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  • L'arte greca | ProfCasilli

    The Greek Civilization In this section, we will deal with the Greek civilizations that develop on the Aegean Sea Area starting from 3,000 BC. C. Obviously we will deal with it from an artistic point of view, but, as we have now begun to understand, art is always an expression of the life, culture and history of a people and technological advances are important in this history, as well as encounters with other civilizations. Evolution is always generated by meetings, exchanges and the broadening of one's perspectives. When you stop confronting, for fear of losing your identity, evolution stops, tries to counter the story that continues to advance and, generally, dies . L’arte greca è la base della nostra cultura artistica perché ha dettato regole e modelli che hanno continuato ad essere utilizzati per secoli . Quando si parla di arte greca s'intende non soltanto quella prodotta nella penisola greca, ma anche quella creata nelle colonie. L’arte greca è un insieme di tentativi, durati secoli, di ottenere la perfezione in tutti i campi : rappresentare un individuo umano di straordinaria bellezza, creare un edificio armonioso e costruito secondo rapporti matematici, come il tempio, o una struttura inserita perfettamente nell’ambiente naturale come il teatro. Linea del tempo La storia greca comincia con l’invasione dell'isola di Creta da parte dei Dori, una popolazione che, nel XII secolo a.C., sconfisse i Micenei e si impose su tutta la penisola greca creando, in un lungo periodo, tanti centri che condividevano religione, lingua e un’economia legata all’agricoltura e al commercio per mare . Questi centri, chiamati poleis , cercarono spazi di espansione prima a Oriente e poi a Occidente. I Greci, infatti, fondarono colonie in Asia Minore , l’attuale Turchia, (Efeso, Smirne, Alicarnasso), nella zona chiamata Magna Grecia (l’attuale Italia meridionale) e in Sicilia , e anche in Spagna e Africa. Queste colonie mantenevano usi e tradizioni della madrepatria. Diversamente da altre civiltà antiche, caratterizzate da un rigido potere centrale e una casta sacerdotale potente, nelle poleis greche i cittadini si sentivano liberi e partecipavano intensamente alla vita della propria città e non obbedivano ciecamente alle imposizioni della religione. L’abitudine a porsi domande sul perché delle cose senza accettare passivamente la volontà degli dèi portò alla nascita della democrazia (= la partecipazione dei cittadini al governo della città) e della filosofia (= la scienza che studia il perché delle cose). CRETA Overview Le Città palazzo Il Palazzo di Cnosso Elementi architettonici Dipinti Vasi minoici CRETA La civiltà che si sviluppa sull'isola di Creta, a partire dal 2.600 a. C. circa, è detta MINOICA e prende il nome dal mitico re Minosse. I Cretesi sono abili navigatori e danno vita ad una civiltà pacifica (le loro città non sono circondate da mura di difesa) e raffinata . Intorno al 1.200 a. C. l'isola viene conquistata dai Micenei, ponendo fine a questa civiltà. Heraklion Archaeological Museum Heraklion Archaeologic Museum-materiali in 3D Catalogo -The Archaeological Museum of Herakleion Alcuni manufatti interessanti che puoi vedere nel catalogo del Museo Archeologico di Heraklion pag. 77 - il palazzo pag. 83 - modelli in creta del palazzo pag. 100 - modelli colonne pag. 104 - altalena pag. 108 - la dea dei serpenti pag. 212 - esempio di scrittura lineare A pag. 220 - vasi pagg. 274-75; 281; 287-288; 290- vasi di soggetto marino (piovra) pagg. 308- 327 - gioielli pagg. 330-331 - tessere del mosaico della città pagg. 338-345 - sigilli in pietre dure incise pag. 402 - moneta con labirinto (III a. C.) Città palazzo : città la cui estensione coincide con quella del palazzo del re, articolato in tanti ambienti e su più livelli. Il cuore delle città cretesi erano i vasti ed eleganti palazzi reali in cui si concentravano il potere politico, quello religioso e le attività artigianali. L'assenza di mura difensive testimonia il carattere pacifico del popolo cretese. Si parla di città-palazzo , composte da molti edifici. L'arte cretese è gioiosa e prende spunto dalla natura (in particolare dal mare) e dalla società del tempo, come testimoniano i dipinti che decorano le sale dei palazzi, ma anche l'arte vascolare. Quello di Cnosso è il più importante palazzo di Creta ed è il simbolo della civiltà cretese. Gli scavi dell'area in cui sorgeva il palazzo vennero condotti dall'archeologo Arthur Evans nei primi decenni del Novecento. A lui si devono il consolidamento delle fragili strutture con inserti di cemento e la ricomposizione con colori vivaci delle pitture. La ricostruzione di Evans ha sollevato numerose critiche: si tratta infatti di interventi non reversibili, con materiali moderni, che è molto lontana dalla sensibilità di oggi che mira, invece, a conservare le strutture antiche senza cercare di cancellare il passaggio del tempo e che cerca di utilizzare gli stessi materiali utilizzati anticamente. Il palazzo, costruito intorno al 1.600 a. C., si sviluppava lungo una collina di fronte al mare. Era composto da circa 1.300 ambienti che si diramavano a partire da un grande cortile centrale nel quale si svolgevano riti religiosi, cerimonie e spettacoli. Oltre alla residenza del re , vi erano abitazioni , uffici per l'amministrazione, luoghi di culto , aree per gli spettacoli , botteghe e numerosi magazzini . Gli ambienti si articolavano su più livelli ed erano collegati tra loro da scale , corridoi e terrazze che creavano un vero e proprio labirinto ; logge e cortili consentivano l'illuminazione dei diversi ambienti. architrave abaco echino capitello fusto della colonna base della colonna Elementi architettonici Nel palazzo di Cnosso, troviamo delle colonne molto particolari in cui il fusto è più largo in alto e più stretto in basso. Accanto all'immagine trovi i nomi delle diverse parti fondamentali di una costruzione architettonica che abbiamo già cominciato a conoscere. Sul tuo quaderno di arte ricopia la colonna con la base, il capitello e l'architrave, trascrivi i nomi delle diverse parti e prova a darne una definizione. In the image we see a glimpse of the throne room. The walls are decorated with paintings representing pairs of griffins facing each other. Griffins are mythical animals with a lion's body and an eagle's head. They are symbols of determination and wisdom, qualities necessary for a king. Le pareti del palazzo sono decorate con colori vivaci . La tecnica utilizzata è la tempera stesa su pareti preparate con stucco, come già facevano gli egizi. I soggetti rappresentati sono persone, animali e piante. Splendido è il dipinto con la rappresentazione di delfini e pesci immersi nell'acqua cristallina del mare. I segni sullo sfondo rappresentano i riflessi dell'acqua in movimento. In questo dipinto, le alghe diventano elementi decorativi della cornice Knossos, Atrium of the dolphins . ! .700 - 1.400 ca. to. C. Il salto del toro (Taurocatapsia), affresco dal palazzo di Cnosso; Museo Archeologico Heraklion Anche questo dipinto proviene dal Palazzo di Cnosso. Osserva come la scena sia incorniciata da una cornice ornata con forme ricurve riempite con varie texture e alternate. Questo motivo e compreso tra cornici lineari più semplici, anche qui con colori alternati e trattini verticali. La scena è dipinta su uno sfondo azzurro uniforme. Al centro un toro in corsa e tre figure umane che rappresentano tre momenti di questo gioco di abilità: a sinistra un atleta afferra il toro per le corna e con un balzo volteggia sulla schiena dell'animale e poi atterra dietro l'animale. video-il salto del toro Vasi minoici Un aspetto interessante dell'arte cretese è quello che riguarda i vasi dipinti. Si tratta di oggetti con forme particolari e decorazioni molto raffinate. I temi sono influenzati dall'ambiente che caratterizza l'isola di Creta: piante, fiori e il mare. Ci sono anche vasi con decorazioni geometriche in cui prevalgono linee curve e spirali, probabilmente legate alla stilizzazione delle onde del mare. Lo stile di Kamares prende il nome da una località nella quale un buon numero di questi vasi sono stati ritrovati. I colori utilizzati sono: rosso, bianco, giallo su sfondo scuro. Nel XII secolo prevale il tema marino con conchiglie, polipi, pesci e alghe. Qui lo stile è più naturalistico e gli sfondi sono generalmente chiari. Vasi del XVIII secolo a.C. dipinti in stile di Kamares al Museo archeologico Heraklyon, Creta. Foto di Bernard Gagnon, Licenza Creative Commons Cratere con piede cilindrico in stile Kamares, terracotta dipinta, altezza 45 cm; 1750 - 1700 a. C., Museo Archeologico Heraklion ; autore dell'immagine I. N. Rython in stile marino, terracotta dipinta, altezza 20 cm, diametro dell'imboccatura 7, 1 cm, 1500 - 1450 a. C.; provenienza: Festo, Museo Archeologico Heraklyon ; autore dell'immagine:I. N. Vaso con polipo e fondale marino; terracotta dipinta, 1500 - 1450 a. C., altezza 27 cm. Provenienza dal sito di Palaikastro, zona est di Creta; Museo Archeologico Heraklion . Foto di E. S. Rython in stile marino, terracotta dipinta, altezza 32 cm; 1500 - 1450 a. C.; provenienza: sito di Zakros, Museo Archeologico Heraklion ; autore dell'immagine I. N. Micene Porta dei Leoni Tesoro di Atreo Oggetti in metallo Micene La civiltà micenea si sviluppa a partire dal 700 a.C. nella penisola del Peloponneso occupata dagli Achei, un popolo di guerrieri , pastori e agricoltori che abitava città-stato indipendenti, dominate da diversi re, fra le quali la più importante era Micene, da cui questa civiltà prende il nome. Le città rispecchiano il carattere del popolo: non presentano la raffinatezza delle città-palazzo cretesi; sono collocate in posizione elevata e sono protette da mura di difesa imponenti , realizzate con enormi blocchi di pietra, tanto da far nascere la leggenda che fossero state costruite da giganti. I micenei attaccarono e conquistarono Creta, ma, in un certo senso, furono a loro volta conquistati dall'arte e dalla cultura minoiche, tanto da riportare nei loro palazzi decorazioni e oggetti ispirati all’arte cretese. I micenei vennero a loro volta sconfitti da un altro popolo greco, i Dori, intorno al 1100 a.C. Nel 1879, l'archeologo Heinrich Schliemann, guidato dalle pagine di antichi storici greci, oltre che dai poemi omerici, compì diversi scavi a Micene scoprendovi le cosiddette tombe degli Atridi e i loro grandi tesori. La Porta dei Leoni La Porta dei Leoni era l'accesso principale alla città di Micene. Prende il nome dalla decorazione a bassorilievo sul triangolo di scarico, sopra l'architrave. Vediamo due leoni rampanti, cioè con le zampe sollevate, disposti in modo simmetrico ai lati di una colonna. Per la costruzione della porta, viene applicato il sistema trilitico . Risale al 1300 a.C. circa, e fa parte del sistema di fortificazioni delle mura ciclopiche. Non venne mai sepolta, anzi indicava il luogo dei resti di Micene quando l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann scavò con successo la rocca e la necropoli. Porta dei Leoni a Micene, 1300 a. C. ; foto: licenza Creative Commons Il Tesoro di Atreo Il Tesoro di Atreo , anche noto come Tomba di Agamennone , è una tomba monumentale interamente sotterranea, scoperta da Heinrich Schliemann all'esterno delle mura di Micene. Si tratta di una tomba a tholos , costruita cioè, con circoli di pietre inclinate di circonferenza sempre più stretta in modo da formare un cono. La falsa cupola è alta tredici metri e ha un diametro di 14,50 metri: per trovare una costruzione in muratura con una copertura voltata altrettanto ampia si deve aspettare fino al periodo romano quando viene costruito il Pantheon, 1400 anni dopo. Grande attenzione fu posta nel posizionamento delle enormi pietre, sia per garantire la stabilità alla volta, gravata dalla forza di compressione generata dal grande peso, sia per ottenere una superficie interna perfettamente levigata, dove un tempo dovevano risaltare le decorazioni in oro, argento e bronzo. Il dròmos è un corridoio scoperto e inclinato che conduce alla tholos; è lungo 36 metri e ha pareti rivestite di pietre. La sala circolare della tholos era un luogo di culto, mentre attraverso un accesso laterale si accedeva alla camera funeraria vera e propria, scavata con una forma pressoché cubica. Il portale di ingresso del tumulo presentava una ricca decorazione: semicolonne in calcare verde con motivi a zig-zag sul fusto, un fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali per la lastra in marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave . I capitelli sono a cavetto, simili a quelli lotiformi egizi. Altre decorazioni erano intarsiate con porfido rosso e alabastro verde, un lusso sorprendente per l'età del bronzo . Gli elementi decorativi ritrovati durante gli scavi si trovano al British Museum di Londra. Frammento di una delle due colonne in marmo verde scolpito, proveniente dal Tesoro di Atreo, Micene (1350-1250 a. C.); British Museum Frammento di decorazione in gesso a bassorilievo, proveniente dal Tesoro di Atreo (Micene). Il frammento presenta le zampe anteriori di un toro che procede verso sinistra. Molto probabilmente si tratta di una decorazione di origine cretese (1350 - 1250 a. C.); British Museum Frammento di basso rilievo con testa di toro rivolta verso destra; dal Tesoro di Atreo (Micene); British Museum, Londra Cornice in marmo rosso con coppie di rosette opposte separate da triglifi (130 - 1250 a. C.); dal portale d'ingresso del Tesoro di Atreo (Micene); British Museum Frammento di decorazione in marmo verde con girali e dischi; la lastra triangolare andava a chiudere un triangolo di scarico al di sopra di un portale; dal Tesoro di Atreo (Micene), 1350 - 1250 a. C.; British Museum Frammento in marmo rosso con decorazione a spirali dal portale d'ingresso del Tesoro di Atreo (Micene), 1350 - 1250 a. C.; British Museum Oggetti in metallo Nel corso degli scavi archeologici condotti da Schliemann, vennero alla luce diversi oggetti che testimoniano la grande abilità dei Micenei nella lavorazione dei metalli Museo Archeologico Nazionale di Atene VIRTUAL TOUR- Museo Archeologico Nazionale di Atene VIDEO - Le civiltà egee Arte Greca L’arte greca si suddivide in quattro periodi principali: Periodo Geometrico : IX - VII sec. a. C Periodo Arcaico : VII - metà del V sec. a.C.: si pongono le basi dell’architettura (in particolare del tempio) e si realizzano le prime sculture nella forma di kouroi e korai (giovinetti e giovinette). Periodo Classico : metà del V sec. - metà del IV sec. a.C.: periodo di massimo splendore dell’arte greca. Periodo Ellenistico : dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) al I sec. a.C: periodo di diffusione dell’arte greca in tutto il mondo conosciuto con sviluppo di caratteri nuovi (espressione del sentimento, attenzione per gli aspetti sgradevoli dell’esistenza, architettura monumentale). Periodo geometrico (XI - VIII sec. a. C.) È il periodo in cui i Dori conquistano i territori dei Micenei. Di questo periodo ci sono arrivati prevalentemente vasi dipinti decorati con motivi geometrici (da cui deriva il nome dato a questo periodo). Molti vasi sono stati ritrovati soprattutto in Attica, nella necropoli di Atene presso il Dìpylon (antica porta di Atene). Sono vasi molto alti e venivano utilizzati per segnalare una sepoltura. Presentano una tipica decorazione con vernice nera su sfondo chiaro , costituita da figure astratte : meandri , greche , svastiche , triangoli e linee orizzontali di separazione . Anche eventuali figure di uomini e animali sono estremamente stilizzati . Anfora, periodo geometrico medio. Da Kerameikos (850-800 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Oinochoe con imboccatura trilobata; da Atene; periodo geometrico (750 - 725 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Pisside attica con quattro cavalli sul coperchio, tardo periodo geometrico; da Kerameikos. (750-735 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Cratere attico, tardo periodo geometrico. Kerameikos (Dipylon) (750-735 a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Atene Grande anfora (Anfora del lamento funebre); ALTEZZA: 155 CM; tardo periodo geometrico (760-750 a. C.); da Atene; Museo Archeologico Nazionale di Atene MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ATENE Didatticarte - Arte greca - periodo geometrico Denominazione delle parti di un vaso. Principali forme ceramiche e loro funzioni (da Arte. Una storia naturale e civile. Vol 1, Einaudi scuola), ripreso dal Diariodell'arte.it Lettura dell'opera Anfora della lamentazione funebre (760 - 750 a. C.) Questo grande vaso è stato ritrovato presso il Dypylon (porta monumentale di Atene, costruita nel IV sec. a. C., con due ingressi e che conduceva al quartiere dei vasai), in una necropoli con sepolture datate tra il IX e il VII sec. a. C. Alto 1,55 m, è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. Si tratta di un'anfora funeraria , in stile tardo-geometrico. L'anfora era destinata ad essere usata come "segnale" per la sepoltura di una nobile donna ateniese, appartenente ad una famiglia importante che poté permettersi di commissionare il vaso funerario dotato di simili dimensioni monumentali, il più antico a noi giunto. Il vaso, che poteva ricevere le libagioni versate dalle persone in lutto, aveva funzione essenzialmente commemorativa e funeraria: era ad un tempo il segno della tomba della nobildonna e un monumento alla sua memoria. Il tipo di vaso era determinato dalla tradizione: nel secolo precedente, quando gli ateniesi usavano cremare i loro morti, per le ceneri delle donne si usavano le anfore, per quelle degli uomini i crateri. L'anfora presenta 65 fascie sovrapposte che girano tutt'intorno al vaso e hanno ampiezza variabile, a seconda della posizione. Le fasce presentano motivi con greche, meandri, rombi, triangoli. Al centro, in corrispondenza dei manici, vi è una scena di lamentazione funebre in onore di una donna. Vi compaiono 39 figure stilizzate necropoli = dal greco, vuol dire 'città dei morti' ed è un luogo, generalmente fuori dalla città, dove venivano sepolti i defunti anfora = vaso di terracotta con due manici. Il corpo può avere diverse forme, a seconda di ciò che era destinato a contenere cratere = grande vaso utilizzato per mescolare vino e acqua. Ha una imboccatura molto ampia e due manici nella parte bassa del corpo libagione = offerta sacrificale di bevande particolarmente diffusa nei riti dell'antichità in modo geometrico. Al centro vi è il corpo della defunta sdraiato su un letto, davanti, alcune figure femminili accovacciate per terra, sono riconoscibili dai lunghi abiti che coprono le gambe. Si osservi il canone di proporzione che è stato utilizzato: la testa è un piccolo cerchio con una protuberanza all'altezza del mento, l'altezza di testa e collo è metà dell'altezza del tronco, il busto (mostrato frontalmente) è un triangolo con bastoncini al posto delle braccia. Il corpo è quasi tagliato in vita e alle ginocchia: le distanze tra vita e ginocchio e tra ginocchia e piedi sono praticamente identiche. La silhouette del Dipylon con le sue articolazioni è la somma di parti distinte e matematicamente correlate. Nella rappresentazione della scena viene evitata la sovrapposizione delle figure . La coperta a scacchi che dovrebbe ricoprire il cadavere della nobildonna è mostrata come una tenda tesa al di sopra del suo corpo con il bordo inferiore che ne segue la linea in modo da non confondersi con esso. Tutte le figure sono poste sullo stesso piano ; i dolenti che si trovano a fianco del letto funebre in realtà lo circondavano in un pianto rituale. Allo stesso modo, le figure sotto il feretro si trovavano di fronte ad esso. Attraverso l'appiattimento dello spazio quasi niente risulta nascosto. Il vaso a causa delle dimensioni è stato costruito in sezioni riunite in un secondo momento; l'angolo acuto, formato dall'incontro tra la forma ovoidale del corpo e la forma cilindrica del collo, è stato lasciato in evidenza. Il ceramista infine ha aggiunto due maniglie doppie. La struttura sembra rispondere ad un preciso schema proporzionale: l'altezza è doppia della larghezza, il collo è la metà dell'altezza del corpo. La parte pittorica è stata eseguita con una soluzione di argilla e acqua, che sarebbe diventata scura dopo la cottura del vaso. Periodo arcaico (VIII - VI sec. a. C.) Epoca in cui sorgono le colonie della Magna Grecia; vengono edificati i primi templi e realizzate le prime sculture con soggetto umano, i koùroi e le kòrai . Le figure, anche se rigide, sono già idealizzate, esprimono cioè una bellezza idealizzata e una perfezione inarrivabile per gli uomini comuni. I vasi di quest’epoca sono decorati con figure umane dipinte di nero. Statua in marmo rappresentante un kouros, ritrovato ad Anavyssos, Attica ca. 530 a. C.; altezza 195 cm Le due opere sono conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene statua in marmo di una kore, trovata a Merenda, in Attica (550-540 a. C.); altezza 235 cm, compreso il piedistallo La ricerca del corpo perfetto La bellezza del corpo umano era per i Greci una vera ossessione. Sin dall'epoca arcaica cominciarono a creare statue a grandezza naturale cercando di realizzare una figura umana perfetta. Queste prime sculture raffigurano generalmente giovani maschi nudi, i cosiddetti Kouroi (singolare Kouros). Non si tratta di ritratti di personaggi reali, ma di rappresentazioni dell'uomo ideale: atletico, giovane, sicuro e con un leggero sorriso sulle labbra, ad indicare la superiorità di chi sa di essere superiore. Tra le sculture arcaiche, si trova anche la Kore , una figura femminile vestita (al plurale korai). Come il kouros, ha una posizione rigida, forme massicce e lo stesso sorriso, appena accennato. La kore porta sempre il peplo, il tipico abito delle donne greche, che scende liscio lungo il corpo e ha il braccio sinistro sollevato per tenere un'offerta. Kuroi e korai, infatti, venivano realizzati per i