a causa dell’amore a cui non hanno saputo resistere durante la loro esistenza. Di tutta questa violenza non c'è traccia nel dipinto di Scheffer ; Paolo e Francesca non sembrano trascinati dalla bufera, ma piuttosto adagiati su un divano. Scheffer sceglie un approccio neoclassico che esclude elementi legati ad emozioni forti. Nel dipinto, immerso nel buio che anche Dante descrive, spicca la luce che emana dalle figure : è la luce dell'amore che lega per l'eternità i due amanti. La storia di Paolo e Francesca Dante, conosceva la storia dei due sfortunati amanti attraverso il racconto del fratello di Francesca. È Francesca che, richiamata da Dante, racconta la storia della sua vita e della sua morte tra le lacrime, mentre Paolo rimane in silenzio. Il padre di Francesca, Guido da Polenta, aveva costretto la figlia a sposare Giovanni Malatesta per motivi politici. Francesca, però, si innamorò del cognato, Paolo e intrattenne con lui una relazione per circa dieci anni, fino a quando il marito li sorprese a baciarsi mentre erano intenti a leggere la storia d'amore tra Ginevra e Lancillotto. Giovanni uccise la moglie e il fratello con la sua spada. Nel dipinto si notano, sul petto di Paolo e sulla schiena di Francesca, le ferite causate dalla spada. Pia de' Tolomei di Dante Gabriel Rossetti (canto V del Purgatorio) Dante Gabriel Rossetti , Pia de' Tolomei (La Pia), 1868; olio su tela, 105,4×120,6 cm; collocazione: Spencer Art Museum , Lawrence (Kansas) Il dipinto ha formato quadrato . I colori utilizzati dal pittore, pur essendo limpidi, non sono squillanti: il dipinto, anche attraverso la scelta tonale, comunica un generale senso di tristezza. La composizione è dominata da due linee di forza : una è data dall'ipotenusa del triangolo della meridiana appoggiata sulla balaustra in primo piano; la seconda segue la linea prospettica che disegna il pavimento del terrazzo del castello dove si svolge la scena. La linea di forza è rinforzata dalla presenza a terra di un fascio di aste metalliche reggi-bandiera. Come nei dipinti di Giovanni Bellini all'inizio del Secondo Rinascimento, la balaustra isola il soggetto del quadro e lo separa dal mondo dell'osservatore, confinandolo in un isolamento che caratterizza fortemente la scena del dipinto. La figura di Pia è seduta con le spalle contro il muro di un torrione; la schiena è incurvata, il collo e la testa proseguono la curvatura della schiena. Le mani intrecciate in grembo tormentano nervosamente l'anello nuziale. La figura malinconica di Pia, con lo sguardo triste e lontano, perso nei propri pensieri, si ispira ad una famosa incisione di Albrecht Dante Gabriel Rossetti, insieme a John Everet Millais e William Hunt, è uno dei fondatori del movimento preraffaellita (Pre-Raffaellite Brotherhood ). Questo movimento nasce in Inghilterra in epoca vittoriana. Il termine preraffaelita è un riferimento all'arte esistita prima di Raffaello Sanzio che gli esponenti di questo movimento ritenevano colpevole di aver "inquinato l'arte esaltando l'idealizzazione della natura e il sacrificio della realtà in nome della bellezza", permettendo così gli sviluppi dell'accademismo, che questi artisti rifiutavano. Oltre al rifiuto dell'arte accademica, i Preraffaelliti si ponevano l'obiettivo di riportare in vita i costumi di un passato nostalgico e immaginario, tentando, inoltre, di unificare i concetti di vita, arte, e bellezza. I temi ai quali si sono maggiormente ispirati includono quelli biblici, letterari, fiabeschi, storici e in particolare medievali; sono presenti anche temi patriottici e sociali. Ispirati alla pittura rinascimentale e medioevale nonché alla cultura del purismo pittorico e dei Nazareni , i pittori preraffaeliti riproducevano, attraverso un panneggio delicato, figure elaborate e luminose. I loro dipinti sono spesso rievocativi, e presentano generalmente riferimenti allegorici e simbolici. Gran parte dei dipinti Preraffaeliti raffigurano soggetti femminili sensuali ed eleganti Dürer dedicata proprio alla malinconia (Melancolia , 1514). Gli oggetti sulla balaustra narrano i pensieri della giovane donna: la meridiana è legata al lento scorrere del tempo nel suo isolamento, i fogli sparsi alludono a delle lettere che la giovane legge e rilegge nell'esilio in cui il marito l'ha relegata, in un lontano possedimento in una zona malsana della Maremma Toscana; il libro delle Ore e il rosario rappresentano le sole attività di preghiera che scandiscono la sua giornata. Quasi tutto il quadro è occupato dal muro della torre e solo un pezzetto di paesaggio , anch'esso grigio e malinconico, descrive il luogo in cui si trova il castello: una landa desolata e paludosa. A ridosso dei merli del castello si vede una campana, che probabilmente scandisce le ore della preghiera. In cielo volano dei corvi che si avvicinano al luogo in cui si trova Pia. I corvi sono presagio di sventura e alludono alla morte. Completano il quadro due piante: l'edera , simbolo di fedeltà e il fico , che potrebbe sia alludere alla dolcezza della vita, ma qui, molto più probabilmente, alla lussuria, dando una chiave di lettura della scena. Pia, sospettata di adulterio, è stata confinata dal marito in questo sperduto possedimento dove troverà la morte. In realtà non si hanno notizie certe su questo personaggio e Dante stesso non svela il mistero. Nel