Arte longobarda (VI - VIII secolo)
Nel 568 i Longobardi si stabiliscono nel Nord Italia. La loro arte, come quella dei popoli barbari in generale, è legata soprattutto alla produzione di manufatti di piccole dimensioni. Tra le opere più comuni si trovano altari e oggetti in oro decorati con figure in bassorilievo molto schematiche e sproporzionate.
I LONGOBARDI IN ITALIA
568 - 774
Premessa all’Editto di Rotari
Storia delle origini del popolo dei Winnili, stuttura sociale e migrazioni
Editto di re Rotari (643)
Trascrizione leggi longobarde
guidrigildo
Historia Langobardorum
Paolo Diacono
Storico di Desiderio
Riprende il contenuto dell’Origo gentis Langobardorum e lo completa con la storia dei longobardi fino al regno di Liutprando (744)
Una migrazione lunga cinque secoli
Dalla Scania i Winnili raggiungono la Scoringa, regione costiera dell’attuale Germania che si affaccia sul Mar Baltico e sul Mare del Nord
Cambiano nome in Longobardi (come racconta l'Origo Gentis Langobardorum)
I Romani li incontrano per la prima volta nel 5 d.C. durante la campagna germanica dell’imperatore Tiberio
Sono descritti come un popolo «più feroce dei feroci germani»
Verso la fine del I secolo d. C., Tacito conferma la loro presenza alla foce del fiume Elba, nei pressi dell’attuale Amburgo
«Nonostante l'esiguità del loro numero e il fatto di essere circondati da nazioni molto potenti, derivano la propria sicurezza non dalla sottomissione o da tributi, ma dal valore in battaglia.»
WINNILI (= cani folli) – nome originario della popolazione
Zona di origine – SCANIA
regione meridionale della Svezia occupata nel I sec. a.C.
Il testo dell'Istoria Gentis Langobardorum venne scritta da Paolo Diacono, lo storico di re Desiderio. La prima edizione originale è del 789. Ne esistono 115 copie
RE
eletto
tra i capi
delle FARAE
GAIRETHINX
assemblea delle lance
ARIMANNI
Organizzati in FARE
Raggruppamenti familiari con funzioni militari
ALDII
Uomini semi – liberi
Agricoltori, artigiani
SCHIAVI
In Scania
culti legati all’adorazione di divinità femminili legate alla fertilità e alla terra
(VANIR)
Dopo la
migrazione
in Scoringa
culti legati a divinità maschili di ispirazione guerriera
(Æsir)
In Pannonia
conversione
all'Arianesimo
In Italia
conversione
al Cristianesimo
La conversione riguarda solo il re e la sua famiglia e solo alcuni nobili. La maggior parte della popolazione continua a praticare i culti antichi e difende la propria identità culturale.
Il Monastero di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, insieme all’area archeologica del Capitolium, dal 25 giugno 2011 è iscritto nella World Heritage List dell’UNESCO
Il sito seriale è composto da sette siti:
comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, sparse dal nord al sud della penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti ducati longobardi.
Monastero di San Salvatore e Santa Giulia
•Monastero femminile di ordine benedettino (monastero di clausura)
•Fondato da Desiderio e Ansa nel 753
•Anselperga, una delle figlie di Desiderio, sarà la prima badessa
•Tutte le monache sono di origine longobarda e nobili: il monastero si arricchisce continuamente per le ricchezze e i terreni portati in dote dalle giovani
•Gli artisti più importanti dell’epoca vengono chiamati per la decorazione del complesso di edifici costruiti intorno alla basilica di San Salvatore
•L’assetto attuale è il risultato di interventi successivi:
•763 costruzione della cripta dove vengono collocate le reliquie di Santa Giulia, santa di origine cartaginese, martirizzata in Corsica nel 450
•Insieme ai resti di Giulia, giungono molte altre reliquie
•Intorno al 1100 vengono costruiti:
•La chiesa di Santa Maria in Solario
•Il campanile
•Nel 1200 viene ampliata la cripta per permettere il flusso continuo dei pellegrini
•In epoca rinascimentale vengono costruiti gli edifici coi chiostri, che vediamo oggi e
•Il coro delle monache
Per approfondire:
L'altare del duca Ratchis
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stilizzazione
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deformazione
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horror vacui
Altare del duca Ratchis, 737 -744; Museo cristiano e tesoro del Duomo, Cividale del Friuli