santuari, come doni alle divinità. Le statue, inoltre, erano colorate con tinte molto vivaci , esattamente come i templi. Ma questo non toglieva nulla a quel senso di immobile perfezione che queste statue volevano raggiungere. Particolare della Kore Phrasikleia ritrovata a Merenda Ricostruzione cromatica della Kore Phrasikleia Confronto Le statue greche del periodo arcaico presentano dei caratteri simili a quelle della civiltà egizia. STATUA MASCHILE EGIZIA KOUROS (statua greca arcaica postura rigida sguardo rivolto in avanti forma trapezoidale del copricapo (nemes) assenza di espressione del volto braccia lungo i fianchi mani chiuse a pugno gamba sinistra spostata in avanti ginocchio ben definito, ma non piegato entrambe le piante dei piedi poggiano completamente sulla base la statua non viene liberata dalla pietra del blocco da cui è ricavata postura rigida sguardo rivolto in avanti forma trapezoidale della capigliatura sorriso enigmatico braccia lungo i fianchi mani chiuse a pugno gamba sinistra spostata in avanti ginocchio leggermente piegato piede posteriore completamente appoggiato, piede anteriore appoggiato parzialmente statua a tutto tondo: la figura viene completamente liberata dalla pietra non necessaria (osserva: tra le gambe e tra le braccia e il busto Statua di Micerino (2490 - 2472 a. C.) e della regina Khamerernebti II, rinvenuta nel tempio mortuario del faraone a Giza. Museum of Fine Arts, Boston Kouros di Anavyssos visto da dietro Periodo classico (480 - 323 a. C.) È il periodo compreso tra la sconfitta dei Persiani e la morte di Alessandro Magno. Ad Atene vengono realizzati gli edifici sacri dell'Acropoli : l'arte greca vive il suo momento di maggiore splendore. È l'epoca dei grandi scultori Mirone , Policleto , Fidia e Prassitele . Le statue hanno pose più naturali ed equilibrate. La pittura vascolare è caratterizzata da figure rosse su sfondo nero. Dedichiamo particolare attenzione a questo periodo perché gli elementi più originali della cultura e dell'arte greca classica continueranno ad influenzare il pensiero nelle sue diverse forme e l'arte fino ai nostri giorni. Cerchiamo di vedere, di seguito, gli elementi più importanti e caratteristici del periodo. Il primo e più importante aspetto della cultura greca, che influenza profondamente anche l'arte è la razionalità : i Greci, inventori della filosofia , cercano di utilizzare la ragione per comprendere il mondo che li circonda e attraverso la ragione cercano di misurare tutte le cose, definendo una regola di proporzione che utilizzeranno nella scultura e nell'architettura (canone di Policleto ). I filosofi più famosi sono Platone e Aristotele che insegnano nella scuola peripatetica di Atene: una scuola non fatta di aule e banchi, ma un giardino nel quale i filosofi passeggiavano conversando coi loro studenti. I filosofi si ponevano tante domande sui fenomeni della natura, su quale fosse il migliore sistema politico, su ogni aspetto della vita umana. Stupefacente è per noi moderni sapere che l'idea di atomo è stata concepita da un filosofo greco, Democrito, vissuto tra il 460 e il 370 a.C.: l'atomo viene definito come la particella più piccola e indivisibile della materia ed è accompagnato dall'idea di vuoto. Partendo da questa visione, nei secoli successivi filosofi e scienziati studieranno la materia di cui sono fatte tutte le cose, gettando le basi della scienza. Tra gli argomenti trattati dai grandi pensatori greci c'è anche quello della bellezza. È così che si viene a definire il concetto di bellezza ideale : una bellezza perfetta che non esiste nella realtà, ma che deriva dall'insieme di elementi presi da diversi individui. Tali elementi consistono, per esempio nella forma e nella lunghezza del naso, la dimensione, la forma e la distanza degli occhi dal naso e così via per tutte le parti del corpo. La storia Siamo all'epoca della Seconda guerra persiana (480 - 479 a. C.), quando i Persiani, guidati da Serse I di Persia, tentano nuovamente di invadere e conquistare la Grecia dopo il primo e fallimentare tentativo della Prima Guerra Persiana (492 - 390 a. C.), condotta per ordine di Dario I di Persia e conclusasi con la ritirata degli aggressori in seguito alla sconfitta a Maratona . Dopo la morte di Dario, suo figlio Serse impiegò vari anni per pianificare la seconda spedizione, dovendo infatti raccogliere una flotta e un'armata di dimensioni colossali. Gli Ateniesi e gli Spartani guidarono la resistenza ellenica, costituita da un'alleanza militare di circa trentuno poleis (Lega Panellenica). Bisogna anche dire che la maggior parte delle città greche rimase neutrale o si sottomise spontaneamente al nemico. L'invasione cominciò nella primavera del 480 a.C.: l'armata persiana attraversò l'Ellesponto e marciò in direzione della Tessaglia, attraverso la Tracia e la Macedonia. L'avanzata terrestre delle forze persiane venne però bloccata presso il passo delle Termopili , dove un piccolo esercito guidato dal re spartano Leonida I ingaggiò la storica battaglia. Il valore e la determinazione dell'esercito greco permise di ritardare di due giorni l'avanzata dei Persiani. La sconfitta dei greci, tutti uccisi in battaglia, fu dovuta al tradimento di un greco che indicò ai Persiani un passaggio tra le montagne poco sorvegliato che consentì loro di prendere i Greci alle spalle, accerchiandoli completamente. Nello stesso momento, la flotta persiana veniva bloccata da quella Ateniese e dei suoi alleati presso Capo Artemisio . Alla notizia dell'esito della battaglia delle Termopili, la flotta ellenica si trasferì più a sud, in direzione di Salamina. Intanto le forze persiane avevano sottomesso la Beozia e l'Attica, giungendo fino ad Atene, che, abbandonata dai suoi abitanti, venne conquistata e incendiata. I Greci avevano previsto una seconda linea di difesa presso l'iatmo di Corinto, che venne fortificato a protezione del Peloponneso. Temistocle convinse tutti gli alleati ad ingaggiare una battaglia navale nello stretto braccio di mare che separava l'isola di Salamina dalla costa attica sfruttando la grande manovrabilità delle navi greche, più piccole rispetto alle grandi e pesanti navi da guerra persiane, lente e difficili da manovrare nello stretto braccio di mare scelto dai greci come teatro della battaglia. I persiani sconfitti, si ritirarono tornando in Asia, lasciando in Grecia un esercito di 300 000 soldati. Anche questo contingente persiano venne sconfitto dagli Ateniesi e dai loro alleati, la primavera seguente nella battaglia di Platea, per terra e nella battaglia navale di Micale. I Persiani furono costretti a ritirarsi e persero la loro influenza economica e commerciale sul Mar Egeo . Nel 479 a.C. i greci attaccano i Persiani scacciandoli definitivamente dall'Europa, dalle isole dell'Egeo e dalle colonie greche della Ionia. Per i Greci la bellezza esteriore corrispondeva a qualità positive della persona : un po' come dire che una persona bella era per loro anche buona. I Greci inventano anche il teatro : commedie e tragedie che vengono rappresentate da attori professionisti (solo uomini) all'interno di luoghi creati apposta, i teatri, appunto. Molti aspetti del teatro moderno derivano da quello greco, sia nel modo di organizzare lo spettacolo che nella forma dell'edificio stesso. I Greci inventano anche la democrazia , cioè un sistema politico basato su una rappresentanza della popolazione. Certo, rispetto ad oggi ci sono delle differenze, ma il principio di base è ancora quello: non c'è un'unica persona che decide per gli altri, ma un insieme di persone, scelte dai cittadini, che discutono insieme e prendono quindi le decisioni migliori per tutta la popolazione. Arte Greca del Periodo Classico Vediamo ora alcune delle opere più importanti e significative realizzate in questo periodo. PITT URA I Greci si cimentano nell'utilizzo di diverse tecniche artistiche, tuttavia, sebbene ci siano testi che descrivono la bravura di grandi artisti, abbiamo pochissimi esempi di dipinti, che sicuramente i Greci realizzavano sia come decorazioni sulle pareti degli edifici, sia come quadri veri e propri appesi alle pareti. Alcune testimonianze riguardano il territorio greco, altre provengono dai territori della Magna Grecia, quindi dall'Italia Meridionale, dove i Greci avevano fondato diverse colonie. La sapienza dei Greci, però non va perduta e sarà la base sulla quale si formerà la pittura Romana. Tomba del tuffatore , visione complessiva; tempera su intonaco (480 - 470 a.C. ca.); dimensioni: 78 x 194 x 98 cm; Museo Archeologico Nazionale di Paestum Unico esempio di pittura di età greca della Magna Grecia, la Tomba del tuffatore è una sepoltura a lastroni, chiusa da una copertura piana, con affreschi sulle pareti interne. Sulla lastra di copertura è dipinto un uomo che si tuffa in acqua: il tuffo simboleggia il passaggio dalla vita alla morte. Sulle quattro lastre, che costituiscono le parti della cassa, sono rappresentate scene tradizionali di banchetto (lati lunghi nord e sud) e personaggi in cammino (lati brevi est ed ovest). I personaggi dei banchetti, a gruppi di due, sono presentati con grande vivacità in diverse posizioni: mentre giocano, suonano o conversano animatamente. Il pittore ha utilizzato la tecnica a tempera con il procedimento della sinopia, su di un intonaco di calce e sabbia, applicato in due strati dei quali il più sottile, in superficie, ben levigato e liscio, contiene anche una polvere di marmo che gli conferisce brillantezza e consistenza. inte del IV secolo a.C. Il dipinto che rappresenta il ratto di Persefone è stato ritrovato nel 1977 in una località vicino a Salonicco, in una tomba vicino a quella di Filippo II il Macedone e probabilmente conteneva le spoglie di un membro della famiglia reale. L'affresco, sebbene rovinato dal tempo, è di alta qualità. La quadriga viene mostrata di tre quarti, le vesti e i capelli sono scompigliati a causa dell’impeto della corsa. La scena è pervasa di grande drammaticità, come si può notare dalla gestualità del dio Ade, che sta ancora salendo sul carro, e soprattutto di Persefone, colta in un’espressione di sorpresa e disperazione. Il dipinto, realizzato verso la fine del periodo classico, presenta grande dinamismo e drammaticità, aspetti che diventeranno di lì a poco caratteristici del periodo Ellenistico Rapimento di Persefone, affresco, 100x350 cm circa (350 a.C. circa), tomba di Persefone, Vergina, Grecia. SCULTURA La scultura nel periodo classico abbandona la rigidità e la staticità arcaiche per assumere maggiore naturalezza . I corpi sono più simili alla realtà e vengono rappresentati in movimento. Discobolo Lancellotti, copia romana del Discobolo di Mirone (450 a.C. ca), realizzata probabilmente nel II secolo d.C.; altezza 156 cm; Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma La statua del Discobolo Lancellotti raffigura un atleta colto nell’attimo che precede il lancio del disco. Unico esemplare quasi interamente conservato del tipo, la statua è una replica fedele di una delle opere più ammirate dell’antichità: il Discobolo in bronzo dello scultore greco Mirone (ca. 450 a.C.). Scoperto nel 1781 a Roma, sull’Esquilino presso villa Palombara, il Discobolo Lancellotti fece parte per lungo tempo della collezione privata della famiglia Lancellotti (da cui deriva il nome) nel Palazzo Massimo Lancellotti a Roma. Acquistato nel 1938 da Adolf Hitler, è rimasto nella Gipsoteca di Monaco di Baviera fino al 1948. Dal 1953 si trova nel Museo Nazionale Romano. Del Discobolo Lancellotti sono di restauro il polpaccio destro, le dita della mano sinistra, la base ovale che comprende il plinto antico e forse un’estremità inferiore del disco; risultano integrati (riattaccati) il braccio destro e il piede sinistro. Nell'opera coesistono l'idea di equilibrio (piede destro appoggiato sulla base e sinistro di cui appoggia solo la punta) e di movimento espressa dalla posizione del disco colto un attimo prima che venga lanciato. La statua non rappresenta una persona particolare, ma in generale un atleta che lancia il disco. Del discobolo esistono numerosi esemplari, ma soltanto il Discobolo Lancellotti è completo. Nella seconda foto è riprodotto l'esemplare esposto nel British Museum, puoi notare come l'angolo della testa sia diverso. La versione del British Museum era stata trovata priva di testa e restaurata, come si faceva in passato, utilizzando pezzi anche senza avere la certezza che appartenessero proprio a quell'opera. Questa immagine, tuttavia, ci permette di apprezzare il dinamismo della composizione. Discobolo di Mirone , vista frontale; copia romana in marmo dell'originale greco in bronzo (The Townley Diskobolos), II sec. s.C.; proveniente dalla villa di Adriano a Tivoli. Altezza 170 cm; la testa di questa scultura è stata incollata con un angolo scorretto; collocazione: British Museum (Londra) LETTURA DELL'OPERA Doriforo di Policleto Policleto è lo scultore che nel periodo classico definì le regole di proporzione utilizzate da allora in poi per realizzare tutte le parti del corpo in modo perfetto. Queste regole sono raccolte in un libro destinato agli scultori (Canone ). L'insieme delle regole stabilite da Policleto si chiama CANONE DI POLICLETO . Il canone di Policleto stabilisce come unità di 'proporzione' la testa e dice che per realizzare una figura proporzionata l'altezza dev'essere pari a 8 teste. Doriforo di Policleto . Copia romana in marmo dell'originale greco in bronzo(450 a.C.); altezza 212 cm; ritrovato a Pompei e conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) Perché non si parla di misure precise, ma di proporzioni? Vediamo ora le caratteristiche principali: la statua è realizzata in marmo , è alta 212 cm e poggia su un piedestallo è una copia romana ritrovata a Pompei di una scultura greca del periodo classico realizzata da Policleto la statua originale di Policleto era in bronzo nella versione in marmo viene aggiunto un contrappeso a forma di tronco per assicurare stabilità alla scultura la testa è caratterizzata da capelli corti, riprodotti con ciocche ondulate in modo molto minuzioso. il viso è leggermente girato verso destra il viso è armonioso (dimensione della testa e delle sue parti) e corrisponde all'ideale di bellezza la scultura non rappresenta una persona reale, ma una figura idealmente perfetta , colta nel momento più perfetto della vita - la giovinezza il corpo è ben proporzionato (canone di Policleto ) anatomia del corpo molto naturalistica (lo scultore osserva la realtà e riproduce non solo le forme, ma anche la tensione o la rilassatezza dei muscoli per dare naturalezza alla postura del personaggio, Policleto utilizza il CHIASMO A causa della posizione assunta dal personaggio, Policleto conferisce alla scultura del Doriforo un andamento ad S : si tratta di una compensazione della colonna vertebrale che assume il nostro corpo per mantenere al centro il baricentro CANONE DI POLICLETO : l'unità di proporzione è la testa; la figura intera è alta 8 teste CHIASMO : il termine deriva dalla lettera greca detta 'chi' (X) e indica una opposizione tra gli arti superiori e inferiori: braccio destro rilassato lungo il corpo, gamba sinistra piegata braccio sinistro piegato, gamba destra tesa Andamento ad S : dal momento che una gamba è tesa e una è piegata, il bacino risulta inclinato e la spina dorsale assume una curvatura ad S per mantenere al centro il baricentro del corpo Questa statua viene tradizionalmente interpretata come un 'doriforo', cioè un portatore di lancia (un lanciatore di giavellotto, diremmo oggi), anche se gli storici dell'arte stanno ultimamente avanzando altre ipotesi interpretative (cfr. video). Nella mano sinistra chiusa a pugno era sicuramente inserita una lancia in bronzo, che però non è arrivata fino a noi. Osservando bene la statua, si possono vedere ancora delle tracce di colore sulla testa. Fregio del Partenone - British Museum Periodo ellenistico (323 - 31 a.C.) Epoca compresa tra la morte di Alessandro Magno e la battaglia di Azio che, con la conquista dell'Egitto da parte dei Romani, segna il declino della civiltà greca. L'Oriente è ora sotto il controllo dei romani e non più dei greci. L'arte di questo periodo esprime la crisi della civiltà greca : le opere presentano una maggiore accentuazione del movimento , le figure non sono più caratterizzate dalla bellezza ideale, da eleganza e compostezza, compaiono espressioni di emozioni forti sui volti. Laocoonte e i suoi due figli lottano coi serpenti , scultura greca della scuola di Rodi (I secolo), Museo Pio-Clementino, MuseiVaticani Il gruppo del Laocoonte è stato ritrovato nel 1506 sul colle Oppio. Sembra che allo scavo abbiano assistito all’epoca anche Michelangelo e Giuliano da Sangallo, inviato dal papa affinché giudicasse il valore del ritrovamento. È stato proprio Sangallo a identificare la scultura come quella descritta da Plinio. Dopo la scoperta, papa Giulio II, appassionato collezionista dell’arte classica greca e romana, acquistò la statua e la fece posizionare nel cortile delle statue progettato dal Bramante all’interno del Giardino del Belvedere dei Musei Vaticani, il cui scopo era proprio quello di ospitare la collezione artistica del papa. La realizzazione del Giardino ha rappresentato, quindi, una sorta di atto di fondazione dei Musei di cui il gruppo del Laocoonte è ancora una delle opere più importanti. La scultura rappresenta la morte del sacerdote e dei suoi due figli mentre vengono stretti tra le spire dei serpenti marini: qui, Laocoonte è stato raffigurato in un movimento instabile mentre cerca di liberarsi dalla stretta dei serpenti. È evidente lo sforzo così come la tensione anche emotiva del personaggio: è un dolore sia fisico che spirituale quello raffigurato nel gruppo scultoreo tramite la torsione del busto per cui il personaggio assume una posa innaturale , mentre il volto corrucciato testimonia il dolore che prova per sé e per i suoi figli. Questa sua impetuosità e agitazione si contrappongono alla fragilità e alla debolezza delle figure dei figli che pregano per il suo aiuto: lo spettatore non può far a meno di provare empatia con il dolore del padre e dei figli. Nike di Samotracia , scultura in marmo pario (h. 245 cm) di scuola rodia, dalla discussa attribuzione a Pitocrito, databile al 200-180 a.C. circa e oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi. La Nike di Samotracia ci è arrivata acefala, cioè priva della testa, questo però non diminuisce il valore dell'opera in cui lo scultore riesce a darci il senso di un grande dinamismo. La figura femminile è posta sulla prua di una nave, ha la gamba destra avanzata, come se stesse per spiccare il volo. L'abito in tessuto leggero aderisce al corpo, lasciandone intravedere le forme, secondo la tecnica del tessuto bagnato che era stata introdotta già nel periodo classico. L'abito svolazza verso il retro della figura, rendendo visibile la forza del vento contrario alla direzione in cui si sta muovendo la nave. La scultura della Vecchia ubriaca ci presenta una figura femminile accosciata che tiene fra le braccia una damigiana di vino decorata con un serto di vite con foglie e grappoli d'uva. La testa girata verso l'alto è quella di una donna anziana il cui viso è segnato da profonde rughe, con le guance cadenti e caratterizzato da un'espressione vacua. Il corpo è smagrito e l'abito è indossato con noncuranza (un braccio completamente scoperto e il pallio che le scende dalla spalla sinistra. Qui la bellezza ideale lascia il posto ad una rappresentazione molto spinta della realtà. La figura incarna il senso di smarrimento di una donna ai margini della società. Mirone di Tebe, La vecchia ubriaca , copia romana da un originale ellenistico del 300-280 a.C. circa; marmo, h 94 cm; Musei Capitolini, Roma Architettura Nel mondo greco le sculture erano spesso il completamento naturale dell'architettura, e in particolare dei templi. Le poleis erano generalmente caratterizzate da una zona più elevata, l'acropoli , sulla quale si concentravano gli edifici destinati al culto (templi). Nella parte bassa della città, invece, c'era una zona dedicata alle attività civili, come attività commerciali, tribunali e luoghi di riunione, nelle quali veniva esercitato il potere politico dell'aristocrazia, espressione della democrazia greca (l'agorà ). Anche il tempio era espressione della cultura razionale greca e della ricerca dell'armonia, ottenuta attraverso una ricerca delle proporzioni geometriche delle sue diverse parti. L'armonia riguardava anche la collocazione del tempio in relazione agli edifici circostanti. Oltre al tempio, un altro edificio di grande importanza era il teatro, luogo della cultura, aperto a tutti, i cittadini. Il tempio Il tempio greco deriva dal mègaron, la sala principale del palazzo miceneo, cui però veniva assegnata una funzione di culto. La statua della divinità era collocata nella sala più lontana dall'ingresso ed aveva, generalmente, dimensioni mastodontiche, in modo da poter essere vista dai cittadini che, non potendo accedere al tempio, sostavano sulla piazza antistante, sulla quale si trovava anche l'altare per i sacrifici. Inizialmente il tempio era costruito con mattoni, legno e terracotta e si ispirava ai modelli egizi e cretesi. La forma rettangolare deriva dal mègaron, la sala principale del palazzo miceneo. A partire dall'epoca arcaica, si scelsero materiali più duraturi, come il marmo, arricchiti da colori vivaci e si cominciarono a stabilire sia le dimensioni che le proporzioni delle singole parti e il tipo di decorazioni delle colonne e della trabeazione, la parte costituita da architrave, fregio e cornici, sulla quale, sui lati brevi, poggiava il timpano (spazio triangolre che andava a chiudere l'incrocio delle falde del tetto. All'interno del timpano era collocato il frontone che era talvolta arricchito da sculture di grandi dimensioni che si adattavano perfettamente allo spazio triangolare assecondando la forma attraverso le pose dei personaggi rappresentati. Marmi del Partenone - British Museum Arte Svelata - Il Partenone Ordini architettonici Il Teatro