passaggio del Purgatorio, Pia chiede sommessamente a Dante di ricordarsi di lei. Dante, guidato da Virgilio, offre consolazione alle anime degli invidiosi di Hippolyte Flandrin (XIII canto del Purgatorio) Hippolyte Flandrin , Dante guidato da Virgilio offre consolazione agli invidiosi (1835); olio su tela, 298 x 244,8 cm; Musée de Beaux Arts de Lion Hippolyte Flandrin è pittore neoclassico, allievo di Dominique Ingres. Flandrin inizia a dipingere il quadro nel 1834 mentre si trovava a Roma per aver vinto una borsa di studio. L'opera venne esposta a Parigi nel 1836 e poco dopo venne acquistata dal Museo delle Belle arti di Lione, città natale di Flandrin. Il dipinto è rettangolare e ha una disposizione verticale. La composizione è caratterizzata dal taglio prospettico di una scoscesa parete rocciosa che dà profondità alla scena. Il massiccio roccioso ricorda quello del Jura, che si trova non lontano da Lione. Un taglio di luce, che procede obliquamente da sinistra verso destra, interseca la precedente linea di forza. La scena si svolge su una sporgenza orizzontale sulla quale trovano posto tutti i personaggi. A ridosso della roccia, i peccatori sono accovacciati l'uno vicino all'altro in una fila che continua a snodarsi in lontananza anche dietro i due principali personaggi. Il quadro è suddiviso verticalmente in due parti: a sinistra c'è il gruppo principale degli invidiosi che occupano sostanzialmente un ingombro rettangolare che si sviluppa in orizzontale; a destra troviamo le due figure di Dante e Virgilio che occupano un ingombro rettangolare disposto in verticale. Grazie a queste accortezze, il quadro ha un andamento dinamico. Flandrin studia accuratamente le pose dei personaggi in modo da farci percepire la loro stanchezza per la condizione nella quale si trovano. Gli abiti grigi e il pallore ci ricordano che sono dei defunti. Dante e Virgilio sono illuminati dalla luce, inoltre l'abbigliamento rosso di Dante lo rende il fulcro dell'opera. Il poeta si china leggermente per ascoltare uno dei peccatori, un uomo anziano con la barba, l'unico che alza la testa per conversare con i due visitatori. Lo sguardo di Dante esprime compassione. Virgilio, invece rimane assiste alla scena senza mostrare partecipazione emotiva. Vergine Madre di Gustave Dorè (canto XXXIII del Paradiso) Non ho trovato indicazioni certe riguardo alla tecnica utilizzata per la realizzazione di questa illustrazione. Molte incisioni dedicate alla Divina Commedia sono state realizzate Gustave Doré è un artista francese del periodo romantico . Autodidatta , mostra uno spiccato talento per il disegno fin dall'età di sei anni. La sua formazione avviene nelle sale del Louvre . la sua primissima esperienza artistica risale all'età di quindici anni, quando si mise a pubblicare disegni per il giornale La caricature . Artista poliedrico, Doré si è misurato con tutte le tecniche e i formati: pittura, acquerello, disegno, scultura, incisione e con svariati generi pittorici, realizzando in questo modo quadri giganteschi e tele più piccole; brillanti e luminosi acquarelli, disegni a inchiostro sfumato di grande virtuosismo tecnico, vignette graffianti realizzate a penna, incisioni, illustrazioni bizzarre e perfino sculture barocche, stravaganti, monumentali, enigmatiche. L'artista è noto soprattutto per la sua vasta produzione come illustratore di vari generi letterari: romanzi, poesie, fiabe, ma anche di opere più complesse come la Bibbia e La Divina Commedia di Dante. Dopo il 1870 Doré, deciso a non intraprendere più illustrazioni di complesse opere letterarie, iniziò a dedicarsi principalmente alla pittura e alla scultura, discipline nelle quali non riuscirà però a riscuotere il successo che aveva riscosso come incisore. con la xilografia, ma ve ne sono anche molte realizzate su matrici di rame con puntasecca, acquaforte e acquatinta. Osservando l'immagine, che comunque non ha una risoluzione molto alta, si intravvede una texture di segni ondulati che sembrano riconducibili alle venature della matrice di legno di una xilografia. La composizione di questa illustrazione si basa sul cerchio, o meglio, su una serie di cerchi concentrici che conducono ad una figura centrale, quella di Maria , da cui sembra aver origine la luce sfolgorante che annulla i particolari degli angeli che stanno dietro di lei. Maria, rappresentata come una giovane donna dai capelli neri, mossi e fluenti, ha il capo cinto da una corona e circondato da un'aureola, ed è seduta al centro della Candida Rosa, su un petalo fatto di nuvole. In primo piano, su un altro petalo, trovano posto dei personaggi più grandi, disposti in modo simmetrico ma con atteggiamenti diversi l'uno dall'altro. La maggior parte di questi sono angeli con grandi ali e lunghi abiti e sono rivolti verso Maria. Dante si rivolge a Beatrice, che lo ha guidato fino a questo punto ma lei scompare alla sua vista e viene sostituita dalla figura di un vecchio dalla barba bianca. Si tratta di Bernardo di Chiaravalle , che guiderà Dante nell'ultima parte del suo viaggio e che di lì a poco pronuncerà una invocazione a Maria perché Dante possa vedere Dio. L'illustrazione è accompagnata dai versi 133-135 del XXI canto del Paradiso: 'Vidi quivi a lor giuochi quivi e a' lor canti ridere una bellezza, che letizia era ne li occhi a tutti li altri santi ' in cui Dante descrive il clima giocoso e festoso della folla degli angeli che volano intorno a Maria e che ne causa il riso, che a sua volta si riflette nello sguardo soddidente dei presenti. Google Arts & Culture - Gustave Dorè Printmakung Artist Gustave Dorè Cuberis - Gustave Doré, His Engravings and His Engravers