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    Roman art Page Title The history of Rome goes from 753 BC (year of the mythical foundation by Romulus) to 476 AD (fall of the Roman Empire at the hands of Odoacer) ._ cc781905-5cde-3194-bb3b- 136bad5cf58d_ In the first two centuries Rome was governed by a monarchical system followed by a long republican period which lasted until the end of the first century BC. charges were concentrated in the hands of Octavian who chose the title of Augustus (= the one who possesses the authority), starting the imperial era . L'eredità degli Etruschi Nella penisola italica si erano stanziati diversi popoli fin dal Paleolitico che avevano dato origine a civiltà differenti. Mentre i Greci, nell'VIII secolo a.C., colonizzavano quei territori dell'Italia meridionale e della Sicilia che avrebbero preso il nome di Magna Grecia, e mentre in Sardegna si sviluppava la civiltà nuragica, tra Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, gli Etruschi dettero vita ad una cultura originale, pur con influenze greche. L'origine di questo popolo è ancora oggetto di indagini: sebbene ci restino notevoli testimonianze materiali, la loro lingua scritta è stata decifrata solo in parte, o meglio, i testi scritti che ci sono arrivati contengono per lo più elenchi di nomi, cariche onorifiche, nomi di divinità o di festività religiose. Mancano invece testi più complessi che raccontino la vita e la cultura di questo popolo. Sappiano che erano organizzati in città indipendenti governate da un signore che prendeva il nome di lucumone ; erano accomunate da lingua, religione e costumi. Il momento di massimo splendore di questa civiltà si ebbe tra il VII e il VI sec. a.C. quando impose il proprio dominio su Roma. Tra i famosi sette re di Roma troviamo infatti Tarquinio Prisco , Servio Tullio e Tarquinio il Superbo , tutti di origine etrusca. Gli Etruschi svilupparono conoscenze tecniche che verranno largamente impiegate dai Romani e il popolo stesso si fonderà con quello romano. Esperti nella lavorazione del ferro , e più in generale dei metall i, ricordiamo che frequentarono i nostri territori per procurarsi il ferro proveniente dalla Valle Trompia che veniva scambiato con vari prodotti; primo tra tutti il finissimo vasellame caratteristico di questa civiltà: il bucchero, una ceramica sottilissima di colore nero ottenuta con un procedimento particolare in assenza di ossigeno. Si distinsero nel campo che oggi chiameremmo dell'ingegneria idraulica progettando sistemi di bonifica di territori paludosi, deviazione di fiumi, costruzione di canali artificiali, gallerie, pozzi, cisterne, acquedotti, sistemi di scolo dell'acqua piovana, fognature e strade, L'invenzione per la quale sono sicuramente più conosciuti è l 'arco a tutto sesto con cui realizzarono porte di città e ponti. Perugia, la Porta pulchra parte delle antiche mura della città e una porta etrusca perfettamente conservata e tutt'ora utilizzata. (seconda metà del III sec. a.C.) Canino (Viterbo), Ponte dell'arcobaleno (anche detto del diavolo), costruito dagli etruschi nel III sec. a.C. In campo artistico gli Etruschi eccellono nella terracotta con cui realizzano grandi statue, sarcofagi e le decorazioni dei frontoni dei loro templi. Apollo di Veio, terracotta, altezza 180 cm, VI sec. a. C.; Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma) Sarcofago degli sposi (VI sec. a.C.), terracotta, 140 x 220 cm, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma Frontone del Tempio di Talamone (150 a. C.), Terracotta; Museo Nazionale Archeologico di Firenze Molto particolari sono i 'canopi etruschi ', vasi funerari utilizzati nelle sepolture ad incinerazione (i vasi, cioè, contenevano le ceneri dei defunti). Questi vasi erano caratterizzati da una copertura che rappresentava una testa umana. Talvolta, il vaso era accompagnato anche da braccia e poteva essere collocato su una specie di trono. Le teste potevano essere accompagnate da elementi metallici come orecchini e talvolta sul volto venivano aggiunte delle maschere. Sempre rimanendo nel campo della terracotta, famosissimi sono i buccheri . Si tratta di una particolare varietà di vasi di colore nero e di forme varie. Una caratteristica particolare di questi vasi è la sottigliezza delle pareti . Il colore nero deriva da un particolare tipo di cottura in assenza di ossigeno . Questo tipo di cottura trasformava l'ossido ferrico contenuto nell'argilla in ossido ferroso, una vera e propria reazione chimica che modificava la terracotta anche all'interno e non solo in superficie. Gli etruschi amavano molto il bronzo, ma si trattava di un materiale prezioso, quindi inventarono questo particolare procedimento per creare degli oggetti che sembrassero fatti di bronzo. A sinistra la molecola di Ossido ferrico (Fe2O3); a destra la molecola di ossido ferroso (FeO) Chimera di Arezzo, bronzo (IV sec. a. C.); Museo Archeologico Nazionale di Firenze Museo Civico Archeologico di Bologna Lupa Capitolina, bronzo (V sec. a. C.), lunghezza 75 cm; Musei Capitolini di Roma Museo Nazionale Archeologico di Villa Giulia, Roma Necropoli di Cerveteri La città romana La città romana replica l'organizzazione del castrum , cioè dell'accampamento militare romano. È suddivisa da strade che si incrociano ad angolo retto. Le strade che vanno da nord a sud si chiamano cardi , mentre quelle che vanno da est ad ovest si chiamano decumani . Al centro della città romana si incrociano il cardo massimo e il decumano massimo . Nel punto di intersezione c'è la piazza del foro con gli edifici più importanti della città. La piazza del foro è chiusa da un lato dall'edificio della basilica , disposta in orizzontale. Sul lato opposto, generalmente c'è il tempio . La piazza del foro è generalmente circondata da portici sotto i quali si aprono botteghe in cui si possono trovare merci provenienti dalle diverse parti dell'impero. Sono generalmente merci preziose. La Piazza del Foro Capitolium Teatro Decumano massimo (Via Musei) Portici del Foro Basilica Ricostruzione della Piazza del Foro di Brixia La basilica romana Edificio rettangolare che chiudeva la piazza del foro. ingresso sui lati lunghi dell'edificio absidi sui lati corti file di colonne che dividono lo spazio in navate Edificio di uso civile : la basilica è una piazza coperta usata per incontrarsi e fare affari; è anche la sede del tribunale dove l'imperatore o i suoi rappresentanti amministrava la giustizia. In una delle absidi stava la statua dell'imperatore ; dal lato opposto c'era un seggio su cui si sedeva l'imperatore (o un suo rappresentante) durante i processi. Basilica Ulpia: chiudeva il lato nord-occidentale del Foro di Traiano La casa romana Meraviglie - Villa Adriana dal minuto 00:43 I Romani hanno diverse tipologie di abitazioni: la villa , che è sostanzialmente una casa di campagna circondata da terreni produttivi. Una parte era dedicata all'abitazione del proprietario, mentre il resto era destinato alle attività produttive e come abitazione degli schiavi che coltivavano i campi e allevavano gli animali l'insula , che corrisponde ad un 'condominio' popolare in cui vivevano le persone meno ricche che non potevano permettersi di costrursi un'abitazione indipendente; a seconda della disponibilità economica, coloro che abitavano nell'insula potevano occupare una o più stanze. Vi erano, inoltre, spazi comuni e negozi, collocati al piano terra con apertura sulla strada. A causa dei frequenti incendi, agli abitanti dell'insula era proibito cucinare nelle proprie stanze. Si cucinava generalmente nel cortile interno. la domus , è invece una casa patrizia di città. La domus è un edificio generalmente a due piani . Non è decorato all'esterno, ma anzi è nascosto, poco appariscente e, al piano terra, privo di finestre che possano dare sulla strada per garantire la riservatezza della famiglia. La descrizione che segue si basa essenzialmente sulla cosiddetta Domus di Dioniso , una delle due abitazioni patrizie che fanno parte del percorso museale di Santa Giulia a Brescia. Il Monastero di Santa Giulia e San Salvatore costruito da Desiderio, ultimo re dei Longobardi nel 753 d.C., sorge infatti su un quartiere patrizio composto da diverse domus che si dispiegano per ben 10.000 metri quadrati sotto tutto il complesso museale, lungo l'antico decumano massimo, strada orientata da est ad ovest. Alla Domus di Dioniso si accede attraverso un cardo minore (strada orientata da nord a sud). Sulla facciata della domus si aprono a destra e a sinistra due tabernae , cioè due negozi. Questi ambienti non comunicano con l'interno della casa. Tra le due tabernae ci sono le fauces , cioè l'ingresso della domus. Il termine latino indica la bocca (in italiano rimangono i termini 'fauci' - bocca di un animale feroce e 'foce' - la parte terminale del fiume che si getta in mare). L'ingresso alla casa è protetto da un portone di legno. Il cuore della casa romana è l'atrio , una stanza solo parzialmente coperta da un tetto spiovente (compluvium), spesso sorretto da colonne. Si ha quindi una stanza con un portico che gira tutto intorno e che ha un'apertura centrale che permette alla pioggia di essera raccolta in una vasca profonda solo pochi centimetri (impluvium ) collegata ad una cisterna che si trova nel piano interrato. La cisterna permette di conservare l'acqua e di tenerla fresca anche d'estate. Questo sistema di accumulo dell'acqua era molto importante perché era spesso la sola acqua che avevano a disposizione per tutti gli usi. L'atrio è anche l'unica fonte di aria e luce naturale delle stanze che lo circondano al piano terra. Il termne che dà il nome a questa stanza viene da un aggettivo latino (ater ) che vuol dire scuro. Sembra strano dal momento che è la stanza più luminosa della casa. Il motivo di questo nome è legato al fatto che nell'atrio è collocato un fuoco dedicato alla dea Vesta , protettrice della casa, che rimane sempre acceso. Di giorno è compito della matrona, la padrona di casa, tenerlo acceso, mentre di notte se ne occupa una schiava. Sempre nell'atrio è generalmente collocato il lararium , un piccolo tempio domestico caratterizzato da colonnine sormontate da un timpano e dotato di porticine che potevano essere chiuse. Nel larario ci sono piccole statue di divinità cui gli abitanti della casa erano devoti. Piccole lucerne erano accese in onore delle divinità. Sempre nell'atrium era presente anche un armadio in cui erano conservate le maschere funerarie in cera che riproducevano il volto dei parenti defunti. Le maschere erano identificate con dei cordoncini rossi cui erano legate delle targhette col nome degli antenati) Sull'atrio si aprono altre stanze: quelle il cui pavimento era semplice, non decorato, erano stanze di servizio, utilizzate dagli schiavi; quelle col pavimento a mosaico erano invece riservate alla famiglia padronale. Il tablinum era una stanza con una grande apertura rivolta verso l'atrium: nel tablinum c'è un tavolo e possiamo dire che si tratta di una stanza polifunzionale. Nel tablinum, infatti, la mattina si radunava la famiglia per la colazione; dopo colazione diventava lo studio del padrone di casa che qui riceveva le persone che volevano parlare con lui. In questa stanza c'era una cassapanca contenente i documenti importanti della famiglia. sull'atrio si apre anche la stanza più grande e più ricca della domus romana, il triclinium . Il triclinio è la sala dei banchetti in cui vengono collocati i letti triclinari su cui i romani mangiano in posizione semi-sdraiata. Al banchetto partecipavano uomini e donne. Queste ultime, però ad un certo punto si ritiravano nel tablinum, dove continuavano a stare insieme con le ospiti. Accanto al tablinum c'era una culina (= cucina), spesso collegata, come a Brescia, con una dispensa. La culina aveva un'apertura nel soffitto da cui si faceva uscire il fumo. Nella Domus di Dioniso, di Brescia la culina è anche il luogo in cui si alimenta il sistema di riscadamento a pavimento della camera da letto padronale. Il riscaldamento ad ipocausto prevede che il pavimento della stanza sia più alto e sostenuto da una serie di colonnine fatte di mattoni. In questa intercapedine si faceva passare aria calda che saliva anche attraverso le pareti che contenevano delle sorte di tubature che permettevano così di riscaldare anche le stanze vicine. La camera da letto (cubiculum ) conteneva solo il letto, una cassapanca e un armadio. La struttura della domus al piano terra era generalmente fatta di pietra o mattoni; una scala collegava il piano terra col primo piano sul quale si trovavano altri ambienti. Il secondo piano era generalmente costruito in legno. Alcune case avevano anche un cortile interno circondato da un portico sostenuto da colonne (peristilio) al centro del quale c'era un piccolo giardino. Talvolta la casa aveva un vero e proprio viridarium - un ampio giardino con alberi, sotto i quali rilassarsi nel periodo estivo, alberi da frutto e un orto con piante utilizzate in cucina e per uso medicinale. La Domus delle Fontane, molto più grande della Domus di Dioniso, è dotata di molte più stanze tra cui diversi triclini, stanze da letto riscaldate, un nynpaeum (sorta di giardino interno con piante in vaso e una fontana molto scenografica caratterizzata da mosaici in pasta di vetro blu e conchiglie) un grande viridarium. Il teatro L'anfiteatro Le terme L'acquedotto Le latrine Il Pantheon Pantheon in 3D - Flipped Classroom Pantheon visita virtuale Il Pantheon è un tempio dedicato a tutti gli dei ; si trova a Roma e ci è arrivato praticamente intatto. L'imponente portone d'accesso in bronzo è ancora quello originale di epoca romana. Davanti all'ingresso c'è un pronao rettangolare ottastilo, che presenta, cioè, otto colonne nella parte frontale. Le colonne monolitiche sono in granito egizio, sono lisce e sono sormontate da capitelli corinzi su cui poggiano la trabeazione e il timpano. Il tempio vero e proprio ha pianta circolare , ispirato ai grandi mausolei funerari degli imperatori . L'interno, pavimento e pareti, è arricchito con lastre di marmi colorati con motivi geometrici. La cupola è realizzata in un pezzo unico grazie al calcestruzzo leggero, inventato dai romani, in cui è presente la pozzolana - pietra leggera di colore rosso e di origine vulcanica. Al centro della cupola a cassettoni c'è una grande apertura, l'oculo ' che permette l'accesso della luce naturale. 1/13 Ara Pacis Ara Pacis - visita virtuale L'Ara Pacis Augustae (Altare della pace di Augusto) è un antico altare fatto costruire a Roma nel 9 a.C. dal primo imperatore romano Augusto, dedicato alla Pace (in latino Pax, intesa come divinità). Originariamente posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, il luogo era emblematico perché posto a un miglio romano (1.472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi). Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze pervenuteci dell'arte augustea e intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. L'Ara Pacis, il trionfo di Augusto - Storica - National Geographic Nel Medioevo l'Ara Pacis, come molti altri monumenti di epoca romana, fu usata come una "cava di marmo": il marmo venne utilizzato per fabbricare altre costruzioni. Verso la metà del 1500 ci fu la prima riscoperta in tempi recenti dei resti dell'Ara Pacis, ritrovata sotto un palazzo a poche centinaia di metri a sud est di dove il monumento fu in seguito ricostruito e restaurato. I marmi decorati a bassorilievo entrarono a far parte di importanti collezioni (a Firenze nelle collezioni medicee poi confluite nella Galleria degli Uffizi; un frammento si trova ora al Museo del Louvre di Parigi e un altro ai Musei Vaticani). Seguirono nei secoli successivi diverse campagne di scavo e progetti di ricostruzione dell'antico monumento. Il museo dell'Ara Pacis e la ricostruzione del monumento, attualmente visitabile, vennero completate nel 2006 su progetto di Richard Meier. Saturnia Tellus (l'età di Saturno ) è una complessa allegoria di una mitica terra dell'Età dell'oro. Si tratta di una delle decorazioni a bassorilievo meglio conservate dell'Ara Pacis. Il rilievo rappresenta una grande figura femminile seduta con in grembo due putti e alcune primizie. Ai lati si trovano due ninfe seminude, una seduta su un cigno in volo, simbolo dell'aria, e l'altra su un drago marino, simbolo del mare; questi due animali evocano la serenità della pace in terra e in mare. Anche il paesaggio ha elementi allegorici: a sinistra è fluviale, con canne e un'oinochoe (anfora) dal quale fluisce l'acqua, al centro è roccioso con fiori e animali (una giovenca accasciata e una pecora che pascola), mentre a destra è marino. L'interpretazione della scena non è univoca: la figura centrale potrebbe essere una Venere Genitrice o una personificazione dell'Italia, o forse ancora della Pax: forse queste interpretazioni erano fuse in un'ideologia ambivalente della Pax Romana dell'epoca di Augusto. La colonna traiana La colonna Traiana - romanoimpero.com Trajan's Column - National geographic Mausolei monumentali Mausoleo di Augusto Mausoleo di Augusto - Ulisse Mausoleo di Adriano - Castel Sant'Angelo Pompei ed Ercolano Brixia Google Maps - via dei Musei, 59 Archeo3D'Italia - Alla scoperta di Brescia Capitolium - L'area archeologica del Tempio Capitolino di Brescia Pompei Ercolano Oplontis Stabia Boscoreale La scultura romana Augusto di Prima Porta (I secolo d.C., marmo, altezza 204 cm; Musei Vaticani Gli archeologi trovarono la statua di Augusto di Prima Porta il 20 aprile 1863 presso la Villa di Livia. L’abitazione di Livia Drusilla, moglie di Augusto era costruita nei pressi di Prima Porta. Forse l’autore che oggi rimane sconosciuto era uno scultore greco. La statua di Augusto si trova ai Musei Vaticani presso Città del Vaticano. Augusto è raffigurato in piedi con il braccio destro alzato. L’imperatore indossa una lorica , una corazza da legionario molto decorata sul davanti. Sotto la corazza porta poi una tunica corta militare. Augusto inoltre indossa un paludamentum cioè un mantello intorno ai fianchi. Un lembo del mantello è portato sul davanti e ricade sulla mano sinistra. L’imperatore sempre nella mano sinistra impugna una lancia . Un bambino che rappresenta Eros a cavallo di un delfino è scolpito vicino alla gamba destra. La posa assunta dell’imperatore era tipicamente utilizzata per richiedere il silenzio prima dell’incitamento dell’esercito in battaglia (allocutio ). L’Eros che compare ai piedi della statua di Augusto è un simbolo della nascita della dea Venere che sorse dalle acque . Questo particolare ricorda l’ascendenza di Augusto che apparteneva alla gens Iulia . L’imperatore, quindi, vantava una diretta discendenza da Venere. La dea, infatti, era madre di Enea che a sua volta era padre di Ascanio o Iulo. La statua è propagandistica, cioè serve a rafforzare l'idea del potere politico dell'imperatore. I Romani realizzavano statue di questo genere in tutte le città dell'impero, in modo che ovunque si ricordasse chi deteneva il potere. I rilievi che decorano la lorica di Augusto fanno riferimento alla storia e all’ideologia dell’Imperatore. In alto è raffigurata la personificazione del caelum. Al di sotto poi vola la quadriga del Sole. Verso destra si trova poi la luna che è quasi del tutto coperta da Aurora. Al centro della lorica si trovano due personaggi. Si tratta del re dei parti, Fraate IV che restituisce le insegne sottratte ai Romani dopo la sconfitta di Crasso. Forse il generale romano che è accompagnato da un lupo è Tiberio che partecipò alla campagna contro i Parti. Il paludamento indossato dall’Imperatore era solitamente portato col parazonium che rappresentava il simbolo del generale romano in comando all’esercito. La corazza indossata da Augusto era realizzata nella realtà in pelle con inserti in metallo. Nella statua risulta però molto aderente e fa risaltare le masse muscolari del corpo. L’animale che accompagna il generale romano raffigurato al centro della lorica è probabilmente una Lupa che era il simbolo di Roma. Secondo altri storici si tratta invece di Augusto o di Marte dio della guerra. Ai lati della lorica si trovano due donne che stanno piangendo. Quella di destra porta in mano uno stendardo sul quale è rappresentato un cinghiale e la carnix , la tromba celtica a forma di drago. La donna di sinistra invece sembra sottomessa e porge un parazonium. Forse la prima donna rappresenta le tribù celtiche del nord-ovest della Spagna, gli asturi e i cantabri. Augusto aveva conquistato queste popolazioni. Secondo un’altra ipotesi rappresenta invece la Gallia che l’imperatore Augusto aveva riorganizzato e pacificato tra il 12 e l’8 avanti Cristo. La seconda donna invece porta un’arma, quindi, potrebbe rappresentare le tribù germaniche che abitavano tra il Reno e l’Elba. Sotto le figure delle donne sono presenti Apollo su un grifone e Diana seduta su un cervo. In basso, infine, si trova la dea Tellus che è simbolo di fertilità e tiene in mano una cornucopia colma di frutta. Vi sono anche due neonati che afferrano la veste della dea. I neonati che si reggono alla veste della dea ricordano le figure della Tellus Mater dell’Ara Pacis. I ritratti romani sono molto realistici perché tramandano l'immagine di persone realmente vissute. I segni del tempo e della vita sono considerati molto importanti: un uomo raggiunge una certa posizione sociale grazie al proprio carattere e grazie a tutta una serie di esperienze anche molto difficili che lasciano il segno sul corpo. Ritratto di Silla (I sec. a. C.), marmo; Museo Nazionale Archeologico di Venezia Ritratti della Collezione Torlonia

  • Gotico-Architettura | ProfCasilli

    Page Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Button Section Title Small Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Small Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Small Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Small Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Section Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Slide Title This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content.

  • Albero di carta | ProfCasilli

    Paper tree The activity I propose uses very simple and easily available materials. It requires a little patience, especially at the beginning, to understand how the technique works, but it will allow you to obtain interesting and highly effective creations. Pinterest - Quilling - Tree The shape of the tree Before we begin, let's pay attention to the shape of the trees. First we can look out the window and observe the trees that are around us . Also, we can do an internet search to find out how each tree has a different way of developing: some grow very tall, others have horizontally spreading branches, etc. However, there are some common principles we need to keep in mind: the tree is a creature that grows progressively starting from the trunk , which is the largest part. The first branches are grafted onto the trunk, which always have a smaller diameter than that of the trunk (at least two or three times smaller); these branches continue to grow from year to year in thickness, but also in length, so that the branch is wider at the base, at the point of junction with the trunk, and is increasingly thinner in the upper parts . From the main branches, secondary branches are born and from the secondary ones smaller branches are born on which the leaves (different depending on the species) sprout. To help us we can use a diagram: Questo è lo schema dell'albero di Munari. Si costruisce facilmente partendo da una striscia di carta colorata della larghezza di quello che sarà il tronco. La striscia va tagliata in tre sezioni: una un po' più lunga per il tronco, una per i rami più grossi e una per i rami più piccoli. Dopo aver tagliato (e incollato) la parte del tronco, ho diviso una delle due strisce rimanenti in tre parti (in senso longitudinale) e le ho incollate a raggera. A questo punto, ho diviso in tre parti anche l'ultimo pezzetto di striscia e, successivamente ho tagliato ancora ciascuna striscia in tre parti, per ottenere i rami più sottili Materials and tools MATERIALS an F4 card (album sheet) to use as a base colored paper sheets (A4) straw paper or newspaper streamers left over from the carnival INSTRUMENTS scissors wooden skewer glue stick vinyl glue As you can see in the image, we first chose a colored sheet and glued it on the F4 cardboard, leaving an equal border on all sides (you can use a squared sheet to make this operation easier). It will be the basis on which we will make our tree. PRELIMINARY OPERATION Basic elements There are two basic elements to create the shape of the tree and its foliage: straws and rolls . Variations can also be used, but let's go in order. STRAWS To make our tree trunk, we need 3 to 5 paper straws. To make them we can use the pages of a newspaper, an advertising flyer or straw paper (which has a color suitable for making trunk and branches) ._ cc781905-5cde-3194-bb3b-136bad5cf58d_ 1. if you use newspaper, which is thinner, cut strips 7-8 cm wide and about 20 cm long. If you use straw paper, which is thicker, the width of the strips should be about 2 - 3 cm. Fold the starting sheet several times, back and forth, in order to weaken it along the fold and then tear slowly, or use a ruler for this operation. 2. Place the paper strip on the table and position the skewer to form a very sharp angle and start wrapping the paper around the toothpick. The paper will spiral, but you have to be careful that the paper strip always winds without leaving any gaps. From time to time, fix the paper with a little bit of glue stick or vinyl glue. When you have finished rolling the strip, fix the last corner with a drop of glue, then take out the skewer. With this technique you can also make the branches, inserting the straws one inside the other. ROLLS To make the rolls you will need thinner strips (no more than 0.5 cm wide) or streamers. You can cut them with scissors or have an adult help you cut them with a cutter. 1. wrap the paper strip on itself using the skewer . With this process you can create rolls of different sizes and with multiple colors. If you need a really circular shape, fix the last edge of the roll with a little glue. If, on the other hand, you want to create elongated or curved shapes, shape the roll before fixing it with glue. Before starting to compose your tree, it is good that you prepare a good number of ready-made elements Let's start building the tree By now, you should have figured out how to make the basics . But remember that in art experimentation is the most important thing : while you work, you may come up with ideas on how to fold and roll the strips of paper in ways that your imagination suggests. Experiment, make some elements, observe the shape and keep them aside. You will surely find a way to use them in this or another job. Questo è il primo modello sperimentale che ho realizzato mentre preparavo quest'attività. Il tronco e i rami sono realizzati con delle cannucce di carta di giornale. Per la chioma ho sperimentato diverse possibili soluzioni. Una, molto semplice, prevede l'utilizzo di stelle filanti (o, come nel mio caso, di striscioline di carta arricciate e incollate in più punti con colla vinilica). Una soluzione di questo tipo può essere utile per rendere una chioma gonfia. Per arricchire il lavoro, ho usato diversi verdi e ho cercato di intrecciare le striscioline in modo da rendere il lavoro meno monotono. Negli spazi della chioma ho inserito dei rotolini colorati. A sinistra, come vedi, ci sono diverse forme allungate (volevo trovare soluzioni per suggerire la forma delle foglie). Alcune forme sono realizzate con un profilo vuoto: ho così capito che forme come queste possono essere riempite con elementi che le rendano più consistenti e interessanti. Come forse avrai notato nell'immagine, ho inserito anche delle striscioline sottili di rame: le ho attorcigliate attorno ai rami di partenza. Può essere un'idea per creare i rami secondari o più sottili. Poi però ho deciso di escludere questo materiale per esplorare meglio le potenzialità della carta. Now I will show you other examples of how the basic structure of the tree can be made starting, this time, from thin strips of paper straw that are folded and shaped to create the essential profiles of the trunk and branches: if used well, this technique allows us to obtain interesting results that highlight the characteristics of the bark of trees, characterized by splits, twists and knots. The only rule is to place these elements with the thin side on the sheet, in order to give three-dimensionality to our tree. Examples of structures made in the classroom _cc781905-5cde-3194-bb58d-136bad5c it is not in a hurry to stick the elements on the sheet very important . Prepare what you need to make the trunk and branches and lay the elements on the paper to find the best shape and position . Do several tests by moving the elements and paste them only when you are sure that everything is working fine. It is important that there is balance in your work: since the tree is the most important element, place it in the center , being careful to make sure that there is enough space on all sides so as to be able to create the base of the ground on which the tree is planted and to have enough space for the canopy to fit comfortably. Make sure you can leave some empty space above the tree canopy Gallery of the works carried out by the PRIME classes of the Comprehensive Institute of Manerbio (2021 - 2022)

  • Site Rules | ProfCasilli

    Site Rules Please be nice :) No offensive content No spreading of any copyrighted material Admin decisions are final No spamming or advertising FAQ Can I insert an image, video, or gif in my FAQ? (Demo) Yes. To add media follow these steps: 1. Enter the app's Settings 2. Click on the “Manage FAQs” button 3. Select the question you would like to add media to 4. When editing your answer click on the camera, video, or GIF icon 5. Add media from your library. How do I add a new question & answer? (Demo) To add a new FAQ follow these steps: 1. Click “Manage FAQs” button 2. From your site's dashboard you can add, edit and manage all your questions and answers 3. Each question and answer should be added to a category 4. Save and publish. How do I edit or remove the “FAQ” title? (Demo) You can edit the title from the Settings tab in the app. If you don't want to display the title, simply disable the Title under "Info to Display". What is an FAQ section? (Demo) An FAQ section can be used to quickly answer common questions about you or your business, such as "Where do you ship to?", "What are your opening hours?" or “How can I book a service?” It's a great way to help people navigate your site and can even boost your site's SEO.