- CLIL | ProfCasilli
CLIL In this section you will find activities that will be explained and done in class in English. The aim is that of enhancing the use of the English language in practical labs in which you are invited to suspend the use of your mother tongue and to use the English language in all the steps of the work. It is of primary importance that you do your best to use the English language even while chatting with your friends during the activity. Get to know me silhouette T he goal of this activity is to create a self-portrait using sentences, words, and images that all together can describe oneself, obviously in a positive way. MATERIALS - drawing paper - paper sheets to take notes INSTRUMENTS - a hard pencil - color pencils, felt pens or any kind of instrument you like First of all, we need to do some brainstorming in order to collect ideas to describe ourselves from different point of view. You can use the questions listed below, but you can also add other questions Do you have a pet ? If so, what? What is your favorite color ? What is your favorite food ? What is your favorite musician /band? What is your favorite song ? What is your favorite TV Show ? What is your favorite movie ? What is your favorite book ? What do you do for a hobby ? What is your favorite subject in school? Who is your role model ? If you could have any job , what would it be? If you could go anywhere in the world , where would you go? If you had superpowers , what would they be? People like me because ... Prepare a drawing paper and a pencil on your desk bend foreward your body and lay your head on the sheet; trace the outline of your head using your pencil (you can follow the instruction in the video till the creation of the outline: please stop there, as we are going to make something different) now let's take our sentences, lyrics, words and write them down along the outline of the head using a fine-point black marker write them in italics, without spaces, creating a continuous frame now you can write single words in capital letters inside the outline of the head and /or draw some elements connected to the ideas you obtained from your brainstorming such as favorite food, animals, etc. You may color your silhouette however you like and with whatever supplies you have available (Sharpie, crayons, colored pencils, markers, watercolor, pastels, etc.). Please color inside the entire silhouette. Take your time, put in your absolute best effort and color neatly. for the background, you must do something. You cannot just leave it totally blank. You may add color, you can draw some more images that represent you, you can draw outer space or a simple pattern, anything you want! use brilliant colors and TRY YOUR BEST! Here you have some examples of the results done following the original indications of the author of this activity, Mrs. Jessica Hamilton The activity has been adapted in order to suit the objective of a CLIL lesson Now you should have a certain amount of sentences, words, lyrics, colors, images that should be enough to make a nice creative portrait of yourself. 1/1 get to know me silhouette Drawing after Michel Craig - Martin CLIL activity inspired by Miriam Paternoster's blog ArteaScuola Michel Craig-Martin is a contemporary artist born in Dublin, Ireland in 1941, who spent most of his childhood in Washington D.C. Since 1966, he lives and works in London. He is a conceptual artist and works with different media. Here we particularly look at his paintings of ordinary objects, by means of which he wants people to look at these thinks from a different perspective. In the video he speaks about the 'shock of the familiar '- objects that are part of our ordinary life transformed into artistic subjects may lead us to consider them differently. MICHAEL CRAIG-MARTIN HOMEPAGE In the first part of the CLIL activity we will focus on the vocabulaty Practical activity We are going to create a drowing insired by the artist Michael Craig-Martin using the art supplies we usually use in our art room. We will work on the topics of still-life , representation and composition . Step by step activity : Fix the photocopies to the window pan with some tape, leaving some space between one another. Observe that the objects have different proportions. You can mix together smaller and bigger objecs as you like. Overlap your drawing paper to one object depicted on the photocopies and trace it with a pencil . Choose another object and trace it on your sheet. Pay attention to the position you choose: is all the object visible or is it partially hidden? You can moove from one photocopy to another. You can turn your sheet as you like in order to create your composition. When you have finished to create your composition, sit at your desk and erase unnecessary lines Draw the necessary outlines with a black permanent marker . Colour just some areas of your drawing with felt-tip pens in solid colours in the sryle of Michael Craig-Martin Colour the background with a solid colour.