  • Neoclassicismo | ProfCasilli

    Inizio pagina Linea del tempo Elementi fondamentali Campagne archeologiche arti applicate Grand Tour Musei vedutismo Architettura Pitocchetto Piranesi Enciclopedia Inizio pagina Napoleone valica il Gran Sanbernardo, Jaques-Louis David Ingres, Napoleone sul tono imperiale Enciclopedia Grand Tour Nessun titolo Pompei e Ercolano Domus Aurea Nascita musei europei Winckelmann Arti applicate Vedutismo Pittura Page Title Google Arts & Culture - Neoclassicismo This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Inizio pagina Dal Barocco al Neoclassicismo Cosa cambia? Barocco Le decorazioni nello stile barocco sono abbondanti, spesso prevedono elementi in stucco e l'oro è quasi sempre presente: la parola d'ordine è stupire Chiesa di San Giovanni Nepomuceno, Monaco di Baviera Foto di Andrew Bossi, licenza Creative Commons In architettura le piante delle costruzioni sono ottenute sovrapponendo diverse figure geometriche lineari e curve. L'intreccio di tali figure produce edifici molto articolati. In questo caso, la facciata è concava e si collega ai portici laterali che suggeriscono un abbraccio. Al di sopra della facciata si eleva un corpo che ha andamento convesso. Sant'Ivo alla Sapienza (1643-1662), Roma Foto di Paris Orlando, licenza Creative Commons Gli artisti barocchi si ispirano alle straordinarie opere ellenistiche caratterizzate da estremo dinamismo e grande espressività. I ritratti sono fortemente realistici e le pose sono cariche di tensione, come se le azioni fossero catturate da una macchina fotografica mentre stanno accadendo. Dal punto di vista tecnico, le opere barocche sono un'esibizione di maestria senza pari. Busto di Francesco I d'Este, Gian Lorenzo Bernini, Galleria Estense, Modena Foto: licenza Creative Commons In pittura, la rappresentazione della prospettiva si concentra sugli edifici; la prospettiva è per lo più accidentale (con due fuochi). Specialmente negli affreschi d'interni, la prospettiva accelerata crea l'illusione dello sfondamento dei volumi architettonici degli ambienti. Gli elementi architettonici, presenti negli ambienti, vengono riprodotti coi mezzi della pittura facendo apparire gli ambienti molto più alti del reale. Studio, Giuseppe Galli Bibiena Andrea del Pozzo, Apoteosi di Sant'Ignazio, Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, Roma In pittura , i temi trattati sono spesso legati all'ambito religioso: la Chiesa utilizza la ricchezza e la meraviglia suscitata dall'arte barocca per catturare l'attenzione dei fedeli e dare un'impressione di grande potenza. Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, Galleria Doria Pamphilij, Roma Neoclassicismo Cattedrale di Nostra Signora, Copenhagen Foto di Ib Rasmussen, licenza Creative Commons Nello stile neoclassico le decorazioni sono quasi totalmente assenti: si pone molta attenzione agli elementi architettonici che esaltano simmetria e ritmo nelle costruzioni, sia all'interno che all'esterno. La parola d'ordine è sobrietà . Chiesa di San Carlo al Corso, Milano Foto di Arbalete, licenza Creative Commons L'architettura neoclassica si ispira a quella della Grecia classica e a quella romana. Ritroviamo elementi antichi, come il timpano e il pronao sostenuto da colonne e capitelli ispirati agli ordini architettonici antichi. Pulizia , regolarità , simmetria e ritmo sono le parole chiave che ben esprimono l'essenza di questo stile. Busto di Eleonora d'Este, Antonio Canova, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia Foto: licenza Creative Commons Gli artisti neoclassici hanno come punto di riferimento il concetto di bellezza ideale della Grecia Classica. I ritratti sono idealizzati , le pose eleganti, i volti non sono mai turbati da emozioni forti, ma esprimono la 'calma olimpica', cioè la superiorità che caratterizza le divinità greche di fronte alle vicende umane Nelle vedute urbane , inaugurate da Canaletto, la prospettiva si estende creando ampi scorci della città. L'approccio è molto razionale, si guarda e si riproduce la realtà servendosi di mezzi tecnici come la 'camera chiara' che permettono di riprodurre fedelmente i dettagli. Canaletto, Il canal Grande da Palazzo Balbi a Rialto, Museo del Settecento Veneziano, Venezia Nella pittura neoclassica, i temi trattati fanno spesso riferimento alla cultura e alla mitologia classica, oppure a figure e episodi della storia. Il giuramento degli Orazi 1785, Parigi, Louvre Il Barocco , e il Rococò , che ne è la naturale evoluzione, sono caratterizzati dalla volontà di stupire l'osservatore . In architettura gli edifici hanno piante molto complesse che sono dovute a forme geometriche lineari e curve sovrapposte. Gli edifici sono pieni di decorazioni: stucchi che nel Rococò diventano dorati, e trompe-l'oeil, cioè grandi dipinti illusionistici che hanno lo scopo di 'sfondare' lo spazio fisico degli edifici dandoci l'impressione di spazi infiniti. In scultura ricordiamo le figure molto dinamiche realizzate da Gian Lorenzo Bernini: figure singole o gruppi di figure che si avvitano nell'aria come le colonne tortili, realizzate dallo stesso Bernini, per il baldacchino in bronzo della Basilica di San Pietro a Roma. Queste opere sono fortemente dinamiche , ma anche drammatiche : l'artista coglie i personaggi nel pieno dell'azione e le espressioni del volto ci comunicano emozioni molto forti . Si gioca col corpo umano fino alla deformazione , facendogli assumere posizioni complicate e cariche di tensione. In pittura , ricordiamo in particolare Caravaggio che crea delle scene di sapore teatrale grazie all'uso della luce, quasi sempre associata al buio che caratterizza le scene d'interni. I suoi personaggi, ritratti dal vero, sono carichi di emozioni. Ricordiamo sempre che il Barocco, come il Manierismo, ha origine dalla crisi del Rinascimento : in arte si dà voce all'incertezza causata da guerre e pestilenze. In un certo senso si vuole nascondere la paura sotto un velo di ricchezza, magnificenza e stupore. Il Neoclassicismo nasce come reazione al 'disordine' del periodo precedente. è 'figlio' dell'Illuminismo , cioè figlio di un'epoca che mette nuovamente al centro del pensiero la ragione, come già avevano fatto l'Umanesimo e il Rinascimento. La deformazione, i giochi teatrali di luci ed ombre, il dinamismo portato all'estremo, così come l'eccesso decorativo, lasciano il posto ad uno stile più sobrio e lineare 'rischiarato' dalla luce della ' Ragione ' che, al centro del pensiero illuminista , infonde nuova sicurezza nel futuro e sostiene la fiducia nella possibilità di costruire una società forte, solida, giusta ed equilibrata. Protagonista è ancora la nobiltà, che, guidata dal senso di giustizia instillato dalla Ragione, assume il ruolo 'paterno' di amministratore,, prendendosi cura dei meno fortunati. (l'aristocrazia trova la sua ragione di esistere proprio nell'utilizzare il proprio potere e le proprie ricchezze per il bene di tutta la società). Tutto quello che vedremo in arte è il risultato di un approccio razionale e, quale periodo è più adatto a fungere da modello al nuovo gusto se non quello del popolo che ha 'inventato' la filosofia? Il pensiero filosofico greco, infatti, esprime al meglio l'esercizio della ragione che indaga in profondità i meccanismi della conoscenza e della realtà. Lo stile equilibrato ed elegante del periodo classico, in particolare, 'traduce' in termini artistici proprio la visione filosofica del popolo che in quel tempo domina il mondo . Accanto al modello derivato dall'arte greca del periodo classico, l'Illuminismo, e quindi anche il Neoclassicismo, guardano con favore alla cultura e all'arte romana , che, con l'Impero Romano, incarna il modello politico di stabilità cui anche l'Illuminismo aspirava . Elementi fondamentali Elementi fondamentali che caratterizzano il periodo illuminista e contribuiscono a formare il gusto neoclassico Il Neoclassicismo è 'figlio' dell'ILLUMINISMO , cioè figlio di un'epoca che mette nuovamente al centro del pensiero la ragione, come già avevano fatto l'Umanesimo e il Rinascimento. La Dea Ragione è vista come la guida che permetterà di costruire una società forte, solida e vincente in grado di confrontarsi con le sfide del nuovo tempo. Protagonisti sono ancora i nobili della classe aristocratica che si propongono come amministratori attenti e come padri che si prendono cura di chi è meno fortunato (l'aristocrazia trova la sua ragione di esistere proprio nell'utilizzare il proprio potere e le proprie ricchezze per il bene di tutta la società). Vediamo ora alcuni elementi e avvenimenti che esprimono i nuovi interessi di questo periodo e portano alla formazione del nuovo gusto: NEOCLASSICISMO - LA LINEA DEL TEMPO Linea del tempo Enciclopedia Section Title Section Subtitle Every website has a story, and your visitors want to hear yours. This space is a great opportunity to give a full background on who you are, what your team does and what your site has to offer. Double click on the text box to start editing your content and make sure to add all the relevant details you want site visitors to know. If you're a business, talk about how you started and share your professional journey. Explain your core values, your commitment to customers and how you stand out from the crowd. Add a photo, gallery or video for even more engagement. Encyclopédie - online Il Grand Tour Grand Tour Il fenomeno del Grand Tour nasce nel '700 e durerà per tutto l'800. L'Italia è una delle mete più ambite di questi viaggi che le persone colte di tutto il mondo organizzano come completamento della propria istruzione. Questi viaggi possono durare mesi o anni. Si visitano i luoghi della cultura, le collezioni e i musei che proprio in questo periodo stanno nascendo . I viaggiatori scrivono memorie di viaggio , corredate da dipinti ad acquerello o incisioni . Oltre all'Italia e agli altri paesi europei, si visitano la Grecia , il Vicino Oriente , l'Egitto e il Marocco Il Grand Tour ha come 'effetto collaterale' la crescita esponenziale dell'interesse verso la ricerca archeologica, che in un primo tempo era vista più come una sorta di 'caccia al tesoro', ma che man mano prende una connotazione sempre più scentifica . MET - The Grand Tour (essey) Campagne archeologiche Le campagne archeologiche Il Settecento, epoca di rinascita degli interessi colti per la cultura e l'arte antica , anche dietro lo stimolo dei viaggi che portano molte persone a vedere dal vero le opere d'arte e i luoghi della cultura di cui avevano solo letto sui libri. Una sorta di desiderio di esplorazione si diffonde e porta importanti istituzioni europee ad investire somme consistenti di denaro in campagne di ricerca geografica ed archeologica . (Ricordo che nella seconda metà del Seicento, a Londra era nata la Royal Society , che si occupa proprio ricerca in diversi campi del sapere e che finanzierà diverse campagne, specialmente di esplorazione geografica). Ercolano e Pompei Ercolano era stata scoperta per caso nel 1709 e nel 1738 viene avviata la prima seria campagna archeologica volta a riportare alla luce l'antica città romana che era rimasta sepolta sotto la cenere dell'eruzione vulcanica del 79 d.C. È Carlo III di Borbone , re del Regno delle Due Sicilie a farsi promotore delle ricerche. Questo sovrano era coltissimo e amava la ricerca anche in campo scientifico e tecnologico . Pompei , invece, era stata scoperta già nel 1599. Gli scavi archeologici sistematici vengono avviati nel 1748, sempre per volere di Carlo III. La magnificenza dei dipinti, dei complessi abitativi e il ritrovamento, persino, di mobili in legno o metallo diventano fonte di ispirazione per il mondo dell'arte e di quello che oggi chiameremmo 'design d'interni'. video (Rai Cultura): Paestum e il Grand Tour - Arté, Philippe d'Averio La Domus Aurea A Roma si conducono nuovi scavi nella Domus Aurea, l'enorme complesso residenziale che Nerone si era fatto costruire dopo l'incendio della città. Il palazzo era stato scoperto in modo fortuito già all'inizio del Cinquecento : il famoso gruppo scultoreo del Laocoonte faceva parte dell'apparato decorativo di questo imponente complesso. Siamo nella seconda metà del Settecento. Le decorazioni del palazzo diventano modello per le decorazioni parietali dei palazzi più raffinati e ispirano anche le tappezzerie utilizzate per rivestire le imbottiture di sedie e canapé . Altair 4 Multimedia - Ricostruzione 3D della Domus Aurea Articolo (Repubblica)-Scoperta la stanza rotante di Nerone, sala da pranzo della Domus Aurea Musei La nascita dei grandi musei europei In tutta Europa, nascono i musei moderni, luoghi in cui i cittadini possono migliorare la propria educazione attraverso la conoscenza delle opere d'arte. Tra i tanti musei che nascono in questo periodo, ricordiamo il British Museum , di Londra, il Belvedere a Vienna, Il Louvre a Parigi, il Museo Egizio di Torino. Il Louvre, in particolare, è concepito come un luogo di apprendimento , con le opere suddivise per periodi e l'accesso libero a tutti i cittadini . I musei finanziano numerose campagne di scavo per procurarsi opere importanti da esporre nelle proprie sale . Johan Winckelmann L'estetica neoclassica Johan Winckelmann è archeologo ed erudito tedesco che nel 1764 divenne soprintendente alle antichità di Roma e poté dedicarsi allo studio dell'arte classica. Attraverso i suoi scritti promosse l'estetica del neoclassicismo , esercitando una enorme influenza sull'arte e sul gusto del suo tempo, e formulando un nuovo approccio metodologico che è alla base della moderna storia dell'arte. È considerato il padre dell'archeologia scientifica . L'estetica del Neoclassicismo si fonda sui principi della bellezza ideale che era alla base dell'arte e dell'architettura del periodo classico dell'arte greca. Ricordo che la bellezza ideale per i greci non rappresentava semplicemente il 'top' della bellezza esteriore, ma indicava qualità interiori che trasparivano anche all'esterno . Video: (Rai Cultura): Winckelmann: dall'antiquaria alla storia dell'arte arti applicate L'influenza dell'arte classica nelle arti applicate esempio di influenza del gusto antico nella decorazione d'interni e nell'arredamento: a sinistra un affresco dalla Domus Aurea e a destra una stanza nella Reggia di Versailles. La cultura classica, le architetture riscoperte, i dipinti e i manufatti antichi diventano modelli di riferimento delle 'arti applicate' influenzando lo stile di mobili, tappezzerie, decorazioni, stoviglie e complementi d'arredo. Grottesca dalla Domus Aurea; decorazioni parietali nel gabinetto di Maria Antonietta a Versailles, stufa in maiolica, decorazioni parietali e tappezzerie dal palazzo di Sturehov, Stoccolma. Esempi di porcellana da tavola in stile neoclassico con soggetto derivato dall'arte e dalla mitologia antica. (Manifattura di Capodimonte, Napoli) vedutismo Canaletto e il vedutismo Si diffonde un nuovo genere pittorico: il VEDUTISMO nel quale l'interesse per le città d'arte e il desiderio di possederne dei ricordi, spingono alcuni pittori a dedicarsi a questo soggetto . Pittori come Canaletto a Venezia, si servono di uno strumento scientifico (la camera ottica ) per rappresentare gli spazi urbani e i più importanti monumenti in modo minuzioso. Piazza San Marco with the Basilica, by Canaletto, 1730. Fogg Art Museum, Cambridge. Foto: Licenza Creative Commons Camera oscura (camera ottica) di Canaletto, conservata al Museo Correr di Venezia Canaletto - Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid Nei dipinti di Canaletto spesso abbiamo ampie vedute: il pittore, dopo aver disegnato il paesaggio urbano da un certo punto di vista, ruotava il dispositivo e realizzava un altro disegno, ripetendo l'operazione più volte. Con questo stratagemma, unendo i diversi disegni riusciva a creare delle vedute 'panoramiche': oggi per catturare una veduta panoramica come quelle di Canaletto, un moderno fotografo userebbe una macchina fotografica con un obiettivo grandangolare. Ca' Rezzonico - Museo del '700, Venezia. Visita virtuale Piranesi Giovan Battista Piranesi (1720 - 1788) Facciata del British Museum di Londra. Come bene mostra questa immagine, il punto di riferimento dell'architetto che ha progettato questo edificio è il tempio greco del periodo classico. foto di Di Ham, licenza Creative Commons Archeologo, architetto e incisore, Piranesi ci ha lasciato non solo delle pregevoli incisioni che ritraggono gli antichi monumenti inseriti nel tessuto cittadino, come per esempio la celebre Veduta del Pantheon d'Agrippa (1761), ma è noto soprattutto per la famosissima serie delle Carceri d'invenzione . Quella delle Carceri è una serie di 16 tavole in cui le eccellenti capacità tecniche dell'artista, unite ad una straordinaria capacità inventiva, danno vita a mondi immaginari caratterizzati da intrichi di scale, ponti levatoi, archi, torrette, anelli metallici e corde che non hanno ancora smesso di colpire la nostra immaginazione. Uno degli artisti che vengono più ispirati da Piranesi è Mauritis Cornelis Escher. Piranesi, Veduta del Pantheon d'Agrippa (1761 ca.), incisione 47 x 69 cm, Los Angeles, Country Museum of Art (Licenza Creative Commons) Rai Culture - Le Carceri d'invenzione (video 11 min.) Licenza Creative Commons M. C. Escher, Relatività (1953), litografia, 27,7 cm × 29,2 cm Dalla Pinacoteca Tosio - Martinengo Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto Giacomo Ceruti, Lavandaie (1736), olio su tela; 145 x 130 cm. Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia foto: licenza Creative Commons In un periodo nel quale l'aristocrazia illuminata si propone come modello politico in grado di far funzionare bene e in modo razionale lo Stato, si diffonde un genere pittorico, che sceglie come soggetti la gente del popolo, i poveri, ma non ritratti con ironia o peggio, con disprezzo, quanto piuttosto con dignità . I quadri sono commissionati dai nobili che li appendono nei loro palazzi e hanno la funzione di ricordare loro che è loro dovere agire in modo che la vita di queste persone meno fortunate possa migliorare. La Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia ha dedicato un'intera sala a Giacomo Ceruti, artista originario di Milano, e alle sue opere. Non si tratta di opere Neoclassiche vere e proprie, quanto piuttosto Illuministe nelle quali l'autore sfrutta un tipo di pittura naturalistica che si era sviluppata in Lombardia già nel Rinascimento e che era stata continuata nel periodo Barocco: i soggetti erano già popolari, come possiamo vedere in alcuni dipinti di Caravaggio (cfr. La buona ventura ) in cui i colori utilizzati erano già basati sulla gamma dei colori della terra che ritroviamo nel Pitocchetto. Nel Seicento le scene di genere erano popolate da mendicanti, spesso affetti da nanismo, storpi e sgraziati. In questo caso non c'era nessuna partecipazione dell'artista e dei collezionisti alla vita sfortunata di queste persone. Nelle opere del 'Pitocchetto' - cosiddetto proprio perché molti dei suoi soggetti erano i cosiddetti pitocchi, cioè i poveri - i poveri vengono ritratti mentre sono intenti in attività quotidiane . Sono umili lavoratori ritratti con grande dignità . Le dimensioni dei personaggi sono 'monumentali ' nel senso che sono proprio i soggetti principali dei quadri e non secondari. I loro sguardi sono spesso diretti proprio fuori del quadro , in modo da incontrare quelli dell'osservatore. I visi non sono allegri, ma un po' tristi, affaticati dal duro lavoro . I colori utilizzati dal pittore sono parte della gamma dei marroni - i colori della terra , dato che il mondo di questa povera gente era pervaso dalla polvere: per le strade (e che si trasformava in fango quando pioveva) e nelle case in cui il pavimento era in semplice terra battuta. Sono opere che si inseriscono perfettamente nella tradizione naturalistica lombarda, di cui abbiamo già parlato a proposito del Rinascimento, ma che hanno un intento educativo e moralistico che quelle opere non avevano. Google Arts & Culture - Pitocchetto Pitocchetto Architettura Equilibrio, serenità, proporzione, armonia, eliminazione degli eccessi = BELLEZZA IDEALE L'atteggiamento 'razionalista,' che pervade il mondo illuminista, influenza profondamente l'architettura: non solo si tende a semplificare la pianta degli edifici , ma li si alleggerisce di tutte le eccessive decorazioni che avevano caratterizzato Barocco e Rococò. Partendo dalla struttura del tempio greco e con un occhio all'architetture romana si valorizzano gli elementi costruttivi (timpano, colonne, capitelli, ...) e si gioca sul concetto di simmetria e di ritmo , dato dalla ripetizione di gruppi di elementi (modulo ), che già avevano caratterizzato l'architettura rinascimentale (cfr. Spedale degli Innocenti progettato da Filippo Brunelleschi a Firenze). L'armonia è data anche attraverso aperture ampie e dal rapporto col l'ambiente circostante: le grandi regge sono infatti circondate da giardini scenografici organizzati in modo rigidamente geometrico con ampi specchi d'acqua . Versailles diventa il modello di residenze reali e signorili di tutta Europa, da Caserta a San Pietroburgo. Google Earth - Le grandi residenze neoclassiche Tempio Canoviano, Possagno (Treviso) Tempio canoviano, interno Il collegamento al progetto di Google Earth ti permette di constatare come i principi fondamentali Tempio Canoviano - Possagno (Treviso) del Neoclassicismo vengano riconosciuti ed applicati ovunque, persino negli Stati Uniti, specialmente negli edifici che simboleggiano le cariche più importanti del potere politico. In questa pagina puoi vedere come Antonio Canova, artista fondamentale di questo periodo, si cimenti anche nel campo architettonico: il Tempio Canoviano è un perfetto esempio di applicazione dei principi di cui questo artista si fa portatore, specialmente nel campo della scultura. La Reggia di Caserta Reggia di Caserta - Meraviglie, Alberto Angela (35 min.) La reggia di Caserta - Treccani - (6 min.) La Reggia di Caserta, voluta da Carlo III di Borbone, venne progettata dall'architetto Luigi Vanvitelli tra il 1751 e il 1780. Architettura Scultura e pittura Neoclassiche P er comprendere l'arte neoclassica è necessario tenere in considerazione tutti gli elementi culturali sopra esposti: la visione Illuminista, guidata dalla Ragione, le scoperte archeologiche e la creazione dei grandi musei che permettono al grande pubblico di vedere dal vero le opere del passato, il rinnovato interesse per la cultura e la letteratura antiche, il costante riferimento all'architettura greca e romana, alla statuaria classica e alla pittura riscoperta a Pompei, Ercolano e a Roma, nella Domus Aurea. Tutti questi elementi determinano le scelte degli artisti sia dal punto di vista dei temi trattati, sia dal punto di vista della tecnica con la quale le opere vengono realizzate . Tu tti gli artisti, sia in scultura che in pittura, si rifanno al concetto di Bellezza Ideale che Winkelmann aveva contribuito a riportare all'attenzione. Scultura Nel panorama artistico neoclassico, spiccano i nomi di due grandi scultori: quello di Antonio Canova e quello di Berthel Thordvalsen . Molti altri seguono il loro esempio e realizza no opere eleganti e raffinate in cui gli artisti si pongono idealmente in continuità con i più grandi scultori dell'antica Grecia Classica: Mirone, Policleto e Fidia nel V secolo e Skopas, Prassitele e Lisippo nel IV secolo a. C. Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822) Antonio Canova - google art & culture Lettura dell'opera Non conoscessimo l'autore e il titolo, questa scultura potrebbe essere scambiata per un'opera greca del periodo classico: elegantemente sdraiata su un letto triclinare, la figura è chiaramente caratterizzata dalla visione della bellezza ideale, vestita all'antica, tiene in mano la mela d'oro che Paride aveva donato a Venere come premio della competizione per la dea più bella cui aveva partecipato insieme a Giunone e Minerva. Si tratta, quindi del ritratto ideale di Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice (1804-1808), scultura in marmo (alt. cm. 92, con il letto cm 160); Galleria Borghese (Roma) La posa della principessa, distesa su un’elegante “agrippina” – una sorta di chaise-longue stile Impero molto in voga in epoca napoleonica – rimanda alla scultura greca del periodo classico , ma anche alle sculture etrusche e romane sdraiate sui sarcofagi . Oltre a ciò, vi è certamente anche un riferimento al dipinto della Venere del Tiziano (opera posseduta dal marito di Paolina, Camillo Borghese e esposta nella stessa stanza in cui era posta la scultura). Della scultura esistono numerosi disegni preparatori (Museo Civico di Bassano) e il gesso originale , conservato nella Gipsoteca di Possagno, che mostra ancora i “punti”, i riferimenti utili per il trasferimento della scultura in marmo. Sappiamo che Canova lasciava questa operazione ai suoi assistenti, riservando a sé stesso “l’ultima mano”, ovvero quella levigatura paziente, con abrasivi sempre più sottili, che portava all’effetto della “vera carne” e che si esaltava nella visione a lume di candela. Nella Paolina, Canova ha steso sul marmo, come finitura, l’acqua di rota , l’acqua che si faceva colare sulla mola per non surriscaldare i ferri da arrotare, che dava alla superficie una lucentezza rosata. Stupefacente la resa del materasso, che pare affondare morbidamente sotto il peso della dea. Sotto all’agrippina è nascosto un ingegnoso meccanismo ruotante su un'asse centrale, realizzato a Torino, che permette alla scultura di girare e mostrarsi a 360°, ripristinato nella sua funzione durante il restauro del 1997. Antonio Canova, Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (1803-1806), marmo bianco di Carrara, 340 cm; Wellington Museu, Londra Napoleone è raffigurato nudo, in piedi, con il globo del mondo sormontato da una vittoria alata nella mano destra, il braccio sinistro sollevato per reggere la lancia e il mantello da guerriero sulla stessa spalla. Il colosso di marmo, alto quasi tre metri e mezzo, non piacque a Napoleone che proibì a Canova di esporlo in pubblico in quanto riteneva la nudità non adatta al suo ruolo. Dopo la sconfitta di Napoleone la statua fu acquistata dagli Inglesi e regalata con gesto simbolico a Wellington, ritenuto il massimo artefice della loro vittoria. L'opera è il ritratto del famoso condottiero francese, quindi il viso ne riproduce i tratti. Nonostante questo, Canova applica i principi della bellezza ideale nelle forme atletiche del corpo e nel viso dove la regolarità dei tratti, la proporzione e l'espressione concentrata, consapevole e volitiva, ci restituiscono l'immagine di un eroe, quasi un semidio, destinato a segnare la storia per sempre. Naturalmente Canova si ispira ai modelli della Grecia classica: il riferimento per noi più semplice da individuare è quello col Doriforo di Policleto: osserva il viso di tre quarti, la presenza del chiasmo la posizione del braccio che regge la lancia. Antonio Canova, Amore e Psiche (1787 - 1793), marmo bianco, altezza: 155 cm; Museo del Louvre Antonio Canova ricevette nel 1788 dal barone John Campbell, suo amico e primo mecenate britannico, la commissione per la realizzazione di un gruppo scultoreo raffigurante Amore e Psiche che si abbracciano, come descritto nelle Metamorfosi di Apuleio (testo noto anche come L'asino d'oro risalente al II secolo d.C.). All’origine dell’opera c’è quindi un mito greco, che lo scrittore latino Lucio Apuleio rese popolare tra i romani col suo libro, uno dei pochi 'romanzi' romani arrivati fino a noi. In questa storia, Psiche è una fanciulla talmente bella da suscitare l’invidia di Afrodite, che ordina al figlio Eros di farla innamorare dell’essere più vile e disgustoso. Anche Eros, però, rimane affascinato da Psiche e invece che darla in sposa a un terribile drago, la fa rapire da Zefiro, il dio del vento, e la fa portare nel suo palazzo dove i due si incontreranno ogni notte al buio. A una condizione: lei non dovrà mai indagare sull’identità del marito. La curiosità, tuttavia, prende il sopravvento. Una notte la fanciulla accende una lucerna e scopre tremante che Amore dorme al suo fianco. Una goccia d’olio bollente finisce sulla spalla di lui, che fugge adirato. La furia di Afrodite si scatena, ma la ragazza ha dalla sua il favore degli dei. Sottoposta alle prove più ardue, Psiche le supera tutte fino a tradirsi in un gesto avventato: apre il vaso della bellezza che, nell’oscurità degli Inferi, Persefone le ha dato da consegnare ad Afrodite, e cade in un sonno profondo. Sarà Eros a risvegliarla e la coppia vivrà per sempre sull’Olimpo, insieme alla figlioletta Edoné, la Voluptas dei latini. Fauno e Baccante, affresco di Ercolano oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Antonio Canova immortala nel marmo proprio il momento in cui Eros risveglia Psiche con un bacio. Lo scultore si ispira ad un affresco di Ercolano che rappresenta un abbraccio tra una baccante e un fauno. Questo primo spunto viene poi rielaborato in modo originale. Il momento catturato dallo scultore perecede il compimento del bacio. La posa è molto elaborata e dinamica ed è stata costruita partendo da diversi elementi geometrici che vengono descritti molto bene nel video sottostante. Osservando frontalmente la scultura, notiamo che i corpi di Psiche ed Eros si incrociano in una X sinuosa che ha il proprio punto focale nello spazio tra i visi appena distaccati dei due amanti; le quattro braccia danno vita a due cerchi intrecciati e un tondo incornicia i volti degli amanti, attirando l’attenzione, ancora una volta, sui pochi centimetri che separano le labbra dei due soggetti. Le due figure sono racchiuse in una composizione piramidale. La posa dei personaggi, però, rompe la rigidità della forma geometrica grazie al potente dinamismo in cui equilibrio ed espressività convivono in un sapiente gioco di linee. Osserva che nella parte retrostante della scultura, Canova scolpisce la faretra con le frecce di Eros e il vaso che Proserpina aveva dato a Psiche e che, aperto, la fa cadere in un sonno profondo. L'opera verrà portata a compimento nel 1793. Tuttavia il committente non fu in grado di pagare le spese di trasporto in Inghilterra. L'opera fu acquistata nel 1800 per duemila zecchini da Gioacchino Murat , che la trasportò nel palazzo reale di Compiègne, nelle vicinanze di Parigi, in Francia. Nel 1808, quando i beni di Murat entrarono in possesso della Corona francese, Amore e Psiche passò insieme ad altre opere nelle collezioni del Museo del Louvre, dove è tuttora esposto. Dell'opera esiste anche una seconda versione, per mano dello stesso Canova, che si trova nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, in Russia. Bertel Thordvalsen (Copenaghen, 1770 - Copenhagen 1844) Thordvaldsen è un artista danese che aprirà uno studio anche a Roma. Il confronto tra i due più grandi scultori del tempo è costante e diretto: i due si conoscono e si frequentano. La più grande differenza tra le opere dei due artisti è che le opere di Canova, pur razionali, sono caratterizzate da una certa dolcezza, sottolineata anche da un modo particolare di levigare le sculture in modo morbido. Canova voleva raggiungere la sensazione vellutata della pelle. Le opere di Thordvalsen, invece, sono ancora più razionali, se possibile: rigorose e fredde. I due video qui sotto possono aiutarci a comprendere meglio la grandezza e le differenze tra questi artisti. Rai Cultura - Canova e Thordvaldsen - video durata 5 minuti Bertel Thordvaldsen, Il Giorno (1821), marmo di Carrara, diametro 72 cm; Pinacoteca Tosio Martinengo (Brescia) Bertel Thordvaldsen, La Notte (1821), marmo di Carrara, diametro 72 cm; Pinacoteca Tosio Martinengo (Brescia) Particolare da La Notte Ospiti nel salotto del conte Tosio Nelle due immagini soprastanti, due opere di Thordvaldsen esposte nella Pinacoteca Tosio Martinengo. Si tratta di due bassorilievi acquistati dal conte Paolo Tosio per il suo palazzo, direttamente dallo studio dell'artista. Le due opere, raffinatissime, sono incantevoli per la loro eleganza e ricerca di perfezione profondamente classiche. Ne Il Giorno , vediamo la figura alata dell'Aurora che sparge rose, alludendo ai tenui colori che assume il cielo al sorgere del sole. Sulle sue spalle vi è la figura di un bambino alato, il Giorno, che tiene in mano la fiaccola della luce. Ne La Notte , la personificazione corrispondente, sempre alata, sorregge due bambini addormentati. Sul capo sono visibili alcune capsule di papavero, il fiore del sonno, mentre sullo sfondo, dietro alla figura, vediamo una civetta che, non solo è un uccello notturno, ma è riferimento alla dea Atena. Le due opere, speculari, condividono elementi tematici e stilistici legati al contesto della Grecia Classica. Da notare la resa dei panneggi che rendono visibile la presenza di un vento leggero e che ricordano la Nike di Samotracia (opera ellenistica). Pittura Jaques-Louis David (Parigi 1748 - Bruxelles 1825) Il dipinto è stato realizzato da David in tarda età e rappresenta il contesto classico. La scena è ambientata nell'Olimpo, suggerito da elementi architettonici classici immersi tra le nuvole. In secondo piano ci sono le tre grazie: una sorregge l'elmo, un'altra lo scudo e un arco, mentre la terza sta per offrire a Marte una patera contenente del vino, o forse, dell'ambrosia, il nettare degli dei. In primo piano Marte, seduto su un'agrippina, viene sedotto da Venere che lo convince ad abbandonare le armi. In basso a destra, Cupido scioglie i calzari di Marte. Il dipinto è un'allegoria della pace che segue alla guerra. Jaques-Louis David, Venere disarma Marte (1824), olio su tela (308×262 cm); Museo Reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles Jaques-Louis David, Marat assassinato (1793); olio su tela (165×128 cm); Bruxelles, Museo reale di belle arti di Bruxelles Jean-Paul Marat, personaggio di spicco della Rivoluzione Francese e grande amico di David, venne pugnalato da Charlotte Corday, la quale riteneva che Marat stesse tradendo gli ideali della Rivoluzione fomentando una guerra civile, e vedeva in lui una personificazione del Terrore. La donna aveva inviato a Marat una lettera in cui gli chiedeva di essere ricevuta. Dopo una breve conversazione, la Corday pugnalò Marat. Nel quadro di David dell’assassina non resta traccia, se non la ferita sul petto di Marat, il coltello insanguinato a terra e la lettera con la supplica ancora nella mano del defunto, riverso sul bordo della vasca da bagno, nella quale trascorreva molte ore, per alleviare il fastidio di una malattia della pelle. L'opera è immersa in una luce caravaggesca ed è molto realistica (osserva il ceppo che regge il calamaio e i panni che coprono la vasca). C’è un forte riferimento all’aspetto del Cristo deposto dalla Croce perché, per David, la morte di Marat, ucciso mentre lavora per la rivoluzione, equivale al martirio. La povertà degli oggetti si riferisce alla povertà in cui viveva Marat, segno della sua onestà e della sua dedizione alla causa della Rivoluzione. L'opera conobbe subito una grande popolarità, tanto che ne furono richieste numerose copie e la diffusione mediante i mezzi di stampa. Lettura dell'opera Jaques-Louis David, Bonaparte valica il Gran Sanbernardo Jaques -Louis David, Bonaparte valica il Gran Sanbernardo , 4^ versione: 1803. Olio su tela (264 x 232 cm); Museo del Palazzo del Belvedere, Vienna, in origine al Palazzo della Repubblica Cisalpina di Milano Esistono cinque versioni di questo dipinto: una si trova al Castello della Malmaison, un'altra si trova a Berlino nel Castello di Charlottemburg, due versioni si trovano al Museo Nazionale della Reggia di Versailles, mentre l’ultima si trova nel Palazzo del Belvedere di Vienna. Napoleone fa realizzare questi ritratti a scopo propagandistico: Napoleone si era fatto realizzare ritratti dipinti e scultorei e li aveva fatti collocare in tutti i luoghi sotto il suo controllo. L’ultimo dipinto, quello che attualmente si trova a Vienna (qui riportato), era stato realizzato per il Palazzo Reale di Milano) ANALISI DELL’OPERA Descrizione : il dipinto è ambientato sul Passo del Gran Sambernardo. Sullo SFONDO il cielo è attraversato da nuvole illuminate dal sole; in lontananza si vedono le Alpi. Nel piano più avanzato si vede un piano di roccia inclinato su cui si trova la figura imponente di Napoleone su un cavallo bianco con le zampe anteriori sollevate. Con la mano sinistra trattiene con sicurezza le redini del cavallo, mentre, col braccio destro sollevato, indica la direzione in cui si sta muovendo l’esercito e allo stesso tempo, incita i soldati a proseguire. Dietro lo sperone di roccia si vedono i soldati che con fatica trascinano i pesanti cannoni (si vedono spuntare le ruote dell’affusto). Napoleone guarda in avanti, verso lo spettatore Il cavallo è rivolto verso sinistra, come il braccio destro sollevato. Nella COSTRUZIONE DEL QUADRO il profilo della roccia taglia il quadro con una linea obliqua che va dall’angolo in basso a destra e sale verso sinistra: il sentiero su cui si muove l’esercito è in salita. Questa linea di forza obliqua rende il quadro DINAMICO . La figura di Napoleone a cavallo occupa quasi tutto lo spazio del quadro. È una figura imponente, MONUMENTALE con cui David ci vuole far capire che Napoleone è protagonista della storia (storia intesa non come un romanzo, ma come la serie di eventi che costruiscono la storia dell’umanità). Napoleone indossa l’uniforme da ufficiale dell’esercito francese e un mantello avvolto intorno al corpo per proteggersi dal freddo invernale. In primo piano, a sinistra, su una ROCCIA sono incisi i nomi di Annibale e di Carlo Magno , insieme a quello di Bonaparte . Sono vari gli elementi dinamici nel quadro : la linea di forza obliqua del profilo della roccia, il cavallo che si impenna, la coda e la criniera del cavallo mosse dal vento il braccio sollevato di Napoleone il mantello di Napoleone che sventola come una bandiera, sempre verso sinistra alcune nuvole più scure nel cielo che hanno una forma sottile e che anch’esse puntano verso sinistra il CAVALLO scalpita, vuole correre in avanti; non è spaventato, ma piuttosto pieno di energia. Napoleone lo trattiene per poter accompagnare il cammino faticoso dei soldati. Trattenendolo, Napoleone mostra la sua forza di volontà, il suo dominio sugli eventi. LA STORIA : Napoleone Bonaparte, primo console della Repubblica francese, attraversa le Alpi per raggiungere la pianura padana dove si scontrerà con Gli Austriaci, sconfiggendoli nella battaglia di Marengo (Seconda Campagna d’Italia). Il viaggio viene fatto d’inverno, su sentieri ripidi e coperti di neve. L’esercito viaggia di notte per cercare di non provocare valanghe. I pesantissimi cannoni dovranno essere smontati dai supporti (affusti) e caricati su slitte costruite con tronchi d’albero scavati; ogni slitta è trascinata da dieci soldati. Sulla roccia i nomi di Annibale e Carlo Magno, che avevano fatto lo stesso percorso per giungere in Italia in campagne militari passate alla storia, sottolineano che anche l’impresa che sta per compiere Napoleone sarà ricordata. Annibale, comandante dei cartaginesi, nel 218 a. C., all’inizio della Seconda Guerra Punica aveva invaso l’Italia proprio passando attraverso le Alpi con un immenso esercito accompagnato dagli elefanti per prendere i Romani alle spalle. Carlo Magno, re dei Franchi, valica le Alpi per attaccare l’esercito di Desiderio, re dei Longobardi che sconfigge nel 774. J ean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban 1780 – Parigi 1867)  Ingres fu allievo di Jaques-Louis David (1748 - 1825) che lo introdusse nell'estetica neoclassica. Nella sua pittura l’insegnamento di David viene rielaborato in un modo personale, rinunciando a ogni messaggio morale e politico (presente nelle opere di David) per esaltare semplicemente un ideale di bellezza che rimanda a Raffaello .   La lu ce e il colore delle opere di Ingres, nonché la perfezione tecnica del disegno destano grande ammirazione nella società parigina, dove ben presto diventa uno dei pittori più richiesti dalle dame per ottenere un ritratto. Ingres, di origine borghese, sarà il pittore della borghesia ricca che si affaccia sulla scena della società e che può permettersi di farsi ritrarre, come fino a poco fa solo i nobili potevano fare. Nell'opera che prendiamo in esame, sono evidenti i punti di riferimento di Ingres che lo accompagnano in tutta la sua produzione: oltre al principio del bello ideale , derivato dall'arte greca del periodo classico, la scultura romana (specialmente quella dei monumenti celebrativi) e, accanto a questi riferimenti colti, vi sono alcuni artisti - Raffaello , non per niente l'artista considerato il più vicino alla classicità nel Rinascimento, e Jan Van Eyck , per l'uso di colori intensi e luminosi e per la tecnica impeccabile. Google Arts & Culture - Ingres Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone sul trono imperiale (1806); olio su tela, 260 x 163 cm, Musée de l'Armée, Parigi LETTURA DELL'OPERA L’opera di Ingres è un ritratto a figura intera , ambientato in un interno poco illuminato, nel quale una luce molto intensa cade sul s oggetto e rivela molti particolari. il formato del Ritratto di Napoleone è una tela rettangolare, disposta in verticale. Questo permette al pittore di sottolineare la tensione verso l’alto del soggetto, solitario e sostanzialmente immobile al centro della scena il soggetto è posto al centro del quadro e si staglia in modo ben definito su uno sfondo molto scuro, che ci ricorda i ritratti rinascimentali, in particolare quelli di Antonello da Messina che aveva derivato dalla pittura fiamminga l’uso di utilizzare un fondo molto scuro per permettere allo sguardo dell’osservatore di concentrarsi sul soggetto. Il soggetto, noi lo sappiamo, è un famoso personaggio storico, Napoleone Bonaparte, rappresentato in modo molto somigliante, così come possiamo vedere confrontando i numerosi ritratti che Napoleone stesso si fece realizzare dagli artisti più in vista del suo tempo. Il soggetto, dicevamo, è posto al centro e incorniciato dallo schienale del trono su cui è seduto. La sua postura appare rigida , l’espressione del volto è seria, autoritaria e l’abbigliamento regale sottolinea, anche per la presenza di alcuni attributi, il suo ruolo politico e storico . Ingres era pittore ufficiale di Napoleone in Francia e chiaramente quest’opera ha lo scopo di tramandare ai posteri l’immagine di Napoleone Bonaparte non solo come imperatore, ma anche come arbitro della storia del suo tempo. Un elemento da non trascurare nel quadro è dato dalla collocazione del trono sopra un piedestallo ricoperto da un tappeto decorato con elementi simbolici . Il piedestallo contribuisce a sottolineare il senso di superiorità del personaggio rappresentato, ma è anche legato ad un aspetto documentario: Napoleone non era molto alto di statura e nei ritratti veniva sempre rappresentato con degli stratagemmi che potessero rappresentare la sua statura politica e militare, sicuramente maggiore di quella fisica. L’osservatore che dovesse trovarsi di fronte a quest’opera, si troverebbe idealmente ai piedi della scalinata, sovrastato completamente dalla monumentale figura dell’Imperatore. Il quadro è ricco di elementi simbolici , molti dei quali si riferiscono ad un contesto antico, romano, in particolare. Si tratta di elementi che sottolineano il potere : l’alloro che decora l’arco superiore della spalliera del trono, così come la corona , sempre di alloro, sul capo di Napoleone – quella corona che veniva messa dalla dea Vittoria sul capo degli eroi che si erano distinti sul campo di battaglia e che qui allude alle tante vittorie riportate da Napoleone. È un modo per sottolineare che l’autorità di Bonaparte non viene semplicemente per diritto di nascita, come accadeva nella monarchia ereditaria, ma è dovuta al valore dell’uomo . Dal punto di vista storico, questa corona ricorda quella degli imperatori romani. Altri riferimenti al contesto romano sono i braccioli del trono , descritti come lesene scanalate sormontate da capitelli corinzi , arricchiti dall’aquila , che ritroviamo anche sul tappeto ai piedi di Napoleone. L’aquila era il simbolo dell’Impero Romano e compariva sulle insegne che l’esercito portava in battaglia . Sempre sui braccioli sono visibili due globi . Il globo sormontato dalla croce era fin dal medioevo segno che il potere politico di re e imperatori derivava dalla volontà divina. Nell’opera di Ingres questo globo non è sormontato dalla croce, a sottolineare come il potere di Napoleone fosse totalmente indipendente dalla Chiesa. Soffermandoci più da vicino sulla figura di Napoleone , possiamo notare che il suo abbigliamento è caratterizzato da un ampio mantello di velluto rosso foderato di pelliccia d’ermellino . Il colore rosso allude al colore porpora utilizzato fin dal tempo dei romani per indicare il potere politico. Il mantello è inoltre finemente ricamato in oro con le api , simbolo dei re merovingi – i primi re di Francia. Nella mano destra, Napoleone regge uno scettro decorato alla sommità da una statuina di Carlo Magno : la presenza delle api e di questo riferimento a Carlo Magno, indicano la volontà di Napoleone di rinnovare il potere politico andando alle radici della storia francese, quando i re erano condottieri indomiti e non nobili molli e superficiali, abituati a vivere di rendita alle spalle del loro popolo . Appoggiato alla coscia sinistra, sta un altro scettro, sormontato da una mano semi-chiusa: è l’antico scettro dei re di Francia che indica il potere giuridico , collegabile anche all’ermellino , ancor oggi utilizzato dai giudici come segno del loro potere, e alla bilancia , intessuta nel tappeto. Al fianco, Napoleone porta una spada ispirata a quella di Carlo Magno e il cui fodero è decorato con oro e pietre preziose. Chiaramente, la spada allude al potere militare Sul tappeto è visibile anche un tondo in cui si può leggere il profilo di un’opera di Raffaello , la Madonna della seggiola . Qui Ingres ha voluto mettere bene in evidenza il suo riferimento artistico all’artista rinascimentale più ‘classico’, Raffaello, appunto, quale suo maestro . Nella pittura di Ingres tutto appare descritto in modo minuzioso e perfetto . Come vedremo però, la limpidezza della rappresentazione non descrive una realtà realmente esistente, quanto piuttosto una realtà fortemente idealizzata . La composizione del Ritratto di Napoleone, col soggetto saldamente posto al centro del quadro è fortemente simmetrica e quasi bloccata, ma il pittore, per evitare la troppa staticità di una simile composizione, introduce due linee di forza divergenti , date dai due scettri. Con questo espediente, riesce a conferire un certo dinamismo , che potremmo definire razionale e controllato . Tale dinamismo è sottolineato anche dall’andamento del mantello e dalla contrapposizione del braccio destro alzato e di quello sinistro a riposo oltreché del piede sinistro poggiato sul cuscino, sul quale Napoleone sembra stare per caricare il proprio peso nell’atto di alzarsi . Nel quadro di Ingres abbiamo colori vivaci e luminosi . I colori prevalenti sono il rosso porpora (accostato in basso ad un caldo arancione ), il bianco e l’oro , che spiccano su uno sfondo in forte penombra. Sono presenti anche il blu e l’azzurro . Ingres stende i colori in modo uniforme, senza lasciare segni evidenti delle pennellate ; i passaggi cromatici nelle zone più o meno illuminate sono molto graduali e morbidi. Il modo usato da Ingres per definire con precisione ogni aspe tto del proprio dipinto è molto razionale, anche nella stesura del colore che accompagna anche tecnicamente la ricerca di una bellezza ideale . L’opera di Ingres è in tutto e per tutto Neoclassica Il dipinto di Ingres è molto razionale ; la composizione mira all’equilibrio; il personaggio di Napoleone è fortemente idealizzato e i tanti elementi simbolici guidano il fruitore ad una lettura precisa dell’opera. Anche l’uso del colore, e la tecnica esecutiva, risentono fortemente della razionalità e della scelta di riferirsi ai modelli classici. Napoleone valica il Gran Sanbernardo, Jaques-Louis David Ingres, Napoleone sul tono imperiale

  • Quilling | ProfCasilli

    The quilling technique _cc781905-5cde-3194-bb3b-136bad5c The term quill identifies the longest feathers of birds that in the past were used to obtain writing feathers, and in particular the central part which corresponds to a hollow straw. By extension the term also indicates the quills, for example of the porcupine or porcupine. Starting from this context, the regular verb to quill was born which means to tightly wrap a material (usually a yarn) around a central element and here we are in quilling , also called 'paper filigree', a decorative technique based on the winding of strips of paper on a stick. It is a very versatile technique, i.e. adaptable and flexible, with which beautiful works can be created. _cc781905-5cde-3194-bb58d_ 136bad5cf the origin is very technical in the era it goes back even to the ancient Egyptians who, rolling gold and silver threads, used it to create beautiful jewels. Here is an example. It is a bracelet from the tomb of a queen of Upper Egypt who lived in the 1st century AD. C., discovered by an Italian treasure hunter in 1834 ( Giuseppe Ferlini ). This art continued to be practiced by different civilizations for many centuries. In the Middle Ages this technique was used by monks to embellish the covers of sacred books. The term quilling is precisely linked to this particular experience because the monks used the goose quills with which they also wrote to roll up the metal threads to create the decorations. Bracelet in gold filigree and precious stones , found in Meroe, a city of the Kingdom of Kush (Upper Egypt) currently corresponding to Sudan. The bracelet is part of a rich treasure found in the tomb of Queen Amanishakheto and now kept in the Staatliches Museum Ägyptischer Kunst in Munich (Germany) creative commons license: By Einsamer Schütze - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13686594 After the Middle Ages, due to the rarity and the increasing cost of materials, gold and silver were replaced with paper_cc781905-5cde-3194 -bb3b-136bad5cf58d_ This decorative art, never completely forgotten, came back into fashion in the seventeenth century and later in the Victorian era, when it became a recreational pastime for upper-class ladies. Quilling Guild Lindau Gospel (8th century) image licensed under creative commons license from The Morgan Library and Museum , New York Finding Antique Quilling Il primo link rimanda ad una associazione mondiale che si occupa di questa tecnica decorativa (Quilling Guild). Il secondo link permette di accedere ad una pubblicazione della Quilling Guild con la documentazione di antichi manufatti realizzati con questa tecnica. Il testo è in inglese, ma è ricco di immagini che ti possono essere utili se vuoi approfondire questo argomento Resources Pinterest is a place where you can find collections of images on just about any topic. Also for quilling you can find ideas, tips and video tutorials that will be useful if you want to get inspiration or improve the technique. Pinterest - Quilling Paper tree Next back to 'Quilling'

  • Impressionismo | ProfCasilli

    Page Title Second half of the nineteenth century 1874 - 1886 video - Impressionism This is a Paragraph. Click on "Edit Text" or double click on the text box to start editing the content and make sure to add any relevant details or information that you want to share with your visitors. Section Title Style Section Subtitle Themes Every website has a story, and your visitors want to hear yours. This space is a great opportunity to give a full background on who you are, what your team does and what your site has to offer. Double click on the text box to start editing your content and make sure to add all the relevant details you want site visitors to know. If you're a business, talk about how you started and share your professional journey. Explain your core values, your commitment to customers and how you stand out from the crowd. Add a photo, gallery or video for even more engagement. The protagonists Félix Tournachon, detto Nadar , fotografo che ospita la prima mostra degli Impressionisti nel suo studio al 35 di Boulevard des Capucines, Parigi Édouard Manet , pittore essenzialmente romantico, amico degli impressionisti, ne condivide il desiderio di rinnovamento, pur non volendo essere etichettato come impressionista. Claude Monet , fondatore del gruppo degli impressionisti, da bambino era un monello incontenibile. Nel 1970 scoppia la guerra con la Prussia; Monet e la moglie vanno a Londra per sfuggire al conflitto e qui l'artista vede le opere di Turner. Monet compie il passaggio al nuovo stile Pierre Auguste Renoir , di umilissime origini, inizia da bambino a lavorare in una manifattura di porcellane come decoratore, così mette da parte i soldi per poter andare a Parigi a studiare. Oltre alla pittura ad olio, è famoso per i suoi disegni a pastello. Berthe Morisot è tra i fondatori del gruppo impressionista, qui è ritratta da Manet, con cui intrattenne uno stretto rapporto di amicizia. Di origine alto borghese, si forma grazie a corsi privati presso lo studio di vari artisti: per le donne non sarà possibile essere ammesse all'accademia fino al 1897. Le sue opere, pienamente impressioniste, rivelano temi legati al mondo femminile. Edgar Degas aveva una solida formazione accademica e aveva compiuto studi classici. All'inizio, voleva imporsi come pittore di storia, poi cambia strada. è noto soprattutto per i suoi dipinti dedicati alla danza: era affascinato dal movimento, aspetto mutevole, come la luce che ispira Monet. Anche lui è un maestro della tecnica dei pastelli, come Renoir. è anche scultore, noto per la sua opera Piccola danzatrice di 14 anni . Camille Pissarro , originario delle Antille, nonostante l'opposizione del padre decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Partecipa delle idee di rinnovamento degli impressionisti, anche se le sue opere sono caratterizzate da una maggiore solidità compositiva. Mary Cassat è americana. Originaria di Pittsburgh, dopo avere compiuto studi artistici, si trasferisce a Parigi come artista professionista. La svolta nel suo percorso artistico avviene quando incontra Degas (che la ritrae in questo quadro), di cui diviene allieva. Non si sposerà mai per dedicarsi totalmente alla pittura. Le sue opere offrono una visione intima del mondo femminile. Discoveries and inventions that make the impressionist revolution possible studies on the perception of light and color invention of oil colors in tubes invention of photography GA&C. - Édouard Manet GA&C. - Claude Monet GA&C. - Pierre-Auguste Renoir GA&C. - Edgar Degas GA&C. - Camille Pissarro GA&C. - Berthe Morisot GA&C. - Mary Cassat video - Monet and the delicacy of light The artists and the works Eduar Manet Édouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère (1882); olio su tela, 96 x 130 cm; Courtauld Institute of Art , Londra Édouard Manet , La famiglia Monet in giardino ad Argenteuil (1874) olio su tela, 61 x 99,7 cm; Metropolitan Museum of Art , New York Édouard Manet, Il balcone (1868-69); olio su tela, 170×124 cm; Museo d'Orsay , Parigi Didatticarte - D’apres e citazioni d’arte Claude Monet Series The search for the effects of light on the subjects led Monet to create more paintings of the same subject: the painter worked simultaneously on several paintings with very similar points of view and changed the canvas as soon as the natural light conditions changed. Thus the numerous series were born. Here are some of them: The poplars the Gaire Saint-Lazare station the Cathedral of Rouen The Sheaves The Water Lilies Monet è il fondatore dell'Impressionismo. Claude Monet , Impression soleil levant (1872); olio su tela, 48 x 63 cm; Musée Marmottan Monet, Parigi Questa tela, esposta nel 1874 nella prima mostra dei pittori impressionisti, è considerata il manifesto del movimento. Il dipinto non è riproduzione realistica della realtà, ma mira a trasmettere la prima impressione del pittore di fronte all'aurora sul porto di Le Havre. Il porto appare avvolto dalla foschia che rende tutto sfocato e indefinito. In primo piano si vedono tre imbarcazioni disposte in diagonale più o meno visibili a causa della distanza e degli strati di nebbia. Sullo sfondo, dietro il velo di foschia, si intravedono i pennoni di alcune navi ormeggiate, alcune gru per la movimentazione delle merci e le ciminiere di alcune fabbriche. Il cielo e l'acqua della Senna sono caratterizzati dai riflessi rossastri del sole nascente che è l'elemento più definito e colorato del dipinto. Il quadro ha le caratteristiche di uno schizzo, dipinto con pennellate veloci e sovrapposte. Edgar Degas Degas and photography

  • Arte Bizantina | ProfCasilli

    Roman art Lo stile bizantino caratterizza l'arte e l'architettura che si sviluppano nell'Impero Romano d'Oriente che, a partire dal 395 ha il proprio fulcro nella città di Costantinopoli - l'antica città greca Bisanzio, ribattezzata dall'imperatore Costantino I, nota, ai giorni nostri col nome di Istanbul, una delle maggiori città dell'attuale Turchia). Tale stile è il risultato della contaminazione dell'arte e dell'architettura romane e greche, con influenze dal Vicino Oriente. Cattedrale di Santa Sofia (Istanbul, Turchia) L'edificio nel quale vediamo applicati per la prima volta i criteri dello stile bizantino è la Basilica di Santa Sofia. Dedicato alla sapienza di Dio , dal 537 al 1453 l'edificio fu cattedrale cristiana bizantina (sede del Patriarcato di Costantinopoli , a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261 quando fu convertito dai crociati sotto l'Impero latino di Costantinopoli a cattedrale cattolica di rito romano ). Divenne moschea ottomana il 29 maggio 1453 e tale rimase fino al 1931 , quando fu sconsacrata . Il 1º febbraio 1935 divenne un museo. Il 10 luglio 2020 , con un decreto presidenziale, è stata nuovamente aperta al culto islamico Principali caratteristiche pulvino : tronco di piramide rovesciata a base quadrata che viene sovrapposto al capitello; questo elemento permette di alzare l'arco e far entrare più luce negli edifici abbondanza di decorazioni molto raffinate derivate da intrecci di fiori e tralci (es: capitelli bizantini nella Basilica di San Salvatore a Brescia) proporzioni allungate delle figure umane (proporzione 1:9 invece che 1:8, del canone di Policleto utilizzato nel periodo classico dell'arte greca). Questo stratagemma sottolinea l'eleganza dei personaggi figure stilizzate , per lo più rappresentate frontalmente e differenziate attraverso gli abiti mancanza di realismo assenza quasi totale della prospettiva (si usa la sovrapposizione degli elementi per rendere la profondità dello spazio la pittura viene sostituita dal mosaico uso abbondante dell'oro specialmente negli sfondi (non viene rappresentato il mondo reale, ma tutto è immerso in una luce spirituale basilica di Santa Sofia, Costantinopoli Di Arild Vågen - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24932378 Santa Sofia - pianta Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=387531 Capitello bizantino Santa Sofia basilica di Santa Sofia, Costantinopoli Di Arild Vågen - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24932378 1/7 Ravenna WORLD HERITAGE LIST L’arte paleocristiana assume aspetti particolari a Ravenna, che dal 402 viene preferita a Roma come capitale dell’Impero d’Occidente perché giudicata più sicura da attacchi e invasioni. Grazie agli stretti contatti fra imperatori d’Oriente e d’Occidente, si diffonde lo stile bizantino che si era sviluppato a Costantinopoli (l’antica Bisanzio, oggi Istanbul), capitale dell’Impero d’Oriente. Vengono quindi preferiti i mosaici (tipici dall’arte bizantina) alla pittura e gli edifici presentano un contrasto fortissimo fra l’esterno molto spoglio, e l’interno, scintillante d’oro: per il cristiano non ha importanza la bellezza esteriore ma quella interiore. Gli edifici bizantini più importanti di Ravenna Mausoleo di Galla Placidia (dopo il 426 d. C.) Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 549 d. C.) Sant'Apollinare Nuovo (Teodorico fa iniziare la costruzione nel 505 d. C.) Basilica di San Vitale (532 -547 d.C.) Mausoleo di Teodorico (fatto costruire probabilmente prima del 526, anno della morte di Teodorico) Il mausoleo di Galla Placidia Il Mausoleo di Galla Placidia - video da 'Le meraviglie' Il mausoleo è una tomba monumentale. Il piccolo edificio è rivestito da mattoni che formano solo un semplice disegno sui lati; la pianta è a croce greca (cioè con i quattro bracci uguali) con una cupola, all’incrocio dei bracci, nascosta dal tiburio , cioè quella specie di cubo in mattoni che sembra sostenerla. All’interno, nella cupola, è raffigurata, su un cielo blu cobalto, una croce d’oro circondata da stelle, sempre d’oro, che diminuiscono di misura salendo verso l’alto. L’impressione è di uno scintillio che aumenta fino a concentrarsi nella croce, simbolo della luce di Dio e della salvezza. Mausoleo di Galla Placidia Di currybet - Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=626801 Mausoleo di Galla Placidia Di currybet - Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=626801 1/6 Per approfondire: Didatticarte - Arte Bizantina Up

  • J. M. W. Turner | ProfCasilli

    Joseph Mallord William Turner (London, April 23, 1775 - Chelsea, December 19, 1851) video - JMW Turner Film (National Gallery of Art) In this section I will retrace Turner's artistic path because I believe that it highlights the change that is making its way in the period of Romanticism. JMW Turner, Interior of Salisbury Cathedral, Looking Towards the North Transept (1801-5), watercolor, The Salisbury Museum His works earned him an immediate fame which brought the watercolor technique to the attention of the public , which was generally considered a minor form of painting, usually used for preparatory studies and drawings. To make his works, I travel extensively to Great Britain, France and Switzerland. It is good to remember that at the time there were no ready-made colors in tubes yet, it was not possible, therefore painting outside. The only exception was given precisely by the watercolors that could be purchased in small blocks composed of pigment and gum arabic (the same composition used today). For this reason, watercolor was the primary painting technique used alongside drawing to make visual notes during travels and excursions . Not only artists like Turner, but also writers and ordinary travelers always carried a travel set with them. Meanwhile, Turner also devotes himself to oil painting. In 1739 he presented the painting Fishermen at Sea at the annual exhibition of the Royal Academy, now in the Tate Gallery in London. His technique is already perfect at the age of twenty and will allow him to confidently conquer his own personal style. The painting he presents in 1801 at the Royal Academy's annual exhibition, Dutch Boats in a Storm: Fishermen Trying to Pull Fish on Board , is appreciated by the painter Füssli (the author of the Nightmare ), but many others are critical of his comparisons due to the freedom of painting and the lack of contour lines . With this painting, Turner moves away from the traditional school and takes a decisive turn in a romantic sense, showing himself more attentive to the luminous reflections on the surface of the water and the use of color. The overwhelming force of nature is the same as in romantic landscapes. steal v. tr. [lat. carpĕre, with conjugation change] (I steal, you steal, etc.). - Snatch, take with violence or fraud, get with cunning ( source ) It is interesting to understand where Turner gets the impetus for his stylistic change. Obviously he too breathes the air of change that is spreading in Europe, but the direct study of the works of the artists of the past remains essential, a study that will accompany him throughout his life, together with the stimuli that also come to him from other English watercolorists who are they dedicate to portray the changeability of the sky. Among them, John Robert Cozens and John Constable . Perhaps it is not superfluous to specify that 'studying' for an artist essentially means copying by making sketches, drawings, studying details, but also trying to steal the technical secrets used by the masters. Turner, however, is an incurable visitor to art museums and wherever he is, he copies the works of the old masters to discover their secrets. Among the artists who attracted him the most were Rembrandt and Titian , especially in the works of the last period, which between the sixteenth and seventeenth centuries brought painting to new levels of mastery, managing to obtain extraordinary light effects based on the use of a very dense mixture, with overlapping brushstrokes and often spread in spots , without trying to reproduce the illusion of reality . In addition to these also Nicolas Poussin and Claude Lorrain , French painters of the Baroque period, who gave great importance to the landscape and the effects of light in the sky. As already anticipated, Turner's works of these years were highly praised by romantic artists such as Füssli, but criticized by very influential people who did not understand the strong stylistic change of the artist, increasingly distant from the academic style. It was for this reason that Turner decided to set up a private studio inside his London home, exhibiting his works there starting from 1804, in order to free himself from the Royal Academy. This solution was much appreciated by Turner's admirers, who, in this way, could buy the canvases directly from the artist. Meanwhile Europe was shaken by the Napoleonic wars. Turner suspended his travels across the Channel, but continued hiking in Britain. JM William Turner, The Devil's Bridge , (1803-1804) Oil on canvas, private collection cm. 78.5 x 62.8 In 1811 Turner began lecturing at the Royal Academy as a professor of perspective . The testimonies of the time tell us that he was not a great speaker, but, to explain the contents of his course to his students, he created many drawings and paintings. His lectures, accompanied by these examples, were collected and published by John Ruskin , a painter, art critic and great friend of Turner throughout his life. (If you want to see an example of Turner's drawings included by Ruskin in his Modern Painters work, follow the link linked to Ruskin and go to page 2182). Turner is the son of a barber: therefore he comes from a humble class. He speaks cockney - the typical language of the London suburbs and which will create many problems in his relationship with others. Since childhood he shows a great talent for art. It is said that the father, very proud of his son, exhibited his first drawings and watercolors in the workshop and sold them to customers. In 1789, at the age of 14, he entered the Royal Academy in London. His teacher was Thomas Malton, a watercolorist specializing in architectural and topographical subjects. Turner's early works reflect this taste for detail and exactly reproduce reality . From a stylistic point of view they are neoclassical works: supported by a precise drawing and painted in an accurate way, taking into account the perspective and the effects of light . He was 15 when he exhibited his first watercolor at the annual exhibition of the Royal Academy and devoted himself to this artistic genre from 1790 to 1830, becoming very fast and very skilled. Turner in Italy In 1818 the artist was commissioned to illustrate James Hakewill's The Picuresque Tour of Italy. Because of this commission, Turner embarked on a trip to Italy which allowed him to deepen his artistic research on the use of color and light, profoundly influencing the development of his painting. As always, the trip was an opportunity to study the Italian masters and get in touch with contemporary artists. On his journey, he touched Turin, Milan, Como, Verona, Venice, Rome, Naples, Paestum and Lerici. JMW Turner, The Piazzetta, Venice (1835 ca.), watercolor and bodycolor, with scratching-out and details added using a pen dipped in watercolor National Galleries of Scotland Collection Description (source: National Gallery of Scotland): A bolt of lightning flashes across the Piazzetta viewed from the Grand Canal in Venice, Italy, illuminating the Doge's Palace, the side and one dome of St Marks and the arcade of the Marciana Library as people run for cover from the rain. Turner conveys both the drama of the storm and the beauty of the Piazzetta with spectacular scraping off and rubbing into the paper's white surface . JMW Turner, La Dogana, San Giorgio and the Spinsters from the steps of the Europa hotel (1835 - 40), oil on canvas, 91 × 122 cm, Tate Britain, London Landscape in Turner's works In the language of art criticism, ' picturesque ' indicates a work created with strong chiaroscuro effects that has as its object solitary landscapes often characterized by the presence of imposing architecture and ruins and sometimes animated by genre scenes with characters wearing typical clothing of certain cultures. In Turner's works the landscape is always the protagonist , even when the theme is historical, biblical or literary: each painting is an opportunity to manifest his virtuosity and to put into practice his knowledge of the behavior of light in relation to the different materials that touches. In his works we encounter the sense of the Sublime , which attracts and repels romantic men and this is how Nature portrayed in his works often has the characteristics of vivacity and violence, depicting tremendous spectacles, such as storms, shipwrecks, avalanches and fires . These are events that in their tragic nature arouse in the observer a pleasure full of disorientation and fear , "a sort of delightful horror", to use the words of Edmund Burke, creator of the concept of the sublime. (Edmund Burke, A Philosophical Inquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful (1785). While responding mainly to the poetics of the sublime, Turner's paintings enhance the feeling of harmony between man and nature, in paintings in which these two elements confront each other in a serene balance, in full agreement with the picturesque. JMW Turner, Ulysses Mocks Polyphemus (1829), oil on canvas (132.5 × 203 cm), National Gallery, London This is one of several paintings that Turner made on the theme of the House of Parliament fire. The artist drew and painted watercolor sketches from different points of view and, in order to get closer to the subject, he had himself taken by boat as close as possible, risking, as he says, to end up being burned himself. The approach to the subject to be painted is another very important element also adopted by the Impressionists. JMW Turner, The Burning of the Houses of Lords and Commons, 16 October 1834 (1835), oil on canvas (92.5 × 123 cm), Cleveland Museum of Art Turner and light Turner was an educated man and was certainly aware of Isaac Newton's research on color and light. Also very important for Turner is the Theory of Colors by the German poet and scholar Johann Wolfgang Goethe (who had devoted himself constantly to drawing and watercolor). Goethe, in particular, argued that light does not come from colors, but rather the opposite. Specifically, according to Goethian doctrine, primary colors are phenomena generated by the interaction of light with darkness; according to this thesis, therefore, color exists only as a function of light. To confirm the influence of Goethe's thought on Turner's work, we see an oil painting made by the artist in 1843 and kept at Tate Britain in London. It is not the only work that Turner dedicates to Goethe's theory. There are many examples, in oils and watercolors made for educational purposes, to explain the effects of light in painting to his students at the Royal Academy. JMW Turner, Light and Color (Goethe's Theory) - the Morning after the Deluge - Moses Writing the Book of Genesis (1843), Tate Gallery, London After the encounter with Rembrandt's painting (Turner reproduced many works by the Flemish artist to understand the technique) and the reading of Goethe's writings, Turner concluded that light was not limited to determining the spatial reality of the world, but that he could also modify them . For this reason, in the representation of the landscape, Turner stopped shooting nature in a rigorously realistic way : indeed, what mattered most was the impression that a certain external stimulus aroused in his soul and, therefore, he was rather concerned with grasp the density of the atmosphere and light in a given landscape and translate it onto the canvas. In this way Turner began to treat light no longer as a simple reflection on objects, but as a completely autonomous atmospheric entity , capable, with its throbbing intensity, of disintegrating the shapes and colors present in the paintings. His goal, his 'pictorial mission' was to block the light on the canvas, giving it a precise shape and color. JMW Turner, Venice with the Salute (1840-45), 622 × 927 mm, Tate Gallery, London This research will deeply affect Claude Monet when he sees Turner's works in London. Impressionism was born from this intuition. In the painting proposed here, the subject is almost invisible in the luminous fog that pervades the Venetian lagoon. Nohram Castle is barely distinguishable, seen in the distance in the light-filled atmosphere. JMW Turner, Nohram Castle, Sunrise (c.1835), oil on canvas (908 × 1219 mm), Tate Gallery, London Turner and technological progress Turner was not only a landscape painter, but throughout his life he was fascinated by the scientific discoveries that were profoundly influencing society at that time. In the painting reproduced here, the imposing vessel, Fighting Téméraire, used during the battle of Trafalgar, won by Admiral Nelson, although at the time of disarmament it was in very bad condition, is represented in its maximum splendor, as loaded with all the honors won. in battle. Observing it well, however, we see how the sailing ship is represented in very light colors, as if it were a ghost, while in the foreground a steamship with large wheels that is towing it stands out. The theme of the painting , therefore, is not simply the visual story of the last voyage of the Fighting Téméraire, but rather the passage from the 'ancient' age of sailing to the modern one, characterized by the new steam engines . JMW Turner, The Fighting Temeraire tugged to her last berth to be broken up , 1838, oil on canvas (90.7 × 121.6 cm), The National Gallery, London Video - Turner: Painting The Fighting Temeraire | National Gallery JMW Turner, Slavers Throwing overboard the Dead and Dying — Typhon coming on , 1840, oil on canvas (91 cm × 123 cm), Museum of Fine Arts, Boston JMW Turner, Snow Storm - Steam - Boat off a Harbor's Mouth Making Signals in Shallow Water, and going by the Lead. The Author was in this Storm on the Night the 'Ariel' left Harwich (1842), oil on canvas (914 × 1219 mm), Tate Gallery, London Compared to the shipwreck scene, in Snow Storm we see a steamboat in the whirlwind of the billows. In Turner's works, no steamboat is wrecked, thus underscoring Turner's confidence in progress. JMW Turner, Rain, Steam and Speed - The Great Western Railway (1844), oil on canvas (91 cm × 121.8 cm), The National Gallery, London enlargement of part of the sky at the top right: you can see how the effect of the clouds is obtained with several layers of dense color, in this case, spread with a spatula The Genius of Turner: Painting The Industrial Revolution A curiosity: a hare runs in front of the train, as you can see from the enlargement. What could that mean? Back to Romance go to Friedrich go to Gericault

  • Paesaggio con albero | ProfCasilli

    LANDSCAPE WITH MOUNTAINS WITH INCREASING GRADATION OF INTENSITY PREPARATION OF THE WORKSPACE the sheet must be smaller than the media it should be glued with the paper tape making a frame all around the sheet should not be peeled off until the job it is finished and dry Execution To begin we prepare a sheet (a quarter of your rough drawing sheet is more than enough) glued to the support with paper-tape. Prepare the diluted blue color (prepare a good amount so you don't have to do it again in the course of work) Spread evenly across the paper and leave some white space for clouds only at the top of your sky. Let it dry Paint a mountain just below the clouds and work your way to the bottom of the paper. Let it dry again. Paint the second mountain (move the top a little so that it does not coincide with the previous one) After letting it dry, proceed with the subsequent drafts. 11. Now let's paint the trunk: mix a small amount of yellow, a hint of red and blue. Mix the ingredients and try to get a brown you like. Remember to use it diluted. 12. Paint from top to bottom following the shape of the trunk . To enrich the painting, you can add a little blue on one side of the trunk to accentuate the three-dimensionality 13. after drying well, proceed to paint the ground. Also in this case it uses the same starting colors used so far . Create a green and start painting within one of the sections prepared for the ground, then add a little pure yellow to create a brighter area or some blue, to get a more shaded area. bb3b-136bad5cf58d_ Proceed in the same way in the following areas, trying to distribute the colors so that you do not have the same color on one side only. 14. After drying, start painting the hair: paint within the spaces defined by the sign. Start with a color (always one of the three chosen or created by you by combining the same) ._ cc781905-5cde-3194-bb3b-136bad5cf58d_ 15. for a special result, you can moisten, with the brush dipped in clean water, the space where you need to paint and use small amounts of pure colors which, as you will see, will only spread inside the humid area. To get shades, clean the brush and put in a small amount of one of the other colors. 16. While this part dries, moisten a space not bordering the one you just painted, and continue, trying to arrange the colors in a balanced way. NOTE: How to tell when the sheet is dry enough to work on it again Since this technique requires the use of a lot of water, it is normal for the sheet (especially if it is not watercolor paper of good thickness) to swell. It is precisely for this reason that before starting to paint we have to glue it to the support with a frame of paper tape all around. When the sheet dries, it returns to spread out. Also, by touching the sheet with your hand, you should feel it no longer wet and cold. Back to Watercolor Go to Dilution

  • Arte Longobarda | ProfCasilli

    Arte longobarda (VI - VIII secolo) Nel 568 i Longobardi si stabiliscono nel Nord Italia. La loro arte, come quella dei popoli barbari in generale, è legata soprattutto alla produzione di manufatti di piccole dimensioni. Tra le opere più comuni si trovano altari e oggetti in oro decorati con figure in bassorilievo molto schematiche e sproporzionate . Home L'origine Documenti scritti I manoscritti La Migrazione Migrazione lungo l'Elba Organizzazione sociale Religione I LONGOBARDI IN ITALIA 568 - 774 Origo Gentis Langobardorum Premessa all’Editto di Rotari Storia delle origini del popolo dei Winnili, stuttura sociale e migrazioni Editto di re Rotari (643) Trascrizione leggi longobarde guidrigildo Historia Langobardorum Paolo Diacono Storico di Desiderio Riprende il contenuto dell’Origo gentis Langobardorum e lo completa con la storia dei longobardi fino al regno di Liutprando (744) Una migrazione lunga cinque secoli Dalla Scania i Winnili raggiungono la Scoringa , regione costiera dell’attuale Germania che si affaccia sul Mar Baltico e sul Mare del Nord Cambiano nome in Longobardi (come racconta l'Origo Gentis Langobardorum ) I Romani li incontrano per la prima volta nel 5 d.C. durante la campagna germanica dell’imperatore Tiberio Sono descritti come un popolo «più feroce dei feroci germani » Verso la fine del I secolo d. C., Tacito conferma la loro presenza alla foce del fiume Elba , nei pressi dell’attuale Amburgo «Nonostante l'esiguità del loro numero e il fatto di essere circondati da nazioni molto potenti, derivano la propria sicurezza non dalla sottomissione o da tributi, ma dal valore in battaglia .» WINNILI (= cani folli) – nome originario della popolazione Zona di origine – SCANIA regione meridionale della Svezia occupata nel I sec. a.C. Origo Gentis Langobardorum Editto di Rotari Historia Gentis Langobardorum (Paolo Diacono) Il testo dell'Istoria Gentis Langobardorum venne scritta da Paolo Diacono, lo storico di re Desiderio. La prima edizione originale è del 789. Ne esistono 115 copie Origo Gentis Langobardorum 1/3 RE eletto tra i capi delle FARAE GAIRETHINX assemblea delle lance ARIMANNI Organizzati in FARE Raggruppamenti familiari con funzioni militari ALDII Uomini semi – liberi Agricoltori, artigiani SCHIAVI In Scania culti legati all’adorazione di divinità femminili legate alla fertilità e alla terra (VANIR) Dopo la migrazione in Scoringa culti legati a divinità maschili di ispirazione guerriera (Æsir) In Pannonia conversione all'Arianesimo In Italia conversione al Cristianesimo La conversione riguarda solo il re e la sua famiglia e solo alcuni nobili. La maggior parte della popolazione continua a praticare i culti antichi e difende la propria identità culturale. UNESCO Brescia Il Sito Seriale Il monastero Il complesso Fasi costruttive Galleria immagini Lastra del pavone - video Il museo in classe - video UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura Il Monastero di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, insieme all’area archeologica del Capitolium, dal 25 giugno 2011 è iscritto nella World Heritage List dell’UNESCO WORLD HERITAGE LIST I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 - 774 d. C.) Il sito seriale è composto da sette siti: Cividale del Friuli Brescia Castelseprio - Torba Campello sul Clitunno Spoleto Benevento Monte Sant'Angelo PATRIMONIO MONDIALE NELLA SCUOLA comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, sparse dal nord al sud della penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti ducati longobardi. Monastero di San Salvatore e Santa Giulia •Monastero femminile di ordine benedettino (monastero di clausura) •Fondato da Desiderio e Ansa nel 753 •Anselperga , una delle figlie di Desiderio, sarà la prima badessa •Tutte le monache sono di origine longobarda e nobili: il monastero si arricchisce continuamente per le ricchezze e i terreni portati in dote dalle giovani •Gli artisti più importanti dell’epoca vengono chiamati per la decorazione del complesso di edifici costruiti intorno alla basilica di San Salvatore •L’assetto attuale è il risultato di interventi successivi: •763 costruzione della cripta dove vengono collocate le reliquie di Santa Giulia, santa di origine cartaginese, martirizzata in Corsica nel 450 •Insieme ai resti di Giulia, giungono molte altre reliquie •Intorno al 1100 vengono costruiti: •La chiesa di Santa Maria in Solario •Il campanile •Nel 1200 viene ampliata la cripta per permettere il flusso continuo dei pellegrini •In epoca rinascimentale vengono costruiti gli edifici coi chiostri, che vediamo oggi e •Il coro delle monache Google Arts & Culture - Il monastero di San Salvatore e Santa Giulia Capitello bizantino Spata nel fodero con impugnatura, scramasax, imbracciatura, umbone, barde, ascia barbuta 1/8 Per approfondire: I Longobardi in Italia L'altare del duca Ratchis stilizzazione deformazione horror vacui Didatticarte - Horror vacui Altare del duca Ratchis, 737 -744; Museo cristiano e tesoro del Duomo, Cividale del Friuli

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